Tra rimorsi e ripensamenti, due giorni
dopo, quando fui libera dal lavoro e svariati impegni, presi coraggio e mi
diressi verso lo studio della casa discografica dei Blast.
Suonai il campanello.
-Posso aiutarla?-
Mi aprì una donna con tacchi da 12
centimetri e un vestitino che terminava 10 centimetri sopra al ginocchio.
Intimidita risposi. –sono qui per
Shinichi-
-lei è?-
Risposi dopo qualche secondo.
-sua madre-
La donna mi squadrò da capo a piedi con un
sopracciglio alzato, poi mi fece entrare.
Con un sospiro varcai la soglia. Primo
obiettivo superato, pensai.
Mi ritrovai in un’ampia sala- insieme a
due omoni vestiti di nero- arredata con divani in pelle rossa e un
tavolino basso nero. Sopra di esso, le brochure con le date del loro tour, dei
cd e un paio di pacchetti di sigarette "Black Stones".
Le pareti erano decorate dai poster della
band. L’unica ragazza raffigurata, in mezzo agli altri tre uomini, poteva
portare lo stesso ciuffo nero, la stessa gonna a scacchi, ma non era Nana, e
sebbene fossi a conoscenza della sostituzione già da tempo, vedere quella
ragazza mi provocava un senso di irritazione.
Che centrava lei con il resto del gruppo?
Conosceva l’importanza del posto che occupava? Aveva idea di tutto ciò che i
ragazzi avevano passato prima del suo arrivo?
Poteva anche essere una brava ragazza ma
per me o lì c’era Nana o il posto doveva rimanere vuoto.
In sottofondo si sentiva il nuovo singolo,
quello che parlava del giovane tradito, di colei che non riusciva a scegliere
tra uno e l’altro. Il singolo che parlava di ….noi.
-Mamy!!!!-
Shin mi abbracciò da dietro e mi caddero
tutte le tessere di Ma-jong che avevo portato per regalargli.
-che disastro!- strillai a mio solito.
-sapevo che saresti venuta- sorrise Shin.
Mentre raccoglievo le tessere gli lanciai una linguaccia, poi Shin mi prese per
mano e mi fece alzare. –vieni ti mostro lo studio!- le poche tessere raccolte ricaddero.
Entrammo in un corridoio stretto pieno di
porte numerate e quadri con i loro dischi.
Mentre camminavamo Shin mi spiegava.
-Questa è la sala registrazione canto,
dove lavora Misa, questa per la batteria…-
-per Yasu- conclusi con un sorriso, quasi
soddisfatta di sapere la risposta esatta.
-presente!- si sentì dal fondo del
corridoio.
Un uomo alto, pelato e con gli occhiali da
sole si avvicinò sorridente.
-Yasu!- lo abbracciai, mentre pensavo che
fosse rimasto lo stesso uomo attraente di sempre.
-ehi! Come va? Certo che hai sempre un
tempismo perfetto tu eh? Sei arrivata giusto quando devo andare a prendere mio
figlio dal corso di Hip Hop!-
-oh, tuo figlio balla?-
-già, si è messo in testa che vuole fare
il ballerino professionista da grande, crede di poter guadagnare facendo ciò
che ama di più, che ingenuo!- rise –mi raccomando, vado e torno, fatti
trovare!- l’abbracciò e sparì.
-vieni, ti porto in sala relax!- disse
Shin.
Per andarci passammo davanti alla porta
numero 7 da dove proveniva un forte suono.
-questa è la sala di Nobu, è il suo turno
di registrazione, devo dire che ci sta dando dentro!-
Entrammo nella sala relax, dove trovammo
Misa stesa su di un divanetto di pelle nera, mentre fumava delle "Seven
Stars".
Io non le sorrisi, piuttosto cercai di
guardarla il meno possibile.
-Misa lei è Hachi! Hachi Misa, a nostra
cantante!-
Misa si era alzata e mi tendeva la mano che
poi strinsi con grande sforzo e ritirai subito dopo aver sentito il freddo
degli anelli di metallo che la ragazza portava.
-sono davvero felice di conoscerti
finalmente! Mi hanno parlato molto di te- sorrise Misa.
La guardai. I ragazzi allora non mi avevano
dimenticata, pensavano ancora ai vecchi tempi.
Come facevo io d'altronde, solo che io
avrei voluto smettere, e pensare solo al futuro, era così anche per il gruppo?
E Misa cosa sapeva di lei?
Preferii rimanere nel dubbio.
-Shin devo andare-
-come? Così presto?- piagnucolò il
ragazzo.
-lo so, mi dispiace, devo-
-ok, ma torni a trovarmi?- fece uno
sguardo dolce.
-ti faccio sapere- sorrisi con poco
entusiasmo.
-ti accompagno-
-no rimani, so che strada prendere- dovevo
uscire al più presto, sentivo le lacrime che spingevano fuori, troppe emozioni
in così pochi minuti.
Mi lasciai la sala relax alle spalle e
corsi fuori. Corsi per poco, perché subito mi scontrai contro una figura che
usciva da una sala alla sua destra. caddi a terra.
-scusami!- disse l’uomo mentre mi tendeva
la mano. Avevo la vista offuscata dalle lacrime ma riuscii a distinguere la
figura dell’uomo che si accovacciava vicino a me.
-Nana?-
Annuì. Nobu mi tirò su.
-che ci fai qui?-
-Shin mi ha invitata- dissi piangendo.
Impacciato Nobu rispose –ehm, dovrebbe
essere qui, hai provato a cercarlo in sala relax? È lì in fondo ti accompagno
se…-
-ci sono già stata, me ne stavo andando-
non riuscivo a guardarlo in faccia.
-ah-
-hai salutato già tutti?- continuò Nobu. Annuì
di nuovo.
- e a me non volevi salutarmi?-
-avrei preferito di no-
- bè ora ti tocca!- cercò di
sdrammatizzare il ragazzo.
Ci guardammo negli occhi. Nobu non
sorrideva più. Quel corridoio stretto sembrava ancora più stretto di prima.
-chissà se…- iniziò Nobu, avvicinando il
suo viso al mio.
-magari…- le labbra si avvicinarono. Ci baciammo
e ci staccammo due secondi dopo. Ci guardammo dinuovo,
poi Nobu sorrise e io emisi un sospiro di sollievo.
-credevo peggio, e invece, non ho sentito
niente- disse Nobu tra il divertito e il triste.
-già!...sarebbe finita comunque!- sorrisi e
poi continuai –addio Nobu-
-addio Nana-
Prendemmo due strade opposte, dopo aver
mentito entrambi, per l’ultima volta.