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Autore: mamogirl    26/04/2011    2 recensioni
(Seguito di "Let It Snow) Li chiamano “miracoli di Natale” perché, in quella meravigliosa e magica notte, qualsiasi cosa, anche l’impossibile, può accadere.
Nick e Brian, di ritorno dopo il weekend bianco in montagna, sono in procinto di vivere il periodo natalizio. Una festività il cui messaggio non é solamente ricevere e dare regali materiali.
E, forse, anche per loro un miracolo natalizio può aspettarli dietro l'angolo.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Brian&Nick's Love Story'
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... Is You

 

 

 

 

 

“Zio Nick!”
Lo strillo acuto, accompagnato dal veloce e rapido scalpitio di passi, accolse Brian e Nick non appena scesero al piano inferiore. Brian fece appena in tempo a spostarsi dal suo ragazzo prima che una chioma bionda si tuffò su Nick, rapido ad aprire le braccia e issarla, come un peso piuma, sulle sue spalle.
“Ma chi abbiamo qui? La mia principessa!”
La risposta fu solamente una cristallina ristata, di quelle uniche che appartengono solamente ai bambini, mentre Nick la faceva volteggiare sopra la sua testa, stando attento a non farle sbattere la testa da qualche parte.
“Zio Nick, posso stare vicino a te a tavola?”
Nick fece scendere la bambina, inginocchiandosi per poter essere a pari livello e poi lanciò un’occhiata verso Brian. “Dovresti chiedere allo zio Brian.”
Appena pronunciate quelle parole, il viso della bambina si mosse alla ricerca dell’altro zio. Non appena lo vide, si fiondò su di lui. “Zio Bri!”
Brian prese in braccio la bambina. “A cosa debbo questo onore, mia principessa?” Le domandò facendole il solletico sotto il mento.
“Zio Bri! No! - Si lamentò lei, anche se fra le risate e mai abbandonando il sorriso. - No solletico!”
Il ragazzo finse di essere sorpreso. “Davvero? Eppure mi ricordavo che ti piaceva.”
“No! - La bimba scrollò la testa con decisione. - E’ mia sorella!” Esclamò poi con tono di rimprovero, sconcertata che un adulto avesse potuto scordarsi un fatto così importante!
Gli occhi di Brian si ingrandirono per lo stupore. “Eh, devi perdonare lo zio Bri. - Si scusò, quindi. - Sta diventando vecchio e voi due vi assomigliate così tanto... che è difficile riconoscervi!”
Il mento della bambina si imbronciò. “Già, e poi mamma ci veste sempre uguale!”
“Lo vuoi sapere un segreto?”
Gli occhi della bimba si illuminarono per la gioia. Annuì con vigore.
“Tu sei la mia principessa preferita. - Le sussurrò in un orecchio. - Allora, che cosa dovevi chiedermi?”
“Posso stare vicino a zio Nick?”
“Non vicino a me?”
“Anche! Però posso? Per favore?”
“Come posso resistere ad un faccino così bello?”
La bambina stava già per lasciarsi sfuggire un gridolino di gioia.
“Ma prima, che cosa ottengo in cambio?”
Le labbra della bimba formarono una o. “In cambio?”
Da dietro la sua testa, Brian poté vedere Nick sorridere ed alzare gli occhi al cielo, avendo riconosciuto quello stesso giochetto di cui lui era stato vittima tanti anni fa.
“Beh, stare vicino a zio Nick è un privilegio. Per questo devo avere qualcosa in cambio.”
La bambina sembrò rifletterci su un pochino, ponderando con estrema serietà ciò che lo zio gli aveva appena raccontato. D’un tratto, il viso le si illuminò. “Trovato!”
Prima che Brian potesse chiedere quale fosse quell'idea, la bimba si sporse e gli diede un grosso bacio sulla guancia. Poi si ritrasse e con innocente malizia sbatté le sopracciglia sapendo di aver raggiunto il suo scopo.
Nessuno poteva resistere ai suoi baci!
“Va bene, va bene. - Ammise Brian sconfitto. - Potrai stare vicino a zio Nick.”
“Yuppie!”
Brian fece scendere la nipotina che, felice di aver compiuto la sua missione, sfuggì via prima che i due adulti potessero cambiare idea.
“Certo che le donne sanno già fin da piccole come ottenere qualcosa!” Commentò Nick avvicinandosi a Brian.
“Ricordo un ragazzino che sapeva esattamente come fare quando voleva qualcosa.”
“Già, ma con Kevin non ha mai funzionato.” Rispose sospirando Nick mentre entrambi si sedevano sul divano.
“Oh beh, pochi ne sono capaci. - Commentò Brian, scostando un ciuffo di capelli dalla fronte di Nick. - Sai, l’altro giorno ero qui proprio con Kevin e... non indovinerai mai! Ha terminato la famosa canzone!”
Nick lo guardò sorpreso. “Davvero?”
Brian annuì. “Sì. Me l’ha fatta leggere ed è davvero bella. Zio Gerald ne sarebbe fiero.”
“Un altro miracolo da aggiungere a quelli già avuti.”
“Esatto. - Assentì Brian, facendo apparire un foglio bianco. - No, non è quella. Ma leggere quella di Kevin mi ha ispirato a scrivere la mia, quella con cui combattevo da settimane. - Incominciò a spiegare Brian. - Stavo commettendo lo stesso errore di Kevin, mi stavo focalizzando solo su ciò che avrebbe significato la tua perdita. Poi ho provato veramente quella sensazione e sai ciò che ho compreso? Che oltre alla tua presenza ed al tuo amore, mi sarebbero mancate le piccole cose, come svegliarmi di mattina e poterti osservare per un po’ oppure i nostri sabato sera a base di pizza e film. Non sono i grandi discorsi o quante volte ci ripetiamo “ti amo” a rendere speciale il nostro amore. No, sono le piccole cose come il modo con cui dici il mio nome durante il sonno, il fatto che sai esattamente come prendo il caffè alla mattina o dove trovarmi quando sono immerso nei miei pensieri. Sono tutti questi piccoli particolari che ti rendono l’uomo che amo.”
Nick non riuscì a dire nemmeno un semplice “Bri”, tanta era la commozione che gli bloccava anche il solo respiro. Così, con mano tremante, prese dal ragazzo il semplice foglio e lo aprì. 



  

Once there was a time love was just a myth
It just wasn't for real, didn't exist
Til the day you came into my life
You forced me to think twice
I didn't have too much, no I wasn't rich
Gave me belief someday I'd be more than this
That's why until this day I'm still your man
Cause you made me understand that

Love is kisses in a bean bag chair
The two of us but no one there
Love is the moment that I climb the stairs
To hold you in my arms after we make love
Love is waking up to see your face
Or kissing in the morning rain
Love is
The only thing that keeps me sane
At the end of the day is that I've got you

You're my secret place where I can be myself
You connect with me like nobody else
Even though our circumstances changed
Our love still remains
Meet me on the ground, still you help me fly
You taught me to be patient, I taught you to rely
So no matter what tomorrow brings
We got the simple things cause

Love is kisses in a bean bag chair 
The two of us but no one there 
Love is the moment that I climb the stairs 
To hold you in my arms after we make love
Love is waking up to see your face 
Or kissing in the morning rain
Love is
The only thing that keeps me sane 
At the end of the day is that I've got you

Love is
A Sunday morning with the blanket wrapped around your waist
Love is
The way your lips seem to curve
When you say my name 
Love is
And when I'm stressing like the world's turning upside down
it all makes sense when you're around

Love is
Waking up to see your face
Kissing in the morning rain 
At the end of the day is that I've got you
 

 

 

 

 

 

Le ultime parole sembravano solo un insieme confuso di inchiostro, sbiadite e sfocate dietro le lacrime che riempievano gli occhi di Nick. Era un testo semplice, senza troppi orpelli o metafore complicate: chiaro e lineare c’era l’essenza di ciò che provavano, il disegno di un amore che aveva vacillato, sì, ma che era uscito dalle sue ceneri più forte di prima.
“E’...” Provò a dire ma tutto quello che uscì dopo fu un semplice singhiozzo. Ecco un altro potere nascosto di Brian: l’unico che riusciva a far singhiozzare Nick Carter come una femminuccia davanti ad un bigliettino trovato nei Baci Perugina.
“E’ la semplice verità. - Terminò Brian per lui. Appoggiò il palmo della mano sulla guancia di Nick, asciugando dolcemente le lacrime che gli solcavano il viso. - Tu mi hai insegnato che cosa sia il vero amore. E questo è il miracolo più bello che potessi mai ricevere.”
L’unica risposta di Nick fu un bacio, niente di passionale o erotico in quel tocco di labbra. Perché c’era molto di più fra loro, molto più di una perfetta combinazione chimica: era una fusione di anime, un aiutarsi continuo nel crescere e nell’essere forti quando l’altro era troppo debole per affrontare ciò che la vita poneva loro davanti.
“Ti amo, Brian Thomas Littrell. Ti amo per la tua mania quasi compulsiva di pulire qualsiasi superficie almeno cinque volte, ti amo perché tieni ancora tutti i vestiti di ogni singolo video che abbiamo fatto, ti amo perché, quando non ci sei, mi lasci piccole note in giro per non farmi sentire la tua mancanza. Ma, soprattutto, ti amo per il tuo immenso cuore. Non c’è niente che non faresti per qualcun altro, muoveresti mari e monti pur di rendere felice chi ami.”
Brian stava per ribattere ma la voce di sua madre che richiamava tutta la truppa per il pranzo fece morire qualsiasi parola sul nascere.
L’unica cosa che poté fare fu intrecciare le dita fra quelle di Nick e raggiungere insieme la sala da pranzo.
Un annuncio attendeva i commensali, anche se ancora non lo sapevano. 

 

 

 

*********

 

 

 

La sala da pranzo sembrava essere sul punto di esplodere dalla quantità di persone presenti: un lungo e massiccio tavolo di cedro occupava tutto il centro della stanza, sopra di esse una miriade di leccornie facevano profumare l’aria ed aumentare l’acquolina dei commensali.
Era impossibile ricercare il silenzio, tra i gridolini di gioia dei bambini che ancora entusiasti mostravano ciò che Babbo Natale aveva portato loro; i grandi si erano divisi in gruppetti ed il loro chiacchierare allegro si confondeva con le note in sottofondo di musica natalizia.
Nick, seduto fra le due nipotine, lanciò uno sguardo a Brian, chiedendogli se fosse il momento giusto; dopo aver ricevuto il nulla osta, fece vibrare la forchetta contro il calice, richiamando l’attenzione su di lui.
“Prima che l’attenzione crolli drasticamente e l’abbiocco diventi padrone dei nostri sensi, io e Brian abbiamo un piccolo annuncio da fare.” Esordì Nick, alzandosi in piedi.
“Ehm, se dovete dirci che state insieme, mi spiace ma lo sappiamo già!” Commentò Kevin, con tono scherzoso.
“Molto divertente.” Fu la risposta di Brian.
“Uno di voi due è incinto? - Domandò Aj. - Io punto tutti i miei soldi su Nick!”
“Jay! Ci sono delle bambine innocenti in questa stanza!” Lo rimproverò Howie.
“Possiamo parlare? - Sbottò Nick, ben sapendo che avrebbe dimenticato presto ciò che voleva dire. Quando riottenne l’attenzione di tutti, ricominciò a parlare. - Come credo ormai sappiate tutti, qualche settimana fa io e Brian siamo stati in una piccola baita. Ciò che non sapete, è che durante quel piccolo viaggio, ho chiesto a Brian di sposarmi.”
“Ovviamente ho risposto di sì.” Aggiunse prontamente Brian.
All’udire la notizia, tutta la tavolata esplose in una serie di congratulazioni e felicitazioni, tanto dal shockare positivamente Brian. Si era aspettato qualche battuta non felice, quale espressione contrariata dai parenti più conservativi e forse qualche discussione su quanto il loro pubblicizzare così apertamente la loro relazione fosse di cattivo gusto.
Niente di tutto questo accade: i visi su cui il suo sguardo si posava erano la perfetta rappresentazione tra gioia per la notizia e un pizzico di invidia per il momento, frenetico ed eccitante, che aspettava la giovane coppia. I preparativi per un matrimonio, di qualsiasi genere o religione fosse, era sempre considerato come una prova finale per la resistenza della coppia: se si riusciva ad uscire indenni da discussioni sui parenti da invitare e dove farli sedere fino ad arrivare al cosiddetto “panico” della sera precedente, voleva dire che i due sposi erano pronti per affrontare quel nuovo capitolo.
Nick, con una certa apprensione, cerò il volto di sua madre, desideroso di vedere quale fosse la sua reazione. Forse avrebbe dovuto avvisarla la sera prima, chiedere qual era la sua opinione al riguardo perché non poteva pretendere che accettasse, in un colpo solo, relazione e matrimonio. 
Però, una minuscola e sottile vocina gli diceva di non preoccuparsi. 
Ed infatti, quando finalmente incontrò quel viso tanto famigliare, l’unica luce ad illuminare quelli occhi uguali ai suoi era quella dell’amore. A fior di labbra, Jane mormorò un semplice “Congratulazioni” che risuonò forte come uno squillo di trombe.
Qualcuno incominciò a strattonare un angolo del suo maglione. Nick abbassò lo sguardo ed incontrò gli occhioni verdi di Lola.
“Che cosa c'é piccolina?” Le domandò con tenerezza, credendo che volesse chiedergli spiegazioni su tutto quel eccitamento.
“Posso portare i fiori?”
Nick la guardò incuriosito. “Fiori?”
“Sì, al matrimonio!” Ripeté lei tutta agitata.
“Oh. - Rispose Nick, sentendo a lato la risatina di Brian. - Certo, piccola.”
Lola lo guardò intensamente per un lungo momento. “E potrò mettere un vestito da principessa?”
“Certo.”
Soddisfatta della risposta, la bimba guardò prima Nick e poi Brian. “Okay, potete sposarvi.”
I due ragazzi scoppiarono a ridere. “Beh, principessa, se abbiamo la tua benedizione, non possiamo esimerci dal farlo.” Commentò scherzoso Brian.
“Che arduo dovere abbiamo.” Aggiunse Nick.
“Però, chissà come mai, non ho dubbi sul fatto che ci riusciremo.”
“Nemmeno io.”
Brian e Nick ripresero posto sulle loro sedie e, complice il fatto che la bambina era scappata dalla madre per raccontarla la nuova meravigliosa notizia, poterono stringersi l’uno accanto all’altro, beandosi della scena che si svolgeva sotto i loro occhi.
Una grande ed immensa famiglia.

 

 

 

********* 

 

 

 

Il pranzo si era ormai concluso, i bambini erano usciti a giocare gustandosi le ultime ore di sole, mentre gli adulti erano rimasti a tavola, a chiacchierare, discutere o ricordare passati Natale.
Brian osservava la scena apprezzandone ogni singolo attimo, ogni espressione ed ogni voce, ringraziando per il regalo migliore che avesse ricevuto quell’anno: una famiglia.
In un angolo vi erano le due famiglie finalmente riunite: Jane, Jackie e Harold erano assorbiti in una reminiscenza dell’infanzia dei loro figli mentre Nick tentava inutilmente di cambiare discorso.
Poco oltre Nick, vi era la loro famiglia acquisita negli anni: Kevin, Howie ed Aj, insieme alle rispettive compagne, erano immersi in un’animata discussione sulla direzione da prendere con il nuovo album.
Per un breve secondo, Brian e Nick si scambiarono uno sguardo, con Nick che gli chiese a fior di labbra che cosa stesse guardando; Brian fece spallucce, riportando sul suo volto un luminoso sorriso.
Dietro Nick, appoggiati alla mensola sopra il camino, i tre pinguini di peluche gli ricordavano che, in quella sala festosa, vi era anche una terza famiglia che stava muovendo i primi passi.
La sua e di Nick.
Aveva chiesto solo una cosa per Natale e lì, in quella stanza piena di armonia, si accorse di aver ricevuto molto di più.
Ed era un regalo che avrebbe custodito gelosamente. 

 

 

 

 

The End

 

 

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*_* E' finita.

Incredibile, ce l'ho fatta. Lo dico con il magone agli occhi (o forse é l'allergia? lol) ma questa avventura é conclusa. I miei piccoli si sposano! *__* (anche se non sanno che cosa aspetta loro... credevate che potessi farli sposare tranquilli? Non sarei io, allora!) Però dovete aspettare, perché prima bisogna fare un bel salto nel passato e vedere come si sono messi, quali drammi ho fatto passar loro.... XD
Ringrazio tutti: le mie pie donne che leggevano, correggevano e commentavano; tutti coloro che hanno recensito ed apprezzato questa storia ed anche quelli che si sono limitati solamente a leggere. Sì, fantasmini, ringrazio anche voi! Tutte voi mi avete spinto a finirla e, se l'avete anche solo letta, spero che qualcosa vi abbia lasciato (la mia insana voglia di torturare i miei pg preferiti? XD).
Ultima menzione... la canzone qui citata é la meravigliosa "Love Is", una di quelle perle non finite su "Never Gone".
Arrivederci ed alla prossima!
Cinzia

   
 
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