Promesse.
Naomi ormai
viveva una vita noiosa: letto-bagno-cucina e alcool, tanto, più del solito. Era
quasi scomparsa dalla circolazione, tranne per un paio di feste alle quali
partecipò trascinata da Effy dove non si divertì per niente. Stava lì a bere,
sempre. Dimenticare, scordare i problemi..a questo mirava. Semplicemente non era
affatto pronta ad incontrare Emily, anche se moriva dentro ogni volta che
considerava quest’ occasione. E lo stesso faceva l’altra che era lì, fissa
sotto casa della sua ragazza, anzi, appoggiata al muro della camera di Naomi che
si affacciava sulla strada sperando che nessun sospetto avrebbe invaso la mente
della bionda.
-Perché sono qui?-
In quella
poltiglia di sentimenti, riusciva a percepire la mancanza di una figura precisa
al suo fianco e il vivere con lei, ora che veniva ospitata da una nuova “amica”
ogni notte. Non voleva essere una
stronza (non come sua sorella, Katie Fuckin’ Fitch, perlomeno) ma il destino
era risoluto su ciò: la Fitch andava avanti con questa convinzione. Si voltò di
scatto, coprendosi il viso, come per nascondere quelli occhi lucidi abbastanza
evidenti.
-Fitch!-
qualcuno la chiamò dalla finestra di casa Campbell. Conosceva quella voce e,
alzato lo sguardo, vide Cook a petto nudo, e chissà perché era lì.
-Ehi
bella vieni, facciamo una cosa a tre!-.
-Coglione
come al solito, Cook!- fu la sua risposta apatica.
Dopo secondi di silenzio il ragazzo gridò:
-Ems qui la tua amica se la cava bene e ne
vuole ancora. Cazzo sapevo fosse una bomba. Lesbica un cazzo.-
Emily
sapeva
che Naomi non l’avrebbe mai fatto o almeno così le aveva detto,
promesso e
giurato. L’istinto del momento però la portava ad ammucchiare ancora un
po’ di
rancore nella zona della rabbia repressa. Ne aveva abbastanza, si alzò
e fece
per andarsene quando Cook, che la osservava dalla finestra le gridò
contro: -Dove vai? Non stai bene qua sotto ad aspettare che la tua
puttanella
finisca di farsela con me? Dai cazzo sali, o non vuoi vedere la tua
ragazza che
ti cornifica per l’ennesima volta? Bah, ti senti in colpa anche tu?- e
con questo Cook riuscì a dare una bella scossa all’animo di Emily che
intanto
era sparita dallo scenario dileguandosi all’angolo del viale, correndo.
-Cook,
con chi parlavi? Chi c’era fuori?- Naomi era appena uscita dal bagno in
accappatoio.
-Mi
dispiace tanto non poterti scopare ma sai..qui sono sempre pronto.- Cook
aveva mentito ad Emily..cos’è che aveva in mente?
-Cookie,
smettila. Allora chi era?-
-Niente,
ho detto a Ems che io e te abbiamo scopato.-
-Cosa?-
Ecco, quel poco che era rimasto dell’amore fra le due crollò in un sol colpo.
-Cook
ma non è così! Perché cazzo l’hai fatto?- si vestì più in fretta del
solito, aveva da correre dietro qualcuno per pregarlo di non fare cazzate. Ad
esempio mandare tutti a farsi fottere, prendere il treno e partire con poche
sterline e un mucchio di pasticche in mano da ingoiare come fossero caramelle;
poi sarebbe arrivata la principessa azzurra in suo soccorso. Non fu proprio
così. Naomi certo, era preoccupata, correva a perdifiato, voleva raggiungere
subito Ems e fermarla, non che avrebbe cercato di suicidarsi ma chissà. Perché
era tanto importante una fottuta bugia, una della tante in quella relazione?
Era un
nonsense..il dolore del tradimento con Sophia quasi faceva meno male.
-Ems! Ems dai dove sei?- ansimante gridò Naomi sperando che la ragazza
non fosse molto lontana.
“Non l’ha
fatto, non l’ha fatto!” si ripeteva la rossa fra sé mentre si fermava a
prendere fiato dopo una corsa folle.
Cook intanto aveva seguito Naomi ma faceva come da guida alla ragazza
mostrandole la strada da prendere celatamente.
-Che
te ne sei uscita? Non vi siete lasciate voi due lesbiche?- incontrò la
bionda all’angolo.
-Hai
solo combinato un casino Cook, davvero- sul suo viso si potevano
scorgere delle lacrime, la sua voce era
smorzata e ciò faceva risaltare lo smarrimento della ragione.
-Io
sono qua per qualsiasi cosa, anche per ricevere un pugno da una
lesbica.- Quest’idea dilettava la ragazza che dopo aver inseguito
l’altro per qualche metro si ritrovò alle spalle di un vicolo cieco dove si
arrestò di colpo per porre l’attenzione su dei lamenti che provenivano da lì
dietro. Le parevano delle urla familiari, andò a vedere mentre Cook rimase
indietro, apparentemente imperterrito. Lei si avvicinò titubante, inspirò a
lungo per respingere la paura di un incontro con Emily e si sedette a fianco
alla persona urlante.
-Sai
quanto ci contavo?- Era proprio Emily, e piangeva; pronunciò quelle
parole a fatica.
-Ci
avresti scommesso tutto, anche te e me. Sono solo una troia che non merita
niente. Non voglio vederti.- Fece per andarsene quando Ems la strattonò
per un braccio.
-Non
puoi averlo fatto. Non è la verità.- e riflettendo su questo la rossa cercò
lo sguardo di Naomi la quale, per prendere coraggio si voltò verso Cook.
Di nuovo si
accostò alla rossa. -No, già. Non è così. Sai quant’è cazzone James no?
Ma non credermi.-
-Stammi
ad ascoltare. Ti sto concedendo una grazia: mi hai già tradito..perché
dovrei
fidarmi di te? E cazzo, ti sto pure ad ascoltare!- singhiozzava ancora
-..io voglio crederti. Quindi adesso parla ragazza con le palle!-
-Sono
stata male tutto il tempo senza te. Mi sono data all’alcool di brutto, si vede?
E cazzo, tu sei distrutta. Di Cook..non è vero. Sai bene, una tale promessa non
avrei potuto mai infrangerla anche se sono stata una lurida puttana e adesso
non dovrei neanche avere il privilegio di stare qui a spiegarti le mie ragioni.
La verità è che il nostro rapporto si basa un po’ sulle promesse..è cominciato
tutto da una promessa. E proprio su questa avevamo creato un futuro:
incredibile, impensabile! Tu, io e lui come migliore amico. Mi sarebbe piaciuto
averti per sempre. Mi dispiace.-
Naomi era esausta: fare quel piccolo
discorsetto le costò molto impegno soprattutto emotivo. E poi, con tutta la
buona volontà del mondo impiegata in quelle poche parole, nessuno avrebbe
perdonato nessuno, a meno che non l’amava troppo.
-Le
promesse ci salvano.- Ems si alzò e dopo averla guardata per qualche
attimo e aver ricevuto un “Ti amo” sincero dall’altra, la baciò. -Io non
riesco a stare senza di te, renditene conto.-
La situazione
non era ancora chiara alle due, ma la cosa davvero importante era l’avere
l’altra al proprio fianco in ogni momento.
Cook che era
rimasto ad osservare la scena interessato fino a quel momento se ne andò. Naomi
si voltò ma non lo vide più: voleva incrociare ancora una volta il suo sguardo
per ringraziarlo. Ma non ce n’era bisogno: Cook era a conoscenza di tutto. Era
tanto bastardo, coglione, stronzo, cazzone e chi più ne ha più ne metta ma era
sempre pronto a salvare gli amici in qualsiasi situazione. Sicuramente non
avrebbe lasciato Naomi ed Emily ridotte in quello stato, masochiste e straziate
dall’amore poiché esistevano lei, lei e lui come migliore amico.