Dalla parte di namika: mi era piaciuto non potevo negarlo, era forse il più bel bacio che avessi mai dato. Non che potessi vantarmi di averne dati mille, ma certo dei baci li avevo già dati. Se questo si poteva definire bacio, mi sentivo costretta per il modo possessivo in cui mi aveva afferrato per la camicia, un modo che di delicato non aveva nemmeno l’ombra. Avevo cercato di respingerlo facendo forza sul suo petto ma mi tratteneva ormai per le spalle, era anche solo inutile provare a tentare di trovare una qualsiasi via di fuga. lui era più forte di me. E poi ci volle poco alla fine, perché mi accorgessi che tanto male quel bacio non era, forse valeva la pena lasciarsi andare, darsi una calmata . anche se il mio cuore frenetico non sembrava avere intenzione di fermare la propria irrefrenabile corsa verso l’esterno. Sciolsi i pugni quasi istintivamente, e contemporaneamente mi sciolsi anche io lasciandomi trasportare. Poi un fruscio di un ramo, forse un rumore impercettibile del vento tra le foglie. La insensata paura che ci fosse qualcuno, che qualcuno potesse vederci o anche solo potesse scorgere il nostro profilo da lontano ed avvicinarsi incuriosito per poi poter godersi meglio lo spettacolo. C’erano già troppi bisbigli alle nostre spalle non avevo motivo di alimentarne altri pensai . La vergogna aveva preso il sopravvento lasciando nel mio stomaco un senso di innaturale avversità verso quell’ effusione che poteva facilmente essere resa pubblica. Lui si era lasciato andare con me e la sua presa non poteva nemmeno essere definita tale da tanto che era molle. Forse era sicuro che non potessi più scappargli adesso che mi ero lasciata trasportare, si sbagliava. I miei palmi aperti ancora sul suo petto, bastò una piccola pressione e fui libera. Indietreggiai e corsi via , non dovevo voltarmi,se lo avessi fatto sarei stata persa. Niente mi avrebbe impedito di correre di nuovo da lui. Mi chiusi la porta alle spalle lasciandomi scivolare lungo il suo profilo di legno. Accucciai il viso tra le gambe portandomele al petto, piansi . non sapevo il motivo per cui lo feci, non c’è n’era motivo infatti, ma lo feci comunque, forse per sfogarmi. Poi stancamente mi alzai, mi misi in pigiama e mi lanciai sul letto per cercare di dormire. Il sonno era sparito , forse ero troppo agitata. Trascorsi la notte a rigirarmi nel letto senza successo. La mattina quando mi vidi allo specchio quasi non urlai. Avevo occhiaie inguardabili e i segni del pianto di ieri sera erano ancora visibili .cercai di fare un'opera di ricostruzione plastico facciale degna di un qualsiasi medico laureato in chirurgia facciale,e poi mentre mi mettevo il burrocacao alla fragola mi ricordai di ieri sera ed'arrossii di colpo, senza un motivo ben definito .ok,ok, forse questo era grave io che arrossivo, non mi era mai capitato per queste cose,e per lo più che non dormivo nemmeno, ero famosa per essere un ghiro. Ma questo non era il peggio , infatti mi ricordai che alla mattina mi venivano a prendere e quasi non crollai a terra per lo sconforto,come avrei fatto a rivederlo, a salutarlo, a rivolgergli ancora la parola senza svenire sul momento. mi ricomposi il meglio possibile, e mi fiondai giù dalle scale, facendo due scalini alla volta. lì vidi lì come ogni mattina che mi aspettavano, niente di nuovo fin qui. non dovevo farmi vedere imbarazzata da loro, se no natsume mi avrebbe preso in giro di sicuro e poi non era certamente un lato di me che volevo mostrare. dovevo essere forte come quei gladiatori dell’antica Roma, solo che non c’erano i leoni, ma peggio un ragazzo che sapeva dar fuoco e che adorava mostrarmi quella sua sottospecie di ghigno beffardo e poi io non avevo nemmeno un’armatura per proteggermi, mi sentivo nuda davanti a loro come se potessero leggermi dentro scorgere ogni mia piccola emozione che cercavo di nascondere a fatica .uscii dal dormitorio e sfoderai un sorriso a 32 denti, o almeno cercai di farlo anche se dovevo dire che il risultato non fu così pessimo come lo immaginavo, trovai un natsume riposato, lui era riuscito a dormire a quanto pare, maledizione. mi guardò di sottecchi come se avesse qualche sospetto per il mio comportamento. Almeno ruka ricambiò il sorriso,anche se non era una novità, lui ricambiava sempre i miei sorrisi, almeno lui. ci dirigemmo a far colazione e parlammo del più o del meno, soprattutto di cose insensate anche se io per una volta non parlai molto e nemmeno natsume sembrava molto a suo agio, lasciammo condurre il discorso a ruka anche se con qualche difficoltà visto che non era proprio un asso del bel parlare .ma la cosa più grave fu lo scoprire che quando stavo da sola con natsume, arrossivo di botto e andavo in iperventilazione. Questo si rivelava un gran bel problema visto che avevamo poco dopo l’incontro con le abilità pericolose, non sarei stata in grado di ignorarlo per tutto il tempo questo era più che sicuro.