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Autore: Kate_88    09/05/2011    18 recensioni
Cos'è il Crystal?
É il negozio di dolci più rinomato di tutta Tokyo, al centro della città, con un'insegna che mette appetito.
I suoi dolci sono conosciuti in tutti il Giappone e Usagi, la Co - proprietaria con Makoto, gestisce il locale.
D'altronde tutti sanno che al Crystal ci sono i Dolci d'Amore.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Makoto/Morea, Mamoru/Marzio, Un po' tutti, Usagi/Bunny
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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Capitolo 9 – La giornata del coniglietto.

 

 

 

Vieni Mamoru, non esitare.

Guardami.

Vieni da me. Andiamo a rotolarci nell'erba.

Non dirmi di no. Ci resto male.

Mamo chan...

Mamo chan...

 

 

Il trenta giugno, il risveglio di Mamoru avvenne in un bagno di sudore, in un letto completamente sfatto con le lenzuola che toccavano il pavimento.

Erano solo le cinque del mattino quando si alzò dal letto e vestito con solo i calzoncini, bussò alla porta della camera di Furu.

« Oddio è già ora? »

Il ragazzo addormentato brontolò quelle parole, poco comprensibili al moro che aprì la porta velocemente e si mise a sedere sul letto del ragazzo.

« Ho fatto un sogno. »

« Vai da un analista. Fammi dormire. »

« Dai tanto tra un'ora dovresti svegliarti comunque. »

« Un'ora in più prima dell'inferno. Fammi dormire. »

« Ascoltami altrimenti non mi do pace! Pulisco casa per due settimane ma ascoltami. »

« Lavi anche i piatti. »

« Affare fatto. »

Furu si mosse un po' nel letto e si mise a sedere, stropicciando gli occhi e sbadigliando, mostrando in seguito un'espressione assonnata.

« Che succede? »

« Ho sognato Usagi. »

« Eh e da me che vuoi? »

« Non era la solita Usagi! »

Mamoru era palesemente sconvolto mentre con la mano smuoveva i capelli portandoli all'indietro.

« Era lì. In un prato verde. Aveva un costumino succinto con il sopra ed il sotto di pelo bianco, poi aveva la coda come un batuffolo e davanti il grembiule del... »

« No aspetta! Fermo un attimo! »

Furu era imbarazzato nel sentire quelle parole ed iniziò a gesticolare senza compiere movimenti particolari.

« Mi vuoi raccontare i sogni sconci che fai sul capo! Tieniteli per te! Io Usagi vestita da coniglietta Sexy non me la voglio immaginare! »

Furu si alzò velocemente dal letto uscendo dalla camera: « Me ne vado a lavoro prima e per favore, non raccontarmi più queste cose sconce. Più che in abiti succinti io la vedrei bene con un costume da coniglio tipo quelli che usano i bambini piccoli, nelle feste in maschera. Copertura integrale! » e fece segno con le mani, coprendo tutto il corpo, per poi uscire da quella stanza.

Mamoru rimase seduto sul letto dell'amico a pensare mentre avvertiva i rumori che preannunciavano l'uscita del ragazzo.

 

 

Furu arrivò davanti al negozio con le chiavi in mano tuttavia aprendo la porta, notò che qualcuno era già in laboratorio e la paura iniziale di un intruso, lasciò spazio ad un sorriso delizioso quando avvertì l'odore inconfondibile dei dolci e di Makoto.

Silenziosamente richiuse a chiave la porta del locale e si avvicinò alla porta del laboratorio senza farsi sentire, sbirciando ciò che quella ragazza stava creando.

C'erano gli scaffali pieni di coniglietti di cioccolato, zucchero ed altre paste, commestibili ed adorabili.

Osservando la determinazione di Makoto si toccò le labbra: dopo quel bacio le cose erano tornate come prima, troppo presi dai clienti e dal caos del Crystal per concedersi una parola, un sorriso, un chiarimento oppure una semplice uscita.

« Disturbo? »

Makoto balzò sul posto quando Furu entrò nel laboratorio, con il suo sorriso tranquillo e con in mano un paio di croissant presi al bancone prima di entrare.

« Ho portato i croissant »

Makoto rise a quelle parole ed annuì indicando i vari coniglietti che abitavano il laboratorio.

« Oggi è il compleanno di Usagi. Deve essere tutto perfetto, anche i clienti ricordano sempre il suo compleanno. »

« Davvero? »

« Si, ed Usagi in questo giorno di solito è euforica. Sai, ama particolarmente il suo compleanno. L'anno scorso, dopo la chiusura, siamo andate a casa sua e lei come una bambina ha atteso il dopo cena per scartare i regali. Ne riceve ancora uno da Sam, uno da Ikuko ed uno da Kanji. Quest'anno le ho fatto anche io un regalino, dici che le piacerà? » infilò le mani in tasca e ne fece uscire una scatolina all'interno della quale c'era un ciondolo a forma di coniglio smaltato di bianco.

« È molto bello. Hai buon gusto. »

« Grazie. »

Richiudendo quella scatolina, Makoto si ritrovò a fissare Furu e sorrise con una dolcezza che disarmò quel ragazzo che, prendendo coraggio, si chinò a posarle un delicato bacio sulle labbra, sussurrandole: « Buongiorno Mako chan. »

La ragazza sorrise e rispose mordendosi le labbra: « Buongiorno Furu chan. »

 

La giornata del coniglietto iniziò alle otto del mattino, quando Usagi arrivò in negozio e su ordine di Makoto infilò un cerchietto con delle orecchie ed attaccò una coda a batuffolo dietro la gonna.

« Mako chan ma davvero posso lavorare così? »

« Certo! Oggi tutti noi porteremo il cerchietto! Ma tu anche la coda! Auguri amica mia! »

Usagi e Makoto, davanti a tutti, si scambiarono un tenero abbraccio ed un bacio sulle guance, poi fu il turno di Furu che fece gli auguri alla sua datrice di lavoro, donandole un affettuoso bacio sulla guancia.

« Auguri Usa chan! » esclamarono anche tutte le presenti nel locale.

La ragazza era in trepidazione per quel compleanno e nelle vendite dava il meglio di sé, salutando i clienti con un gran sorriso, senza rendersi conto del reale effetto che creava sui ragazzi che entrando nel locale, trovavano una ragazza in minigonna vestita da coniglietta.

« Senti Mako cha, io ho un dubbio... »

Furu, dalla porta del laboratorio, osservava la situazione nel locale, con un dubbio evidente sul volto.

« Che succede? »

« Io credo che Usagi in questo momento, sia al centro dei pensieri maschili. »

« Cioè? »

« Mh... quel tipo ha chiesto il numero ad Usagi » ed indicò un ragazzo al bancone « ed ho sentito altri tipi che facevano commenti prettamente maschili. »

« Tipo? »

« Lasciamo stare, anzi a pensarci, aspettiamo che arriva Mamoru, voglio proprio vedere... ah eccolo! Sta entrando! »

Furu fece segno a Makoto di avvicinarsi ed indicò Mamoru che entrò nel locale, stravolto anche dalla nottata quasi insonne.

« Buongiorno! Scusa il ritardo. »

Inizialmente non si accorse di nulla, poi si guardò intorno notando una miriade di coniglietti e tutti i clienti in cassa che acquistavano quelle strane prelibatesse; osservò poi la ragazza alla cassa ed inizialmente non notò il suo abbigliamento finchè non aggirò il bancone e sgranò gli occhi.

« Ma come cavolo ti sei vestita? »

Makoto e Furu ridevano sulla porta del laboratorio, finchè quest'ultimo non sussurrò alla ragazza: « Stanotte l'ha sognata, più o meno così »

Makoto rientrò di corsa stringendo le mani allo stomaco, piegandosi per le risate che stava trattenendo mentre nel locale, Usagi piena d'ingenuità muoveva la coda.

« Non è carina? Non piace solo a te che sei un testone burbero ed indelicato! »

« Non è questo il punto... è che... » con le mani si massaggiò le tempie e chiuse gli occhi, cacciando via l'immagine fin troppo carina di quella Usagi così felice « Vado a mettere il grembiule » concluse in modo brusco quella conversazione, andandosene in bagno, all'insaputa delle risate di Furu e Makoto.

Usagi non capiva e facendo spallucce continuò la vendita, all'oscuro dei pensieri di parte dei maschili.

I coniglietti si vendevano ad un ritmo insostenibile, ma l'attenzione della coniglietta protagonista, si fermò su una bambina un po' pallida che osservava i coniglietti di cioccolata al bancone.

« Ciao! Ne vuoi uno? »

La ragazzina aveva gli occhi profondi, dei capelli a caschetto neri ed un abito scuro che ne copriva le fattezze infantili e fin troppo magre.

« Non posso. Papà dice che mi si cariano i denti. »

« Mh vuoi che glielo chiedo io al tuo papà? Dov'è? Sai, oggi è il mio compleanno, in questo giorno nessuno può avere i denti cariati! »

Usagi, alle prese con i bambini, cambiava espressione.

Era rilassata, dolce, matura e donna. Una visione che si scontrò piacevolmente con lo sguardo di Mamoru.

« Dimmi, come ti chiami? »

« Hotaru. »

« E quanti anni hai? »

La bambina mostrò cinque dita ed indicò il padre dall'altra parte della strada, un uomo dai capelli chiari che sembrava cercare quella bambina.

« Mamo chan, pensa tu al locale, vado a riportare questa bambina dal padre! »

« Eh? Senti meglio che vado io, tu insomma... »

« Tranquillo! Te la saprai cavare da solo e se hai un attimo, confezionami un coniglietto di cioccolato e nella confezione mettici anche caramelle, cioccolatini ed un lecca lecca. »

La ragazza non attese la risposta del ragazzo che iniziò a lavorare, contrariato dall'abbigliamento giornaliero della festeggiata.

« Hotaru, vuoi venire in braccio a me? Ti riporto dal tuo papà e gli chiediamo se ti posso regalare un coniglietto di cioccolato, ti va? »

La bambina annuì e tese le braccia verso Usagi che la prese in braccio, attenta a farla stare comoda mentre questa le toccava le orecchie lunghe da coniglietta.

Usagi attraversò la strada, non appena il semaforo divenne verde, raggiungendo quell'uomo che gridava il nome della sua bambina.

« Mi scusi. Hotaru era in negozio da me, credo sia entrata attirata dai dolci. »

« Eh? Spero non vi abbia causato problemi. Hotaru non esce molto quindi è stata presa di sorpresa dal caos di questa strada. »

« È stata bravissima. Guardava i dolci e mi domandavo se fosse possibile regalarle un coniglietto di cioccolato. Oggi è il mio compleanno e festeggiamo il giorno del compleanno. Ah ma mi scusi, non mi sono presentata, sono Usagi Tsukino, Co proprietaria del Crystal. »

Fece scendere Hotaro che intanto si aggrappò alla gamba del padre.

« Sono Soichi Tomoe. Mi dispiace davvero tanto per il disturbo causato. »

« Signor Tomoe, davvero, nessun disturbo e sarei lieta se volesse seguirmi in pasticceria. Ho fatto preparare un pacchetto per Hotaru. Sa, nella giornata del coniglietto, nessun dente si caria. »

Soichi rise e prendendo in braccio Hotaru, attraversò al fianco di Usagi la strada.

Visti insieme erano la coppia più strana in assoluto.

Usagi vestita da coniglietta e Soichi con la bambina in braccio, con un completo fatto da giacca e jeans, capelli chiari e gli occhi particolarmente dolci.

« Mamo chan è pronto il pacchetto? »

Mamoru osservò i tre insieme e storse la bocca mentre portava il pacchetto.

« Grazie »

Hotaru mostrava tanta di quella dolcezza che mandò in confusione Mamoru che sorrise.

« Tieni piccola! Ah! Sai i coniglietti sono magici! Se oggi lo mangi e stasera guardando la luna esprimi un desiderio, il coniglietto lunare potrebbe esaudire il tuo desiderio. »

« Davvero? »

« Certo! Tutti i desideri dei bravi bambini vengono esauditi e poi non dirlo al tuo papà ma... dentro il sacchetto ci sono ben due lecca lecca e tante caramelle. »

Mamoru, con l'indice alla labbra, fece segno ad Hotaro di fare silenzio e mantenere il segreto mentre il signor Tomoe sorrideva a quella scena.

« Devo ringraziarvi. Credo che Hotaru sarà molto più felice ed io credo che dovrò passare più spesso qui, è proprio come dicono in giro, questo locale è avvolto dalla magia, non si può uscire da qui senza sorriso. Vi ringrazio ancora. Ditemi, quanto vi devo per questo sacchetto? »

« Niente signor Tomoe, davvero. Hotaru per oggi è stata una cliente speciale ed il sacchetto è offerto dal Crystal. »

Tomoe sorrise e chinò il capo mantenendo Hotaru in braccio, ringraziando i due con quel gesto mentre la bambina lanciava baci a coloro che le avevano regalato quel prezioso sacchetto.

Al Crystal aveva trovato un pizzico di felicità in quella vita, che si dimostrava con lei, già dura da affrontare.

 

La fine di quella giornata portava con se un bagaglio di felicità non indifferente.

Mamoru aveva ritrovato il buon umore grazie a quella bambina, nonostante le gelosia che faceva capolino durante le ore lavorative.

Usagi era al settimo cielo per quella giornata che aveva portato tanta felicità ai clienti ed a quella bambina così tenera.

Makoto e Furu stavano acquistando un po' più di sintonia anche dopo il bacio mattutino che li aveva particolarmente imbarazzati.

Eppure al Crystal qualcosa stava cambiando; soffiava un'aria diversa, come la passione estiva.

« Ed anche oggi si chiude. »

Usagi si rilassò chiudendo la porta del locale, infilando la chiave nella sua borsetta.

« Senti Usa, credi sia opportuno tornare a casa sola? Oggi ti hanno vista conciata in quel modo, non vorrei che qualcuno ti facesse un'imboscata. »

« Mako ma che dici? Dai ma ti pare...? »

« Io sono d'accordo con Makoto. Senti, fatti accompagnare da Mamoru! »

« Perchè? Tocca sempre a me? »

« Non fare il burbero. Se le succede qualcosa poi Makoto ti uccide. »

Furu lanciava diverse occhiate a Mamoru, indicando a volte Makoto finchè questo non cedette sbuffando: « E va bene. Andiamo che si fa tardi. »

« Io comunque non credo di aver problemi a tornare sola. Non capisco il problema di quel costume. »

« Tanto anche se te lo spiego non capisci, andiamo. »

Makoto e Furu salutarono i due che s'incamminavano e solo quando questi diedero le spalle, si concessero una sana risata.

« Siamo stati perfidi. »

« Scherzi? Mamo in quello stato è divino! Voglio sapere quanto resisterà ancora! »

« Ma sai che sei davvero perfida? Povero Mamo, prima il sogno ed adesso questo. »

Profondi respiri servirono ai due per tornare alla normalità, poi Furu le porse la mano e la ragazza la afferrò.

Camminarono nel silenzio più assoluto fino alla casa di Makoto, giocando a stringersi a volte la mano allentando poi la presa.

Giochi di sguardi durante quella camminata, giochi di sorrisi ed imbarazzi finchè, davanti la porta aperta di quell'appartamento, uscirono timide parole.

« Fai attenzione al ritorno. »

« Certo... »

« Domani alla solita ora... »

« Arriverò alle sei, tranquilla. »

« Bè allora ciao... »

« Ciao... »

Si guardarono qualche istante e sorrisero come due ragazzini alle prese con i primi amore e forse era proprio così, quel primo amore che Makoto non aveva mai vissuto e che Furu aveva solo sfiorato anni prima.

Ragazzi che avevano superato i vent'anni e che avevano una forte voglia d'innamorarsi e lasciarsi andare a quella passione che l'estate regalava.

Quel giorno erano stati preparati centinaia o forse migliaia di coniglietti ma non era stata l'unica preparazione perché al Crystal si preparava di tutto e Makoto non sapeva che aveva creato qualcosa di speciale, qualcosa che aveva avvolto non solo lei ma anche gli altri, come una magia di zucchero.

Tra le mille preparazioni c'era le tartine floreali, quella base di pan di spagna ai diversi aromi, arricchito da diversi tipi di fiori; tra quelli c'era l'Iris Giallo morso da Furu, morso da Makoto, morso da Usagi ed anche da Mamoru.

Osservando Furu che quasi andava via, Makoto richiamò il coraggio di un tempo, lo riunì quasi in una sfera distruttiva ed afferrò Furu al petto, stropicciando la camicia e cercando quelle labbra che non mancarono al suo contatto.

Fu difficile fermarsi, fu difficile dirsi “Ciao” dopo quel contatto che lasciò entrambi con la sensazione di un fuoco che ardeva dentro.

 

Mamoru aveva accompagnato Usagi ed era pronto ad andarsene quando questa lo chiamò, invitandolo ad entrare.

« Ti offro qualcosa, visto che mi hai accompagnato anche se controvoglia. »

« Grazie... »

Richiudendo la porta Mamoru ripensò a quel sogno ed osservando Usagi non riuscì a non pensare a quella ragazza che stranamente gli creava una strana sensazione nel corpo, una morsa che partiva dallo stomaco e non riusciva a capire dove finiva.

« Senti, pensavo, ceni qui? Se ti offro un caffè ora a stomaco vuoto è davvero da pessima padrona di casa. »

« No Usa, grazie davvero ma guarda, mi basta un bicchiere d'acqua e vado. Avevo promesso a Furu che oggi guardavo il baseball con lui. »

« Ah va bene. La prossima volta mi farò perdonare. »

L'aveva detto con un tono che mandò Mamoru in tilt, dando scosse al suo intero sistema nervoso, ripensando a quella dolcezza e spensieratezza che caratterizzava quella ragazza.

Una volta preso il suo bicchiere d'acqua, Mamoru si avviò alla porta, cercando il modo più veloce per fuggire dalla casa e da quella ragazza che in silenzio scuoteva i suoi pensieri.

« Bè allora Mamo chan, grazie per avermi accompagnata. Sei stato davvero gentile. »

I sorrisi ed i modi di Usagi, a piccole dosi era quasi sopportabili, ma in quel giorno Mamoru sembrava averne fatto il pieno e trattenersi iniziava ad essere difficile.

Non si poteva pensare continuamente al proprio capo, a quella ragazza dai buffi codini, dai modi spensierati, dalla dolcezza infinita e dalla determinazione evidente.

Non poteva ma succedeva e vederla sulla soglia di casa, con una camicetta chiara ed un classico paio di denim, messi dopo il lavoro, erano la ciliegina sulla torta in quel dolce di semplicità.

Chi era Usagi?

Usagi era la semplicità, una classica torta con panna e fragole, ripiena di crema e spolverata di gocce di cioccolato.

Era la morbidezza di un Pan di spagna bagnato con il succo di mela, era la densità di una crema fluida e la compattezza di una panna montata ad arte.

Usagi era quella torta ma non trovava un termine di paragone per quelle fragole che adornavano il dolce.

« Scusami... »

« Per cosa? »

« Devo trovare le fragole... »

« Eh? »

Usagi non capiva e non comprese il gesto di Mamoru finchè non ritrovò le labbra del ragazzo contro le sue.

Ormai lui aveva raggiunto quel limite, aveva il cuore ed il cervello in tilt e non si aspettò la reazione positiva di Usagi che, al contatto con le labbra del ragazzo, ammorbidì le sue inizialmente tese.

Mamoru trovò le fragole.

Le labbra di Usagi erano fragole un po' acerbe, con quel misto di dolcezza ed asprezza, quel duetto di sapori dovuto al frutto non ancora maturo. Eppure erano buone.

Usagi era un frutto un po' acerbo, un fiore non ancora sbocciato.

Bastò quel contatto fugace per mettere a fuoco, nei cuori di entrambi, i sentimenti che stavano nascendo.

Mamoru si scusò ancora e fuggì via lasciando una Usagi che, dopo aver richiuso, si mise a sedere con la schiena contro la porta, piegò le ginocchia e poggiando la testa su queste, si massaggiava le labbra.

Entrambi avvertivano le labbra bruciare di passione, una sensazione che li colse impreparati.

Era estate e Makoto aveva sfornato forse troppe Tartine floreali.

La giornata del Coniglietto aveva dato molti regali ad Usagi, uno aveva il gusto di fragola, mele e cannella, il tutto unito da una soffice crema.

 

Per tutti e quattro, l'aroma estivo era piacevole e gustoso, di certo nessuno pensava a quel qualcuno che cercava disperatamente l'attenzione della coniglietta.








Come avevo annunciato precedentemente, spero che questo capitolo v'abbia fatto ridere all'inizio, personalmente a me si.
Oggi non dovevo aggiornare, poi sono stata colta da un attimo d'ispirazione ed il capitolo è uscito così, da sè. Non so se sia bello, però è stato il frutto di sola ispirazione.
La scelta dell'Iris giallo è dovuto alla mia breve ricerca in internet, dove ho trovato che il suo significato è "Ardo di passione per te" ed ho pensato fosse indicato.
Dal prossimo capitolo credo che ne vedremo delle belle ma non vi spoilero niente perchè cambio idea in un attimo XD
Insomma, come sempre voglio ringraziare tutti i lettori e recensori.
Ultimamente siete aumentati di numero e questo significa che altri di voi hanno letto le mie storie, mi rendete davvero felice perchè non mi sarei mai aspettata un numero così alto.
Vi ringrazio davvero, dal più profondo del mio cuore.
Insomma, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, specie il finale, e spero continuerete a seguire questa storia e le altre.
Il secondo capitolo di Oltre la Nebbia arriverà a breve.

Vi saluto ora e spero che la lettura sia stata piacevole e gustosa.


Baci


Kate



P.s: campagna di sensibilizzazione. Voglio Mamoru nella 5° serie. Facciamogli perdere il volo, siamo ancora in tempo.

 

   
 
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