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Autore: angelikakiki    09/05/2011    3 recensioni
Dopo la battaglia di Howgwarts c'erano morti, desolazione e lacrime. Alla fine la vera forza è sapersi riprendere e andare avanti, guardando il futuro. Non è sempre facile. Ma con l'aiuto delle persone che ti vogliono bene, tutto è possibile. La Tana era diventata un posto silenzioso e triste. Harry stava sempre chiuso in camera, stretto dai sensi di colpa. Ginny cerca di risollevare a tutti il morale. Ron è perennemente afflitto e Hermione è più silenziosa del solito. Quattro ragazzi che impareranno ad andare avanti, grazie all'aiuto di una forza inspiegabile: l'AMORE
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Pov Harry

Ormai era da giorni che ero rinchiuso là dentro, quasi senza mangiare o bere, sicuramente senza dormire. Non vedevo mai Ron. Era sempre in giro, di solito in giardino. Gli piaceva stare lì. Hermione anche non sapevo mai dove stava. Forse con Ron. Dopo il bacio che c’era stato tra i due… Ginny invece mi bussava, qualche volta. Mi portava la colazione, il pranzo e la cena. Le quali a malapena toccavo. Amavo stare lì, sul letto di Ron a riflettere sulle mie scelte. Molte le avevo trovate sbagliate, altre no. A causa delle mie scelte erano morte molte persone… e non sapevo come alleviare il senso di colpa che mi invadeva ogni volta che ci pensavo… Toc Toc. Qualcuno aveva bussato alla porta.

“ Avanti” dissi a bassa voce. Entrò Ginny, con in mano un vassoio. Forse delle polpette. Non vedevo bene senza occhiali. Li inforcai immediatamente. Vederla lì, accanto a me, era sempre una cosa sgradevole, che mi portava all’apice del mio masochismo. Volevo prenderla, abbracciarla, dirle quanto fosse importante per me. Ma niente. Non ci riuscivo. Non riuscivo a guardarla negli occhi, sapendo di essere responsabile della morte di suo fratello. Poggiò il vassoio sul comodino, poi mi guardò. Era strano, non l’aveva mai fatto prima. Si era sempre limitata a entrare e uscire dalla mia stanza immediatamente. Cosa ancora più strabiliante, si sedette accanto a me. Mi voltai per non guardarla. Troppo doloroso.

“ Come stai?” chiese. Ormai era passata una settimana dalla battaglia. Non era molto, ma neanche poco. Il problema era che non riuscivo a capacitarmene. Niente più missioni, fughe miracolose, morti… Non risposi. Non riuscivo a risponderle. Mi accarezzò un braccio. Era un gesto inaspettato per me. E non riuscii a trattenermi. Piansi. Piansi dentro e in parte anche fuori. Lei parve accorgersene, malgrado gli dessi le spalle.

“ Harry…” disse provandomi a toccare. Mi scansai. Non potevo farcela. Non ce la facevo proprio. Lei tacque immediatamente.

“ Ginny!” sentii la voce di Hermione dalle scale. Si alzò.

“ Quando hai fatto pace col cervello, fammi un fischio” disse offesa. Non replicai. Non ne avevo la forza. Poteva solo andare così. Non ce la facevo a sostenere la sua presenza.

  
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