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Autore: sara chan 92    12/05/2011    0 recensioni
Pregiudizio, odio, rivalità, guerra. Può esserci spazio in tutto ciò per amicizia, pace e amore? Due Paesi rivali possono trovare il modo di collaborare e affrontare il futuro? Può la forza d'animo di una principessa far breccia nel cuore ghiacciato di un orgoglioso regnante? Forse ciò è possibile in questa storia dove tra colpi di scena, vecchi ricordi e un po' di ironia due anime opposte si troveranno fianco a fianco a fronteggiare le medesime difficoltà in un Paese che può contare solo su di loro e i loro compagni.
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Genere: Avventura, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un destino prefissato 



<> continuò Viktor sbuffando <> continuò a camminare per la stanza mentre Nikas sonnecchiava sdraiato su una montagna di cuscini  Makus stava seduto al tavolo guardandosi le mani con aria colpevole <> continuò nella sua invettiva contro il principe, ma quando si accorse delle parole sfuggite senza ragionare era troppo tardi. Markus si alzò di botto facendo cadere la sedia alle spalle e persino Nikas si destò preoccupato <> disse tutto d’un fiato, furioso <> si voltò in preda alla collera riaccogliendo la sua spada e uscendo sbattendo la porta. Lasciò nella stanza un silenzio di tomba e due amici increduli.
Uscì dal palazzo in preda alla rabbia mentre ancora una volta il sole calava sull’enorme città che risplendeva della luce fioca, ma quella volta i suoi occhi non avevano tempo per certe cose, osservavano solo la terra davanti  a lui, terra che si trasformò presto in sabbia sempre più fine. Sin da bambino si rifugiava sulla spiaggia quando voleva stare da solo poiché anche il suo castello era in riva al mare e così fu spinto lì, in un luogo che non gli era nuovo, dove assistette ad una scena familiare. “No, non lei” pensò chiudendo gli occhi e solo allora si accorse di essere giunto in quel tratto del litorale dove la principessa soleva allenarsi. La guardò per alcuni attimi fendere l’aria con la spada con foga mai vista, scossa da una rabbia che non passava inosservata. Markus sapeva il perché di quell’atteggiamento, certo era venuta a sapere di cos’era accaduto la sera prima e non ne era affatto felice, certamente non come lui. Avrebbe voluto allontanarsi, cancellare almeno per qualche ora il tormento che lo assillava in quel luogo, ma sembrava che il suo cuore non potesse trovare pace. Rimase esposto per un attimo di troppo e all’ennesimo fendente della ragazza i loro occhi s’incrociarono.
 
Armonias si avvicinò lentamente  a lui poi iniziò a correre pervasa da una sensazione indescrivibile, scattò e menò un fendente a un passo dall’uomo che grazie ad un riflesso dovuto ad anni di allenamenti lo schivò e estrasse la propria spada.
Fu inevitabile, le lame iniziarono a scontrarsi, quella di lei per ferire, quella di lui per difendersi. Nel mezzo del duello entrambi erano abbastanza abili da permettersi anche un secondo scontro, quello delle parole.
 
<> disse con astio la giovane mentre Markus parava un suo colpo, cosa che li avvicinò, ma il loro visi si allontanarono velocemente. <> rispose freddo lui cercando a stento di non far prevalere la rabbia causata dalle parole di Viktor.
<> ribatté con ironia la giovane.
<> <> disse tra i denti la giovane, mentre  un altro colpo laterale costrinse il principe ad un rapido cambio di posizione che lo portò in vantaggio sulla ragazza. <> ribatté, mentre Armonias scattava nuovamente all’attacco. <> <> chiese lui curioso abbassando leggermente la guardia > rispose la giovane di botto e le sue parole pietrificarono il principe che tenne la spada appena all’altezza del petto. Nessuno meglio di lei poteva capire cosa passava nella mente dell’altro, ma non ebbe pietà e lo attaccò strappandogli la spada di mano. Tuttavia la manovra fu troppo avventata e lei stessa capitolò sull’avversario gettandolo a terra e cadendo sopra di lui, senza però abbandonare la spada che puntò alla gola dell’altro. <> continuò ansimando per lo sforzo mentre il suo volto si specchiava nei suoi occhi azzurri che gli strapparono per un secondo l’anima facendole dimenticare l’odio che provava per lui. Durò un attimo, si alzò precipitosamente e sparì per il sentiero che conduceva al castello poco sotto le stanze della principessa.
Gliel’aveva detto, ora doveva solo aspettare una risposta e tentare un colloquio più tranquillo.
 
Matrimonio, quella parola continuava a occupargli la mente così come la lenta risacca del mare sul bagnasciuga, inesorabile, accompagnava il filo dei suoi pensieri. Era ancora sdraiato supino a terra, la sabbia si era insinuata nelle vesti e i capelli si erano attaccati al volto per il sudore; lo sconvolgente duello era terminato con un finale ancora più impensabile e lui, il freddo calcolatore, quella volta non aveva la minima idea di dove iniziare ad affrontare quella situazione, tantomeno sapeva come farlo.
Matrimonio, beh forse avrebbe dovuto aspettarselo era la scelta più facile ed ovvia, ma lo sconvolgeva il fatto che il padre non gli avesse detto niente anche se in fondo sapeva che se l’avesse saputo prima non avrebbe mai accettato un matrimonio combinato, lui, lo spirito libero della famiglia. Nemmeno lui si riconosceva nell’uomo che era diventato, ossessionato dalla sua sirena che combatteva sul mare, da quell’angelo che tuttavia lo odiava. Si scoprì a sorridere e si sentì terribilmente egoista, ma d'altronde c’era abituato; non poteva dire che gli dispiacesse fare sua la donna che desiderava, ma farlo contro il volere di lei andava contro tutti i sui principi, era anche vero che lei, come lui, non poteva rifiutarsi.
Si portò una mano al petto ed immaginò ancora il corpo della principessa steso sul suo, il suo calore che faceva evaporare le gocce di acqua salata, quel respiro così affannoso ed insieme dolce a pochi centimetri dal suo viso.
Facendo leva su un braccio si alzò e dovette portarsi una mano sulla fronte per affrontare la tempesta di emozioni che lo pervase e in tutto ciò non riuscì a togliersi il viso della giovane dalla mente.
 
Ci vollero diversi minuti prima che Nikas smettesse di tossire a causa della birra che gli era andata di traverso e solo quando l’amico si fu ristabilito Markus ripeté la notizia agli amici <> rispose alla tacita domanda di Viktor che lo guardava esterrefatto. <> continuò il principe <> buttò lì Nikas <>  <> rincarò l’altro <> fu costretto ad ammettere facendo ridere Nikas mentre Viktor restava serio, ma con un leggero sorriso sul volto. <> continuò il guerriero nerboruto <> indagò Markus <> nella stanza cadde il silenzio e dopo pochi attimi le risa dei due compagni fecero aumentare il rossore che già colorava il volto del principe. <> li schernì sorridendo a sua volta.
 
Armonias scattava da un corridoio all’altro alla ricerca di Merlino. Aveva bisogno della sua consulenza, o almeno di poter parlare con qualcuno che l’ascoltasse con serietà. Non sapeva se aveva fatto bene a reagire così, a dirglielo con così tanta rabbia e ora si stava pentendo; anche se quel ragazzo la irritava in un modo micidiale, dalla sua reazione si comprendeva come anche lui era stato incastrato in questo gioco di corte.
Svoltò l’angolo e finì dritta contro qualcuno, cadendo a terra senza ritegno. Il giovane non rimase neanche un attimo a fissarla, ma subito si chinò e le porse una mano. <> disse con voce roca e melodiosa nel medesimo istante. Armonias fissò un attimo il suo viso e poi la mano e senza rendersene conto l’accettò. <> si scusò lei formalmente e fece per andarsene quando un occhiata di lui la fece voltare. I capelli sferzarono al vento e il vestito da principessa fece un cerchio sul terreno. <> chiese al gigante.
Lui sorrise <> Armonias spalancò gli occhi. <> chiese perplessa affiancandosi all’uomo. <> disse e sorrise di nuovo, impedendo alla principessa di non ricambiare <> <>Lei spalancò un momento leggermente la bocca, ecco dove l’aveva già visto.
<> disse lei invitando con un cenno l’uomo a una passeggiata <> Lei punto i suoi occhi rossi in quelli scuri del giovane e poi spostando annuì << Ma iniziate voi >> disse perentoria lei fissando davanti a se.
<< Penso che voi possiate capire come un uomo necessiti di motivazioni per combattere e così ora io sono in cerca di una seconda motivazione e penso anche di averla trovata >> disse sorridendo il gigante << Se mi posso permettere. Quale è la prima? >> L’uomo la guardò continuando a sorridere e lei provò un senso di sicurezza al suo fianco. << Il mio principe naturalmente. Lo proteggo fin da quando sono nato quasi e non oserei fare altrimenti >> rispose come se fosse la cosa più ovvia e la giovane rimase spiazzata, ma poi rispose con un po’ di amarezza. << Spero che lui sia degno di questa vostra cieca fedeltà >>
Lui rise sommessamente << Questo odio represso non si addice a una giovane donna nella vostra situazione >> Lei lo guardò e capì che l’uomo sapeva tutto. Si fermarono essendo giunti in giardino e si sedettero sulla prima panchina in pietra e Armonias notò che anche da seduta l’uomo la superava di parecchie spanne e sorrise. << La mia altezza mi aiuta e mi infastidisce >> disse lui scherzoso notando l’espressione della principessa << Ora tocca a voi >> << Mi sembra che sappiate già tutto, ma non vi toglierò il gusto di farmi arrabbiare >> scherzò lei. << Non è il matrimonio in se che mi preoccupa, ma la mia pazienza. Non credo di poter sopportare il tuo principe così a lungo >> Viktor rise , poi si alzò. << Chiedo scusa ma ora devo lasciarvi. È stato un piacere discorrere con voi e, non vi preoccupate, che il mio principe bisogna solo imparare a gestirlo >> Si inchinò e se ne andò, lasciando la principessa stupita dalle sue ultime parole. Era davvero esterrefatta come una persona così cordiale potesse sopportare tale arroganza e un po’ si maledisse per il suo carattere. Ma in fondo era felice di quella chiacchierata e quel senso di sicurezza non l’aveva abbandonata e con esso un senso di calma e pace era nato; sentiva ancora lo sguardo del gigante vegliare su di lei e le sue parole farla ridere.
<< Armonias >> Una voce femminile la distrasse dai suoi pensieri <> disse cauta Clio.
Lei annuì e l’amica si sedette al suo fianco. << Lo so che non è affar mio ma sei sicura? >> << Si ne sono sicura >> L’amica sorrise nel vederla così calma, poi ghignò << Se vuoi ti accompagno così almeno vedo la sua guardia del corpo, quel Nikas >> Armonias rise <>
 
Le giornate in quel palazzo si stavano rivelando sconvolgenti per Markus, ma non altrettanto per i compagni che passavano le giornate spaparanzati sui cucini delle loro camere senza fare nulla, e così anche quel pomeriggio i tre stavano parlando del più e del meno quando qualcuno bussò alla porta. Era un servo che aveva portato loro un messaggio da parte della principessa << La principessa Armonias mi ha detto di riferirvi che vi attende lungo la spiaggia, il posto lo conoscete >> a quelle parole Markus sorrise e congedò il servo sorridendo tra sé. Poco dopo tuttavia dovette abbandonare la sua contentezza poiché ragionando con criterio capì che mai Armonias avrebbe organizzato un incontro tra loro due … soli. Notò che gli amici lo guardavano curiosi e speranzosi nel medesimo istante << Vi va di uscire? >> chiese il principe in un largo sorriso.
Si ritrovarono così a passeggiare lungo la spiaggia, Markus, in tenuta estiva elegante, un passo davanti agli altri , come spinto da un vento che i compagni non potevano sentire. Scorsero da lontano le figure d due fanciulle e dentro di sé Markus esultò per aver evitato la figuraccia di presentarsi da solo e far capire alla principessa quanto in realtà desiderasse rimanere da solo con lei, sempre che non l’avesse ormai capito.
La vide come poco tempo prima, bellissima, i corti capelli scossi appena dalla brezza della sera. Gli ci volle un po’ per mettere a fuoco la seconda figura poiché a stento staccò gli occhi dalla principessa; in lei riconobbe una delle amiche che non lasciavano mai sola Armonias, quella che non era rimasta poi tanto scandalizzata dal trattamento che lui aveva riservato al giullare, ma anche quella che si era fatta più valere quella sera in cui aveva accompagnato la principessa sfinita in camera sua.
Si accorse solo allora di aver rallentato il passo mentre ammirava Armonias e di essere rimasto un po’ indietro ai compagni che tuttavia, come insegnava il protocollo, gli rimaneva il più vicino possibile. Li superò riacquistando il suo contegno nobile e arrivò per primo dalle due fanciulle nascondendo il suo sorriso nel vederla con una piccola smorfia di cortesia. << Buona sera dame >> salutò inchinandosi << La ringrazio per l’invito principessa >> così fecero anche i suoi compagni, Nikas un po’ più lentamente del solito, lentezza forse dovuto a dell’altro oltre la sua flemma .
<< Vi va di fare una passeggiata principe? >> chiese con tono incredibilmente cortese Armonias, Markus non se lo fece ripetere due volte. Proseguirono per diverso tempo in silenzio, lui e lei affiancati in testa, Clio, così si chiamava l’amica, un passo dietro di loro e infine Nikas e Viktor. << Come ormai tutti sappiamo, abbiamo un argomento di cui parlare principe >> intervenne Armonias facendolo sobbalzare; dietro di lui Markus giurò di aver sentito un risolino di Viktor, ma forse fu solo il mare. << Mi dica >> disse mantenendo impeccabilmente il suo contegno << Mio padre mi ha lasciato una lettera prima della sua partenza dove, come è noto, mi ha lasciato detto del mio imminente matrimonio … con voi >> proseguì lei mantenendo stoicamente lo stesso tono di voce mentre Markus fu colpito da quella notizia come la prima volta che l’aveva sentita e non riuscì a controbattere come avrebbe voluto << Capisco >> << Dunque la situazione verrà resa ufficiale al consiglio di domani e mi sembrava educato riferirvelo prima principe >>  “Educato eh?” << Ovviamente non sarà l’argomento principale visto che, in assenza di mio padre, sarò io a tenere il consiglio e si discuterà dunque della tanto sospirata pace e delle questioni politiche. Spero sarete pronto per allora così potremo cavarcela con poca difficoltà >> << Lo sarò principessa >> << Bene >>. Cadde ancora il silenzio interrotto solo dal verso dei gabbiani e dalle onde del mare che si infrangevano sugli scogli neri poco più in là; a Markus quell’immagine sembrò esattamente il ritratto di ciò che covava nel suo cuore.
Giunsero dunque a un costone di sabbia che andava per forza oltrepassato poiché la scogliera sbarrava la strada al gruppo che così si avvicinò alla salita che era stata costruita appositamente per quella funzione. Quando il suo piede iniziò a salire il dislivello, con la principessa al suo fianco, il gesto gli venne naturale ed allungò una mano per prendere quella della ragazza ed aiutarla nella salita. Forse i suoi occhi tradirono la paura di aver commesso un gesto eccessivo per l’odio che provava Armonias, forse lei fu mossa da pietà, forse era proprio quello che lei voleva, o almeno così sperava Markus. Fu così che sentì il calore e la morbidezza del suo tocco nella mano e a fatica riprese la salita; nella sua mano quella di Armonias si sentiva appena e lui aveva il terrore di stringerla, come quando si tiene tra le mani una splendida farfalla. Solo allora si accorse di quanto la sua mano fosse fredda nonostante il clima temperato di fine estate, solo quando sentì il suo calore, il calore di Armonias. Lei proseguiva tenendo i suoi occhi fissi davanti a lei mentre con la mano libera alzava appena il vestito che toccava terra. Markus avrebbe voluto che la risalita fosse durata per sempre, ma terminò e così lui non si sentì più giustificato a trattenere la sua mano e così, delicatamente com’era venuta, la farfalla se ne andò. Lui tenne gli occhi sul suo volto sperando di vedere un sorriso, qualsiasi cosa, qualsiasi segno di umanità, ma la principessa mantenne il suo contegno regale. “Quando ti scioglierai principessa? Quando mi aprirai una porta, per quanto piccola? Abbassa queste inutili difese, così come faranno i nostri paesi, lascia che io venga da te. Non odiarmi perché ero tuo nemico, non odiarmi perché sarò il marito che non vuoi e, se puoi, perdonami”.
<< Scusate >> giunse appena udibile alle sue orecchie la voce di Clio ed entrambi si voltarono << Io dovrei proseguire per questa strada poiché mio padre mi attende per un impegno in città che richiede la mia presenza >> spiegò. Markus si accorse di essere giunti ad un bivio, la strada che proseguiva serpeggiando portava ad un cancello più modesto che accedeva direttamente al castello, l’altra svoltava per dirigersi alla città; violentemente riportato alla realtà sentì la voce di Armonias rivolgersi all’amica e salutarla << Aspettate vi prego >> intervenne però prima che la bionda potesse allontanarsi << L’ora è ormai tarda e non conviene che una giovane ragazza nobile se ne vada in giro da sola … per quanto le strade siano rispettabili >> si sbrigò a dire prima che Armonias si potesse offendere in qualche modo.<< Vi prego di accettare la compagnia di uno dei miei uomini>> proseguì indicando i compagni mentre Nikas fece subito un passo avanti<< Sarei onorato >> disse con una voce che non gli aveva mai sentito usare << Molto volentieri >> accettò l’altra sorridendo, quindi il gruppo si divise. Proseguirono il loro cammino quando Armonias parlò << La ringrazio per il disturbo principe, ma non era il caso, le strade sono ben pattugliate e noi non siamo delle sprovvedute >> Markus si sentì cadere le braccia perché ancora una volta la ragazza era riuscita a trovare un modo per lanciargli una frecciata, e fu così che rispose un po’ irritato << Si tratta solo di cavalleria principessa >> << Cavalleria? >> chiese lei certamente valutando il tono del principe ma una terza voce si unì alla conversazione evitando l’irreparabile << Si mia signora, il principe Markus è sempre stato un esempio di cortesia per tutti noi >> intervenne prontamente Viktor <<… Davvero? >> rispose lei curiosa e divertita nel medesimo istante guardando Markus. Il principe pregò che il rossore sul suo viso sembrasse solo la luce del tramonto.


   
 
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