Fumetti/Cartoni americani > X-men
Segui la storia  |       
Autore: Duir    15/02/2006    2 recensioni
...può un uomo costringere un suo simile a fargli da schiavo? Indubbiamente si......ma può un uomo costringere un mutante a fargli da schiavo? Indubbiamente no.....e se si trattasse di una donna? ps. volevo dire che non ho mai letto i fumetti e che mi baso su quanto ho appreso dai due film.....perdonate se ogni tanto faccio di testa mia :P
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era una fredda sera di novembre quando Kurt fuggi dal Magnifico Circo di Monaco. La pioggia bagnava imperturbabile la città, rendendola ancor più malinconica e non certo aiutandolo nella fuga. Sebbene avesse cercato di usare i suoi poteri aveva spesso rischiato di trovarsi improvvisamente in luoghi impervi o troppo frequentati tanto da essere visto. Ora che non era più un’attrazione da circo, sapeva che la gente avrebbe avuto serie ragioni per tenerselo alla larga e un inizio era il suo aspetto; si sorprese come pensarci ora, che finalmente aveva conquistato la sua libertà, avere un aspetto così orrendo gli avrebbe creato tanti problemi con la gente “normale”. Quando essi venivano al circo per assistere ai vergognosi numeri cui lo obbligavano il massimo era qualche frase di macabra sorpresa, mista al ribrezzo di chi nella sua piccolezza si trova in fondo contento e rinfrancato nel vedere coi suoi occhi che esistesse qualcuno messo peggio di lui. Quegli umani riuscivano a rasserenarsi anche di fronte all’orrore, alla prigionia, alla violenza……gli venne spontaneo giudicarli con pietà. Perché provava pietà per loro? Perché non approfittava dei suoi poteri da mutante per ucciderli tutti? Per vendicarsi di quanto loro gli avevano fatto sopportare in tutto questo tempo? Un gabbiano si posò nei pressi della tettoia dove ora Kurt si era fermato per riprendere fiato. Non aveva mai visto una creatura tanto leggera e nel contempo così forte. I suoi occhi neri erano fieri di quella felicità che solo chi è dotato di ali può permettersi. Le sue penne bianche macchiate di cenere si arruffavano al vento che per lui era un alleato. In quel momento desiderò ardentemente essere come quel gabbiano, per poter volare via, in alto, lontano dagli occhi falsi degli umani. Un tuono roboante squarciò il silenzio, spaventando il gabbiano che s’involò via con uno stridio. Kurt rabbrividì, fradicio ormai com’era di pioggia e poi si accinse a proseguire, procedendo a salti e tenendosi sempre rasente i muri, con l’ansia che qualche umano potesse vederlo dalla strada. Infine, trovò rifugio in un sudicio viottolo dove il pattume si ammucchiava dappertutto e scheletrici gatti cercavano cibo tra le immondizie; c’era una crepa nel muro corroso dallo smog e dalla colla di innumerevoli manifesti pubblicitari, abbastanza profonda da poterlo ospitare per quella notte. Lesto vi balzò dentro e vi si raggomitolò, triste e affamato. Non potè far altro che abbandonarsi alla stanchezza che come un pesante mantello lo avvolse, costringendolo nuovamente a chiudere gli occhi. Ma questa volta fu diverso, non più come al circo, poiché una luce argentea avvolgeva i suoi sogni di giovane mutante……-Ich…..liebe…..dich…….- Nello stesso momento, servendosi delle tenebre, qualcuno stava errando alla ricerca di chi aveva fatto quella strage al Magnifico Circo di Monaco. Dopo aver visto con gli occhi feroci i corpi dilaniati ed aver fiutato l’odore del sangue che ancora scorreva in rivoli mescolato alla pioggia, si era slanciato in una corsa pazza per trovare chi era degno di tanta crudeltà. Attraversò con l’impeto di un uragano i campi incolti, sorvolò senza tregua fiumi e case, annusando l’aria, famelico, e più percepiva il suo odore più i suoi occhi brillavano di diabolico piacere. Oramai la brama di scovarlo lo faceva fremere di una malsana impazienza, tanto da non controllarsi quando dinanzi a lui si pararono due uomini in divisa, che gli intimarono di fermarsi. Sordo ai loro avvertimenti di sparare se non avesse obbedito, avanzò fiero e impassibile. Un ultimo urlo d’avvertimento e poi le sue fauci scattarono alla gola del malcapitato, mentre gli artigli lo sventravano. Ridendo in preda oramai alla frenesia si slanciò in una folle rincorsa del secondo uomo che tentava la salvezza. Metro dopo metro l’uomo guadagnava terreno verso l’automobile parcheggiata poco distante, la raggiungeva, apriva la portiera……..ci fu un clangore seguito da un urlo. Dopo poco il suo cadavere giaceva in una pozza di sangue, ai piedi dell’auto, mentre la pioggia cancellava ogni traccia, ogni odore, ogni pensiero.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > X-men / Vai alla pagina dell'autore: Duir