Hidden
yourself
Like Romeo
and Juliet.
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Capitolo 2-
Again?
You and I both know it can't work,
It's all fun and games,
'til someone gets hurt,
And i don't,
I won't let that be you...
Stuck in the moment {Mr. Bieber}
Tutto è ignoto: un enigma, un inesplicabile
mistero. Dubbio, incertezza, sospensione di giudizio appaiono l'unico risultato
della nostra più accurata indagine.
David Hume
Kimberly's Pov:
Il cielo era di un azzurro intenso, il sole,
enorme e dai colori infuocati, splendeva su di esso, confortante.
Sospirai, la notte scorsa non ero riuscita a
dormire, il silenzio era troppo assordante nella mia camera per permettermi di
riposare.
Mi osservai in torno, asciugandomi una gocciolina
di sudore, immobile, sulla mia fronte.
Maledetto maggio.
Mi morsi le labbra, stanca, stavo camminando da
più di un’ora senza una meta precisa.
Decisi che appena avrei avvistato una panchina,
con almeno uno strascico d’ombra sopra, mi ci sarei fiondata sopra.
Guardai oltre le mie spalle, mi trovavo in un
grande parco, l’erba era verde scintillante e profumava l’aria di fresco.
Sorrisi, adoravo quell’odore.
Camminai un altro po’, fino a quando non mi
fermai davanti ad un enorme albero.
Era grande, e primeggiava su tutti gli altri del
parco.
Mi sedetti sotto di esso, tirando un sospiro di
sollievo appena il mio sedere toccò l’erba umidiccia.
Iniziai a giocherellare con le mani, annoiata.
Avevo visto Justin Bieber ieri notte, non era
esattamente come me lo aspettavo, certo.
Non era particolarmente alto, ne tantomeno bello.
Era un ragazzo normale, come me.
L’unica cosa che mi aveva colpito di lui era la bocca. Diversa dalle solite che
avevo visto.
Mi aveva incuriosita talmente tanto che mi ero
avvicinata al suo viso per ammirarla e contemplarla meglio. E dopo, ecco, il
suo profumo, il profumo di Justin, mi era arrivato lento e mellifluo addosso;
era leggero e fresco; straordinariamente buono.
Scossi la testa, tornando alla realtà.
Probabilmente non lo avrei più rivisto, Los
Angeles era grande, troppo grande. E poi se fosse stato furbo non si sarebbe
fatto vivo nei paraggi, considerando il piacevole incontro che aveva avuto con
mio fratello.
Appoggiai la testa contro l'umida corteccia e mi
osservai intorno.
Davanti a me c’erano bambini che si rincorrevano,
urlando e ridendo; donne sedute su una panchina a parlare e commentare,
ansiose, tutto quello che facevano i
loro figli, davanti a loro; e ragazzi seduti sull’erba fresca ad ascoltare
musica o disegnare.
Mi soffermai ad osservare un ragazzo poco
distante da me.
Indossava grandi occhiali da sole e un enorme cappello
coperto dal cappuccio della felpa nera che portava addosso.
Incuriosita e perplessa da tale segretezza
aguzzai la vista, sforzandomi di notare altri particolari.
Jean scuri, scarpe bianche e un piccolo libro tra
le mani.
Scoppiai a ridere.
Non poteva essere…
Mi alzai lentamente e con passo cadenzante e
lento mi avvicinai a Justin.
Cercando di rimaner seria e noncurante mi sedetti
vicino a lui.
Lo vidi irrigidirsi.
<< Che bella giornata, vero? >>.
Risi.
Lui, terrorizzato, mi squadrò e quando capì chi
fossi, fece un sospiro di sollievo.
<< E’ così evidente che sono io? >>.
Chiese preoccupato osservandomi.
<< Direi di sì. Anche se al primo impatto
sembri un terrorista >>. Risi, di nuovo.
<< Grazie. Suggerimenti? >>.
Annuii, e sporgendomi verso di lui, gli sfilai
lentamente il cappuccio, sorridendogli.
<< Adesso sembri un ragazzo normale
>>.
<< Magari… >>. Sussurrò.
<< Mh? >>.
<< Niente. >>. Serrò le labbra.
Stettimo in silenzio fino a quando notai il libro
che teneva in mano.
<< Romeo e Giulietta? >>. Feci una
smorfia.
<< Sì, sto cercando ispirazione per una
canzone. >>
<< E quindi leggi? >> Chiesi
perplessa.
<< E’ un buon metodo per trovarla. >>
Scosse le spalle, noncurante.
<< Non direi. >> Arricciai il naso,
scettica. << Di solito le canzoni
nascono dal cuore, non dal riassunto di un libro. >> Aggiunsi.
<< Se funziona non mi faccio tanti
problemi…>>
<< Giusto >>. Annuii, ironica.
<< L’importante è che ti faccia guadagnare un bel po’ di soldi… >>.
<< Non è quello. >> Disse sulla
difensiva.
<< Ah, no? >>. Chiesi divertita.
<< No.. >> Sussurrò incerto.
Risi.
Osservai due bambini che correvano davanti a noi,
spensierati.
<< Come te la passi? >> Chiesi
indifferente.
Ci fu un attimo di silenzio.
<< Non c’è male. Te? >>.
<< Uguale. >> Aggiunsi.
Altro assordante silenzio.
<< Ti
va un gelato? >> Gli chiesi.
<< Ora? >>.
<< Sì, idiota. Ora. >>.
<< Ehi! >>. Ribatté.
Risi e lo presi per mano, alzandomi.
<< Vieni, ti porterò nella gelateria più
buona del mondo, fanno dei milk-shake ottimi. >>. Pensai riferendomi a
Bob, il fichissimo gelataio, nonché mio grande amico.
Gli sorrisi e lui fece lo stesso, ormai
rassegnato.
<< Sai Justin. >> Dissi guardando la
sua bocca. << Hai delle labbra splendide >>. Aggiunsi.
<< Grazie. >> Si passò una mano sui
capelli sbarazzini, imbarazzato.
Facemmo qualche altro passo, fino a quando mi
accorsi che c’era un gruppo di ragazzine, dietro di noi, che ci stava seguendo.
Sbuffai. << Bieber abbiamo delle tue fan
che ci stanno pedinando >>.
Il suo viso si indurì e lasciò la mia mano.
<< Che facciamo? >> Mi chiese, teso.
<< Dovresti saperlo tu. Sei tu l'esperto
>>.
<< Non mi sei d'aiuto >>. Disse
freddo.
Sbuffai. << Al mio tre corri, okay?
>> Gli chiesi seria.
Lui annuì.
<< Uno >>. Sussurrai imboccando una
piccola via.
<< Due >>. Sorpassammo delle auto.
<< Tre >>.
Iniziai a correre con Justin dietro, le cinque
ragazze iniziarono a seguirci anche loro, presi Bieber per un braccio,
trascinandolo in un’altra via e lo spinsi per terra, dietro ad una macchina,
dandogli una spinta per farlo cadere e appiattendolo con il mio corpo.
<< Scusa >>. Sussurrai con fatica per
colpa del fiatone.
Lui scosse la testa.
Sentivo il suo corpo premere sul mio.
"Tum.Tum."
Il suo profumo mi avvolse, facendomi beare di
quel momento.
Guardai Justin, teneva la bocca semichiusa, e
dietro i suoi occhiali scommettevo mi stesse osservando.
Il suo respiro che era accelerato,- che
solleticava la mia fronte,-
probabilmente era dovuto al veloce scatto che lo avevo costretto a fare…
Una ragazza disse: << Gli abbiamo persi!
Cazzo! >>. E questo attirò la mia attenzione.
Infatti vidi i piedi delle ragazze da sotto la
macchina, giravano su se stesse, e pochi minuti dopo se ne andarono da dove
erano venute.
Justin sospirò di sollievo.
Mi alzai, con grande dispiacere, e lo aiutai a
mettersi in piedi.
<< Tutto okay? >>. Chiesi
preoccupata.
<< Dovresti mangiare meno dolci. >>
Aggiunse scherzando. << Sei pesante >>.
<< Ma
grazie, eh? >> Risi.
<< Non stavo scherzando >>. Disse
serio per poi fare una smorfia e scoppiare di nuovo a ridere.
Mi unii a lui.
<< Allora il gelato? >> Mi chiese
lui, cercando di riprendere fiato.
<< Oh, è vero! >>. Ammisi, dandomi
mentalmente della sbadata.
Gli tesi la mano, lui la guardò incerto per poi
intrecciarla alla mia e sorridermi.
<< Bravo ragazzo, ora andiamo. >>.
Camminammo un altro po’ ridendo e spintonandoci,
fino a quando arrivammo in una piccola gelateria.
<< Ciao Bob! >> Salutai un ragazzo di
vent’anni che stava servendo una signora grassottella.
<< Ehi Kimberly! >> Mi sorrise.
La signora soddisfatta, pagò per poi andarsene
gongolante.
<< Ti ho portato un ospite >> Dissi
riferendomi a Justin.
<< Allora cercherò di non deluderlo
>>.
Gli sorrisi. << Per me un
Milk-Shake alla vaniglia >>.
<< Subito. E per te? >> Chiese
riferendosi a Bieber.
<< Un milk-shake...Mh... Alla nocciola
>>.
<< Ottima scelta >>.
Mentre stava preparando i milk-shake, Bob
aggiunse: << Ho visto tuo fratello ieri pomeriggio… >>.
Justin tese la testa, nervoso; così per
rassicurarlo gli strinsi la mano, sorridendogli.
<< Bene… >>. Aggiunsi.
<< Già. >> Bob prese un bicchiere
azzurro e lo riempì di un liquido denso e giallognolo, per poi tendermelo.
<< Un Milk-Shake alla vaniglia per questa
bella signorina…E… >>.
Prendendo un altro bicchiere questa volta verde
mela e dandolo a Justin << Un Milk-Shake alla nocciola per il suo
ragazzo. >>.
Justin iniziò a tossire, quasi istericamente.
<< Bob...noi..veramente non siamo fidanzati
>>. Risi. << Lui è un mio…Conoscente. Si chiama…J…>>.
A interrompermi fu Bieber. << Mi chiamo
Jason, piacere. >> Aggiunse, serio.
<< Ah, allora sei ancora fidanzata con
Aaron! >>. Mi sorrise entusiasta.
<< Aaron? >>. Chiesi inespressiva.
<< Sì quello della festa a casa di Audrina!
>>.
<< Veramente quello era Josh... Aaron è
l'amico di Jenna >>.
<< Ah giusto. E' che cambi ragazzo così
velocemente...>>. Si giustificò incerto.
<< Sto ridendo dentro, Bob. >> Dissi
sarcastica.
Justin, evidentemente annoiato dalla
conversazione, iniziò a giocherellare con la cannuccia del milk-shake.
<< Mh, Bob, noi andiamo >>. Aggiunsi
prima che potesse aggiungere qualche particolare saliente sulla mia animata
situazione sentimentale.
<< Oh, okay. Salutami Dylan! >>.
<< Sì non preoccuparti >>.
Dissi agguantando Justin per un braccio e
trascinandomelo dietro, imbarazzata.
<< Buono questo gelato... >>. La
buttai sul vago. Eravamo seduti su una panchina in un parchetto frequentato da
tossici alla sera - già che tristezza- ma essendo solo le cinque di pomeriggio
c'eravamo solo noi.
<< Già. >>
Stettimo in silenzio tutti e due, e con la
cannuccia punzecchiai il liquido cremoso all'interno del mio bicchiere, frustrata.
<< Sei di poche parole, eh >>.
<< Sto solo pensando. >> Aggiunse
sulla difensiva, portandosi alla bocca la cannuccia e aspirando il liquido.
<< A cosa? >>. Chiesi dopo un po',
tanto per fare conversazione.
<< Al fatto che non ti fai mai gli affari
tuoi >>. Aggiunse stizzito.
<< Grazie tante >>. Risposi ironica.
Bevvi un altro sorso, guardando davanti a me un
piccione mangiare qualche briciola sparsa sull'erba, cercando di capire se ero
io a non andare o lui.
<< E' solo che non voglio stare qui, cazzo!
>> Sbottò. << Insomma, non capisco perchè Scooter abbia voluto
spedirmi qui, senza amici, e senza Lei. >>.
Lo guardai incuriosita.
<<
Scooter? Lei? >>. Chiesi semplicemente interessata.
<< Sì, il mio manager. >>.
<< Fammi capire bene. >>. Dissi
girandomi completamente verso di lui, incrociando le gambe. << Scooter è
il tuo Manager e lei... E' la tua ragazza, aspetta come si
chiama...Mmh...Jasmine Villegas! >>. Dissi battendo le mani, entusiasta
della mia memoria.
<< No. Io e Jasmine... E' una storia lunga.
Stavo parlando di Selena. >>. Evidentemente lesse la mia confusione negli
occhi, perchè aggiunse: << Selena Gomez. Bella, splendida... Unica.
>>.
Gli sorrisi, evidentemente l'amava.
<< Deve essere davvero una ragazza
fortunata... >>. Dissi guardandolo con tenerezza.
<< Lo è. >>. Mi sorrise, grattandosi
la testa. << Insomma, non perchè la amo, ma perchè è davvero dolce.
>>.
<< Alt. >> Dissi confusa. << Perchè sei qui invece che con lei?
>>.
<< Hai mai ascoltato una mia canzone?
>>.
<< Certo. Ormai MTV ne sforna in
continuazione. >>.
<< E cosa ne pensi? >>. Chiese
interessato.
<< Su cosa? >>.
Mi guardò scettico.
<< Scusa. >> Dissi perplessa.
<< Ho perso il filo del discorso, non sono mica tutti intelligenti come
te, sai Bieber? >>.
<< Si, vabbe. Cosa ne pensi delle mie
canzoni? >>.
<< Dipende...>>. Aggiunsi sulla
difensiva. << Fammi qualche esempio...>> Suggerii.
<< One Time? >>.
<< Rivista.
>>.
<< Mh... Born to be
somebody? >>.
<< Estremamente eccentrica ed egocentrica
>>.
<< Pray? >>.
<<
Scontata...>>.
<< Never say never?
>>. Sbottò.
<< Bello il messaggio, peccato che l'hai
rovinato con tutta la falsità che ti circonda >>.
<< In che senso? >>.
<< Ne hai fatto un marchio. Praticamente è
come se stessi vendendo uno slogan sui sogni. Così li rendi innaturali e
stupidi >>.
<< Continuo a non capire... >>.
<< Rimani nella tua innocenza Bieber.
>> Conclusi seccata.
<< Simpatica >>. Ribattè.
<< Lo so. >> Aggiunsi orgogliosa,
volendo avere l'ultima parola.
<< Modesta, anche >>.
<< La smetti di criticare? Non siamo tutti
perfetti come te, sai? >>. Esclamai fredda.
Scrollò le spalle, non curante, e si mise ad
osservare qualcosa di poco definito di fronte a lui.
Stettimo in un altro silenzio ostile, a volte
interrotto dal rumore dall'aspirare su per la cannuccia.
<< Sei libera sta sera? >>. Mi chiese
lui, come se il "battibecco" di prima non fosse mai esistito.
Mi girai meravigliata verso di lui.
<< No aspetta, prima fai tutto il carino,
due secondi dopo ti incazzi e ti aspetti che io...Esca sta sera con te?! Dimmi
la verità... >>.
<< Ovvero? >>.
<< Soffri di disturbi di personalità
multipla? >>.
Per tutta risposta, lui rimasi li,
immobile,con lo sguardo vaquo e
pensieroso, come se stesse cercando una risposta alla domanda che gli avevo
fatto.
<< Dipende dal punto di vista in cui guardi
la cosa >>. Rispose scrollando le spalle.
<< Aaah >>. Scossi la testa stremata.
Me ne stavo convincendo sempre di più: Era
stupido, ignorante, fuori di melone e malato.
Altro che principe azzurro che credevano tutte le
sue fan.
Justin Bieber al limite poteva essere il giullare
di corte complessato.
<< Allora, sei libera? >>.
<< Sì, almeno credo. >>. Sbiascicai,
cercando di prendere un po' coscienza dopo la grande rivelazione sul suo conto.
<< Ottimo, ti va di mangiare una pizza con
me? >>.
Assottigliai lo sguardo. << Mi stai
prendendo per il culo? >>.
Mi guardò scettico.
<< Perchè dovrei? >>.
Lo guardai diritta nei suoi occhi dorati,
indagatoria. Era...Serio?!
<< Come non detto, ci sto, dove? >>.
<< Non saprei, sei tu qui quell'esperta.
>>.
<< Incontriamoci qui, anzi no, meglio che
tu non conosca la gente che frequenta questo posto >>. Dissi alludendo a
Cody, un amico di data, assiduo frequentatore di questo parco, nonchè sempre
pronto per nuovi pretesti per picchiare la gente...
<< Facciamo all'hotel dove alloggi. A
proposito, dove dormi? >>. Chiesi perplessa.
<< In una casa in affitto. Gillan Road
numero nove A >>.
<< Perfetto, alle otto davanti a casa tua.
>>.
<< Mh. Devo venire incappucciato? >>.
Chiese preoccupato.
<< Voglio portarti in un bel locale, è
d'obbligo che tu veda la vista che offre l'attico su cui è costruito il
ristorante.>>. Dissi alludendo alla segretezza.
Sbattè le ciglia, perplesso.
Sbuffai buttando la testa all'indietro, stanca.
<< Si, Justin, Sì >>. Dissi calcando
bene sui "si".
<< Okay. Non occorre scaldarsi tanto
>>.
Guardai l'ora sull'orologio d'acciaio massiccio
che avevo sul polso, le sei e un quarto. Era ora di andare...
<< Justin, ora vado, altrimenti mio
fratello si altera. >> Borbottai seccata.
Lui rise.
<< Va pure >>. Mi strizzò l'occhio,
<< Ci vediamo dopo >>.
Annuii e gli scoccai un leggero bacio sulla
guancia.
Incominciai a camminare, e dopo un po' di passi
mi girai, per poi notare che aveva la mano appoggiata alla guancia in cui avevo
appoggiato le mie labbra.
Sorrisi e un leggero brivido mi attraversò.
Forse avevo trovato un nuovo...Amico?
Il futuro.
Quante volte ci saremmo posti quella famosa frase
"Chissa che mi riserva il futuro?!" e quante volte ci saremo risposte
"Già, chissà".
Ma il futuro era adesso, era l'istante che vivevamo
subito dopo aver parlato, riso, ballato e fatto qualsiasi altra azione.
Cazzo, come faceva la gente a sognare e pensare
queste scemenze?!
La vita andava vissuta senza farsi inutili
problemi, spensierata e fregandosene del futuro.
Esisteva solo il presente ora, perchè quando
quell'attimo di futuro che susseguiva il presente se ne sarebbe andato... tutto
sarebbe diventato passato.
Era proprio per questo che avevo deciso di
divertirmi e di cogliere l'attimo.
Ero in ritardo pazzesco.
Avevo appena finito di asciugarmi i capelli e non
riuscivo a decidere cosa mettermi.
Jeans e T-Shirt o un vestito?
Sneaker o ballerine?
Trucco marcato o leggero?
Provai un vestito.
Mi aderiva perfettamente alle forme, ed era di un
bianco intenso.
Mi guardai allo specchio.
I capelli erano ordinati, diversi dal solito,
cadevano morbidi sulla schiena.
Il viso, con poco trucco, sembrava più pulito e
delicato.
Quella non ero io.
Quella non era Kimberly.
Quella era una ragazza a me completamente
estranea.
Io ero una normalissima ragazza.
Una puttana, a detta degli altri.
Una che cambiava ragazzo appena ne aveva
l'occasione.
Almeno questo era quello che pensava la gente.
E sinceramente stavo incominciando a crederci
anche io.
Insomma cosa c'era in me che non andava?
Perchè non riuscivo a trovare qualcuno da amare
veramente?
Perchè ero così sfigata da non avere amiche che
tenessero davvero a me, o ragazzi che si interessassero veramente a come stavo
o a come mi era andata la giornata invece che a pensare a solo Quello?
Sospirai e chiusi gli occhi, impedendo alle
lacrime di scendere.
Non volevo piangere, non avrebbe avuto senso
farlo.
Le cose sarebbe continuate ad andare così, dovevo
rassegnarmi.
Mi sfilai il vestito, ripiegandolo su se stesso
con cura, per paura di rovinarlo.
Probabilmente non l'avrei mai indossato, non era
adatto a me.
Mi infilai una maglia bianca con scritto in
grigio "No smoke. No party". E un paio di Jeans grigio sbiaditi.
Presi la matita mettendomene uno strato spesso così
sotto e sopra gli occhi.
Rinunciai al gloss. Ultimamente avevo il vizio di
mordermi le labbra quindi erano tutte secche e piene di pelle morta, non era il
caso quindi...
Mi guardai allo specchio.
Conciata il quel modo mi sentivo protetta.
Come se l'abbigliamento trash o il trucco da
donna vissuta per me fossero una maschera per non espormi troppo o sentirmi
vulnerabile.
Decisi di smetterla di pensare al fatto della mia
vulnerabilità per quella sera. Avevo intenzione di divertirmi.
Mi spostai i capelli dietro la spalla con un
gesto veloce della mano.
Ero pronta.
Scesi e presi la macchina di Dylan, un'enorme
Land Rover.
Papà gliel'aveva regalata per il diploma.
Già...Papà.
-Justin's Pov.
Eravamo in macchina insieme.
Guidava lei.
La guardai, era concentrata nella guida.
Teneva le braccia appoggiate al volante, mentre
canticchiava un piccolo motivetto.
I capelli erano meno scompigliati del solito, ma
non potevo dire altrettanto del trucco...
<< Che canti? >>. Le chiesi.
<< Non saprei nemmeno io. L'ho sentita
prima mentre facevo il bagno. >>. Sorrise.
<< Cantane una mia >>.
<< Bleah. No! >>. Fece una smorfia.
<< Così mi offendi! >>. Sorrisi.
Sapevo stava scherzando.
<< Sai com'è Bieber, il mondo non gira
attorno a te. >>. Mi fece l'occhiolino.
<< Davvero? Non ne ero sicuro. >>.
Scherzai.
Mi sorrise.
Sentii vibrare il telefono, mi stavano chiamando.
<< Scusa un attimo >>. Sussurrai.
Guardai lo schermo. Selena.
<< Ehi amore. >>. La salutai
sorridendo.
<< Justin! Come stai? Tutto bene? Hai
trovato qualcuno che ti ha riconosciuto? >>.
<< Uou. Piano! >>. Scoppiai a ridere.
<< Tutto bene, nessuno mi ha riconosciuto, ma non so quanto resisterò.
Come vanno le cose li in California? >>. Le chiesi curioso.
<< Mhh. Tutto bene, sai la novità?
>>. Mi chiese euforica.
<< No, dimmi. >>. Risposi.
<< Ti ricordi il produttore a cui mi hai
consigliata? >>.
<< John Duff? >>.
<< Sì sì. Lui! Mi ha offerto un contratto
per un film! Si chiama: "Just love". Ed io sarò la protagonista, solo
grazie a te! Ti amo. Ti amo. Ti amo. >>.
Risi felice. << Mi fa piacere Sel, ti amo
anche io. >>.
Kimberly scoppiò a ridere, ed io la fulminai con
lo sguardo, infatti subito si ricompose, scusandosi.
<< Era una ragazza quella che rideva?
>>. Chiese diffidente Selena.
<< Sì, sono in un...Bar. C'è un po' di
gente. >>.
<< Ah. >>. Aggiunse secca.
<< Dai amore, sai che amo solo te >>.
Guardai Kim, stava facendo una smorfia
divertente. Frenai l'impulso di
scoppiare a ridere.
<< Lo spero. >>. Disse felice.
<< Adesso amore vado, ti chiamo sta sera, promesso, ho una cena con mamma
e Tish >>.
<< Okay bimba. Ti amo. >>.
<< Oh anche io, Justin. >>. E
riattaccò.
Guardai il telefono con aria sognate prima di
metterlo in tasca.
Poi mi resi conto che eravamo arrivati e che Kim
mi guardava cercando di trattenere la risata.
<< Non fare commenti >>. Puntualizzai
prima di scendere dall'auto.
<< Oddio. Mi ha fatto morire il "Okay
bimba". >> Scoppiò a ridere, ma quando notò il mio sguardo seccato
si fermò,promettendomi di non farlo più.
Kimberly's Pov.
<< Salve abbiamo prenotato a nome O'
Connel. >>. Dissi rivolgendomi ad una donna vestita formalmente, che
guardò il suo block notes, e cancellando con la penna, probabilmente il mio
cognome, mi sorrise.
<< Sì prego venite con noi >>. Disse
facendoci strada tra i tavoli e portandoci al piano più alto dell'edificio.
Justin mi seguiva un po' titubante, probabilmente
sentendosi fuor d'acqua.
<< Ecco a voi >>. Disse appoggiando
due menu sopra ad un grande tavolo attaccato ad una finestra.
Eravamo in un angolino appartato, vicino ad
un'enorme vetrata.
Il designer era moderno. C'erano tende e candele appoggiate
sui tavoli, coordinate.
<< Bello vero? >> Gli chiesi
sorridendogli.
<< Già >>. Aggiunse semplicemente
sedendosi.
Aprimmo i menù silenziosamente, decidendo cosa
mangiare.
Scelsi una pizza con le patatine.
Quando il cameriere arrivò, riconobbe Justin, infatti iniziò a gongolare
sui talloni, ansioso.
<< Cosa posso portarvi? >>.
<< Mh, per me una pizza con le patatine e
una Coca Cola light >>.
Il ragazzo annotò tutto quello che gli dissi
freneticamente.
<< Per me una pizza con i wurstel e una
Coca anche per me, ma non Light >>.
Il cameriere annuì, sempre concentrato, per poi
prendere i menù e andarsene a testa bassa.
Lo guardai curiosa, che comportamento assurdo.
Justin tossì, attirando la mia attenzione.
<< Scusa, sai... E' strano il modo in cui
la gente ti tratta, insomma tu sei un ragazzo normale >>.
Bieber inarcò un sopracciglio, sorridendo
sghembamente.
<< Un ragazzo normale, ma figo >>.
Lo guardai scettica. sbattendo le ciglia
perplessa.
<< Il mondo è bello perchè è vario
>>. Sbuffai.
Mi sorrise.
No, evidentemente non aveva capito la frecciatina
che gli avevo lanciato.
Però era davvero carino quella sera.
<< Allora, Justin, che fai nella vita oltre
che il cantante "figo" >>. Calcai sulla parola figo.
<< Il ragazzo normale, "figo"
>>.
<< Okay, basta. Mi sto già scocciando,
parliamo d'altro...>>.
Lo esaminai.
Si era tolto il cappello, ora riuscivo a vedere
il suo viso interamente.
Aveva degli occhi magnetici, sembravano di un oro
colato.
Portava una maglietta a maniche corte nera, un
paio di Jeans scuri che avevano una tasca laterale da dove usciva una specie di
"fazzoletto extra large" bianco, e delle Supra bianche.
<< Bieber, che te ne fai di quel fazzoletto
in bella vista? >>. Chiesi riferendomi alla tasca.
<< E' un accessorio. E' cool, non trovi?
>>.
Mi trattenni dal ridergli in faccia, ed annuii
con vigore, della serie: Sorridi ed annuisci.
<< Senti, oggi mi stavi raccontando del
motivo per cui ti trovi qui... >>. Iniziai.
<< Sì, il mio ultimo album non ha fatto un
grande successo. Scooter quando lo ha ascoltato ha detto che non sembrava mio,
ed ora eccomi qui. >>. Serrò la bocca, facendo un sorriso tirato.
Continuavo a non capire. Justin era qui, a Los
Angeles, perchè il suo album aveva fatto un fiasco, e allora? Insomma, capita a tutti di aver delle cadute ogni
tanto, perchè lo avevano...Punito?
Probabilmente lui notò il mio sguardo perso,
infatti si spiegò meglio.
<< Sono cambiato. In peggio, come dicono
gli altri. Mi hanno lasciato un po' di tempo per riflettere dove ho sbagliato,
da solo. >>.
<< Ah. Beh che noia. >>. Aggiunsi.
<< Già. >>. Confermò giocherellando
con le posate come un bimbo irrequieto. << Menomale che adesso ci sei tu
a farmi compagnia >>. Disse guardandomi di sottecchi.
Mi morsi le labbra, cercando di non ridere.
<< Contaci. >>.
Socchiuse gli occhi. << In che senso?
>>.
<< Vedrai che domani ti sarai già
dimenticato di me. >>.
<< La vedo dura >>. Disse,
semplicemente. << Sei una delle poche che in questa città non mi sia
saltata addosso o abbia avuto istinti omicidi, figurati se ti lascio andare
>>. La buttò sul ridere.
Ma quella frase mi piacque talmente tanto, che
sfortunatamente rimase impressa nella mia mente per tutto il tempo.
Justin's Pov:
Dopo mangiato uscimmo nel grande terrazzo che
offriva un bellissimo panorama dell'affollata Los Angeles.
Le strade erano illuminate da enormi lampioni, i
palazzi erano addobbati da grandissimi insegne che promettevano svaghi o
oggetti di tutti i tipi.
Kimberly era accanto a me, appoggiata alla
ringhiera; teneva gli occhi chiusi e la bocca leggermente socchiusa, i capelli
ondeggiavano colpiti dal vento sulla sua schiena. Era davvero bella. Caspita se
era bella.
La guardavo incantato, nonostante fosse veramente
sensazionale esteticamente non ero ancora riuscito a capire il suo carattere.
Avevo notato il suo tick nel portarsi, nei
momenti di imbarazzo, i capelli timidamente dietro all'orecchio; però la cosa
si contrastava con il fatto che aveva sempre la risposta pronta e un fuoco che
ardeva negli occhi quando mi parlava.
Insomma, era...diversa.
Sorrise, chissà perchè.
Lentamente aprì gli occhi, nel frattempo ebbi il
tempo necessario per spostare lo sguardo da un'altra parte, in modo da non
farle capire che la stavo osservando.
<< Sai Justin, sei il primo che porto qui
su >>.
La guardai curioso, << Come mai? >>.
Sorrisi divertito al fatto che forse era attratta da me, ma l'aspettativa finì
quando ammise amaramente che non aveva amici.
<< E' solo che in questa merda di mondo
tutti si accontentano di ascoltare solo il superfluo, non si interessano
davvero a me. >>.
Un fremito l'attraversò ed io mi avvicinai di più
a lei, sfiorandola quasi con il braccio.
<< Mi dispiace >>. Aggiunsi non
sapendo cosa dire.
Sorrise, triste.
<< Non preoccuparti, dai...Non voglio
annoiarti >>. Fece un enorme sorriso, dandomi un colpetto con il gomito
con fare ammiccante << Raccontami di Selena, so che ti piace parlare di
lei >>.
Abbassai la testa, imbarazzato.
Ma poi mi resi conto di una cosa: Nel tempo che
ero stato con Kim mi ero dimenticato di lei.
Sospirai, sarà stata colpa della lontananza o
dell'ansia per il viaggio.
A distogliermi da quei stupidi pensieri fu
proprio Kimberly.
<< Grazie >>. Sussurrò.
<< Per cosa? >>. Ero perplesso.
<< Per non avermi lasciato da sola sta
sera. Mi ha fatto piacere stare un altro po' con te. >>. Ammise,
osservandosi le scarpe logore.
<< Allora grazie anche a te. >>.
Aggiunsi e con una mano le alzai il
mento, per poterla guardare negli occhi.
Mi avvicinai a lei.
<< Justin...>>. Sussurrò prima che la
abbracciassi con tenerezza.
Una cosa stupida, o forse era troppo presto per
farla; ma le circostanze mi portarono a coprirla con il mio corpo, quasi a
proteggerla da tutto il male che la circondava.
L'indifferenza nei miei confronti, la leggerezza
di affrontare le cose, l'orgoglio che leggevo nei suoi luminosi occhi; insomma,
era tutta una farsa, una barriera, ecco. Era così fragile in fin dei conti...
Sentivo il suo corpo premere contro il mio,
insieme al suo calore, e il suo respiro mi solleticava il collo.
Alzai la testa al cielo, e sorrisi.
<< Se hai bisogno di me sai dove trovarmi.
>>. Sussurrai prima di darle un bacio sulla fronte, dolcemente. In tutta
risposta mi strinse più forte a se, affondando la testa vicino l'incavo del mio
collo. << Dio... Grazie Justin. Grazie davvero >>.
Appoggiai la guancia sulla sua testa e chiusi gli
occhi.
No, non avrei permesso a Los Angeles di farmela
perdere.
Quante volte abbiamo creduto che la strada che
stavamo prendendo fosse quella giusta e quante ci siamo sbagliati? Tante, quasi
troppe.
Quante volte ci siamo pentiti di averla percorsa?
Tante, forse troppe.
Quante volte abbiamo percorso quella giusta?
Poche, ma non ci pentiremo mai di averle percorse.
Spazio mio, tiè.
Ciaaaaaaao belesime.
Sono Daceyyy. :'D (Davvero?? D:).
Ok, questa volta mi giustifico con il fatto che è
colpa dei miei genitori se non ho potuto postare questo capitolo. è.è
Sono dei stronzoni.
Mi lasciano solo un'ora il sabato, che io spendo
puntualmente su Face per scrivere o parlare con altre Belieber sulla mia
paginetta (Si chiama OneLessLonelyBoy, ed è nuovissima, ah, ho bisogno anche di
un'amministratrice, quindi se siete interessate fatemi sapere al più presto
:')).
Cose che potrebbero REALMENTE interessarvi:
Il carattere di Justin e Kimberly non è ancora
ben definito.
Justin dovrebbe essere il classico fighetto che
si sente potente, ma che sottosotto anche lui un cuore ce l'ha.
E Kim, beh, lei è un po' complicata. Mi allettava
l'idea di aver un personaggio che ama nascondersi dietro una maschera. Si
nasconde dietro quintali di trucco e atteggiamenti da dura solo per sfuggire
alla realtà.
Ah, sono indecisa se introdurre pienamente
Selena; diciamo che... Nonostante non mi stia molto simpatica (zoccola,
zoccola, zoccola. :'D), si merita un po' di riconoscenza. Insomma, sapete
com'è... Ha un esercito di 347675403985'3849089032894579103 Belieber che la
vogliono morta e lei continua a stare con Justin. C'è un applauso!
AHAHAH.
Seriamente. Non so come continuare.
Io pensavo a... No, non ve lo dico perchè penso
che lo farò.
Però vi do un'anteprima:
Kim si "trasferirà" per un po' di notti
da Justin. Non vi dico cosa succederà però. AHAHAH.
No, basta. ._.
Spero di ricevere molte recensioni. *-*
Grazie a tutte.
Sia a chi segue, chi ha messo tra i preferiti e
chi legge silenziosamente.
Vi voglio bene. (:
Un abbraccio,
Dacey LO.