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Autore: Kate_88    13/05/2011    22 recensioni
Cos'è il Crystal?
É il negozio di dolci più rinomato di tutta Tokyo, al centro della città, con un'insegna che mette appetito.
I suoi dolci sono conosciuti in tutti il Giappone e Usagi, la Co - proprietaria con Makoto, gestisce il locale.
D'altronde tutti sanno che al Crystal ci sono i Dolci d'Amore.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Makoto/Morea, Mamoru/Marzio, Un po' tutti, Usagi/Bunny
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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Capitolo 10 – Iris Giallo



L'iris giallo è il fiore che riconduce alla passione forte, quella passione che non si scopre dopo tempo ma ci coglie all'inizio, mandando in subbuglio il corpo.

Usagi come Makoto, quella mattina aveva le guance rosse ed uno strano calore le bruciava nel corpo: andare a lavoro in quello stato era terribile e la cosa peggiorava se a lavoro c'era la fonte di quel suo stato febbrile.

Non le era mai successo, non aveva mai provato quella situazione e non aveva mai provato il desiderio di avere un uomo nel suo letto.

Si sentì svenire a causa dei battiti accelerati ma cercò di resistere per raggiungere quel locale che profumava di Iris al cioccolato.

Aprì la porta e un profumo intenso l'avvolse, un profumo d'amore che proveniva dal laboratorio.

Annusò l'aria e seguì quella scia, aprendo la porta d'istinto, trovando lì due amanti intenti a darsi un caloroso buongiorno.

Trovò Makoto seduta sul tavolo da lavoro e Furu di fronte a lei che in piedi la stringeva a sé baciandole le labbra.

Usagi rimase interdetta qualche attimo finchè non uscì da quel laboratorio, all'insaputa dei due non avevano minimamente fatto caso alla presenza della ragazza, troppo presi da quel buongiorno mattutino a base di dolci particolari.

Non capiva.

Perchè Furu e Makoto erano in quegli atteggiamenti? Cos'era successo quel giorno al locale? E perchè non si toglieva dalla testa l'immagine di Mamoru?

La sera prima aveva passato il momento più bello della sua vita ma la mattina si era ritrovata ad immaginarlo nella doccia con lei: qualcosa non quadrava.

Senza fare troppo rumore, iniziò a sistemare i pochi dolci pronti, in ansia per la prima orda di clienti che avrebbe invaso il locale.

Dopo aver sistemato il bancone e la sala, si dedicò alla sua divisa: legò il grembiule che ricordava molto lo stile Maid e sistemò i lunghi codini che carezzavano il corpo coperto da quegli indumenti abituali.

Era indecisa se svegliare i due in laboratorio da quello che sembrava un sogno a luci rosse o se continuare in locale da sola, tuttavia ragionò sulla situazione e si limitò a tossire con forza passando accanto al laboratorio, destando i due ragazzi in preda alla passione.

« Servirebbero dei croissant. » mormorò Usagi trattenendo una risata.

« Arrivano... subito. »

Makoto in laboratorio cercava di ricomporsi e Furu già iniziava a dare la forma ai croissant, riempendoli di crema finchè incrociando lo sguardo con la ragazza non scoppiò a ridere, tra l'imbarazzo e l'assurdo.

« Tanto prima o poi l'avrebbe scoperto »

Makoto rideva mentre riprendeva il lavoro al suo solito ritmo, forse questa volta solo più divertita.


Quando ormai giunse l'ora cruciale, Mamoru fece il suo ingresso nel locale dando il buongiorno come se nulla fosse accaduto, a differenza di Usagi che faceva fatica anche solo a stargli vicino.

Lavorare a contatto stretto con quel ragazzo era estenuante; lo sguardo, i modi ed anche solo la sua voce la mandavano fuori uso, arrivando a sbagliare gli ordini dei clienti ed a mostrarsi, inconsapevolmente, ancora più bella a quel pubblico maschile che riusciva a vedere una Usagi diversa, quasi più matura eppure sbadata.

Mamoru, tuttavia tra un cliente e l'altro, mantenendo il sangue freddo ed il carattere distaccato di sempre, non riusciva a fare a meno di guardare quella ragazza e non soffermarsi a volte su quelle labbra che profumavano di fragola, perchè Usagi era una torta Panna e fragole e quello era il suo dolce preferito.

Aveva intenzione di parlarne a Furu durante la pausa pranzo, di rivelare all'amico quanto fosse accaduto e tutto ciò che avvertiva dentro, come un misto di paura ed angoscia unito alla voglia matta di proteggere quella ragazza ingenua, di stringerla a se non lasciarla più andare.

Aveva voglia di un po' d'amore e pensando stranamente a quella parola, il volto di Usagi comparve nella sua testa: era il piacevole campanello d'allarme di un sentimento che stava sbocciando al profumo di fragole.

Stava pensando troppo e fortunatamente, dopo aver sbagliato due ordini ed aver composto una scatola con tartine completamente sbagliate, l'ora di pranzo arrivò ed inconsapevolmente mise i quattro lavoratori a confronto.

Usagi, sbadata da sempre, non riusciva a parlare; aveva visto Makoto e Furu insieme oltre al problema che si presentava quando si ritrovava a guardare Mamoru: come un ingranaggio meccanico, andava fuori uso.

« Mako andiamo a pranzare fuori? Pensavo di chiudere il negozio un paio d'ore. Potremo andare a mangiare il sushi in quel ristorantino sulla torre di Tokyo. »

« Ehm Usa scusami, anzi ne approfitto per dirti una cosa, anche a te Mamoru... »

Makoto giocava con la punta della coda alta ed alternava lo sguardo tra Usagi, Mamoru e Furu, facendo poi segno a quest'ultimo di continuare quel discorso imbarazzante appena iniziato.

« È piuttosto imbarazzante parlarvene ma... aspettate un attimo... »

Furu afferrò il polso di Makoto muovendo qualche passo per allontanarsi dai due, ritrovandosi a sussurrare alla ragazza.

« Capisco che forse non è il caso, ma ecco, stiamo insieme, vero? Riconosco di essere piuttosto imbranato in queste situazioni. »

Makoto sorrise con una dolcezza che mai si era vista sul suo volto e sorrise.

« Mi piaci imbranato come sei. »

I due ragazzi si concessero un momento tutto per loro, dimenticandosi di Usagi e Mamoru che guardavano in direzioni opposte finchè Usagi non tossì, richiamando l'attenzione dei due innamorati.

« Ho capito. Oggi niente sushi. Furu fai il bravo che Mako chan è mia. »

« Eh? »

« Te la do in prestito, ma Mako chan è la mia preziosa amica quindi se ti azzardi a farla piangere io giuro che ti avveleno il cibo. »

« Usa, sei un capo perfido. »

« Non è vero. Sono un amore. »

Furu scoppiò a ridere e Makoto si avvicinò ad Usagi, baciandole la guancia sussurrandole: « Grazie amica mia e mi raccomando, il bel moro qui scalpita. »

Makoto si allontanò dal locale con Furu, lasciando una Usagi imbarazzata ed un ragazzo che non sapeva come iniziare un discorso sensato.


L'imbarazzo tra Mamoru ed Usagi era palpabile. Sembrava di essere avvolti da un mare di panna montata in un locale pieno di Iris gialli, che smuovevano i pensieri più nascosti di quei due giovani.

Mamoru con i suoi ventisette anni, tanti studi e nessuna esperienza; Usagi con i suoi ventiquattro anni, un locale avviato e nessun ragazzo alle spalle.

Due frane in amore che inconsapevolmente avevano dato all'altro il loro vero primo bacio.

Che sapore aveva Mamoru?

Usagi se lo chiedeva dal mattino.

Si domandava se al risveglio avesse sulle labbra il profumo della notte, se nella doccia il suo corpo avrebbe preso l'aroma del bagno schiuma, se in cucina fosse stato la spezia migliore di tutto un piatto e se in pasticceria le sue labbra avevano il sapore della crema aromatizzata alla cannella con tante mele.

Si ritrovò a guardare quel ragazzo che a sua volta la squadrava.

Chi era Usagi?

Usagi era il dolce più buono di quella pasticceria, quel trionfo di felicità che mai avrebbe lo avrebbe annoiato, quel dolce che avrebbe mangiato nel corso della sua vita, definendolo come suo preferito.

Usagi era la bontà e la determinazione fatta persona, perché era forte e dolce nello stesso momento, perché era bella e non si rendeva conto di quanto quei suoi occhi lo facessero tribolare.

Le labbra. Osservò le sue labbra e sussultò; quelle labbra che la notte non lo avevano fatto addormentare tanto facilmente e che aveva sognato al risveglio morbide e profumate di fragole.

Fragole da mordere.

Il silenzio regnava in quel locale e nessuno dei due, guardandosi negli occhi, riusciva a dire una parola, eppure lo sguardo bastava, i sorrisi che ogni tanto comparivano sulle labbra dei due, quelle espressioni buffe e tipiche di due ragazzi in imbarazzo, i momenti più belli che precedono l'inizio del sogno.

Un momento da sogno il loro e non servivano parole, non serviva nulla a quei due cuori in subbuglio, bastava quel silenzio rotto dall'arrivo di qualcuno che aprì la porta che si erano dimenticati di chiudere.

« Cia bel bignè! »

La voce arrogante di Seiya precedette il ragazzo che si presentò senza alcun invito al locale, puntando da subito Usagi e liquidando Mamoru con un semplice saluto gestuale.

« Seiya. Potresti evitare di chiamarmi bel bignè? »

« No, potresti evitare di chiamarla proprio? »

Mamoru avvertiva nuovamente sulla schiena il piccolo mostro verde, quell'omino privo di forma che simboleggiava la gelosia.

« Che buon odore qui. » Seiya si guardava intorno ma soffermando l'attenzione su Usagi sorrise « Diventi ogni giorno più bella. Una volta non eri così. Per come sei ora ti spalmerei di panna montata e ti mangerei di baci. »

« Ti sale il colesterolo. » Subito Usagi liquidò quella frase infelice mentre Mamoru aggirava il bancone, attirando l'attenzione di Seiya.

« Ah giusto, portami un paio di dolci... »

« Veramente pensavo più ad una limonata. »

Seiya tacque infastidito da quel cameriere che a suo avviso rispondeva in modo inopportuno.

« Usagi andiamo a pranzo fuori? Vorrei anche parlarti di questo localino. Pensavo che potremo ingrandirlo, farlo diventare quasi un centro commerciale e più in là espanderci per diventare una multinazionale. Immagino al momento sia una semplice impresuccia di sole persone, se qualcosa vi va storto rispondete con il vostro capitale, giusto? Pensavo di renderla una società per azioni ed esportare anche nelle altre prefetture e regioni i vostri dolci. »

Usagi rimase spiazzata da quella proposta, inarcando le sopracciglia ed arricciando le labbra.

« Non so Seiya, hai pensato anche ad altro? »

« Bè si. Diventando una società per azioni, dovremo investire un minimo di capitale ed apportare beni. Un laboratorio piccolo immagino qui ci sia, per i soldi ci penso io e potremo dividere le azioni non so, il cinquantuno per cento a me ed il resto diviso tra i soci. »

I modi sfacciati di Seiya facevano saltare i connotati a Mamoru mentre Usagi continuava a mantenere una certa calma, mostrandosi anche interessata alla proposta del ragazzo.

« Seiya, io non credo tu sia stupido, credo solo che la tua arroganza copra ogni altra persona su questo pianeta. È una bella idea la tua e ti sprono a metterla in atto ma prima di tutto apri un tuo locale e non venire più qui a farmi simili proposte. Cerca di capire che io ho una mia vita e non sarò mai la tua fidanzata, non mi limiterò a fare la segretaria solo perchè non vuoi che io lavori e non cederò mai questo locale tirato su con tanto amore e determinazione. »

« Se non ti sposo io, chi vuoi che ti sposi? Avanti Usagi, non hai mai avuto un ragazzo, se continui così invecchierai e... »

« Io un ragazzo ce l'ho! »

Usagi parlò di riflesso, urtata dalle parole del ragazzo che arrivavano a ferirla in superficie, in quei primi strati di cuore, senza farlo penetrare a fondo.

« Ah si? Bene e come mai non l'ho conosciuto? »

« Tante cose di me non le sai. »

« Adesso basta! »

Mamoru, stanco di quel battibecco inutile ed iniziato solo per mettere Usagi in ginocchio, aggirò il bancone e si avvicinò alla ragazza, cingendole le spalle con un braccio ed avvicinandola a sé.

« I rapporti tra lavoratori è sempre meglio evitarli e spiattellarli in giro, ma visto che sono stufo della tua presenza e della tua arroganza, smettila di fare il filo alla mia ragazza, chiaro? »

« Usagi non starebbe mai con te. Può avere me. »

Lo scambio di sguardi tra Mamoru e Seiya era infuocato ma Usagi riuscì a mettere fine a quella situazione, poggiando il capo contro Mamoru, rossa in viso ed imbarazzata.

« Scusami Seiya, Mamo chan ha ragione. »

Seiya scrollò le spalle e senza salutare si avviò all'uscita prendendo in mano il cellulare e chiamando qualcuno, senza farsi sentire da Usagi e Mamoru.

Quando ormai il ragazzo era fuori il locale, Mamoru andò a chiudere a chiave la porta tirando un sospiro di sollievo.

« Che angoscia che è quel tipo, ma è sempre colpa tua. »

« Mia? Ed io che centro? »

« Perchè sei sempre troppo ingenua. Non ti rendi conto della gente intorno a te. »

« Tu sei sempre il solito maschilista! »

Tra i due sembrava esserci di nuovo la guerra ma Mamoru di fronte a quegli Odango non riusciva a resistere, così afferrò Usagi per un braccio e la trascinò in laboratorio, afferrandole poi i fianchi e mettendola a sedere su un tavolo da lavoro.

Il profumo degli Iris gialli carezzava la pelle dei due ragazzi, l'odore di panna montata avvolgeva i cuori imbarazzati.

« Tu sei troppo ingenua, hai bisogno di qualcuno che ti protegga. Non voglio che qualcuno ti chiami ancora bel bignè perchè tu sei una fragola, la mia fragola. »

« Io, una fragola? »

« Si e non solo. Sei il mio dolce preferito, la torta alle fragole perchè sei avvolta da un sottile e soffice strato di panna montata e se lui vuole mangiarti di baci io voglio carezzarti fino ad arrivare a te per sorprenderti ogni giorno di più. »

« Mamo chan tu sei la crema alla cannella e le mele e sai, a me piace da morire nei croissant, anche se non l'ho detto a Mako chan... e devo dirti anche una cosa. »

Usagi diventò tutta rossa in viso ed afferrò la camicia bianca di Mamoru, mordendosi il labbro inferiore, torturando quella fragola che il ragazzo desiderava.

« Io voglio scoprire ancora che sapore hai. Stamattina volevo... »

« Shhh... d'ora in poi sarà così ogni mattina. »

Usagi si sentiva una bambina, per un attimo era come tornare adolescenti al primo amore.

Mamoru le strinse con delicatezza i fianchi ed Usagi gli carezzò le guance mentre le labbra s'incontravano nuovamente.

Fragole, panna, crema, tutti ingredienti che da soli erano buoni ma solo uniti regalavano la completa soddisfazione.

L'Iris giallo continuava la sua opera in quell'estate al Crystal, mentre i due amanti si scambiavano dolci effusioni in quel laboratorio di sogni e dolci, in quel luogo dove i dolci più buoni prendevano vita uniti ai sentimenti.

Il Crystal quel giorno avrebbe sicuramente riaperto più tardi perchè Mamoru non aveva intenzione di mollare quelle labbra sognate a lungo ed Usagi non accennava minimamente a tornare nel suo ruolo di capo per farlo lavorare.

Il locale da quelle unioni ne sarebbe uscito cambiato e fortificato.

Non c'erano più semplici creme e dolci d'Amore immaginati: adesso l'amore aveva messo le radici nei cuori di quei ragazzi, iniziati a quel sentimento fatto di gioia, passione e forza.

Il bacio più bello, d'altronde, per Mamoru ed Usagi aveva il sapore del dolce più buono del mondo: quello che Mako chan aveva nominato “Dolce d'Amore”.

 

 

 

 

Eccoci qui! è terminato anche questo capitolo.

Inizialmente lo volevo rendere solo molto passionale, poi ho pensato che sarebbe stato affrettato almeno tra Usagi e Mamoru, mentre Makoto l'ho sempre vista un pò più forte una volta iniziato un eventuale rapporto.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e come sempre, se ne avete voglia, fatemi sapere cosa ne pensate.
Voglio come sempre ringraziare tutte coloro che recensiscono, che leggono, che hanno messo la storia tra le preferite/seguite/da ricordare. Insomma Grazie di tutto anche a chi legge! Siete preziose, sempre e comunque.

Vi ricordo sempre che per avere aggiornamenti e link in "tempo reale" c'è la mia pagina su Fb "L'angolo di Kate_88 • le fan fiction su Sailor moon".

Un bacione a tutte voi!

Kate!

   
 
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