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Autore: Psplik    14/05/2011    4 recensioni
Hermione Granger è appena uscita dal suo ultimo anno di scuola ad Hogwards e deve presentare ai suoi genitori il ragazzo (??) della sua vita.Perché l'amore supera tutto. Sì, anche la morte. E anche l'età. E le cravatte. E le rughe. E i libri d'incantesimi. E la pazzia. Sì, insomma, proprio tutto.
Terza classificata al contest "Oh, Hermione..." indetto da SunnySideOfTheStreet sul fourum di EFP
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Filius Vitious, Hermione Granger
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Amori ectoplasmatici e rose parlanti

 

Nick Autore (forum e EFP): Splikbob (sul forum) Bobwithoutsplik (su EFP)
Titolo: Amori Ectoplasmatici e Rose Parlanti.
Personaggio/i scelto/i: Dobby, Filius Vitious
Citazione scelta: “La maggior parte del tempo non mi diverto molto. Il resto del tempo non mi diverto affatto” – Woody Allen
Genere: Demenziale
Rating: Verde
Avvertimenti: One-shoot, OOC
Introduzione: Hermione Granger è appena uscita dal suo ultimo anno di scuola ad Hogwards e deve presentare ai suoi genitori il ragazzo (??) della sua vita. Perché l'amore supera tutto. Sì, anche la morte. E anche l'età. E le cravatte. E le rughe. E i libri d'incantesimi. E la pazzia. Sì, insomma, proprio tutto.
NdA: Ho avuto bisogno di fantasmizzare Dobby essendo che nel settimo libro è tristemente deceduto! Oh, e Severus Piton è vivo.
P.S. La storia è demenziale, quindi stupida e non necessariamente comica, spero vi piaccia lo stesso.

 

 

C'erano tre cose che Hermione odiava:
La prima erano i brutti voti.
La seconda era la stupidità.
La terza erano i suoi genitori.
(Ah, in realtà erano quattro. Odiava anche i suoi capelli.)
Già a definire i suoi genitori delle “cose” non partiva bene, ma non se ne curava. Voleva solo che l'incontro fosse più breve e indolore possibile, speranza vana peraltro, visto che avrebbe presentato loro il suo nuovo fidanzato (dopo Ron era diventata allergica al rosso e aveva deciso di cambiare tonalità, passando ad un più digeribile color pelle raggrinzita ectoplasmatica).
Per ben sette anni l'avevano (con sua grande gioia) lasciata in pace, proprio nel periodo più felice della sua vita dovevano decidere di interessarsi a lei?! Non li avrebbe mai capiti.
-Hermione?- la voce di Harry, seduto accanto a lei sull'Espresso di Hogwarts diretto a Londra, la riscosse dai suoi pensieri, che erano perlopiù piani di fuga ben architettati.
-Sì?-
-Siamo arrivati.- disse il Salvatore Del Mondo Magico (inchinatevi al suo cospetto!) facendola impallidire. Scesero dal treno insieme. Ron, dopo la disastrosa rottura con Hermione, si era rimesso con Lavanda e in quel momento era di certo appartato con lei da qualche parte. Alla sua assenza, comunque, nessuno ci faceva troppo caso. Per quel che interessava alla gente, il trio dei miracoli poteva tranquillamente trasformarsi in un duo.
George e Jean Granger si stavano sbracciando per salutarla, mandandole baci e saltellando come canguri in calore. Questo, ovviamente, non passò inosservato ai suoi compagni, che trattennero a stento le risate. La Grifondoro si avvicinò a loro arrossendo.
-Ciao mamma, ciao papà.- lì salutò, cercando di calmarli con brevi pacche sulle spalle.
-Oh tesoro! Come sei cresciuta! Da quanto tempo non ci vediamo!- strillò sua madre, abbracciandola in lacrime -Ehm, dalle vacanze invernali, mamma!-
La donna la lasciò e si portò un dito alla bocca, con fare riflessivo -Oh, ora che mi ci fai pensare è vero! Come sei cresciuta in soli sei mesi!- la ragazza sorrise. Non voleva che i problemi di vista di sua madre contribuissero a farle saltare i nervi (non prima dell'incontro, almeno) e quindi cercava di mantenersi calma.
-Figliuolo! Qual buon vento ti porta qui, mio caro?- disse suo padre, strizzandole una guancia. Hermione si divincolò e, una volta liberate le guance da quella stretta, si massaggiò le tempie ripetendosi mentalmente “Sono una persona matura, non avadakedavrizzerò i miei genitori.”
-Papà, sono una ragazza e sono qui perché ho appena finito la scuola.-
-Certo, John. Lo so che hai appena finito la scuola. Per chi mi prendi?- fece, indignato dalla poca considerazione che il figlio sembrava avere di lui. La Grifondoro sospirò.
George Granger avrebbe sempre voluto un maschio e la chiamava John fin dall'infanzia. Un trauma, per la povera ragazzina.
I coniugi Granger presero la loro giovane figlia a braccetto (una da una parte e l'altro dall'altra) e la trascinarono verso il veicolo che li avrebbe portati a Villa John George Jean Granger.
Villa John George Jean Granger, nonostante il nome altisonante e decisamente stupido che le era stato affibbiato dal signor Granger, non era che una casupola decadente nella periferia della Londra babbana.
-Caro, gira a destra.-
-No Jean, se vado a destra poi sono costretto a prendere quella strada piena di negozi e sai cosa penso dei negozi.-
-George, tesoro, abbiamo sempre preso quella strada e, per inciso, no, non so cosa pensi dei negozi!- ribatté stizzita Mrs Granger.
-Ma Jean! I negozi sono trappole mortali! Un minuto prima stai scegliendo la cravatta che si abbina meglio con le lancette del tuo orologio e un minuto dopo, puff- fece uno strano gesto con le mani, lasciando momentaneamente il volante e facendo impallidire Hermione -arriva una commessa e ti chiede se vuoi un paio di manette pelose! -
-In che razza di negozi vai, George?!- strillò Jean facendo sobbalzare sui sedili gli altri due Granger e creando una minuscola crepa nel vetro del suo finestrino.
-Mah, non so, c'erano delle cravatte strane! Sembravano frustini!- Hermione sgranò gli occhi decisa a non sentire altro. Per fortuna Jean era troppo scandalizzata per proferire parola e George era immerso nelle sue profonde riflessioni sul fatto che le cravatte erano quasi impossibili da trovare, in quella parte della città.
Fino a quel punto, la situazione poteva essere considerata con grande filosofia quasi-divertente-ma-neanche-tanto. Hermione Jean Granger non immaginava che sarebbe sostanzialmente peggiorata, se no avrebbe messo effettivamente in pratica uno dei suoi famosi piani di fuga strategici.
Dopo qualche ora (impiegata ad evitare accuratamente i negozi di accessori da uomini e i sexy shop) giunsero a Villa George Jean John... cioè volevo dire villa Jean George John, no Villa Geroge John Jean...Oh insomma, è la stessa cosa!
Hermione sorrise. Quella, nonostante gli squinternati che ci abitavano dentro, sarebbe sempre rimasta casa sua.
-E' tutto come lo hai lasciato, tesoro!- urlò Mrs Granger, di nuovo in lacrime per l'emozione. La Grifondoro inclinò la testa da un lato.
-Questo vuol dire che non hai dato da mangiare al mio criceto?- la donna impallidì.
-Ops...-
Entrarono in casa in silenzio e fecero un funerale improvvisato al povero Draco (rinominato così per la speranza di Hermione che il Draco umano facesse la stessa misera fine). Poi venne il momento.
Hermione sfoderò uno dei suoi sorrisi alla sì-avevo-i-dentoni-ma-adesso-sono-più-figa-di-te e disse -Madre, Padre. Lui è il mio fidanzato, Dobby.- un'ombra azzurrognola a forma di elfo domestico attraversò la parete.
-Buongiorno, padroni Granger!- la signora Granger spalancò la bocca. George, invece, pensò che fosse più diplomatico svenire.
-Tesoro, perché ci chiama “padroni”? Non l'avrai mica comprato ad una di quelle tratte di schiavi?! Sono illegali, cara! Devi restituirlo e farti ridare i soldi!- disse Jean, una volta ripresa dallo stupore, con la sua solita e fastidiosa vocetta acuta.
-No, mamma, non l'ho comprato!- rispose la ragazza fulminandola. Poi trapassò Dobby (che la guardava adorante) con una mano -Non vedi? E' un fantasma! Il fantasma di un elfo domestico!- Jean parve calmarsi.
-Oh, per fortuna tesoro, per un attimo mi sono spaventata!- la donna si girò e scosse suo marito dicendo -Su, George! Riprenditi! Non preoccuparti! Non l'ha acquistato ad un mercato di schiavi!- Mr Granger si risvegliò immediatamente e si rimise in piedi
-Oh, cielo John! Non farmi mai più spaventare in questo modo!- disse, severo. Poi tese la mano a Dobby -Piacere Dobby, io sono George Granger!- l'elfo domestico guardò imbarazzato e onorato allo stesso tempo la mano che il signor Granger gli porgeva. Hermione tossicchiò -Papà...- sussurrò -Dobby è leggermente..ehm...poco materiale, diciamo. Non credo che sia possibile per lui toccarti.- George annuì e il suo braccio tornò sul suo fianco. Poi si illuminò.
-Oh cielo! Ma allora sei vergine!- Hermione arrossì
-Che razza di collegamento malato hai fatto per arrivare a questa deduzione?- sibilò velenosa.
-Ovviamente se non può toccarti non potete neanche avere rapporti sessuali, tesoro. E' un ragionamento logico!- fece l'uomo, annuendo. Saccente come la figlia.
-Oh, per quello.- la giovane si portò un dito alle labbra in un gesto simile a quello della madre -Sai, dopo l'esperienza con Ron...Beh, ho pensato che un amore platonico fosse la cosa migliore!- Dobby annuì sorridendo.
Una mezz'ora dopo erano tutti seduti intorno al tavolo da pranzo (tranne Dobby, che galleggiava sopra alla sedia).
-E dimmi, Dobby, come te la passi dalle tue parti?-
-La maggior parte del tempo non mi diverto molto, signore. Il resto del tempo non mi diverto affatto- rispose il fantasma, cortese. Hermione lo guardò male. George annuì, concorde
-Questo è l'effetto che fa mia figlia a tutti!- Dobby sospirò
-Ma è sempre stata così noiosa?- domandò, ignorando bellamente la sua fidanzata.
-Oh, sì, fin da bambina. Un vero supplizio per chi le stava accanto!- il signor Granger trapassò la spalla di Dobby con una mano -Mi dispiace che sia capitata a te. Sei un elfo ectoplasmatico così per bene!- il fantasma scosse la testa, sconsolato.
-La volete smettere di parlare di me come se io non ci fossi?!- sbraitò la Grifondoro, infuriata.
-Oh, Hermione cara! Quando sei arrivata?- chiese con aria innocente la signora Granger.
La salvò da un'Avada Kedavra il campanello. La donna si alzò per andare ad aprire. Spalancando la porta gridò -Chi è?- Le sembro di sentire un lieve ronzio. Si guardò intorno. Non c'era nessuno. Abbassò lo sguardo e vide uno stupendo mazzo di rose rosse sul tappetino.
-Oh che belle!- disse, sollevandole da terra. Erano stranamente pesanti e si divincolavano. Jean lanciò uno dei suoi acutissimi gridi di paura e lasciò cadere i fiori.
-Ahi!- fecero quelli, lamentosi -Signora, faccia attenzione! Prima mi solleva, poi mi getta sul pavimento! Che modi sono?!- la donna sospirò di sollievo. Nessuno era accorso alle sue grida anche perché nessuno le aveva sentite, impegnati com'erano a cantare “Murder City” dei Green Day ballando sul tavolo da pranzo.
-Tu guarda! Un mazzo di rose parlanti! Sai a chi somigli? Al professore d'incantesimi di mia figlia!- le rose sbuffarono sonoramente -Signora, ma dico io, ci vede?! Io sono il professore d'incantesimi di sua figlia!- Mrs. Granger inclinò lievemente la testa verso sinistra -Ah, davvero?- disse -La ricordavo un tantino più alta, professore!- la faccia di Filius Vitious, in quel momento, aveva lo stesso colore dei fiori che teneva in mano.
-Entri pure! Vuole unirsi a noi per il pranzo?- la donna lo ricoprì di domande, finché lui non fu troppo stordito per ricordarsi quello che era accaduto solo pochi minuti prima.
Poi la vide.
Il suo mondo.
Il suo libro di incantesimi parlante.
La sua “dieci punti a Grifondoro”.
La studentessa più fastidiosa e saccente che Hogwards avesse mai avuto.
-Hermione!- urlò, mentre correva a rallentatore verso di lei con il mazzo di fiori ancora in mano. Un gambo più lungo della sua gamba (ah-ah-ah no, lo so) lo fece inciampare e così cadde letteralmente e rovinosamente ai piedi della ragazza.
-Hermione, finalmente ti ho trovata!- continuò il piccolo professore, rialzandosi per poi mettersi in ginocchio (la differenza di altezza da quando era disteso a quando era in ginocchio o in piedi non si notava poi così tanto).
-Ehm...Professor Vitious, qual buon vento?- fece la ragazza leggermente imbarazzata.
-Il vento dell'amore, Hermione, mia cara!- la giovane sbiancò
-Cosa sta dicendo, professore??!-
-Chiamami Filius, tesoro, quando ci sposeremo non sarà necessaria tutta questa formalità!-
-Quando noi...cosa?!- sbraitò la Grifondoro
-Quando ci sposeremo, tesoro. Non te l'ha detto, tuo padre?- Hermione sbiancò e si voltò verso George Granger, che beveva tranquillamente il tè del dopo-pasto.
-Oh, già. Mi ero quasi dimenticato di averti promessa a questo signore.- disse l'uomo, con nonchalanche.
-Tu...cosa?!- Dobby quasi piangeva. Di felicità.
-Grazie, signor Granger, grazie! Adesso Dobby può tornare a non-vivere tranquillo!- continuava a dire, aumentando così l'isteria di Hermione che aveva già raggiunto livelli inimmaginabili.
-Ah, tesoro, io e tua madre abbiamo deciso in questi cinque secondi di calma di divorziare. Io vado alle Hawaii con Dobby! Mi prendo una vacanza, avviserò lo studio strada facendo! Ci vediamo fra due settimane!- esclamò il signor Granger, prendendo il portafogli dal mobiletto vicino alla porta e uscendo in fretta seguito da Dobby.
Hermione si strinse nelle spalle.
-Almeno lei è vivo!- fece, guardando Filius che teneva fra le dita un anello di fidanzamento con un gigantesco diamante incastonato. Lo prese in braccio e uscì di casa insieme a lui.
-Oh, beh, a quanto pare sono rimasta io l'unica senza un partner!- strillò affranta Jean. Suonarono alla porta. Lei si fiondò ad aprire. Alle volte il destino sa essere gentile. Alle volte invece no. Sta a voi scegliere quale dei due casi fosse quello della signora Granger.
-Ha ordinato una pizza?- chiese un Severus Piton con l'untuosa chioma di capelli corvini nascosta sotto ad un cappellino che riportava la scritta “da Joe” in bella vista sulla visiera.
Jean Granger-ancora-per-poco si strinse nelle spalle come la figlia.
Non le costava niente tentare, dopotutto l'untuosità non era nemmeno contagiosa.
-Venga...venga...- fece la donna. Il nasuto professore entrò, subito dopo la porta si chiuse dietro di lui con uno scatto.
A volte il destino sa essere crudele. Soprattutto con Severus Piton.





Terza classificata – Splikbob con Amori ectoplasmatici e rose parlanti – 52.4/60
Grammatica 7.8/10
Stile 8/10
Originalità 10/10
Caratterizzazione personaggi 9.6/10
Utilizzo citazione 4/5
Attinenza al tema 5/5
Dunque dunque dunque… storia molto, molto particolare. Senz’altro demenziale, ma purtroppo non mi ha fatto tanto ridere. E poi, all’inizio non si capisce che sono sull’Espresso di Hogwarts! Il pairing mi ha lasciata di stucco, però. Secondo me li batte tutti, tranne forse Vernon Dursley/Voldemort, eheh. Il mio preferito è stato Vitious. I genitori di Hermione erano completamente folli o.O, bravissima! Ho adorato il loro siparietto mentre sono in macchina, complimenti!

(SunnySideOfTheStreet)

Grazie mille! Sono davvero molo contenta! Hai ragione, non avevo nemmeno accennato al treno, ho rimediato!

  
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