Oceano di Vetro
Le luci meccaniche della notte si riflettono in un bicchiere di vetro.
Esso giace su un tavolo di antico legno, opaco e denso, apparecchiato da corvi che
si congedano con un breve, sintetico bip.
Poi, un uomo con un monocolo porge a quattro figure i loro piatti.
Al ragazzo dal sorriso dolce – dallo sguardo che racchiude tutte le malinconiche
sfumature del tramonto - viene donata una pietanza dal retrogusto amaro; all’uomo
di fianco a lui, gli occhiali stretti sul volto, è destinato il cibo più
semplice, ed il più antico; dall’altro lato del tavolo, il militare riceve un
piatto che non vede: è voltato verso la donna che gli sta accanto – ed è a lei,
Oluha, che con la voce d’un allodola annuncerà tra poche ore l’ultimo suo
giorno, è a lei che l’uomo con il monocolo dona un piatto dal sapore esotico ed
una bevanda che ha il colore dell’oceano ed incontra le luci notturne nel
bicchiere di vetro che Kazuhiko le porge; e da qualche parte, nel mondo - o forse in una canzone - un oceano di
vetro splende per tutti loro.
Al suono dei canti di questa sera, al suono delle risate e dell’amore, splende
per loro - quattro anime, [quattro
foglie] -, ben sapendo che due di loro presto cadranno.
Be’, è la novantesima.
Avrei voluto che a celebrare questa ricorrenza – che si avvicina
incredibilmente al cento, e non posso credere di essere arrivata fin qua –
fosse un’altra storia su un’altra coppia di un altro manga delle CLAMP, ma l’ispirazione
m’ha colta prima per Clover e si vede che era inevitabile. Grazie a chiunque
leggerà, davvero.
E amate Oluha! Oluha merita amore! ;_;