Film > L'incantesimo del Lago
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Autore: Fanny Jumping Sparrow    24/05/2011    3 recensioni
Clavius torna a seminare terrore nel regno di Derek ed Odette, accompagnato da un misterioso personaggio privo di memoria.
Intanto il lieto quadretto familiare della coppia reale è scombussolato da rivelazioni sconvogenti circa il loro passato.
STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA PER MANCANZA DI TEMPO E ISPIRAZIONE. MI SCUSO PER CHI HA LETTO I PRIMI CAPITOLI, SPERO DI RIPRENDERLA DOPO AVER CHIUSO ALCUNE FF INIZIATE.
Genere: Comico, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Clavius, Derek, Odette, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve! Sono stata una pessima scrittrice con questa storia, tant'è che l'ho abbandonata da mesi! Ma mi auguro che chi ha letto i primi capitoli vorrà continuare a leggere.

Ringrazio e saluto le 4 persone che l'hanno messa tra le seguite (EffieSamadhi, Elelovett, Ilaja, paperella96), le 2 che l'hanno inserita tra le preferite (bulmettina, Court).
A presto! (si spera :)


Capitolo 7: Presentazioni


Gli uccellini cinguettavano, l’aria era fresca, il cielo sprigionava gli ultimi bagliori del giorno che stava svanendo e lui aveva un gran mal di testa.
Era in piedi ma non poteva muoversi e si trovava in un posto molto alto, tanto che le sue vertigini stavano tornando prepotentemente a farlo tremare.
Non vedeva nessuno lì attorno a lui, non sapeva dove si trovava però c’era una piccola capanna di legno da cui usciva del fumo, a pochi metri dal suo naso.
Jean Bob si caricò per spiccare un bel salto e scendere da quell’albero, ma le gambe non gli risposero. Dov’erano?
Si sentiva diverso e lo era, almeno fisicamente. Piegò il collo e guardando in basso scorse due lunghe e sottili gambe da uomo fasciate da una calzamaglia e in fondo ad esse delle calzature di pelle.
In un attimo la sua mente si rischiarò: non era più un ranocchio!
- Ah, bene! Il nostro ospite si è svegliato.
Una voce contenta ma con una sfumatura beffarda precedette la comparsa di un ometto con la barba bianca e lunga, un copricapo cremisi e un’andatura claudicante.
- Clavius! – esclamò lo sfortunato ostaggio.
Il mago sollevò le grigie sopracciglia: - Tu mi conosci, ma io non conosco te. Chi sei? – lo interrogò pungolandolo all’altezza del mento col suo bastone.
- Eri morto! – urlò Jean Bob, tentando di divincolarsi – O almeno così mi hanno detto … sei un fantasma?
Lo stregone non gli rispose e riprese a pronunciare delle formule magiche, lo sguardo concentrato e le dita che non stavano ferme.
Intanto il suo aiutante uscì dalla capanna reggendo un pentolone, tre scodelle e un mestolo che poggiò su un banchetto di legno. Con le mani ai fianchi osservava la scena contraendo la faccia per l’incomprensione.
- Se volete fargli il solletico, dovete toccarlo, capo – sbottò indulgente e divertito. Clavius si urtò e tirò un calcio alla pentola rovesciandone tutto il contenuto sull’erba e rattristando Smemorato che scoppiò a piagnucolare: - Ci ho messo più di due ore a cucinarla! – sostenne, alludendo alla zuppa.
- Mon Dieu! Sono in mezzo ai matti! – proruppe Jean Bob, dandosi da fare per forzare le corde che lo tenevano legato ad un albero.
- Chi. Sei. Tu? – scandì nuovamente Clavius, accentuando la sua impazienza.
Jean Bob balbettava, indeciso sulla risposta: - Faccio parte della corte del principe Derek e della principessa Odette – si risolse a rivelare quando il suo rapitore lo minacciò più persuasivamente con il suo bastone dalla punta acuminata.
- Questi nomi non mi sono nuovi – pensò ad alta voce Smemorato. Aveva sentito come un tarlo solleticargli le orecchie quando l’ostaggio le aveva pronunciate. Doveva significare qualcosa? Il suo passato era ricoperto da una spessa coltre di oblio. Invece nel suo orecchio doveva davvero essere entrato qualche insetto e vi infilò il mignolo, impegnandosi a scacciarlo.
- Molto interessante. Sì – asserì nel frattempo Clavius, una vena di ritrovato entusiasmo negli occhi verde muschio che esplose in una fragorosa e perfida risata.
- Tu! Sarai il mio piede di porco per entrare nel castello!
Jean Bob diventò paonazzo: - Come ti permetti di darmi del porco?! Io sono un gentiluomo, sai!
- TATATATATA!! – lo zittì il mago – Sei una rana, sciocco! E se non mi aiuterai ti trasformerò in un misero girino!
- Non vedo come potrei aiutarvi – obiettò Jean Bob, seppure un velo di interesse iniziava subdolamente a stuzzicarlo. Aveva sempre sognato le sembianze di un affascinante principe!
Ma subito tornò coi piedi per terra: non poteva tradire i suoi amici, non voleva farlo.
- Non vi aiuterò mai! Brutto mascalzone! – urlò togliendo le parole di bocca allo stregone, il quale scoprì i denti:
- Questo è da vedere – sibilò con accento minatorio, voltandogli le spalle.
Poi, sotto lo sguardo turbato del suo aiutante e quello preoccupato dell’ex ranocchio, si ritirò nella capanna, lasciando una scia di mistero sulle sue intenzioni.
   
 
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