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Autore: Lady Numb    29/05/2011    4 recensioni
"C’erano tre cose che Zachary Baker amava quanto la sua stessa vita.
La prima erano gli Avenged Sevenfold, la sua band, il suo sogno, l’incarnazione di tutto quello che aveva sempre sperato di ottenere dal momento in cui aveva preso in mano una chitarra.
La seconda era addormentata di fianco a lui in quel momento e rispondeva al nome di Emily Spyer, la ragazza che gli aveva davvero rivoluzionato la vita.
La terza, ultima ma senza dubbio più importante di tutto il resto, rispondeva al nome di Maya Juliet Baker, aveva quattro anni e Zack l’amava non quanto, ma più della sua stessa vita."
Genere: Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Zacky Vengeance
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quella sera, mentre guardava Maya dormire nel letto della sua camera d’ospedale, Zack si ritrovò a pensare che quel pomeriggio fosse stato un completo disastro.

Dopo aver scoperto quello che era successo a Maya, la polizia era ovviamente corsa a casa di Norah per prelevare sia lei che Jason, ma non avevano trovato nessuno dei due, probabilmente la ragazza aveva intuito che Zack non avrebbe lasciato passare quello che era successo a Maya ed era corsa ai ripari, oppure erano solo stati molto fortunati e non li avevano trovati in casa e qualcuno li aveva avvisati di non tornare, il ragazzo non si sarebbe sorpreso conoscendo i vicini di Norah.

Il risultato era che ora quei due erano a piede libero, ma a Zack interessava relativamente, tutto quello che gli importava in quel momento era che Maya stesse bene e superasse in fretta tutto quello che era successo.

Quel pensiero lo riportò alla seconda parte del pomeriggio, quando uno psicologo della polizia era venuto a parlare con la bambina.

Maya era stata molto restia a parlare, anche con Zack, ma qualcosa erano riusciti a farglielo dire, era pur sempre un inizio e al ragazzo non piaceva per niente, in compenso spiegava molti dei comportamenti strani della bambina in quelle settimane.

Maya aveva raccontato di come la sera Jason la chiudesse a chiave nella sua cameretta per impedirle di disturbare lui e Norah di notte, spegnendo tutte quante le luci e l’unica volta in cui la bambina era scoppiata a piangere e aveva iniziato ad urlare l’uomo le era piombato in camera e aveva cominciato ad  urlarle che era cattiva, che era inutile, che doveva stare buona se non voleva che le facesse male.

A Zack si era stretto il cuore vedendo il terrore con cui Maya ricordava quegli eventi, non c’era da stupirsi che la sua stellina fosse apparsa costantemente terrorizzata in quei giorni.

Inoltre, il dottore gli aveva confermato quello che lui aveva iniziato a sospettare da un po’, ossia che Maya era troppo magra e alla fine, dopo averci parlato a lungo, Zack era riuscito a farle ammettere che Norah spesso si dimenticava di prepararle la cena o il pranzo.

Non era stato per niente facile farglielo dire, nonostante Zack l’avesse rassicurata più volte che non sarebbe più dovuta tornare da Norah, Maya aveva marchiate in testa le parole della madre, che l’aveva minacciata di non portarla più da lui.

Il ragazzo aveva l’impressione che non fosse affatto finita ed era terrorizzato all’idea di sapere il resto, nonostante quello che aveva detto Emily quel pomeriggio lui continuava a sentirsi in colpa per averla rimandata in quella casa ogni volta.

Gli altri avevano sempre avuto ragione, avrebbe dovuto parlare prima con l’avvocato, avrebbe dovuto rischiare, forse ora non si sarebbero trovati a quel punto.

Tuttavia era arrivato alla conclusione che era inutile tormentarsi con i “se”, il dubbio gli sarebbe rimasto comunque e ci avrebbe dovuto convivere per il resto dei suoi giorni, ma se c’era una cosa che poteva fare ora era agire affinché Maya si dimenticasse di quella brutta avventura e tornasse ad essere la sua adorabile stellina.

Sentì il cellulare vibrargli nella tasca dei jeans e vide che si trattata di un messaggio di Emily, che gli augurava la buonanotte: alla fine aveva convinto la ragazza ad andare a casa, o meglio, da Brian e Michelle, non gli andava di saperla da sola a casa, anche se aveva dovuto prometterle che la mattina successiva gli avrebbe dato il cambio.

A Zack l’idea di lasciare Maya non andava, anche se era di Em che si parlava, tuttavia la ragazza aveva ragione, non poteva stare sveglio ventiquattro ore su ventiquattro e dal momento che non ne voleva sapere di lasciarla da sola di notte, almeno alla mattina doveva riposarsi.

Rispose al messaggio e poi riportò l’attenzione sulla bambina, che però sembrava dormire abbastanza tranquillamente, probabilmente grazie anche ai farmaci che le avevano somministrato per alleviare il dolore della botta.

Si sistemò meglio sulla sedia, decidendo di provare a dormire un po’, se Maya si fosse svegliata l’avrebbe sentita e in quel modo la mattina dopo avrebbe avuto una valida scusa per stare lontano dalla bimba solo lo stretto necessario.

 

Zack fu risvegliato da qualcuno che gli baciava una guancia e fu sorpreso di vedere Emily.

‘Ehy, che ci fai qui alle...alle otto?!’ chiese il ragazzo, guardando l’orologio.

‘Nessuno di noi due riusciva a dormire, allora abbiamo pensato di raggiungerti’ disse Brian, facendo notare a Zack la sua presenza.

‘Così vai a casa a dormire decentemente’ disse Emily, sedendosi in braccio a lui.

‘Ok... però aspetto le nove, passa il dottore... dopo giuro che vado’ disse lui quando la ragazza lo guardò male.

‘E va bene...’ si arrese Emily ‘Tutto ok qui?’ chiese poi, indicando Maya con la testa.

‘Ha dormito tutta notte per quel che ne so, quindi credo che vada bene’ rispose il ragazzo.

‘Ehy, Zack, ci vieni a prendere un caffè? La tua adorabile ragazza aveva talmente tanta fretta di venire qui che non mi ha nemmeno fatto fare colazione’ spiegò il ragazzo, facendo ridacchiare l’amico.

‘Ok... ci resti tu con lei?’chiese a Emily, riferendosi alla bambina.

‘Tranquillo, ci penso io a questo angioletto’ lo rassicurò lei, alzandosi in piedi per permettergli di fare lo stesso.

‘Vado e torno’ disse Zack, mentre Brian scuoteva la testa.

‘Non credo proprio Baker, le cose di corsa le ho già fatte una volta stamattina’ borbottò il ragazzo, facendo ridacchiare Emily e Zack.

 

‘Dio, ci voleva’ disse Brian, bevendo il suo caffè felice come un bambino.

‘A volte mi fai paura, Gates’ commentò Zack, anche se non poteva negare che il caffè stava avendo un effetto benefico anche su di lui.

‘Senti...’ iniziò Brian, cercando un modo di cominciare quel discorso ‘Emily non è scesa nei dettagli, ma mi pare di aver capito che Maya ha detto qualcosa...’.

Zack sospirò, sapeva di doverne parlare coi ragazzi, voleva parlarne coi ragazzi, ma non era per niente facile.

‘Già... non molto, ha paura a parlarne... credo che tema ancora che Norah le impedisca di vedermi in qualche modo... sostanzialmente la chiudevano in camera di notte e spesso si dimenticavano di farla mangiare’.

Brian era certo che la sua espressione fosse più eloquente di una risposta verbale, che razza di madre era Norah?

Non farla mangiare era terribile, ma anche chiuderla in camera, di notte, al buio completo era inumano, soprattutto considerato il terrore puro che la bambina provava nei confronti dell’oscurità.

Si ricordava benissimo di una volta in cui era saltata la corrente, mentre erano tutti a cena a casa di Matt: Maya in quel momento era sul tappeto del salotto e stava giocando con le sue bambole, ma non appena le luci si erano spente aveva iniziato a urlare in modo straziante, finché Zack non era riuscito a raggiungerla a tentoni nel buio, calmandola.

Quando era tornata la corrente, la prima cosa che avevano visto era il volto di Maya rigato dalle lacrime mentre si aggrappava a Zack terrorizzata e da allora tutti tenevano una torcia di scorta per casa in caso fosse successo di nuovo, in fondo quella bambina era la piccolina di tutti quanti.

‘Temo che ci sia dell’altro... ma aspettiamo che sia lei a parlarne’ continuò Zack.

‘Tu come stai?’

‘Da schifo, ma non importa, ora l’importante è far stare bene lei, del resto voglio infischiarmene’ rispose Zack e Brian annuì, il suo amico aveva ragione, ora Maya era la priorità.

Furono interrotti dallo squillo del cellulare di Zack, che fissò il numero sconosciuto sullo schermo per qualche istante prima di rispondere.

‘Pronto?’

‘Davvero una pessima mossa Zack’.

Il ragazzo scattò in piedi, riconoscendo all’istante la voce di Norah.

‘Che vuoi?’ le chiese, mentre Brian gli lanciava un’occhiata preoccupata.

‘Devi sempre fare di testa tua, l’ospedale addirittura... ma chiamare la polizia, quella è stata davvero una pessima mossa Zack’

‘Non la passi liscia stavolta Norah’ le disse, mentre Brian strabuzzava gli occhi sentendo il nome della ragazza.

‘Tu credi? Spero che tu abbia salutato Maya, perché io avrò perso tutto, ma tu hai perso lei’ ribatté la ragazza, riattaccando.

Zack si sentì gelare il sangue nelle vene, mentre il suo cervello assimilava a fatica l’ultima frase di Norah.

Quando finalmente ebbe capito cosa poteva significare, si voltò verso Brian.

‘Emily’ disse semplicemente il ragazzo, prima di precipitarsi verso gli ascensori seguito dall’amico.

Quando arrivò nella stanza, per poco non gli venne un colpo vedendo Emily distesa a terra priva di sensi, senza contare che come temeva di Maya non c’era traccia.

Si diresse immediatamente verso la ragazza, mentre Brian correva a chiamare un medico e la polizia subito dopo.

 

‘Possibile che nessuno abbia visto nulla, accidenti!’.

Questa fu la prima frase che Emily sentì, pronunciata da Jimmy in tono piuttosto secco.

‘Jim, è una bambina in braccio alla madre in pediatria, non è che ci voglia molto a passare inosservati’ gli fece notare Matt, cercando di calmarlo.

La ragazza strizzò gli occhi e sentì una mano sulla propria quasi subito.

‘Em?’ la chiamò Zack e finalmente le riuscì di aprire gli occhi per poi richiuderli immediatamente a causa della luce.

‘Ehy, come ti senti?’ le chiese il ragazzo, facendo cenno a Johnny di tirare le tende.

‘Mi fa male la testa’ rispose lei, aprendo definitivamente gli occhi e fissando in volto Zack.

‘Hai preso una bella botta, credo sia normale... Brian, vai a chiamare suo padre? Credo sia qui fuori’ disse poi rivolto all’amico, che annuì uscendo dalla stanza.

‘Sono riusciti a portarla via, vero?’ chiese Em.

Zack si limitò ad annuire, tenendo lo sguardo basso.

‘C’è qualcosa che non mi stai dicendo, Zack?’ gli chiese, notando immediatamente che il ragazzo era molto più preoccupato di quanto non cercasse di dare a vedere, lo conosceva troppo bene.

‘In realtà ci sono state un paio di... complicazioni...’ iniziò Zack, ma fu interrotto da Matt, in piedi dietro di lui, dal momento che era evidente che il ragazzo faticava a parlarne.

‘Sono successe un paio di cose nell’ultima ora Em...’ disse il cantante, ma fu interrotto a sua volta dall’ingresso del padre di Emily.

Dopo che la ragazza lo ebbe rassicurato sul fatto che stava bene e no, non le serviva una tac, alla fine lo convinse a tornare in reparto, dal momento che era di turno.

Mentre usciva, lo vide poggiare una mano sulla spalla a Zack e se la situazione non fosse stata così tesa in quel momento ne avrebbe sorriso: all’inizio suo padre non poteva vedere il ragazzo, non per il lavoro che faceva in sé, quanto per il timore che fosse la classica rockstar che ad ogni concerto finiva con una fan, ma fortunatamente Zack era riuscito a fargli cambiare idea comportandosi in maniera impeccabile ed Emily sapeva che ora suo padre non solo era favorevole alla loro storia, ma provava anche una certa ammirazione per il ragazzo per come gestiva la situazione con Norah.

Una volta che suo padre fu fuori dalla stanza, si voltò di nuovo verso Matt, Zack lo aveva escluso a priori, qualunque cosa fosse successa lo aveva ridotto allo stremo.

‘Matt?’ chiese impaziente Emily.

‘Ecco...  li hanno trovati quasi subito, sono stati abbastanza stupidi da fermarsi a casa di Norah per recuperare alcune cose... Norah l’hanno presa, Jason però è riuscito a scappare...’

‘Con Maya’ sussurrò Zack, mentre Emily inorridiva.

‘Lo hanno inseguito, ma è riuscito a seminare la polizia dopo un po’... ora li stanno cercando, stanno interrogando Norah, ma credo che nemmeno lei abbia sinceramente idea di dove sia diretto... né tanto meno di cosa voglia fare con Maya...’ continuò Matt.

‘Probabilmente ha intenzione di usarla come lasciapassare’ intervenne Brian ‘E quindi è fondamentale trovarli prima che le acque si calmino e...’ spiegò Brian, interrompendosi, non voleva nemmeno pensare alla fine della frase.

‘E non gli serva più’ finì per lui Zack, sempre più cupo in volto.

Emily lo abbracciò, lasciando che il ragazzo appoggiasse la testa sulla sua spalla, non poteva nemmeno iniziare a pensare a quanto dovesse stare male in quel momento il suo Zacky.

‘Mi dispiace, io ho provato a chiamare qualcuno, ma...’

‘Non dirlo nemmeno per scherzo Em, tu non c’entri nulla’ le rispose Zack, alzando di scatto la testa e fissandola dritto negli occhi.

‘Ha ragione lui Em’ intervenne Jimmy ‘E comunque a quanto pare in corridoio non c’era nessuno... troppo presto, le infermiere di turno erano in altre stanze e di gente in giro ce n’era poca, hanno avuto la strada spianata’ le spiegò lui.

La ragazza annuì, anche se non era del tutto convinta, non era facile d’altronde, era lei quella che avrebbe dovuto tenere Maya al sicuro quando era stata rapita.

‘Me lo fai un favore?’ le chiese Zack, facendola tornare alla realtà.

‘Cosa?’

‘Te la fai fare la tac?’ le chiese lui ‘Così sto tranquillo’ aggiunse poi ed Emily pensò che era impossibile dirgli di no in quel momento, non con quello sguardo disperato negli occhi.

‘E va bene... basta che poi torniamo a casa’ rispose lei.

Zack le sorrise debolmente annuendo e chiese a Brian di andare a chiamare l’infermiera per portare Emily a fare quella famosa tac.

 

Quella sera, Emily e Zack stavano nel loro letto, il ragazzo con la testa appoggiata sulle gambe di Emily e lei seduta contro la spalliera che gli accarezzava distrattamente i capelli.

Nessuno dei due aveva parlato molto dopo che erano tornati dall’ospedale, Zack non ne aveva evidentemente voglia e nemmeno Emily in realtà, in quei due giorni erano successe davvero troppe cose e quell’ansia non stava certo aiutando, sapere Maya con l’unica persona che la terrorizzasse davvero e che non aveva esitato a farle del male stava letteralmente facendo impazzire entrambi.

‘Se le è successo qualcosa io ho finito di vivere Em’ disse improvvisamente Zack, facendola rabbrividire alla sola idea.

‘Non può andare lontano Zack, lo stanno cercando tutti... lo troveranno’ rispose lei, incapace di dire altro: per quanto la sola idea che Zack potesse fare qualche sciocchezza se alla bambina fosse successo qualcosa la facesse stare male, capiva perfettamente il ragazzo, fin dal primo istante era stato cristallino su quel punto, Maya era la sua ragione di vita, senza di lei il resto semplicemente non esisteva.

Zack non disse nulla, rimase a fissare il vuoto per qualche istante, poi improvvisamente si mise a sedere, trovandosi faccia a faccia con Emily.

‘Che c’è?’ domandò lei.

‘Sposami’ disse lui, lasciandola a bocca aperta.

‘Cosa?’

‘Se questa storia va a finire bene, sposami’ ripeté lui, talmente serio che era impossibile pensare che stesse scherzando, non che Emily pensasse che Zack avesse voglia di scherzare in quel momento.

‘Senza di te non so starci Em... ’ continuò lui ‘Senza di te non sarei nemmeno arrivato a questo punto... Se non ci fossi stata negli ultimi due anni probabilmente sarei ancora in balia di Norah, io ho bisogno di te e ci voglio passare il resto dei miei giorni con te’ finì il ragazzo.

‘Sai che ti sto prendendo in parola, vero?’ rispose lei, non potendo trattenere un sorriso.

‘In effetti è quello che spero che tu faccia’ rispose lui, invertendo le posizioni e facendola sdraiare addosso a sé.

‘Ti amo Em... non scordartelo mai, ok?’

‘Ti amo anch’io Zack, e farai bene a non scordartelo tu’ rispose lei.

‘Dovresti dormire un po’, è tardi’ le disse lui, coprendola col lenzuolo.

‘Da che pulpito’ ribatté lei.

‘Non ho minimamente sonno... tu sì invece’ disse lui, la conosceva troppo bene per non capire che, nonostante fosse preoccupata per Maya, stava per crollare.

In realtà anche lui si sentiva addosso una stanchezza incredibile, ma c’era quella sgradevole sensazione alla bocca dello stomaco che non gli permetteva di addormentarsi.

‘Zack?’

‘Che c’è?’

‘Se io dormo tu non fai cazzate, vero?’ domandò lei e Zack non poté fare a meno di sorridere davanti alla sua espressione preoccupata.

‘Non faccio cazzate, tranquilla’ la rassicurò, dandole un bacio sulla fronte.

Sapeva di averla spaventata con la frase che aveva detto prima, ma sapeva anche che Emily era perfettamente consapevole che era la verità, lui senza Maya non aveva uno scopo, per quanto amasse lei e la band era sempre stata Maya a dare un senso a tutto quanto, dal momento in cui era nata tutta la sua vita aveva sempre ruotato intorno a quella stellina.

Emily però parve rassicurata da qualunque cosa vide nella sua espressione, perché si rannicchiò vicino a lui, chiudendo gli occhi.

 

Quando Emily si svegliò vide che Zack non c’era, ma lo sentì distintamente parlare nel corridoio, presumibilmente al telefono.

Dopo qualche minuto lo vide tornare in camera e sdraiarsi di fianco a lei, sorridendo quando si accorse che era sveglia.

‘Chi era?’ chiese lei, avvicinandosi a lui e lasciandosi abbracciare.

‘Brian... sapeva che mi avrebbe trovato sveglio presto, voleva sapere come andava’

‘Non hai dormito per nulla?’

‘In realtà credo di esserci riuscito per un paio d’ore filate’ rispose lui.

‘Bene... ma che ore sono?’ chiese poi la ragazza, rendendosi conto che filtrava un po’ di luce dalle finestre.

‘Le otto... qualunque cosa ti abbiano dato in ospedale, mi sa che ne avrei bisogno anch’io’ commentò lui, facendola sorridere.

‘Ti va di mangiare qualcosa?’ gli chiese poi, ricordandosi che la sera prima Zack non aveva cenato.

'Ok...sì, non è una brutta idea in effetti' rispose Zack 'Tu scendi e io ti raggiungo? Volevo chiamare l'ispettore per sapere se avevano qualche novità' continuò lui.

Emily annuì, dandogli un bacio prima di alzarsi e scendere al piano di sotto.

 

Quel pomeriggio, Zack ed Emily erano stati raggiunti dal resto della band e in quel momento sedevano tutti in salotto, la conversazione scarseggiava ma d'altronde nessuno aveva molta voglia di parlare, soprattutto Zack, che fissava da un'ora circa lo schermo spento della televisione perso in qualche strano pensiero che nessuno, nemmeno Emily, era ancora riuscito a carpirgli.

'Io vado sul retro...ho bisogno di prendere un po' d'aria' disse improvvisamente il ragazzo, attirando l'attenzione di Emily e degli amici.

'Ok...' rispose Emily, guardandolo alzarsi e dirigersi verso il retro, il cortile di fronte era escluso a causa di giornalisti e curiosi del caso.

Vide gli altri seguire a loro volta Zack con lo sguardo e capì di non essere l'unica a pensare che il ragazzo fosse più strano del solito.

'Questa storia deve finire alla svelta, maledizione' disse Jimmy, rompendo il silenzio che era nuovamente calato sul salotto.

'Em, qualche idea sul perché sia così strano oggi?' chiese Brian, riferendosi a Zack.

'Veramente speravo me lo dicessi tu... è da quando lo hai chiamato stamattina che è così' rispose lei, ricevendo in cambio un'occhiata perplessa dal chitarrista.

'Em, io non l'ho chiamato stamattina' disse infine Brian.

'Come.... ma lui ha detto... Bri, sei assolutamente sicuro? Erano le otto più o meno...'

'Em, sono sicurissimo, l'ultima volta che gli ho telefonato è stato ieri sera, alle otto stavo dormendo' rispose Brian.

'Ma allora... Oh cazzo...' disse Emily, cominciando a immaginare cosa fosse successo.

'A che stai pensando Em?' le chiese Matt.

‘E se fosse stato Jason a chiamarlo stamattina?’ rispose lei, ricevendo in cambio quattro occhiate sconvolte.

‘Beh... se ci pensate ha senso’ disse infine Johnny.

‘Em... da dietro si può sempre uscire, vero?’ chiese Jimmy.

‘Cazzo, sì!’ esclamò lei, precipitandosi sul retro seguita dagli altri.

Sfortunatamente di Zack non c’era nessuna traccia, proprio come temevano loro.

‘Ok, io chiamo il commissario’ disse Matt, mentre Brian cercava di calmare Emily, che era scoppiata in lacrime.

 

Zack non poteva fare a meno di pensare che Jason mancava completamente di fantasia.

Era assurdo che riuscisse a pensare a qualcosa che non fosse Maya in quel momento, ma non poteva farne a meno: si trovava in una zona periferica, praticamente deserta, un tipico scenario da film di dubbia categoria per la consegna di un riscatto.

Non che da una persona come Jason ci fosse da aspettarsi molto di più.

Guardò l’orologio, constatando che era leggermente in anticipo, quando lo aveva chiamato quella mattina Jason era stato chiaro: alle quattro precise, i soldi in una borsa, nessuno oltre a Zack se ci riteneva a rivedere Maya tutta intera.

Non era stato per niente facile fare finta di nulla con Emily, odiava mentirle e non era nemmeno bravo a farlo normalmente, ma se si era accorta che qualcosa non andava in lui non aveva detto nulla e infatti era stato abbastanza semplice andarsene, la macchina era pronta per uscire e nessuno si era sorpreso del fatto che avesse bisogno di andare a prendere un po’ d’aria.

In realtà si sentiva in colpa, sapeva che a Em sarebbe venuto un colpo quando si fosse accorta che era sparito, ma non aveva davvero scelta, non poteva rischiare che tutto saltasse, c’era la vita di Maya in gioco, del resto non gli importava nulla.

Vide una macchina avvicinarsi dallo specchietto retrovisore ma non si mosse, anche su quel punto Jason era stato chiaro, non fare nulla finché non te lo dico io e Zack non aveva la minima intenzione di fare l’eroe, l’unica cosa che gli interessava era riportare Maya sana e salva a casa, Jason poteva anche andare all’inferno per quel che lo riguardava.

Lo vide fermarsi dietro di lui, bloccandogli l’accesso alla strada e un attimo dopo lo vide scendere, o almeno, credeva fosse lui, in realtà non lo aveva mai visto se non il giorno prima in un paio di foto.

Gli fece cenno di scendere e Zack eseguì immediatamente, rimanendo in piedi di fianco alla portiera con la borsa dei soldi in mano.

‘Ora lanciami la borsa’ disse Jason a Zack.

‘Dov’è Maya?’ ribatté il ragazzo, poteva scordarselo di prendersi i soldi prima che lui fosse stato certo che la sua bambina fosse davvero lì.

Jason aprì la portiera posteriore della propria auto e Zack vide Maya scendere dall’auto.

Alla bambina si illuminarono gli occhi quando vide il padre e cercò di correre da lui, ma Jason la bloccò stringendola un po’ troppo violentemente per il polso, almeno per i gusti di Zack.

‘Ehy, stellina, stai tranquilla, adesso ti riporto a casa, ok?’ la rassicurò Zack, sorridendole.

‘I soldi Baker’ disse seccamente Jason.

Zack annuì, lanciando la borsa coi soldi ai piedi di Jason, che la prese senza però lasciare andare Maya.

‘Sicuro che ci siano tutti?’

‘Sicurissimo’ ribatté gelido Zack ‘E ora lasciala andare’

‘Sai Baker, non credo mi convenga...’ rispose lui, mentre Zack si tratteneva a fatica dal saltargli addosso per levargli a suon di pugni quel sorrisino irritante che aveva stampato in volto ‘In fondo questa marmocchia è meglio di un bancomat’ aggiunse poi, mentre Zack stringeva con un po’ troppa forza la maniglia dell’auto.

‘Papino!’ esclamò Maya, cercando di divincolarsi dalla presa di Jason e mordendogli la mano quando provò a prenderla per l’altro braccio.

‘Maledetta mocciosa!’ esclamò Jason, dandole uno schiaffo.

Zack perse il controllo.

Sebbene sapesse benissimo di non doverlo fare, si lanciò su Jason, riuscendo a fargli lasciare la presa su Maya.

Non appena la bambina fu lontana dai due, Zack vide i poliziotti arrivare nel vicolo in cui si trovavano.

Gli tolsero immediatamente di dosso Jason e lui si voltò verso Maya, che corse fra le sue braccia.

‘Ehy, è tutto a posto amore mio, adesso andiamo a casa...’ le disse lui, dandole un bacio sulla guancia e accarezzandole i capelli per calmarla dal momento che era in lacrime.

‘Jason è cattivo! Ti ha fatto male!’ rispose lei, indicando col dito l’occhio nero di Zack.

‘Oh, non è niente tesoro, papà ne ha fatte di peggio con lo zio Johnny’ rispose lui, sorridendole ‘Andiamo a casa da Emily?’ le chiese poi e la bambina annuì, abbozzando a sua volta un sorriso.

‘E brava la mia stellina, voglio vederti sorridere, su!’ la incoraggiò lui, alzandosi in piedi con lei in braccio ‘Andiamo a farci vedere dai signori dell’ambulanza, che dici?’ le chiese poi, gli sembrava che Maya stesse bene, ma era anche vero che era in ospedale il giorno prima e aveva notato come, una volta che era stata fra e sue braccia, la bambina non si fosse più mossa, segno che la botta le faceva ancora male.

Tuttavia, il medico dell’ambulanza lo rassicurò, dicendogli che Maya stava bene e che anche se il giorno prima il dottore in ospedale aveva detto di volerla ricoverare era meglio che la portasse a casa, la bambina era già sufficientemente spaventata senza bisogno di portarla di nuovo in reparto, era meglio per lei tornare in un ambiente familiare e solo se il dolore fosse peggiorato era il caso di riportarla al pronto soccorso.

Dopo aver parlato con l’ispettore e aver concordato che si sarebbero visti il giorno seguente in commissariato per firmare una dichiarazione, Zack accettò il passaggio di una volante, poiché col suo occhio non era certo di poter vedere abbastanza bene da mettersi alla guida, e vi salì con Maya, che sembrava essersi un po’ tranquillizzata e anzi, quando uno degli agenti le aveva promesso di accendere la sirena sembrava anche un po’ più allegra.

 

La prima cosa che Zack vide quando, venti minuti più tardi, la volante lo lasciò davanti all’entrata sul retro della sua casa fu lo sguardo omicida di Emily e dei suoi amici, che però si addolcirono notevolmente quando videro Maya scendere dietro di lui.

‘Emily!’ esclamò la bambina, abbracciando la ragazza.

‘Ehy, piccolina!’ la salutò lei, prendendola in braccio ‘Stai bene?’ le chiese poi, dandole un bacio sulla guancia.

‘Sì... papà ha detto che adesso non tornano più mamma e Jason, non devo più vederli!’ esclamò entusiasta lei, facendo sorridere Emily.

‘Mi sa che ha ragione, sai?’ le rispose la ragazza.

‘Ehy, non mi saluti?’ intervenne Brian, fingendosi offeso.

‘Bri, Bri!’ esclamò Maya, sporgendosi verso il ragazzo, che la prese dalle braccia di Em.

Mentre i ragazzi erano impegnati a coccolare Maya, Emily si spostò vicino a Zack, che era rimasto leggermente in disparte, fino a trovarsi davanti a lui.

‘Sei un idiota!’ gli disse lei con gli occhi lucidi ‘Mi hai fatto prendere un colpo!’ aggiunse poi, abbracciandolo mentre scoppiava a piangere per l’ennesima volta in quell’ora.

‘Mi dispiace’ rispose lui, abbracciandola a sua volta e dandole un bacio sui capelli ‘Non potevo rischiare che sospettassi qualcosa... meno persone lo sapevano, meno pericoli c’erano’ le spiegò.

‘Ero assolutamente certa che fossi andato là senza dire niente a nessuno’ gli disse lei, alzando lo sguardo verso di lui.

‘Em, sarò un po’ impulsivo, ma non sono così idiota, ti pare?’

‘Non si sa mai...’ scherzò lei, ricambiando la sua occhiataccia con un bacio a fior di labbra ‘Ma non farmi mai più uno scherzo del genere o ti distruggo la macchina’ lo minacciò lei e Zack ridacchiò, anche se non aveva alcun dubbio sul fatto che parlasse sul serio.

‘Ti fa male?’ gli chiese poi Emily, indicando l’occhio.

‘Ne ho avute di peggiori... ma un po’ di ghiaccio non mi dispiacerebbe’ rispose lui.

‘E ghiaccio sia’ rispose lei, prendendolo per mano e portandolo verso l’ingresso.

‘Papino, vengo anch’io!’ esclamò Maya quando lo vide muoversi, aggrappandosi alla sua mano libera.

Zack le sorrise, era evidente che la bambina fosse terrorizzata dal pensiero che lui sparisse di nuovo, la prese in braccio e le diede un bacio sulla fronte.

‘Certo che vieni anche tu, ho bisogno della mia infermiera preferita!’ le rispose lui ‘Ehy, fa ancora tanto male amore?’ le chiese poi, vedendo una smorfia di dolore sul volto della bambina.

‘Un pochino’ rispose lei.

‘Allora mi sa che dovrò fare l’infermiera di entrambi’ intervenne Emily.

‘Beh, hai visto stellina? Mica tutti hanno un’infermiera come Emily!’ disse Zack a Maya, che annuì sorridendo.

‘Oh, Vengeance, ma posso essere io la tua infermiera se vuoi!’ intervenne Jimmy, facendo scoppiare tutti a ridere.

 

‘Papino?’

‘Che c’è stellina?’ le chiese Zack, rimboccandole le coperte.

‘Perché la mamma è cattiva con me?’.

Zack rimase spiazzato da quella domanda, a cui non sapeva sinceramente come rispondere.

‘Amore... a volte noi adulti siamo un po’ strani... la mamma non è cattiva... solo non è molto brava a fare la mamma, ecco... e ha fatto un po’ di errori...’ rispose infine lui, decidendo che nonostante tutto non voleva cadere così in basso dal diffamare Norah davanti a Maya, in fondo nonostante tutto lei era e restava sua madre.

‘Però non mi ha chiesto scusa... tu hai detto che quando sbaglio devo dire scusa’

‘Beh, chissà, magari prima o poi te lo dice stellina’ le rispose lui, dubitava delle sue stesse parole, ma Maya non aveva certo bisogno di saperlo ‘E adesso fai la nanna, è stata una giornata lunga’ disse poi, dandole un bacio sulla fronte e sedendosi di fianco a lei sul lettino.

Quando fu certo che si fosse addormentata, Zack uscì dalla stanza, avendo cura di lasciare la porta aperta, e si diresse verso la propria.

Si mise a letto e immediatamente Emily si accoccolò di fianco a lui, che le cinse la vita col braccio.

‘Sai una cosa?’ iniziò lei, facendo scorrere il dito sull’occhio nero di Zack ‘Ti dona’

‘Wow, grazie’ rispose divertito lui.

‘Sul serio, io inizierei a considerare l’idea di farmi fare occhi neri più spesso’ continuò seria lei.

‘Sai, hanno inventato una cosa che si chiama trucco, dicono che faccia miracoli...’ commentò ironico lui, facendola ridere.

‘Beh, ma non sarebbe altrettanto realistico’ ribatté Emily.

‘Ma molto meno doloroso di sicuro’ rispose lui.

‘Giusto...’ convenne lei, dandogli un bacio sulla guancia ‘Dorme?’ chiese poi la ragazza, riferendosi a Maya.

‘Sì... era un po’ agitata, ma alla fine credo di essere riuscito a calmarla’ rispose lui.

‘Vedrai che le passerà... non sto dicendo che sarà facile, ma faremo di tutto per farle dimenticare in fretta questa brutta storia’ lo rassicurò lei.

‘Lo so... senti... tu pensi di aver cambiato idea da ieri?’ chiese lui, cambiando discorso.

‘Cioè?’

‘Sai, quando si parlava di matrimoni... cose di quel tipo’ spiegò lui ed Emily sorrise divertita.

‘Mmh... devo ammettere che il colpo di testa di oggi mi ha fatto venir voglia di cambiare idea... ma no, tutto sommato mantengo la posizione di ieri’ rispose lei.

‘Ottimo...’ rispose lui, chinandosi su di lei per baciarla.

‘Ma bada bene Baker, un altro scherzo come quello di oggi e oltre a distruggerti la macchina ti ci metto anche dentro alla suddetta prima di distruggerla, chiaro?’ scherzò lei.

‘Ok, ok, faccio il bravo...’ commentò lui divertito ‘Dormiamo?’ propose poi.

‘Questa è un’idea brillante!’ commentò lei.

‘Papà?’.

Entrambi si voltarono verso la porta, dove Maya stava in piedi fissando il pavimento.

‘Stellina, che c’è?’ le chiese preoccupato Zack, scendendo dal letto e inginocchiandosi davanti a lei.

‘Ho paura a stare da sola’ rispose lei, asciugandosi le lacrime che, ora che le era davanti, Zack vedeva scorrerle sulla guance.

‘Oh, stellina, non c’è niente di cui avere paura...’ la rassicurò lui, abbracciandola ‘Ehy... che ne dici se stasera dormi con noi?’ propose poi, dopo aver scambiato un’occhiata di intesa con Em.

‘Posso?’ chiese incerta la bambina.

‘Ma certo che puoi piccolina!’ intervenne Emily, sorridendole ‘Dai, salta su!’ aggiunse poi la ragazza, facendole cenno al materasso.

Maya accennò un sorriso e corse sul letto, raggomitolandosi sotto le coperte vicino ad Emily e Zack, che l’aveva seguita.

‘Buonanotte stellina’ le disse Zack, dandole un bacio sulla fronte.

‘Notte papino’ rispose lei, accoccolandosi vicino a lui ‘E notte Emily!’ aggiunse poi, voltandosi per poter dare un bacio sulla guancia alla ragazza, che le sorrise.

‘E poi mi vengano a dire che non sono il ragazzo più fortunato del mondo... guarda un po’ che meraviglie ho qui io!’ commentò Zack, allontanandosi da Maya giusto quei pochi secondi necessari per spegnere la propria lampada e tornando subito dopo a stringere la sua adorata stellina.

 

Pssssst…. Ma ho aggiornato davvero?????

Che ci crediate o no… AGGIORNAMENTO!!

E finalmente ecco l’ultimo capitolo…

Cosa posso dirvi se non: SCUSATE SCUSATE SCUSATE SCUSATE!!

Sono imperdonabile, lo so... l’unica cosa che ho da dire a mia discolpa è una parola: TESI.

Laurearsi fa male alla salute, sappia telo u_u

Ok, scherzi a parte… se ci fosse ancora qualcuno che legge questa storia, sarei davvero felice di sapere cosa ne pensate…

Approfitto per ringraziare chi ha letto e recensito fino ad ora, come ho sempre detto ci tenevo particolarmente a questa storia, per quanto breve essa sia… GRAZIE A TUTTI!

Che altro dire… se vi va, vi ricordo che ho un’altra storia in corso, “Unholy Confessions”, che si appresta a finire…e per  il resto… mettiamola così... se il Signore mi concede la grazia di laurearmi a fine giugno, potrebbero arrivare nuove sorprese nel corso dell’estate…

xxx

Lady Numb

   
 
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