“Ah, ed ha accettato?” s’informò Anna in tono casuale,
quasi stesse parlando del tempo, ma purtroppo non riuscì ad essere credibile
neppure alle sue orecchie.
Diana non rispose subito: non era certa che la sua amica
del cuore volesse sapere la verità, ma non aveva alcun diritto di
intromettersi. O forse sì?
“Ha detto solo che probabilmente dovrà essere reperibile in
caso di necessità o di urgenze. La signora Hammond non sta troppo bene e c’è il
rischio che peggiori” le spiegò brevemente Diana.
“Penso che accetterò la proposta” mormorò Anna
indispettita.
“Scusa?” chiese Diana non capendo l’affermazione
dell’altra.
“Ho detto che accetterò la proposta di James per il ballo”
ripetè Anna lentamente, sbirciando la faccia della ragazza che le camminava al
fianco.
“Ma fino a ieri non eri molto convinta” le fece notare
l’altra dopo aver riflettuto sulle parole dell’amica.
“Ho cambiato idea. E poi la notte porta consiglio” spiegò
brevemente Anna alzando le spalle.
Un calesse sul piazzale del Tetto Verde catturò l’attenzione
delle due ragazze.
“Siamo arrivate. Avete comprato un nuovo calesse?” domandò
Diana con curiosità.
“Non è nostro. Ma penso di sapere a chi appartenga!” sibilò
furiosa.
Marilla stava bene, non capiva perché Rachel Lynde avesse
tanto insistito affinché Gilbert passasse a visitarla spesso.
“Anna? Di chi è?” domandò Diana non capendo l’improvviso
mutismo dietro al quale la ragazza si era trincerata poco dopo aver visto il
calesse. A meno che…
Un piccolo sorriso comparve sul viso, intuendo chi potesse
essere il proprietario di quel calessino ed il perché Anna si fosse
improvvisamente zittita.
“E’ il dottore” si limitò a rispondere, mentre la rabbia
tornava a prepotente.
“Ma è stato questa mattina” asserì Diana con le
sopracciglia aggrottate.
“Marilla aveva una semplice storta, non capisco il motivo
di questa sua seconda visita” protestò Anna seria.
Entrarono in casa ed il chiacchiericcio di Rachel Lynde
attirò l’attenzione delle due ragazze.
Con passo sicuro, andarono in soggiorno e trovarono Rachel
e Gilbert intenti a conversare animatamente.
“Dottore, Signora Lynde. Dov’è Marilla?” chiese Anna
evitando lo sguardo del primo e concentrandosi totalmente sulla seconda.
“Oh Anna, sapessi. Mi sono tanto preoccupata! Marilla aveva
la fronte che scottava ed ho avuto paura. Così ho chiamato subito il dottor
Blythe” spiegò lei seria.
“Ciao Diana non ti avevo visto” aggiunse vedendo la ragazza
alle spalle della nuova venuta.
“Buongiorno signora Lynde, Gilbert” salutò lei compita.
“Non era nulla di preoccupante” iniziò a spiegare il
medico, mentre Anna lo ascoltava di malavoglia “Un semplice colpo di freddo”
illustrò brevemente lui.
“Ora dov’è?” chiese sbrigativa Anna.
“In camera sua” lo anticipò la signora Lynde “ora sta
riposando, quindi puoi sederti e farci compagnia” propose la matrona fissandola
con espressione corrucciata la ragazza che, sbuffando, prese posto sul divano.
“Davvero Anna, ultimamente stai facendo preoccupare
Marilla, e non è gentile da parte tua!” la rimproverò Rachel scuotendo la testa
preoccupata.
“Sono certo che Anna non ne aveva l’intenzione” la difese
Gilbert guardando di sottecchi la ragazza.
“Ho sentito che andrai al ballo con la giovane Mayers…”
buttò lì Rachel con noncuranza, fissando il medico mentre sorbiva una tazza di
the.
“E’ vero, stamane me l’ha chiesto” ammise riluttante lui
senza alzare gli occhi dalla tazza che aveva in mano.
“Magari il dottore potrebbe avere altri impegni” provò a
dire Anna, sperando che Gilbert raccogliesse.
“Hai ragione cara. Io parlo sempre. Mi perdoni dottor Blythe”
si scusò la matrona sorprendendo i ragazzi che la fissarono con tanto d’occhi.
Rachel si alzò dalla sedia ma un gemito di dolore sfuggì
dalle sue labbra.
“Signora Lynde!” gridò Anna preoccupata.
“La mia povera schiena” borbottò Rachel massaggiandosi la
parte dolorante.
“Conosco la strada signora Lynde” intervenne Gilbert,
aiutando la donna a sedersi.
“Ma non è educato!” borbottò risentita, fissando il
pavimento.
“Può accompagnarlo Anna” risolse il problema Diana fissando
i due ragazzi.
“E’ vero! Ti prego Anna” la supplicò lei.
“Andiamo dottore” rispose solo precedendo il ragazzo lungo
il corridoio.
“Non dovevi disturbarti Anna” cercò di essere gentile lui.
“Nessun disturbo. Dopotutto sono l’attuale padrona di casa”
spiegò lei mesta, aprendo la porta.
“Matthew sarebbe orgoglioso di te” disse solo uscendo.
“Non ho fatto nulla di speciale” sussurrò lei abbassando
gli occhi colmi di lacrime.
Nonostante il tempo passato, lei non riusciva ancora a
superare la perdita della prima persona a cui era importato davvero qualcosa di
lei.
“Tu sei speciale Anna, non dimenticarlo mai” disse con
serietà dirigendosi verso il calesse.
Lo fissò allontanarsi rapido verso il sentiero che
conduceva fuori dal Tetto Verde, mentre pensieri contrastanti affollavano la
sua mente.
Gilbert, rilassandosi, sospirò. Non immaginava che una
semplice chiacchierata con Anna Shirley potesse ridurlo così.
Cinque anni fa non era così difficile, mentre ora il solo
avvicinarsi gli faceva aumentare i battiti del cuore.
“E pensare che ho quasi venticinque anni…” borbottò
scuotendo la testa e scoppiando in un allegra risata.
Cercò di controllarsi, dopotutto era un dottore e non
poteva avere un aria così poco professionale.
Dopo essersi calmato un po’, decise di andare a trovare la
signora Allan, l’unica che l’avesse capito ed appoggiato, aiutandolo
incoraggiandolo a spiegare ai suoi genitori le ragioni della sua scelta.
Era lei che doveva ringraziare se era riuscito a diventare
dottore a tutti gli effetti.
In cinque anni di assenza, Avonlea non era cambiata un
granché, anche se qualche ragazzo che aveva lasciato il villaggio in cerca di
maggior fortuna nella città vicina.
Già la città attirava i giovani come i fiori attirano le
api. Anche lui in un primo momento era rimasto affascinato dalla novità di quel
luogo. Solo alcuni giorni dopo si era reso conto di quanto gli mancasse il
piccolo villaggio. In città si poteva trovare tutto, ma la pace ed i boschi di
Avonlea erano indimenticabili. E poi tutti i suoi amici abitavano ancora lì.
Appena terminata l’università aveva atteso con trepidazione
il suo primo incarico che, con suo sommo dispiacere, non era arrivato subito ed
aveva affiancato un medico di città, in attesa che si liberasse qualche posto.
Un mese dopo, il medico di Avonlea si era ritirato a vita privata deciso a
godersi il meritato riposo dopo aver svolto con passione ed impegno il suo
lavoro. Gilbert non era stato il primo candidato a quel posto, anche se le sue
referenze era invidiabile.
Il primo era rimasto inorridito alla sola idea di finire a
lavorare in un piccolo villaggio di provincia dimenticato piuttosto che in
città, la quale poteva offrire molto ad un giovane fresco di studi e pieno di
ambizioni. Anche Gilbert non era da meno, ma Avonlea era la sua casa e
l’offerta era molto vantaggiosa. Non aveva avuto esitazioni ed aveva accettato
subito quel posto.
Fermò il calesse vicino alla casa e scese con un agile
movimento.
“Ciao Gilbert” lo salutò cordiale la signora Allan dal
giardino.
Il ragazzo le si avvicinò con passo sicuro e sorrise.
Un bambino di poco più di un anno cercava di camminare
accanto alla madre.
“E’ bellissimo” riuscì a dire Gilbert sorridendo al
piccino.
“Si chiama Peter” gli rivelò lei con orgoglio materno.
Peter era un bel bambino grassottello e con i capelli color
cioccolato. La manine paffutelle tese, pronte a farsi abbracciare e coccolare.
Gilbert lo sollevò dolcemente ed il piccolo lo osservò con
attenzione, regalandogli poi un bel sorriso sdentato.
“Allora? Hai rivisto Anna?” domandò lei arrivando subito al
punto.
Gilbert sorrise: s’era aspettato una simile domanda da
parte sua.
Eccoci
qua con il quarto capitolo di questa fanfiction.
Ringrazio
Nisi Corvonero per il Beta Reading (Grazie Mitica!!) e:
Lu:
ciao cara! Grazie mille per le tue recensioni costanti, mi hai fatto arrossire
con quella del precedente capitolo, e non ti nascondo che mi ha fatto davvero
molto piacere. Aspetto un commentino anche per questo. Un bacione!!
Cate:
ciao cara! Lieta di averti incuriosito e grazie per i complimenti. Spero che mi
farai sapere anche in merito a questo chappy. Un bacione!!
Nisi
Corvonero: ciao carissima! E’ sempre un piacere leggere i tuoi commenti… Ti
ringrazio, per tutto e… attendo il tuo commento, come al solito. Un bacione!!
Ringrazio
anche i lettori anonimi, che potrebbero lasciare un commentino… Piccolo…
Al
prossimo capitolo. Ciao!!
Kirby
alias Luana80