Capitolo 2
SI.DO.RE.
Situazioni dolcemente impreviste.
Lalà volteggiava per la stanza reale, con
quel foglio di pergamena pregiata, da quando Hanna
aveva messo piede giù dal letto. Nemmeno seduta alla specchiera, mentre le
altre fatine la pettinavano, poteva avere tregua dall’incalzante lista
d’impegni che ogni mattina l’aspettava. Non che le prestasse la dovuta attenzione, ovviamente, ma la voce di Lalà con quel monotono tono non aiutava certo il suo
risveglio. Quanto invidiava Pao in quei momenti, che
ancora russava fra le coperte del loro letto con solo
la proboscide scoperta …
Hanna sbadigliò vistosamente
di fronte l’ennesima udienza del pomeriggio. Rimpiangeva spesso i bei momenti
passati con le sue mamme, anche se bastava guardare le loro
ex-fatine per capire che un pezzo di tutte le era accanto. Non era certo
così che si aspettava la sua vita da regina, ma doveva comportarsi a dovere per
avere il permesso di andare nel mondo umano e rivederle. Così le aveva detto il Supremo Consiglio e, come Eufonia le aveva spiegato,
non era saggio disobbedirgli.
Quel pensiero le
fece istintivamente scrutare i riflessi nello specchio in cerca dei visi a lei
familiari in quell’ora. Uno solo mancava all’appello. “Dov’è
Eufonia?” chiese incuriosita.
***
Si era
allontanato il più possibile per sfuggire dal suo regno e dai suoi impegni.
Purtroppo non era riuscito a lasciarsi alle spalle i suoi tormentati pensieri e
quei sentimenti così contrastanti nel cuore.
Era ritornato
nel mondo umano e aveva camminato senza meta, così tanto da non capire dove fosse quando aveva alzato gli occhi dal suolo. Era vicino
all’argine di un fiume e ormai il cielo che vi si rifletteva era tinto
d’arancio. Senza accorgersene, ormai si era fatta sera e a giudicare dai
ragazzi in divisa che coloravano le strade le lezioni erano terminate.
I gruppetti che
gli passavano accanto avevano espressioni davvero spensierate, mentre lui …
Gli sarebbe
piaciuto poter essere allegro come quegli umani, ma lui aveva
il bene di un regno sulle spalle. Smise di seguire con lo sguardo quei ragazzi
che l’avevano ormai sorpassato. Girò la testa, sospirando distrattamente, e si
sorprese nel trovare una figura che lo scrutava. Mai si sarebbe aspettato di
vedersi davanti quella ragazza che, un po’ smarrita, lo fissava incredula.
“Akatsuki?” chiese, bofonchiando e generando in lui ulteriore stupore. Conosceva
il suo nome?
La squadrò per
identificarla. Provava una strana familiarità di fronte quella voce e a quei
capelli rossi, eppure non riusciva a capire chi fosse.
Lei invece parve avere conferma dalla sua mutata espressione.
“Akatsuki sei tu!” un radioso sorriso si dipinse sulle sue
labbra e all’improvviso quasi qualcosa in lui si fosse scosso, comprese. “Doremi?” domandò smarrito. Lei annuì radiosa e come fosse una malattia contagiosa il mago arricciò le labbra in
un’espressione contenta. “Doremi, sei proprio tu!”
La ragazza gli corse incontro, fermandosi a pochi centimetri di
distanza da lui. “Quanto tempo è passato. Sono così contenta di rivederti!”
Bizzarro come il
suo desiderio, quello che per tutto il giorno aveva sentito nel cuore, si era
avverato. Era di fronte a un suo vecchio e caro amico,
forse quello che meno si aspettava di rivedere!
“Sei cresciuta!
A stento non ti riconoscevo.” Le
sorrise ancora e sinceramente, riconoscente per averlo distolto dai suoi
problemi. “È bello esserci incontrati così!”
“Ho così tante
cose da chiederti!” le brillarono gli occhi prima di prendere fiato ed
elencarle. “Dimmi, come va nel regno della magia? Gli altri Flat4 stanno bene? Alexander? E tuo padre il re?”
Akatsuki cercò di nascondere i pensieri tristi
che questi nomi gli rammentavano. “Calmati! Non posso rispondere a tutte insieme.” Cercò di sviarla dal discorso o per lo
meno ritardare le informazioni che avrebbe dovuto dare. Era comprensibile
volesse sapere tutto quello che era successo in quegli anni, ma forse non era
il caso di dirgli la verità …
“Scusami.” Si grattò la testa imbarazzata, consapevole
del troppo entusiasmo che aveva dimostrato. “È
solo che …” un terribile rumore fece calare un improvviso silenzio fra i
due.
Doremi si era fatta rossa in viso, portando le
braccia allo stomaco quasi a volerlo nascondere. Akatsuki
la guardava stupito, mentre lei si contorceva per la vergogna. “Che imbarazzo!” esclamò, distogliendo lo sguardo dagli occhi
increduli del mago. “Sono la ragazza più sfortunata del mondo!” si lamentò
ancora.
Akatsuki scoppiò a ridere, uccidendo il poco
d’autostima che le era rimasta. “Sarai cresciuta, ma sei sempre la Doremi che conosco!” le accarezzò affettuosamente la testa,
cercando di voltarla verso di lui.
“Se hai fame
posso rispondere alle tue domande, mentre ordini qualcosa.”
Non aveva voglia di stare da solo, inoltre da sempre quella ragazza
aveva la capacità di rasserenarlo. Si era deciso: avrebbe cercato di
ritardare i saluti il più possibile …
***
L’imponente
struttura si ergeva immensa davanti ai suoi occhi. Si chiese come fosse
possibile che nel regno della magia simili rovine fossero sconosciute ai più.
Le due eleganti figure l’avevano condotta fra quelle nebbie ancestrali
e lei le aveva seguite senza troppi indugi. Era suo dovere farlo, a prescindere
dai rischi in cui era possibile incorrere. Si strinse alle altre due streghe
durante l’attraversata, per evitare di perdersi fra quella fitta foschia. Parve
interminabile il tempo che occorse per uscirne e, quando accadde, una
meravigliosa parete d’alabastro risplendette alla luce del tramonto, quasi
accecandola.
In tutto il suo
splendore, il poco che restava degli antichi miti e delle verità celate nelle
favole della sera, si stagliava davanti a lei con prepotenza.
Riuscì a
pronunciare solo qualche parola, ad occhi sbarrati: “La perduta Avalon …”
Entrambe le
figure si volsero in quel frangente.
“Ti abbiamo reso
partecipe del segreto che da secoli ci tramandiamo …” la strega si tolse il
cappuccio, liberando la lunga chioma dorata. “…di regnante in regnante!”
L’altra la seguì
nei medesimi gesti. “Benvenuta nella città in cui un tempo magia e spada
servivano onore e valori. Dove maghi, streghe e umani vivevano in pace.”
Eufonia fissò
quei bei volti per un po’, ancora scossa per quelle rivelazioni, poi riuscì a chiedere quello che desiderava. “Majo Tourbillon. Jou-sama. Cosa desiderate mostrarmi, veramente?”
Non potevano
averla condotta lì senza motivo … Non dopo tutti i discorsi fatti in
precedenza!
Le passate
regine si scambiarono uno sguardo d’intesa. Poi, le dita affusolate di
Tourbillon si protesero verso Eufonia, quasi ad invitarla. “Seguici, Majo Rika!”
***
Si era
allontanata un attimo per avvertire casa del ritardo. Stava
chiacchierando animatamente al cellulare, mentre lui, seduto al caffè, scorreva
la lista dei dolci. Ogni tanto alzava gli occhi per guardarla gesticolare: era
davvero buffa come ricordava!
Gli sfuggì un altro sorriso e se ne stupì. Era stata di certo la sua
fortuna averla incontrata, ma soprattutto che lei l’avesse
riconosciuto. Gli aveva fatto piacere essere accolto a quel modo, con
quel calore così umano che le apparteneva. Era così assorto nelle sue riflessioni,
che si rese conto del suo ritorno solo quando gli si
sedette di fronte e afferrò l’altro listino sul tavolo. “Accidenti che fame!”
esclamò, adorante mentre leggeva.
Akatsuki richiuse e appoggiò sul tavolo il foglio
che teneva in mano. “Scegli quello che vuoi, mi raccomando.”
L’esortò.
“Davvero?” lo
sguardo le brillò.
“Certo, ti ho promesso avrei offerto io.” Le sorrise calorosamente.
Quella sua gentilezza era quasi un modo per sdebitarsi, per ripagarla del tempo
che gli dedicava. Inoltre, più lei sorrideva, più i suoi brutti pensieri si accantonavano.
“Sei troppo gentile!” rispose allegra. Poi riportò gli occhi
sui dolci. “Sai, molte di queste torte ce le ha
insegnate a fare Mindy …” Un velo malinconico ne
ricoprì le iridi e questo disturbò il mago. “Sia lei che Lullaby
sono in America adesso, ma anche con Sinfony e Melody è un problema
vedersi, purtroppo.” Nella sua voce percepì un certo tremore, mentre gli
raccontava dei cambiamenti avvenuti in quegli anni e scoprì che non era il solo
ad essere malinconico in fondo al cuore. Si sgridò mentalmente per essere stato
tanto insensibile da averla “usata” per distrarsi. “Mi dispiace.” Le sussurrò.
“Non devi!” e di
nuovo quel bel sorriso le illuminò il volto. “Proprio quando ero triste e
pensavo alle mie amiche ti ho incontrato … Non sai quanto ne sono stata
contenta!”
Akatsuki la fissò, finendo per regalarle
un’espressione piena di gratitudine. “Sai, anche io ti ho incontrato proprio
quando mi sentivo solo …”
***
Hanna era caduta addormentata dopo un’altra e
faticosa giornata da regnante. Lei e Pao erano teneramente abbracciate, mentre Lalà
dava la meritata buonanotte alle altre fatine. L’assenza di Eufonia
l’aveva costretta a farsi carico anche dei suoi compiti, lavorando per due. Era
più stanca del solito, ma non poteva addormentarsi prima di averci parlato. Da
tutto il giorno l’aspettava pazientemente, ansiosa come non mai.
Accarezzò
amorevolmente Hanna con lo sguardo. Come poteva il
Consiglio imporre una cosa del genere? Del resto era ancora una bambina! Non
era forse per questo che avevano convocato Eufonia in
quanto sua tutrice e non lei direttamente?
Dovette fare un
respiro profondo per calmare la rabbia. Oggi era riuscita ad arginare la sua
valanga di domande, ma Hanna era sensibile: sapeva
facilmente percepire le bugie. Non sarebbero riuscite a tenerla all’oscuro per
molto, inoltre, né a lei né alla sua strega, piaceva
mentirle.
Si raggomitolò
pensierosa, fissando la porta chiusa. Se Eufonia
avesse eccessivamente tardato sarebbe andata a cercarla. Non le piaceva quando
si separavano troppo a lungo…
La serratura
scattò e la porta si schiuse, destando il suo immediato interesse. La fata concluse che evidentemente si preoccupava sempre
troppo e per niente.
“Eufonia?” la
chiamò, quando vide che indugiava ad entrare.
“Lalà, non fare rumore o sveglierai qualcuno!” quel
bisbiglio le rammentò una voce conosciuta. Un ronzio sottile, simile al suo
quando volava, si avvicinò nell’oscurità della stanza. Il volto dell’intrusa,
ormai vicina, fu rischiarato dalla luna ben visibile dalla finestra, rivelandone
l’identità.
“Baba? Cosa ci fai qui?”
* continua *
Eccomi qui, con
il nuovo capitolo! Chiedo scusa per l’attesa, ma gli esami sono sempre in agguato.ç_ç
Mi auguro che
questo nuovo tassello di storia vi sia gradito, o che almeno lo riteniate
decente.
Spero mi farete
sapere cosa ne pensate. ^^
Approfitto anche
per ringraziare tutti i lettori e chi fra loro mi ha
recensito.
Un caloroso
saluto a tutti! KissKiss KiraKira90