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Autore: KiraKira90    31/05/2011    2 recensioni
Il tempo passa inesorabile per tutti, indipendentemente dal mondo cui si appartiene ed il cambiamento è inesorabile. Proprio quando ci si è allontanati troppo dal passato si finisce per sbatterci contro: destino o magia? Una nuova avventura attende le ex-apprendiste che non più bambine si ritroveranno catapultate in una nuova avventura, forse più complicata delle altre.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Doremi Harukaze, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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SI.DO.RE.

 

Capitolo 2

SI.DO.RE.  

Situazioni dolcemente impreviste.

 

Lalà volteggiava per la stanza reale, con quel foglio di pergamena pregiata, da quando Hanna aveva messo piede giù dal letto. Nemmeno seduta alla specchiera, mentre le altre fatine la pettinavano, poteva avere tregua dall’incalzante lista d’impegni che ogni mattina l’aspettava. Non che le prestasse la dovuta attenzione, ovviamente, ma la voce di Lalà con quel monotono tono non aiutava certo il suo risveglio. Quanto invidiava Pao in quei momenti, che ancora russava fra le coperte del loro letto con solo la proboscide scoperta …

Hanna sbadigliò vistosamente di fronte l’ennesima udienza del pomeriggio. Rimpiangeva spesso i bei momenti passati con le sue mamme, anche se bastava guardare le loro ex-fatine per capire che un pezzo di tutte le era accanto. Non era certo così che si aspettava la sua vita da regina, ma doveva comportarsi a dovere per avere il permesso di andare nel mondo umano e rivederle. Così le aveva detto il Supremo Consiglio e, come Eufonia le aveva spiegato, non era saggio disobbedirgli.

Quel pensiero le fece istintivamente scrutare i riflessi nello specchio in cerca dei visi a lei familiari in quell’ora. Uno solo mancava all’appello. “Dov’è Eufonia?” chiese incuriosita.

 

***

 

Si era allontanato il più possibile per sfuggire dal suo regno e dai suoi impegni. Purtroppo non era riuscito a lasciarsi alle spalle i suoi tormentati pensieri e quei sentimenti così contrastanti nel cuore.

Era ritornato nel mondo umano e aveva camminato senza meta, così tanto da non capire dove fosse quando aveva alzato gli occhi dal suolo. Era vicino all’argine di un fiume e ormai il cielo che vi si rifletteva era tinto d’arancio. Senza accorgersene, ormai si era fatta sera e a giudicare dai ragazzi in divisa che coloravano le strade le lezioni erano terminate.

I gruppetti che gli passavano accanto avevano espressioni davvero spensierate, mentre lui …

Gli sarebbe piaciuto poter essere allegro come quegli umani, ma lui aveva il bene di un regno sulle spalle. Smise di seguire con lo sguardo quei ragazzi che l’avevano ormai sorpassato. Girò la testa, sospirando distrattamente, e si sorprese nel trovare una figura che lo scrutava. Mai si sarebbe aspettato di vedersi davanti quella ragazza che, un po’ smarrita, lo fissava incredula.

Akatsuki?” chiese, bofonchiando e generando in lui ulteriore stupore. Conosceva il suo nome?

La squadrò per identificarla. Provava una strana familiarità di fronte quella voce e a quei capelli rossi, eppure non riusciva a capire chi fosse. Lei invece parve avere conferma dalla sua mutata espressione.

Akatsuki sei tu!” un radioso sorriso si dipinse sulle sue labbra e all’improvviso quasi qualcosa in lui si fosse scosso, comprese. “Doremi?” domandò smarrito. Lei annuì radiosa e come fosse una malattia contagiosa il mago arricciò le labbra in un’espressione contenta. “Doremi, sei proprio tu!”

La ragazza gli corse incontro, fermandosi a pochi centimetri di distanza da lui. “Quanto tempo è passato. Sono così contenta di rivederti!”

Bizzarro come il suo desiderio, quello che per tutto il giorno aveva sentito nel cuore, si era avverato. Era di fronte a un suo vecchio e caro amico, forse quello che meno si aspettava di rivedere!

“Sei cresciuta! A stento non ti riconoscevo. Le sorrise ancora e sinceramente, riconoscente per averlo distolto dai suoi problemi. “È bello esserci incontrati così!”

“Ho così tante cose da chiederti!” le brillarono gli occhi prima di prendere fiato ed elencarle. “Dimmi, come va nel regno della magia? Gli altri Flat4 stanno bene? Alexander? E tuo padre il re?”

Akatsuki cercò di nascondere i pensieri tristi che questi nomi gli rammentavano. “Calmati! Non posso rispondere a tutte insieme.” Cercò di sviarla dal discorso o per lo meno ritardare le informazioni che avrebbe dovuto dare. Era comprensibile volesse sapere tutto quello che era successo in quegli anni, ma forse non era il caso di dirgli la verità …

“Scusami.”  Si grattò la testa imbarazzata, consapevole del troppo entusiasmo che aveva dimostrato. “È  solo che …” un terribile rumore fece calare un improvviso silenzio fra i due.

Doremi si era fatta rossa in viso, portando le braccia allo stomaco quasi a volerlo nascondere. Akatsuki la guardava stupito, mentre lei si contorceva per la vergogna. “Che imbarazzo!” esclamò, distogliendo lo sguardo dagli occhi increduli del mago. “Sono la ragazza più sfortunata del mondo!” si lamentò ancora.

Akatsuki scoppiò a ridere, uccidendo il poco d’autostima che le era rimasta. “Sarai cresciuta, ma sei sempre la Doremi che conosco!” le accarezzò affettuosamente la testa, cercando di voltarla verso di lui.

“Se hai fame posso rispondere alle tue domande, mentre ordini qualcosa.

Non aveva voglia di stare da solo, inoltre da sempre quella ragazza aveva la capacità di rasserenarlo. Si era deciso: avrebbe cercato di ritardare i saluti il più possibile …

 

***

 

L’imponente struttura si ergeva immensa davanti ai suoi occhi. Si chiese come fosse possibile che nel regno della magia simili rovine fossero sconosciute ai più. Le due eleganti figure l’avevano condotta fra quelle nebbie ancestrali e lei le aveva seguite senza troppi indugi. Era suo dovere farlo, a prescindere dai rischi in cui era possibile incorrere. Si strinse alle altre due streghe durante l’attraversata, per evitare di perdersi fra quella fitta foschia. Parve interminabile il tempo che occorse per uscirne e, quando accadde, una meravigliosa parete d’alabastro risplendette alla luce del tramonto, quasi accecandola.

In tutto il suo splendore, il poco che restava degli antichi miti e delle verità celate nelle favole della sera, si stagliava davanti a lei con prepotenza.

Riuscì a pronunciare solo qualche parola, ad occhi sbarrati: “La perduta Avalon …”

Entrambe le figure si volsero in quel frangente.

“Ti abbiamo reso partecipe del segreto che da secoli ci tramandiamo …” la strega si tolse il cappuccio, liberando la lunga chioma dorata. “…di regnante in regnante!”

L’altra la seguì nei medesimi gesti. “Benvenuta nella città in cui un tempo magia e spada servivano onore e valori. Dove maghi, streghe e umani vivevano in pace.

Eufonia fissò quei bei volti per un po’, ancora scossa per quelle rivelazioni, poi riuscì a chiedere quello che desiderava. “Majo Tourbillon. Jou-sama. Cosa desiderate mostrarmi, veramente?”

Non potevano averla condotta lì senza motivo … Non dopo tutti i discorsi fatti in precedenza!

Le passate regine si scambiarono uno sguardo d’intesa. Poi, le dita affusolate di Tourbillon si protesero verso Eufonia, quasi ad invitarla. “Seguici, Majo Rika!”

 

***

 

Si era allontanata un attimo per avvertire casa del ritardo. Stava chiacchierando animatamente al cellulare, mentre lui, seduto al caffè, scorreva la lista dei dolci. Ogni tanto alzava gli occhi per guardarla gesticolare: era davvero buffa come ricordava!

Gli sfuggì un altro sorriso e se ne stupì. Era stata di certo la sua fortuna averla incontrata, ma soprattutto che lei l’avesse riconosciuto. Gli aveva fatto piacere essere accolto a quel modo, con quel calore così umano che le apparteneva. Era così assorto nelle sue riflessioni, che si rese conto del suo ritorno solo quando gli si sedette di fronte e afferrò l’altro listino sul tavolo. “Accidenti che fame!” esclamò, adorante mentre leggeva.

Akatsuki richiuse e appoggiò sul tavolo il foglio che teneva in mano. “Scegli quello che vuoi, mi raccomando.” L’esortò.

“Davvero?” lo sguardo le brillò.

“Certo, ti ho promesso avrei offerto io.” Le sorrise calorosamente. Quella sua gentilezza era quasi un modo per sdebitarsi, per ripagarla del tempo che gli dedicava. Inoltre, più lei sorrideva, più i suoi brutti pensieri si accantonavano.

Sei troppo gentile!” rispose allegra. Poi riportò gli occhi sui dolci. “Sai, molte di queste torte ce le ha insegnate a fare Mindy …” Un velo malinconico ne ricoprì le iridi e questo disturbò il mago. “Sia lei che Lullaby sono in America adesso, ma anche con Sinfony e Melody è un problema vedersi, purtroppo.” Nella sua voce percepì un certo tremore, mentre gli raccontava dei cambiamenti avvenuti in quegli anni e scoprì che non era il solo ad essere malinconico in fondo al cuore. Si sgridò mentalmente per essere stato tanto insensibile da averla “usata” per distrarsi. “Mi dispiace. Le sussurrò.

“Non devi!” e di nuovo quel bel sorriso le illuminò il volto. “Proprio quando ero triste e pensavo alle mie amiche ti ho incontrato … Non sai quanto ne sono stata contenta!”

Akatsuki la fissò, finendo per regalarle un’espressione piena di gratitudine. “Sai, anche io ti ho incontrato proprio quando mi sentivo solo …”

 

***

 

Hanna era caduta addormentata dopo un’altra e faticosa giornata da regnante. Lei e Pao erano teneramente abbracciate, mentre Lalà dava la meritata buonanotte alle altre fatine. L’assenza di Eufonia l’aveva costretta a farsi carico anche dei suoi compiti, lavorando per due. Era più stanca del solito, ma non poteva addormentarsi prima di averci parlato. Da tutto il giorno l’aspettava pazientemente, ansiosa come non mai.

Accarezzò amorevolmente Hanna con lo sguardo. Come poteva il Consiglio imporre una cosa del genere? Del resto era ancora una bambina! Non era forse per questo che avevano convocato Eufonia in quanto sua tutrice e non lei direttamente?

Dovette fare un respiro profondo per calmare la rabbia. Oggi era riuscita ad arginare la sua valanga di domande, ma Hanna era sensibile: sapeva facilmente percepire le bugie. Non sarebbero riuscite a tenerla all’oscuro per molto, inoltre, né a lei né alla sua strega, piaceva mentirle.

Si raggomitolò pensierosa, fissando la porta chiusa. Se Eufonia avesse eccessivamente tardato sarebbe andata a cercarla. Non le piaceva quando si separavano troppo a lungo…

La serratura scattò e la porta si schiuse, destando il suo immediato interesse. La fata concluse che evidentemente si preoccupava sempre troppo e per niente.

“Eufonia?” la chiamò, quando vide che indugiava ad entrare.

Lalà, non fare rumore o sveglierai qualcuno!” quel bisbiglio le rammentò una voce conosciuta. Un ronzio sottile, simile al suo quando volava, si avvicinò nell’oscurità della stanza. Il volto dell’intrusa, ormai vicina, fu rischiarato dalla luna ben visibile dalla finestra, rivelandone l’identità.

Baba? Cosa ci fai qui?”

 

* continua *

 

 

Eccomi qui, con il nuovo capitolo! Chiedo scusa per l’attesa, ma gli esami sono sempre in agguato.ç_ç

Mi auguro che questo nuovo tassello di storia vi sia gradito, o che almeno lo riteniate decente.

Spero mi farete sapere cosa ne pensate. ^^

Approfitto anche per ringraziare tutti i lettori e chi fra loro mi ha recensito.

Un caloroso saluto a tutti! KissKiss KiraKira90

 

 

   
 
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