Anime & Manga > Utena
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Autore: Anna Veronica    31/05/2011    1 recensioni
Questa Fan Fiction è il mio primo esperimento, cioè prima di pensare ad un finale o sviluppo alternativo di Utena la mia mente aveva fantasticato su molte altre serie ma questa mi ha preso in una tale maniera che non ho potuto non metterla per iscritto.
Questa FF può essere considerata sia una OOC che una AU, tratta del rapporto tra Wakaba e Saionij. I personaggi sono stati completamente stravolti sia per quanto riguarda l'anime che il manga, la scuola potrebbe apparire simila ma viene privata di tutte le "stanezze" che la Saito ci aveva abituato. Utena è insieme a Touga ma per sapere come si svilupperà la loro storia dovrete attendere un'altra FF...
Buona lettura e siate clementi con i commenti.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno dopo Saionji si recò a scuola molto presto, sapeva che sarebbero usciti i risultati, andò davanti alla bacheca del pian terreno, dove già s'era riunita un numero consistente di alunni, e cominciò a scrutarla. Sapeva che il test era andato bene ma non si aspettava di certo di trovarsi al secondo posto, quando lo vide si sentì estremamente soddisfatto un pò come quando vinceva un duello a kendo. Ad un tratto sentì delle voci provenire dall'entrata, insieme a lui tutti i ragazzi della scuola erano girati verso il punto da dove venivano quei rumori.
All'inizio non riuscì a capire di che cosa si trattava poi intravide la chioma rosa di Utena ma di fianco a lei... Non poteva essere... Wakaba aveva sciolto i capelli, delle onde voluminose color nocciola le cadevano delicatamente sulle spalle, quel particolare la rendeva diversissima dal suo solito, tutti quanti erano estasiati. Ora non era solo Utena a focalizzare l'attenzione ma anche Wakaba, vedendola arrivare le ragazze cominciarono a fare dei gridolini e appena raggiunsero la ragazza la inondarono di complimenti.
Saionji era allibito, che cosa voleva dimostrare con quel gesto? La rabbia cominciò a pervaderlo come se fosse un vulcano sul punto di esplodere anche se non sapeva bene come spiegare il motivo di tanta agitazione, prese la borsa e si diresse velocemente verso il bagno dei maschi.
Touga stava entrando nell'atrio della scuola quando vide l'amico dirigersi a passo svelto verso il bagno, notando la sua espressione currucciata lo seguì. - Hei che succede?- disse quando riuscì a raggiungere l'amico.- Lasciamo perdere non è giornata.- sibilò l'altro senza nemmeno voltarsi e poggiano le mani su un lavandino. - Riguarda Wakaba?- come se quelle fossero state delle parole magiche Saionji di scattò prese Touga per il colletto della giacca e sbattendolo contro il muro lo alzò da terra, quasi come se stesse ringhiando gli disse:- Non hai capito l'antifona?!- e lo mise giù di colpo. - Datti una calmata, sei proprio l'ultimo che dovrebbe incazzarsi in questo momento.- Touga aspettandosi un pugno dall'amico si mise una mano davanti al viso, ma vedendo che questo non reagiva si alzò e gli si avvicinò, Saionji sentì la sua presenza avvicinarsi e tirando un profondo sospiro disse: - Dico ma l'hai vista? Un giorno dice che mi ama e quello dopo si presenta così a scuola.-
- Che cosa ti aspettavi scusa? -
- Non ne ho la più pallida idea.-
Detto questo uscì sbattendo la porta, quando fu nel corridoio si accorse che stavano tutti entrando nelle rispettive classi, accellerò il passo per non fare tardi ma ad un tratto si trovò di fronte proprio Wakaba e Utena, la prima aveva lo sguardo vuoto, mentre la seconda lo squadrava da capo a piedi, se non ci fosse stato nessuno gliele avrebbe suonate di santa ragione.
Rimasero lì fermi in mezzo a tutti gli altri per qualche secondo, poi Utena tagliò corto dicendo: - Andiamo Wakaba o faremo tardi.- e prendendo per mano l'amica la trascinò via, Saionji osservò le due ragazze andarsene, mentre Wakaba non lo aveva nemmeno degnato di uno sguardo, nemmeno quando aveva dovuto passargli accanto, aveva sempre mantenuto lo sguardo basso.
Da quel giorno i due non si scambiarono più nemmeno un saluto, Wakaba rimaneva a scuola sempre più a lungo, e non rientrava mai al dormitorio prima del tramonto, questo fece preoccupare non poco Utena che decise allora di fare qualcosa, dopo qualche insistenza le aveva confidato quello che era successo e questo l'aveva letteralemente mandata su tutte le furie.
Intanto era passato una settimana da quando Wakaba aveva cominciato a portare i capelli lunghi, non ci era voluto molto perchè una flotta di ammiratori e qualche ragazzo più grande cominciasse a ronzargli intorno anche perchè ormai non mancava più molto al ballo di primavera, ma lei puntualmente dava il ben servito a tutti, e la scusa per eccellenza era... il tennis. Si allenava sempre più assiduamente, ma oltre a questo sembrava volersi distaccare completamente da tutto a da tutti.
Utena decise così di andare un pomeriggio al dormitorio maschile, sapeva che la stanza di Saionji era quella antistante quella di Touga, quel giorno non avevano l'allenamento di kendo ed era certa che l'avrebbe trovato lì.
Quando vide comparire sulla soglia della sua camera Utena a Saionji comparve un' espressione currucciata sul viso. - che vuoi?- disse cercando di essere il più indifferente possibile.- Non fare il finto tonto con me, mi fai entrare o vuoi che lo sappiano tutti?- detto questo il ragazzo la fece passare. Appena la porta si chiuse Saionji sentì arrivargli un pugno che lo colpì in pieno, cadde all'indietro e quando si rese conto di cosa gli era successo tentò di obiettare dicendo: - Ma che caz...- ma la ragazza gli urlò contro: - Stai zitto, abbi almeno la decenza di stare zitto. Comunque questo è da parte di Wakaba, visto che non avrebbe mai potuto farti una cosa del genere ci ho pensato io.-
Intanto il ragazzo si era alzato, la guancia gli doleva terribilmente e già cominciava ad arrossarsi: - Che cos'è solidarietà femminile?- ma Utena gli lanciò un'altra occhiataccia che subito lo zittì.
-Pensi di continuare così per tutto l'anno? Non credi di dovergli delle scuse?- sapeva che la ragazza aveva ragione, ma nonostante questo indossò quella maschera che tutti credevano essere la sua personalità, quella del bastardo senza cuore e in modo arrogante le rispose:- Forse dovrebbe essere lei a chiedermi scusa, non credi?!- quella provocazione fu subito raccolta dalla ragazza che gli si avventò contro e prendendolo per il collo della maglietta gli disse: - Sentimi bene, falle ancora del male e io giuro che non potrai più praticare il kendo, nemmeno quello per disabili è chiaro? E se non si riprenderà, dopo quello che è successo, diventerò il tuo peggiore incubo.- e lo scaraventò a terra, ripresa la borsa che era caduta a terra se ne uscì dalla stanza sbattendo tutte le porte che trovò nel suo cammino.

  
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