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Autore: Anna Veronica    31/05/2011    1 recensioni
Questa Fan Fiction è il mio primo esperimento, cioè prima di pensare ad un finale o sviluppo alternativo di Utena la mia mente aveva fantasticato su molte altre serie ma questa mi ha preso in una tale maniera che non ho potuto non metterla per iscritto.
Questa FF può essere considerata sia una OOC che una AU, tratta del rapporto tra Wakaba e Saionij. I personaggi sono stati completamente stravolti sia per quanto riguarda l'anime che il manga, la scuola potrebbe apparire simila ma viene privata di tutte le "stanezze" che la Saito ci aveva abituato. Utena è insieme a Touga ma per sapere come si svilupperà la loro storia dovrete attendere un'altra FF...
Buona lettura e siate clementi con i commenti.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Utena cercò l'amica per tutta la sera ma non la trovò, avrebbe voluto andare da Saionji e ucciderlo con le sue stesse mani se non ci fosse stato Touga che la fermava e la calmava ogni cinque secondi.
Quella sera avrebbe dovuto essere la serata più romantica del mondo, invece si era rivelata un disastro, soprattutto per Wakaba che lei aveva praticamente costretto a venire e per questo si sentiva tremendamente in colpa. Quando fu ora di rientrare nei rispettivi dormitori Utena convinse Touga ad andare con lei per carcare Wakaba che non era rientrata in camera.
La pioggia scendeva copiosa e a volte comparivano dei lampi, finalmente dopo ore di girovagare senza senso Utena vide l'amica seduta su una panchina, aveva le guancie arrossate, era completamente fradicia e gli occhi sembravano fissare un punto nel vuoto.
- Ma che ci fai qui con questo tempo?- disse avvicinandosi a lei e coprendola con l'ombrello, l'amica alzò lievemente la testa e disse:- sai quel'è la cosa bella della pioggia? È che non si vedono le lacrime scendere.- e svenne. Subito Utena la prese in braccio e la portò all'ospedale, le fu diagnosticata una polmonite, rimase ricoverata per alcuni giorni e poi tornò al dormitorio come se niente fosse successo.
Questa volta fu Touga a prendere in mano la situazione, bisognava fare assolutamente qualcosa.
Qualche giorno dopo, alla palestra di kendo i due ragazzi si stavano allenando come loro solito, quando tutti se ne andarono e lui Saionji rimasero soli gli disse: - Come mai non sei andato a trovarla?- ma l'amico rimase in silenzio.
A quel punto la rabbia di Touga esplose come un fiume in piena: - Ma che cavolo hai in testa si può sapere? Lei ti ama, e tu per quanto sia orgoglioso e testardo non potrai farle pagare in eterno l'errore che ha commesso, hai visto come si è ridotta, possibile che non provi un minimo di compassione?-
Ma l'altro rimaneva sempre in silenzio:- Anni fa non ti avrei mai fatto questo discorso, tutto era facile e ci divertivamo nel vivere ogni cosa alla giornata, ma quella non era vita... -
Prese le spalle del ragazzo dai capelli verdi e con tono rammaricato gli disse: - il Saionji di cui sono amico sapeva quando arrendersi, ti prego, te lo chiedo come amico, arrenditi all'evidenza che provi qualcosa per lei.- a quel punto Saionji alzò lo sguardo e puntò gli occhi diritii verso quelli di Touga. Per la prima volta in ormai 13 anni che si conoscevano Touga vide il panico negli occhi dell'amico, nemmeno quando questi aveva perso i genitori aveva visto quell'espressione, così lo attirò a se e lo abbracciò dicendogli:- é normale avere paura!- ma l'altro lo respinse in malo modo e sbuffando se ne andò.
Tornato al dormitorio Touga trovò Utena che lo aspettava davanti all'entrata:
- ci hai parlato? - chiese la ragazza curiosa.
- Si.- disse lui laconico.
- Qualche risultato?-
- é terrorizzato, forse ci vorrà un pò ma tiene a Wakaba più di quanto voglia ammettere di questo ne sono sicuro.-
- Può provare quello che vuole, l'importante è che non la faccia soffrire ancora.-
- Bè questo sarà impossibile, comunque come sta?-
- meglio, domani dovrebbe tornare a frequentare le lezioni, tu tieni buono il tuo amichetto ok?!- e detto questo gli diede un bacio veloce sulla guancia, ma Touga la trattenne per un braccio e la trascinò con se in stanza, mentre la ragazza tentava una debole resistenza con il sorriso sulle labbra, da quella camera uscì solo poco prima della cena.
Intanto nel dormitorio femminile Wakaba stava mettendo nell'armadio i pochi indumenti che aveva usato durante il suo breve soggiorno all'ospedale. Ripensando a tutto quello che era successo le veniva ancora una voglia matta di piangere, non capiva come facesse prima di allora a sorridere sempre, ora tutto questo le sembrava impossibile.
Nemmeno un mese prima credeva che l'amore fosse una gioia immensa, che un giorno anche lei avrebbe avuto il piacere di provarlo per qualcuno e che questo qualcuno l'avrebbe ricambiata con passione e dolcezza, adesso però doveva fare i conti con il lato peggiore dell'amore quello che ti fa soffrire ogni volta che guardi allo specchio il tuo riflesso e quello che ti fa comparire le giornate senza senso.
Ora come ora non le importava più dell'università e nemmeno del tennis, tutti quei progetti che le avevano affollato la mente svanivano e lasciavano posto ad un'unica immagine, quella di Saionji. Era un'immagine che le faceva male, perchè per quanto si sforzasse, le venivano in mente solo quei momenti terribili in cui lui si era preso gioco di lei, oppure l'aveva umiliata dopo aver scoperto che era lei la ragazza che lo aveva salvato, ma forse era proprio quel lato oscuro e diabolico del ragazzo che glielo faceva desiderare così tanto.
Quando era stata male lui non si era mai fatto vivo, anche se ogni volta che stringeva la mano a qualcuno sperava che fosse la sua, come era riuscito a disarmarla in quel modo? Ma nonostante tutto non riusciva a trovare la forza per reagire, per farsi valere, era come se non ne fosse capace. L'unico atto di ribellione che era riuscita ad esprimere era stato cambiare leggermente il suo look (portando i capelli sciolti), ma questo non l'aveva portata da nessuna parte, anzi si, in un letto d'ospedale con 40 di febbre.

  
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