Epilogo. Thankful
I’ll keep a part of you in me,
and everywhere I am, there you’ll be.
{There
You’ll Be, Faith Hill}
La sveglia suonò alle sette del mattino, come sempre. Adia
la spense con un colpo secco e si rigirò tra le coperte, mugugnando per
rivendicare il proprio diritto a dormire un po’ di più. Almeno il giorno di
Natale, che cavolo! Bobby si svegliò a sua volta, e immediatamente allungò le
mani per tirarsela vicina e salutarla nel modo che più amava. Strofinandosi lentamente
contro di lei, le baciò il collo, incontrando il suo disappunto. “Bobby, sono
le sette del mattino” bisbigliò la donna. “Io non sono ancora sveglia, e tu hai voglia di fare sesso? Com’è
possibile?” gli domandò, girandosi sulla schiena per riuscire a guardarlo negli
occhi.
“Ho
sposato una donna bellissima che non ha perso il proprio fascino. Ehi, è il
giorno di Natale. Un po’ di sano sesso mattutino me lo potresti anche concedere”
aggiunse, spostandosi per riuscire a sovrastarla.
“Sai
che lo farei molto volentieri, se solo non ci fossero tre teppisti in miniatura
pronti a saltare sul letto appena svegli. Conoscendoli, credo che tra meno di
cinque minuti saranno qui.”
“Lo
sapevo, dovevamo abbandonarli davanti alla porta della chiesa appena nati”
commentò lui con un sorriso, tornando a distendersi.
Adia
rise, poi lo colpì amichevolmente sul braccio. “Ehi, sono i nostri figli! A proposito
di Natale, posso darti subito il mio regalo?”
“Spero
che consista in una lunga giornata da passare da soli, io e te.”
“Beh,
io…” iniziò lei, un attimo prima che la porta si spalancasse, lasciando che tre
bambini scalmanati invadessero la stanza. Jack, di nove anni, Samuel, di sette,
e Chris, di sei, saltarono immediatamente sul letto dei genitori, brandendo
ciascuno una maglietta. “Mamma, papà, abbiamo trovato questi sopra il letto,
quando ci siamo svegliati, e li abbiamo aperti subito, perché…” iniziò Samuel,
il più logorroico dei tre.
“Erano
sul letto, e c’era scritto di aprirli subito, e…” continuò Chris.
“Ma
come faceva Babbo Natale a sapere la misura delle magliette?” domandò Jack.
Bobby alzò le mani in segno di resa. “Ehi, ragazzi, ragazzi! Uno alla volta. Fa’ vedere, Jackie.”
Il figlio maggiore gli porse la maglietta. Bobby la spiegò davanti ai propri occhi, e dopo averla osservata per bene scoppiò a ridere. “Direi che mamma Natale ha avuto una bellissima idea…” osservò, restituendo la maglia al figlioletto.
Adia sorrise, porgendogli un pacchetto. “Oh, hai ragione. E credo proprio che ce ne sia una anche per te, papà Mercer…” I tre bambini si infilarono le magliette, osservando poi la scritta ‘I’m A Mercer’ sul davanti, e la scritta ‘Beware’ stampata sulla schiena. “Le ho fatte stampare anche per i tuoi fratelli e per le tue nipotine” gli sussurrò, accarezzandogli una gamba al di sotto delle coperte.
“Però Babbo Natale non mi ha portato tutto quello che volevo” protestò Chris, che aveva appena compiuto quattro anni.
“Sentiamo, campione” commentò Bobby, prendendo il bambino e mettendoselo in braccio, “che altro avresti voluto per Natale?”
“Io avevo chiesto un fratello, così non sono più il più piccolo. Ma mi va bene anche una sorella, se non diventa antipatica come le figlie di zio Jerry.”
“Oh, tesoro…” disse Adia,
accarezzandogli la testa. “Beh, io e il papà ne stavamo giusto parlando, sai?”
aggiunse, alzando gli occhi sul marito.
“Davvero?” commentò il
piccolo Chris, al settimo cielo.
“Sì, davvero. Ma se davvero
ci tieni ad avere un fratello, adesso devi andare di sotto con i tuoi fratelli,
aprire i regali e aspettare che il papà e la mamma finiscano di parlarne, ok?”
Felici per quell’eventualità,
i tre ragazzini si precipitarono fuori della stanza a velocità supersonica,
rincorrendosi giù per le scale, fino in salotto. Rimasti soli, Bobby e Adia si
guardarono in silenzio per un minuto. “Di tutti i modi che ti sei inventata per
dirmi che sei incinta, questo è il migliore, lo sai?” commentò l’uomo, a bassa
voce.
Adia fece spallucce. “Volevo
dirtelo nella maniera tradizionale, ma quei teppisti dei tuoi figli mi hanno
costretta a cambiare i miei piani…” sorrise.
“Beh, tanto per cominciare,
quei teppisti sono i nostri figli”
ribatté Bobby con un sorriso, “e a quanto pare ci hanno appena lasciato soli…”
aggiunse, avvicinandosi con aria sorniona alla moglie. “E non cercare di
scappare, perché ho intenzione di finire quello che ho iniziato prima” la
avvertì, infilando una mano al di sotto della maglietta che Adia usava come
pigiama.
“Ehi, non mi hai detto che
pensi di…”
“…del fatto che sei di nuovo
incinta? Beh, mi pare di essere ancora qui, no?” completò, prima di baciarla.
“Parlo sul serio, Bobby”
ribatté lei, facendosi seria. “Insomma, un altro
figlio…”
“Ne sono felice, agnellino. Ti
amo, amo la nostra famiglia. Amo Jack,
Sam, Chris, e amerò anche Will” rispose, stendendosi accanto a lei, puntellato
su un gomito.
Adia sorrise, scuotendo la
testa. “Evelyn, vuoi dire.”
“Come? Sai già che è femmina?”
si stupì Bobby.
“No, è presto. Ma non so
spiegarmelo. Me lo sento, ecco tutto. Evelyn. Sarà Evelyn.”
L’Angolo
di Effie:
Finalmente,
eccoci giunti alla fine di questa storia. Non è stato semplice arrivare alla
fine, ma con un po’ di impegno mi sono “costretta” ad arrivare ad una qualche
conclusione (forse scontata, forse troppo da “vissero per sempre felici e
contenti”, ma indubbiamente la più giusta per Bobby e Adia). E’ incredibile
rendersi conto di essere arrivati in fondo: non ho nemmeno parole per
commentare.
Resta
soltanto da ringraziare chi ha seguito questa storia: Kashmir, Dada88,
Hikari88, sophia90 e s a r s a. Grazie a tutte voi, e a
presto,
EffieSamadhi*