Abitudine
Puntando
la pistola contro la fronte dell’uomo inginocchiato davanti a lui, pensò che c’era
una sola cosa che gli dava ancora sui nervi quando doveva ammazzare qualcuno.
Le
suppliche inutili e quegli sguardi imploranti… si
chiedeva perché tutti sprecassero gli ultimi istanti della propria vita in quel
modo, quando sapevano bene che, di certo, non ci avrebbe pensato due volte
prima di farli fuori. Il lavoro è lavoro, dopotutto, decidere di risparmiare
una vita non era di sua competenza.
Premendo
la sicura della sua Smith & Wesson dovette
ricordarsi che era solo lui a dover portare a termine lavori del genere.
Probabilmente nessun altro sarebbe riuscito a sopportare un peso simile, ma a
lui non cambiava poi molto. Farne fuori uno in più o uno in meno non era un
problema, si trattava solo di abitudine. E si era abituato già da tempo alla
puzza di sangue che si impregnava sui vestiti, sulla pelle, esattamente come
quello che era appena schizzato sulla camicia bianca.
Teneva
ancora il dito premuto contro il grilletto, ma non si era nemmeno reso conto di
aver sparato, né aveva sentito il rumore del colpo che esplode. Era come se il
suo cervello fosse rimasto intorpidito per qualche istante. Era diventata
un’azione automatica? Non che se ne stupisse più di tanto.
Fece un ultimo tiro di sigaretta prima di gettarla via, e, dando le spalle al
cadavere, si diresse a passi svelti verso la porta, giusto in tempo per evitare
che il volto dell’uomo gli si imprimesse nella testa…
anche se dubitava fortemente che sarebbe stato capace di distinguerlo da tutti
gli altri.
Pulì la
canna della pistola con un fazzoletto di stoffa, che rimise in tasca, prima di
aprire la porta e incontrare quasi subito un paio di occhi grigi che lo
fissavano.
« Stai bene? »
« Nessun problema. Questo sangue non è mio,
ovviamente. » rispose, anche se gli occhi di Ryohei non si erano mai spostati sulle macchioline di
sangue.
« Già.
»
Gli occhi
verdi dell’italiano scrutarono per qualche istante quelli dell’altro nel
silenzio totale. Sapeva benissimo che quella non era la risposta che avrebbe
voluto il più grande, ma fece ugualmente finta di niente. Ryohei
lo accompagnava sempre quando c’era da sbrigare questi lavoretti, anche se
preferiva rimanere ad una certa distanza. Doveva essersi abituato anche lui,
ormai, a vederlo così, non c’era bisogno di rispondere a nessuna domanda in
modo troppo diretto. Anche un ottuso come lui poteva capire una cosa simile.
Anzi, sicuramente capiva anche fin troppo bene, non doveva aggiungere niente di
più.
« Andiamo a casa mia, porterò domani il
resoconto a Reborn-san. Guida tu, io voglio riposarmi
nel frattempo. » sorpassò
il Guardiano del Sole percorrendo il corridoio del primo piano di quel palazzo
di periferia « E non fare cazzate. Ogni volta che guidi tu
rischio di rimettere poi. »
« Andrò estremamente piano, giuro! »
« Si, si. »
Ripose la pistola nella fondina nascosta dalla giacca mentre Ryohei lo affiancava passandogli un braccio intorno alle
spalle, blaterando qualcosa che non riuscì ad afferrare. Si accese una
sigaretta, lasciando che il fumo invadesse i polmoni e poi l’aria. La stretta
di Ryohei restava salda.
Si era abituato anche a questo.
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Aaah, cavolo, da quanto tempo che non scrivo…
e, ovviamente, lo faccio quando dovrei studiare per il dannatissimo esame di
giapponese =A= Vabeh…
Oh, questa sarebbe una sottospecie di 3359 °u°’… giuro che ne farò una
migliore, magari più allegra visto che è Ryohei X°D ma per ora non pensiamoci :°D
Ah, con quel “Già” Ryohei intende che quella non è la risposta che voleva
(intendeva come si sentisse, ma non fisicamente, ovviamente), ma decide di
lasciar perdere comunque, tanto non sarebbe riuscito a far spiccicare una
parola alla testa a polpo. E, non so, non penso sia TROPPO OOC…
cioè, penso che in un contesto simile un Ryohei così
possa starci, anche perché parliamo sempre del Ryohei
del futuro.
Eiko_chin: Eh, anche io odio leggere di Yamamoto
morto… ma è più forte di me scrivere di morti, giusto
per far contorcere nel dolore quello che rimane in vita LOL.
Grazie!
Steffa: Già, quello stupido bastardo, morire
così facilmente per una stupidissima pallottola nel cranio D:< se crepa di
nuovo così lo pesto(?)! OVVIAMENTE, Muro è a lutto çAç
povero… e Dino deve rassegnarsi alla realtà dei fatti
u_u.
Come vedi qua l’angst c’è SEMPRE X°D
grazie mille! *u*
Uricchan: Grazie mille per tutti questi
complimenti *A* potrei arrossire(?) ù_u e viva l’angst (anche se sono io la prima a soffrirci lol) che con Gokudera si spreca! xD
Alla
prossima (si spera presto…)~