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Autore: AlwaysSev    04/06/2011    0 recensioni
“Quel posto che non c’è” canzone dei Negramaro, accompagna questa FF.
La storia è raccontata un po’ a salti, in base al testo della canzone.
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Voldemort | Coppie: Harry/Voldemort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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“Occhi dentro occhi e prova a dirmi se 
un po' mi riconosci o in fondo un altro c'è sulla faccia mia 
che non pensi possa assomigliarmi un po'”

 

Erano nuovamente l’uno di fronte all’altro, non era una cosa nuova, dopotutto.
Gli occhi color verde smeraldo erano davanti alle due fessure rosse dell’Oscuro, erano uguali all'ultima volta, non se le era mai scordate. Se le sognava tutte le notti e alle volte vedeva lui stesso da quei due occhi.
Voldemort riusciva a specchiarsi negli occhi di Harry, si riconosceva in lui, quante volte aveva guardato il suo sguardo, senza però riuscire a fargli veramente del male.
Entrambi tanto diversi ma allo stesso tempo tanto uguali.
 

mani dentro mani e prova a stringere 
tutto quello che non trovi 
negli altri ma in me 
quasi per magia 
sembra riaffiorare tra le dita mie”

 
Quanti incontri e quanti scontri che ci sono stati tra di loro, senza mai una vera fine, sempre un finale aperto, con l’attesa di essere chiuso per sempre.
Quante volte le loro bacchette si sono incontrate e non sono riuscite a capire quale fosse quella più forte. Un legame le lega tra loro, che sono imbattibili contro loro stesse. Bacchette gemelle, le chiamano in molti.
La bacchetta è un prolungamento del proprio braccio e quindi fa parte di se stessi, è una cosa personale e non ne esistono due uguali, ma con loro, con loro è tutta un’altra cosa: le loro bacchette si respingono se una contro l’altra, sono come due poli positivi, ed è per questo motivo che si narra che l’unica bacchetta che può sconfiggere tutte le altre è la bacchetta di Sanbuco.
 

potessi trattenere il fiato prima di parlare 
avessi le parole quelle giuste per poterti raccontare 
qualcosa che di me poi non somigli a te”

Entrambi sanno tutto e niente a proposito del legame che li unisce.
Ogni giorno, settimana, mese, anno, entrambi scoprono cose nuove sul loro conto, su ciò che li unisce.

“Nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive”, questo è il punto cruciale, probabilmente una delle poche cose che sanno entrambi ma come fare per sopravvivere, come riuscire a sconfiggere l’altro senza riuscire a morire? Impossibile, forse.
Entrambi sono così uguali ma così diversi, hanno uno strano legame, che alla fine neanche loro sanno descrivere, sanno che c’è e basta e non possono farci niente, è così e ci si deve vivere insieme, anche a costo di mettere in pericolo gli amici. Ma sono proprio questi amici che differenziano il loro legame, Harry ha amici e non tirapiedi che fanno tutto quello che gli ordina il loro padrone, e solo l’avere amici può giocare a vantaggio del ragazzo.



potessi trattenere il fiato prima di pensare 
avessi le parole quelle grandi 
per poterti circondare 
di quello che di me 
bellezza in fondo poi non è” 

Harry aveva 14 anni, l’anno del torneo tre maghi o meglio quattro maghi, l’anno in cui ci fu la rinascita di Voldemort e l’inizio della sua ascesa al potere, l’anno in cui morì Cedric Diggory, per mano dello stesso Signore Oscuro.
Harry incastrato ed il volto di Voldemort di fronte al suo, in quel momento gli era passata tutta la vita davanti.
Il coraggio si era impossessato di lui e lo si notò durante il loro duello, nel quale Harry riuscì a parlare nuovamente con i suoi genitori, che lo aiutarono a scappare dall’Oscuro. Una scena drammatica ma allo stesso tempo felice: accanto a sé c’era il corpo freddo di Cedric mentre intorno a lui, intorno a lui c’era la gioia di rivedere le persone a cui teneva, Cedric compreso, che lo aiutarono a tornare sano e salvo sul campo e a raccontare ciò a cui aveva assistito e a cui aveva preso parte.

Fu in quel momento che gli mancarono le parole, che uscirono a forza e tra le lacrime.


“bocca dentro bocca e non chiederti perché
tutto poi ritorna 
in quel posto che non c'è dove per magia 
tu respiri dalla stessa pancia mia”

17 anni fa, il piccolo Harry aveva solo qualche mese. “Ti amo” Disse una voce maschile ad una ragazza, aveva la sua età, mora, con occhi verdi, era Lily. Entrambi i neogenitori stavano giocando insieme ad Harry, ogni tanto ci scappava un bacio e una carezza e qualche coccola al figlioletto. Forse quello fu l’ultimo bacio, l’ultima carezza e le ultime coccole con il piccolo Harry. Il male era appena giunto a casa loro.
Un lampo verde, pochi secondi, un pianto, tutto finì. Due corpi inermi, un bambino che piangeva e l’Oscuro che scappava, appena sconfitto da un bambino di qualche mese.
Sarebbero dovuti passare molti anni prima che Harry potesse riabbracciare la propria famiglia.
 

potresti raccontarmi un gusto nuovo per mangiare giorni 
avresti la certezza che di me in fondo poi ti vuoi fidare 
quel posto che non c'è 
ha ingoiato tutti tranne me 
(tranne me, tranne me...)

La guerra tra Mangiamorte e Auror, esercito di Silente e l’Ordine, era ormai iniziata, luce rossa e verde attraversavano corridoi, stanti e Nick quasi senza testa. Il castello era pieno di ragazzi che duellavano, professori che minacciavano gli studenti più piccoli di andare via e poi, poi la cosa più brutta che Harry non avrebbe mai voluto vedere, loro, la sua famiglia, coloro che l’avevano sempre protetto Lupin e Tonks, stesi sul pavimento freddo della sala grande, loro che Harry aveva detto di non venire, loro che avevano un figlio appena nato. Oltre a loro anche il corpo di Fred giaceva inerme con sopra tutti i Weasley a piangerlo, ma anche altri studenti caduti in battaglia per lui era li, in quella stanza.
Harry si sentiva sprofondare li dentro, sapeva che tutto ciò era colpa sua. Erano andati tutti nell’altro mondo, aspettavano tutti che Harry si concedesse a Voldemort, il quale, anch’esso, non era contento di tutto quel sangue puro che si stava sprecando. “Io vado”.


dovresti disegnarmi un volto nuovo e occhi per guardarmi 
avresti la certezza che non è di me che poi ti vuoi fidare 
in quel posto che non c'è 
hai mandato solo me 
solo me solo me solo me solo me.”.

Harry era riuscito ad abbandonare l’anima di Voldemort dentro di se, ora era solo lui e nessun altro, l’Oscuro non poteva più leggere nella sua mente ma soprattutto ora Harry non doveva più preoccuparsi dei “sogni” in cui lui guardava la vittima, insomma era una persona nuova, finalmente poteva riuscire a non preoccuparsi più dei suoi segreti o di quelli di voi-sapete-chi. Ora nella sua mente c’era solo lui e nessun altro.
  
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