Anime & Manga > BeyBlade
Segui la storia  |       
Autore: Akiko chan    04/06/2011    1 recensioni
Indugiò ancora un attimo, perso in quel mare glauco, assaporando quell’emozione sconosciuta che lei sola sapeva trasmettergli… Un attimo ancora prima di entrare in lei. E fu in quell’attimo che lo percepì per la prima volta.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kei Hiwatari
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nell’arco di un’ora la notizia che Pat e Kei possedevano una strana “energia” aveva fatto il giro dell’intero istituto, destando un interrotto chiacchierio. Nei corridoi, nelle aule, nelle palestre, non si parlava d’altro e nessuno si sorprese quando i due ragazzi furono convocati d’urgenza nell’ufficio del preside.
 
-Allora signorina Delaney? Cos’è questa storia dell’ “energia” proveniente dal suo…come si chiama?- lo sguardo equino del rettore Fitzer, il severo ed attempato rettore del college, si spostava severo dall’uno all’altro dei due ragazzi ritti e silenziosi di fronte a lui.
 
-Non so di cosa stia parlando signore- replicò Pat mentendo con una tranquillità che sorprese lei per prima. Probabilmente era la presenza silenziosa di Kei a darle tanto sfacciato coraggio, unita all’impellente desiderio di proteggerlo da qualsiasi pericolo… il solo pensiero che potessero separarlo dal suo amato Dranzer la faceva tremare di collera e paura…
 
-Non menta, ci sono ben sette testimoni… non le conviene fare la furba!- la riprese il preside fulminandola con un’occhiataccia.
-Le ripeto che non so di cosa stia parlando. Io non ho visto nessuna energia- insistette Pat affrontando pacata lo sguardo arrabbiato dell’uomo.
-Bene allora mi vedo costretto ad avvertire i suoi genitori….-
-Faccia come crede- concluse alzando le spalle con noncuranza. In fondo quella era la soluzione ideale per tutti: suo padre avrebbe sistemato ogni cosa in pochissimo tempo.
 
-Può andare- le disse il preside congedandola con un brusco gesto della mano.
-Cosa!? E Kei?- chiese perplessa guardando il ragazzo muto accanto a lei.
 
-Non sono cose che la riguardano- la imbeccò il preside agitandosi nervosamente.
 
-E invece mi riguardano eccome! Che provvedimenti prenderete contro di lui? Chiamerete il padre dal Giappone?-
 
-Non sarà necessario. Kei raggiungerà suo padre molto presto…-
 
-Lo vuole espellere? Allora dovrà espellere anche me- protestò risoluta sporgendosi sul lucido ripiano della scrivania.
 
Un tocco delicato ma deciso sulla spalla la fece indietreggiare -Pat basta- intervenne Kei, aprendo bocca per la prima volta da quando erano entrati nell’ufficio del preside.
 
 -Eh no! Andiamocene Kei, e lei non si disturbi a chiamare mio padre, ci penserò io ad avvertirlo immediatamente. E se vuole espellere Kei, dovrà espellere entrambi!-
 
-Signorina Delaney attenta a quello che dice- protestò il preside fissando incerto l’espressione decisa della ragazza, non poteva rischiare di fare passi falsi con la figlia di uno dei maggiori benefattori del college -Chiami suo padre, deciderò con lui il da farsi- capitolò con un sospiro d’impazienza.
 
Alle otto in punto una lussuosa Lincoln verde scuro attraversò il viale di acceso del college ed il senatore Delaney in persona venne accolto con ossequiosa gentilezza dal rettore Fitzer, mentre a Pat e a Kei venne ordinato di attendere pazientemente in anticamera.
 
Dopo circa mezz’ora il padre di Pat uscì dalla stanza del preside.
 
-Papà…-mormorò Pat andando incontro al genitore.
 
Kei rimase in disparte, osservando sorpreso la ragazza. Quanto trasporto nella sua voce, un calore talmente intimo che gli fece battere il cuore più forte. Pat gli aveva parlato più volte dello splendido legame che aveva con i genitori, in particolare col padre, ma solo ora era in grado di comprenderne la reale portata.
 
Esaminò attentamente l’uomo che divideva con lui il cuore della ragazza. Era forse geloso? Che stupido…eppure sapere che Pat potesse amare qualcun altro oltre a lui lo faceva impazzire…
 
Il senatore Delaney era un bellissimo uomo di mezz’età, con dei folti capelli castani, leggermente brizzolati, sottili baffi curatissimi contornavano una bocca dal taglio aristocratico, mentre i lineamenti mascolini esprimevano virilità e determinazione. Era un uomo di indubbio potere carismatico, un individuo abituato a dominare, che si trovava del tutto a suo agio nel ruolo di leader. Ma ciò che lasciò letteralmente Kei senza parole, non fu il carisma dell’uomo, né l’aurea di soggezione che poteva suscitare…ma furono gli occhi a pietrificarlo: gli stessi splendidi occhi della figlia! Era una sensazione indescrivibile scorgere quegli occhi che lui amava con tutto il cuore, sul volto di un altro essere umano… Kei si sentiva disorientato, confuso, stordito e fu costretto, suo malgrado, a distogliere lo sguardo da quegli specchi che avevano rubato i colori all’alba. Nessun essere umano, prima di allora, era mai riuscito a fargli abbassare lo sguardo, era un atto di sottomissione a cui lui non si prestava mai per principio, eppure si ritrovò a fissare imbarazzato le fredde lastre di marmo del pavimento.
 
-Pat prendi la tua roba andiamo a casa- ordinò il senatore Delaney squadrando duramente la figlia.
 
-Ma e Kei?- protestò titubante la ragazza.
 
L’uomo spostò lentamente lo sguardo sul ragazzo a capo chino accanto alla figlia. Ad un uomo come lui, che per lavoro era abituato a registrare ogni minimo dettaglio delle persone con cui veniva a contatto, non era certo sfuggita l’inequivocabile inflessione nella voce della figlia nel pronunciare il nome di quel ragazzo. Non ci volevano particolari doti intellettive per cogliere il legame particolare che li univa. Doveva stare molto attento, la sua bambina sembrava completamente irretita da quel Giapponese con quei capelli impossibili, ma che ci trovava di così speciale? Meglio non far nascere scenate, per ora doveva già risolvere abbastanza guai -Viene anche lui con noi…naturalmente se a Kei fa piacere venire a casa nostra…-
 
-Grazie- borbottò il ragazzo perplesso da tanta incondizionata generosità. Si era preparato ad un ostile scontro con il genitore di Pat, aveva persino pensato che l’uomo avrebbe tentato di far cadere su di lui la colpa di quanto accaduto, attaccandolo e tentando di screditarlo davanti alla figlia. Ed invece lo stava osservando con tranquilla cortesia invitandolo ad andare con loro. Kei sollevò il capo tentando nuovamente di reggere lo sguardo dell’uomo, ora che li guardava meglio, quegli occhi erano solo all’apparenza simili a quelli di Pat, la luce che brillava in fondo ad essi era diversa…comunque la somiglianza era sconcertante lo stesso.
 
Poco dopo l’autista della lussuosa Lincoln, caricava velocemente nel portabagagli, gli zaini dei ragazzi contenenti pochi indumenti di prima necessità.
 
Molti studenti curiosi sbirciavano la scena nascosti dietro le pesanti tende di velluto del college, continuando a commentare sommessamente l’accaduto tra di loro. La notizia della relazione tra Pat e Kei era sulla bocca di tutti e lo scalpore della piccante notizia aveva già fatto dimenticare l’incidente dell’ “energia” che aveva aggredito Peter ed i suoi amici.
 
-Che schifo mi fa questo posto!- sibilò Kei tra i denti, soffermandosi ad osservare la facciata austera del college e le tende che si muovevano in continuazione. Almeno avessero avuto il fegato di affrontarlo… ed invece si trovava a fare i conti con un branco di stupidi conigli che credevano di poterli giudicare.
 
-Dai non fare così, vedrai che sistemeremo tutto- lo rabbonì Pat appoggiandogli delicatamente una mano sull’avambraccio, turbata dall’acrimonia che percepiva nella voce del ragazzo.
 
Non appena presero posto di fronte al senatore Delaney, l’auto si avviò silenziosamente lungo il viale.
 
-Patience sono molto in collera con te, voglio delle spiegazioni chiare e convincenti- esordì il signor Delaney accendendosi uno dei suoi inseparabili sigari cubani che impregnò l’aria dell’abitacolo di un piacevole profumo dolciastro.
 
-Certo papà…possiamo darti tutte le spiegazioni che vuoi…- la ragazza spiegò con chiarezza quanto avvenuto: la sua relazione con Kei, di cui però non fornì i dettagli, l’astiosità che molti studenti nel college nutrivano nei confronti del ragazzo semplicemente perché Giapponese, l’ignobile aggressione che Peter aveva organizzato contro di lui e il suo intervento per proteggere il ragazzo che amava.
 
Il padre ascoltò con attenzione ogni parola della figlia, senza mai interromperla. Solo quando Pat tacque, spense con calma il sigaro ed, espellendo lentamente l’ultima boccata di fumo, le chiese con tono pacato -Ma cos’è la storia “dell’energia” che ha messo a soqquadro il college?-
 
-Si chiama bit power papà e si trova all’interno del mio bey ma questo te lo può spiegare meglio Kei…anche lui ne possiede uno fortissimo…ah forse tu non lo sai ma lui è campione mondiale di bey-blade- aggiunse colma d’orgoglio.
 
-Ebbene Kei?- chiese il padre di Pat mantenendo un tono incolore, per nulla impressionato dall’entusiasmo della figlia.
 
Kei rifletté un attimo per trovare le parole giuste, non era semplice spiegare cos’era un bit-power a chi non ne sa nulla -Signor Delaney…il bit power è una creatura misteriosa che ha dei poteri straordinari e dimora nei bey di blaider particolarmente dotati…-
 
-E perché mia figlia ne ha uno?-lo interruppe perplesso William Delaney.
 
-Perché è una blaider molto in gamba …-
 
-E da quando?- chiese lasciando trasparire per la prima volta nella voce una nota di insofferenza. Kei lo fissò perplesso e l’uomo ci mise un istante a capire di essersi tradito -Patience non ero a conoscenza di questa tua passione!- proseguì con il solito tono neutro.
 
-Ecco… io non ho mai pensato che potesse interessarti ….e per quanto riguarda il bit power, ho scoperto di averlo solo qualche mese fa…-
 
-Ma è pericoloso?- chiese sinceramente preoccupato per l’incolumità della sua unica ed amata figlia.
 
-No- risposero all’unisono i due ragazzi.
 
-Anzi- aggiunse Kei - Il bit power protegge il suo blaider-
 
-Uhm…ho capito ne discuteremo con calma…siamo arrivati- glissò il senatore Delaney che in realtà non aveva ben capito di che stessero parlando i due ragazzi ma sentendosi minuziosamente studiato da quel Giapponese strafottente.
 
L’auto si arrestò davanti al portico colonnato della maestosa villa che da secoli apparteneva alla famiglia Delaney.
 
-Tua madre sarà molto felice di vederti nonostante le circostanze-
 
-Papà sei ancora arrabbiato con me?- piagnucolò Pat scendendo velocemente dall’auto e avvinghiandosi al braccio del genitore.
 
-Solo un po’ tesoro…non mi piace saperti nei guai… comunque non preoccupiamo mamma…eccola che arriva!-
 
Una bellissima donna dal portamento elegante, vestita con raffinata cura andò loro incontro. Pat si gettò tra le braccia della madre e Kei osservò meravigliato la straordinaria somiglianza tra le due donne. Nonostante la signora Delaney dovesse aver superato i quarant’anni da un pezzo, i suoi capelli conservavano inalterato lo stesso luminoso biondo della figlia, l’incarnato era ancora perfetto, i lineamenti delicati, il corpo snello, aggraziato ed estremamente femminile… ecco da chi Pat aveva appreso tanta sensuale grazia…non vi era alcun dubbio: la sua splendida ragazza aveva preso il meglio da entrambi i genitori.
 
-Pat… mia Pat… sei la creatura più affascinante del mondo…- pensò il ragazzo con il cuore gonfio di tenerezza, seguendo la famiglia Delaney all’interno della villa.
 
Nonostante fosse omai notte fonda, i due ragazzi non avevano ancora cenato e l’anziana cuoca, alle dipendenze della famiglia da ormai due generazioni, aveva messo da parte una semplice ma gustosa cena, che fu servita nella lussuosa sala da pranzo.
 
-Allora papà sistemerai tu le cose anche per Kei?- chiese Pat servendosi la seconda porzione del buonissimo dessert ai lamponi. Al contrario di Kei, che aveva lo stomaco sottosopra e si era limitato a piluccare qualcosa qua e là, Pat non aveva perso il suo appetito.
 
-Sì cara ho già sistemato tutto solo che ho preferito allontanarvi per un paio di giorni per evitarvi inutili pettegolezzi…-
 
-Sì… mi immagino i commenti cattivi che staranno facendo, ma non me ne importa niente…-
 
-Non dire così Pat è il tuo college, il college dove si sono diplomati tutti i tuoi antenati e tu non sarai da meno!-
 
-Sì papà – accettò Pat abbassando il viso imbarazzata per il rimprovero del genitore.
 
-Ora andate a letto ragazzi… è stata una giornata lunga e faticosa. Kei segui pure Catherine, ti indicherà la stanza degli ospiti che ti abbiamo assegnato. Spero sia di tuo gradimento…-
 
-Sì lo sarà senz’altro. Buonanotte e grazie di tutto- disse il ragazzo imbarazzato da tanta paterna premura.
 
-Kei…- lo richiamò il signor Delaney mentre stava varcando la soglia della sala -Sta tranquillo figliolo… sistemerò tutto nel migliore dei modi…-
 
-Grazie- ripeté il ragazzo non sapendo cos’altro aggiungere.
-Papà posso accompagnare io Kei nella sua stanza?- chiese Pat arrossendo  vistosamente.
 
-Cosa!? Patience!-
 
-Papà lo voglio solo accompagnare… ti prego non pensare male- disse abbassando pudicamente lo sguardo.
 
Se solo suo padre avesse saputo che lei e Kei facevano piacevolmente sesso da ben quattro mesi, sarebbe successo un putiferio… ma suo padre non era perfetto, non poteva capire tutto, perciò certi particolari era meglio non farglieli neanche sospettare.
 
-Va bene. Non volevo insinuare assolutamente nulla. Ho cieca fiducia in te- aggiunse il genitore scrutandola attentamente.
 
Pat guidò Kei nella stanza a lui assegnata e lasciò la porta socchiusa per evitare che i genitori fraintendessero la sua volontà di stare con il ragazzo.
 
-Non serviva che mi accompagnassi, hai fatto una sciocchezza- l’attaccò lui irritato per l’imbarazzante situazione che si era creata.
 
Non tollerava assolutamente che quelle persone così affettuose si facessero una cattiva opinione su di lui…forse quella volta avrebbe fatto bene a pensarci due volte prima di portarsela a letto…Pat era poco più di una bambina…così ingenua e fiduciosa…ma chi voleva prendere in giro? Era una donna che sapeva amare e donarsi come solo una vera donna sapeva fare…la sua donna…sua…
 
-Volevo solo parlarti un attimo….- si difese lei mortificata abbassando il capo.
 
-E che volevi dirmi?-
 
-Solo sapere che impressione ti hanno fatto i miei…ti piacciono?-
 
-E come potrebbe essere altrimenti? Sono due persone fantastiche, soprattutto tuo padre…- replicò addolcendo il tono di fronte all’espressione avvilita di lei.
 
-Lo so e un giorno io sarò come lui vedrai!…Oh amore risolverà tutto, non ti devi preoccupare di niente!- disse Pat rianimandosi e scoccandogli un casto bacio sulla guancia che lui accolse con piacere stringendola a sé, facendola ridere felice.
 
Mentre i due ragazzi si salutavano allegramente, a poca distanza da loro qualcuno si arrogava la facoltà di decidere il proseguo della loro vita...
 
I genitori di Pat si erano spostati nel salotto della villa e, comodamente seduti sull’ampio divano di damasco blu, sorseggiavano due cognac discutendo sommessamente tra di loro.
 
-Perché non lo cacci in fretta? Come puoi tollerare?- chiese la signora Delaney stringendo con foga il calice panciuto tra le dita curatissime.
 
-Calma Jean…non hai visto che Pat è infatuata di quel Giapponese?-
 
-Sì non sono mica cieca! Me ne sono resa conto eccome…. é per questo che dovremmo allontanarlo, invece tu lo accogli in casa come un figlio…davvero non ti capisco…-
 
-Te lo ripeto lascia fare a me e vedrai che ce ne sbarazzeremo in fretta. Possibile che non ti rendi conto che se lo caccio Pat lo seguirebbe? È questo che vuoi che tua figlia segua quel bastardo al di là dell’oceano?-
 
-No certo che no- protestò la donna rabbrividendo al solo pensiero della sua amata figlia così lontana da casa. Già il fatto che Pat trascorresse molti mesi dell’anno al college, la faceva soffrire e contava con impazienza i giorni che le dividevano da ogni loro successivo incontro. Aveva sempre desiderato una famiglia numerosa, con tanti figli ed invece avevano dovuto aspettare molti anni per avere quell’ unica gioia. Molti anni prima, i medici le avevano diagnosticato una malformazione uterina congenita che le impediva di portare a termine una gravidanza. Dopo tre tragici tentativi, che le avevano provocato solo dolorosi aborti, stremata e disillusa, aveva rinunciato per sempre alla gioia di avere un figlio. Ma il destino, quando deve compiersi, non bada alle convenzioni ed ai limiti umani e così, in barba ad ogni previsione medica, la signora Delaney, all’età di trentacinque anni, era rimasta involontariamente incinta. Aveva superato i primi tre pericolosi mesi di gravidanza senza grossi problemi. Gli altri sei, invece, li aveva passati a letto, sotto stretta sorveglianza. Ma ne era valsa la pena perché, in una tiepida mattina di primavera, aveva dato alla luce una splendida bambina che aveva portato serenità ed amore nelle loro vite, completando definitivamente la famiglia. Pat era letteralmente frutto di un miracolo, nessun esimio luminare della scienza medica era riuscito a dare una spiegazione plausibile per quella nascita… la sua bambina era il dono di un angelo misericordioso…
 
Per questo motivo la signora Delaney era morbosamente attaccata alla figlia  e non tollerava il fatto che Pat potesse sposare un giapponese ed andarsene lontano da New York… lei voleva il meglio per quella figlia donata dal cielo, ed il meglio era senza dubbio qualche giovane rampollo della società bene newerkese o il figlio di qualche potente politico.
 
No, uno straniero, con tradizioni, cultura ed usanze tanto diverse dalle loro, non avrebbe saputo come rendere felice la sua adorata Patience…era chiaro che lei fosse attratta da quella specie di emarginato, aveva un cuore talmente generoso la sua bambina, tanto da indurla a confondere la compassione con l’amore.
 
 
- E allora deve essere lui ad andarsene…-
 
-Ma non se ne andrà mai! Figuriamoci se si lascia scappare un partito come Pat!- sbuffò indispettita al solo pensiero che qualcuno potesse approfittare della bontà della figlia.
 
-Se ne andrà vedrai…ora ho la sua fiducia e in più ho questo…- disse sventolando un foglio davanti alla naso della moglie.
 
-Cos’è?-
 
-È un fax arrivato dal Giappone proprio mentre ero dal preside-
 
-Cosa dice?-
 
-Richiedono la presenza immediata di Kei in patria per una questione che non ho ben capito…ma neanche me ne importa… purché lo tolga dai piedi una volta per tutte…-
 
-E allora qual’è la tua idea?-
 
-Bisogna che se ne vada di sua spontanea volontà e che Pat creda che l’abbia abbandonata…- 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > BeyBlade / Vai alla pagina dell'autore: Akiko chan