Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Emily Kingston    05/06/2011    2 recensioni
Tratto dall'omonimo film: Ricatto d'Amore.
- E’…è una pazzia, Hermione, mi meraviglio che proprio a te sia venuta un’ide del genere –
- Dovresti solo fingere di essere il mio ragazzo, non mi sembra così terribile – sbuffò.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo due
(Facciamo finta)

 
- Che cosa?! – urlò Ron, in preda al panico.
La piccola mano di Hermione corse subito a tappargli la bocca, mentre la ragazza si guardava intorno freneticamente, sperando che nessuno li avesse sentiti.
Liberò la bocca del ragazzo solo quando sentì qualcosa di umido e caldo bagnarle il palmo.
- Bleah! Dovevi proprio sbavarmi la mano?! – chiese, irritata, ripulendosi il palmo sul bracciolo del divano.
- Dovevi proprio tapparmi la bocca?! – gli fece eco lui.
- Dovevi proprio urlare?! –
Ron aprì bocca per ribattere ma, come sempre nel loro duelli verbali, era a corto di parole.
Hermione lo guardò, soddisfatta della vittoria, ed incrociò le braccia al petto, attendendo.
- E’…è una pazzia, Hermione, mi meraviglio che proprio a te sia venuta un’idea del genere –
- Dovresti solo fingere di essere il mio ragazzo, non mi sembra così terribile – sbuffò, volgendo lo sguardo verso il camino spento.
- Non…non è questo il punto…insomma, non mi sembra…non mi sembra giusto mentire a tua madre…e a tua zia e…oh, miseriaccia, mentire a tuo padre sarebbe una pessima idea!– balbettò.
Hermione sorrise appena.
- Senti, si tratta di fingere per le due settimane che starete da me. L’avrei chiesto ad Harry, se non stesse con tua sorella – disse e il volto di Ron si oscurò un poco.
- Non credo che Ginny apprezzerebbe – osservò Ron, sospirando.
- Già, e visto che conosciamo tutti la fama delle sue Fatture Orcovolanti…- le labbra di Ron s’incurvarono in un sorriso.
- E da tutta questa farsa cosa ci guadagno, io? – chiese, infine, guardandola con le sopracciglia alzate.
Hermione sbuffò – Che ti faccio copiare i compiti di Piton –
- E anche il tema della McGranitt – aggiunse Ron e lei, dopo aver sfoderato un’espressione indignata, annuì.
- Bene – asserì Ron, alzandosi – però devi chiedermelo – un lampo furbo brillò nei suoi occhi ed Hermione aggrottò le sopracciglia, confusa.
- Chiederti cosa? –
- Chiedimi di essere il tuo ragazzo – le pupille di Hermione si dilatarono mentre le gote assumevano una vivace – e deliziosa – colorazione rosso porpora.
- Ehm, vuoiessereilmioragazzo? Ecco, te l’ho chiesto – disse, tutto d’un fiato.
- Chiedimelo, come se fosse vero –
Hermione sbuffò, rollando gli occhi.
- Ron, ragione della mia vita, luce degli occhi miei, vorresti essere il mio ragazzo? – chiese, con una vena un po’ troppo mielosa nella voce.
- Va bene, non ho apprezzato il sarcasmo, ma sarò il tuo ragazzo – rispose lui, ridacchiando sotto i baffi.
Hermione sbuffò e gli colpì piano la spalla con un buffetto sussurrando qualcosa tra i denti che Ron, anche se non aveva sentito, poté giurare che fosse la parola “idiota”.
 
- Per Merlino amico, questa sì che è una notizia! –
 
- Ma dai, e lui che ti ha detto? –
- Beh, non era molto entusiasta all’idea, però ha accettato –
 
- Insomma, lei ti ha chiesto di fingere di essere il suo ragazzo –
- Già –
- Credi che riuscirai a resistere? –
- Sì, credo di farcela –
 
- Harry, non ce la farò mai! – Ron era entrato in camera come una furia, sbattendosi la porta alle spalle.
Era bianco come un cadavere ed aveva profonde occhiaie violacee sotto gli occhi.
- Non ce la farai mai a fare cosa? – gli abiti di Harry erano sparsi per tutta la stanza, ammucchiati qua e là sul pavimento.
Ron, per avviarsi verso il suo letto, quasi inciampò in una pallina fatta di divise e calzini enormi
- probabilmente appartenuti a Dudley.
Appoggiò i gomiti alle ginocchia e si prese la testa tra le mani.
- A stare con lei per finta – mormorò, affondando le lunghe dita tra i folti capelli rossi.
Harry sospirò, battendogli una mano sulla spalla.
- Miseriaccia, tu cosa faresti se potessi avere mia sorella sempre intorno, che ti tiene la mano, che fa la carina con te, che ti bacia ogni tanto ma sapessi che non puoi fare di più, che è tutto un facciamo finta?-
Harry si ritrovò a boccheggiare, la scena descritta da Ron gli si era materializzata nella mente e non poteva fare a meno di pensare che ciò che Ron si apprestava a fare era una vera e proprio tortura.
Gli strinse la spalla tra le dita, sperando di trasmettergli conforto e poi lasciò la stanza.
 
Il giorno della partenza per casa di Hermione Ron ancora non aveva sistemato il suo baule.
- Ron, sbrigati, manchi solo tu! – la voce di sua madre l’aveva raggiunto dal primo piano.
Il ragazzo, che teneva una maglietta tra i denti ed aveva le mani occupate da pile di abiti, sbuffò e mugolo una risposta che, sicuramente, sua madre non aveva né capito né udito.
Infilò nel baule quanta più roba poté, senza badare a tenerla ordinata e lo richiuse con un tonfo, caricandoselo in spalla e scendendo le scale a due a due.
Arrivato infondo quasi inciampò ma, fortunatamente, Harry lo sorresse.
- Calmati – gli intimò l’amico, stringendogli un po’ di più l’avambraccio.
Ron annuì ed appoggiò il baule a terra, vicino a quello degli altri.
- Bene, papà vi accompagnerà con la macchina poiché la casa dei signori Granger non è collegata alla linea della Metropolvere e non mi fido a farvi Materializzare –
Ron grugnì, ricevendo una gomitata nelle costole da Hermione.
- Comportatevi bene, voi due – disse, alludendo ai due figli, prima di abbracciare e baciare tutti con le lacrime agli occhi.
- Potevamo benissimo Materializzarci, abbiamo passato l’esame – protestò Ron, ripulendosi la gota dove la madre l’aveva baciato.
Hermione sbuffò, scotendo il capo, mentre Harry ridacchiava tra sé stringendo la mano di Ginny.
Il signor Weasley li aspettava vicino alla sua Ford Anglia azzurra; ne aveva presa un’altra dopo che l’altra era fuggita nella Foresta Proibita.
Il bagagliaio e l’interno erano innaturalmente grandi per una macchina normale, segno che era stata magicamente modificata.
- Pronti? – chiese Arthur, voltandosi per controllare che tutti e quattro fossero seduti sul retro.
I ragazzi annuirono e il signor Weasley partì, sollevandosi in aria lentamente.
Atterrarono davanti a casa Granger appena in tempo per il pranzo.
Ron ed Harry tirarono fuori i bagagli dalla macchina ed Arthur, salutati i figli e Harry e Hermione, ripartì, diretto al Ministero.
Hermione inspirò profondamente, lanciando uno sguardo a Ron.
- Posso tirarmi indietro? – balbettò il ragazzo, mentre sentiva la mano di Hermione infilarsi nella sua.
- No, non puoi – disse, seria, lei. – Ricorda il tema di Piton – gli sussurrò all’orecchio.
- E quello della McGranitt – gli ricordò Ron e lei sbuffò, roteando gli occhi ma abbozzando un sorriso divertito.
Allungò una mano e suonò il campanello.
Una donna di media statura, poco più alta di Hermione, si presentò davanti ai loro occhi.
Aveva corti capelli castani, ricci, e profondi occhi scuri.
- Hermione! – esclamò la donna, abbracciandola forte.
- Mamma! – rispose lei di rimando, stringendola a sua volta. – Ricordi Ron, mamma? – le chiese, quando la donna si fu allontanata.
- Oh, certo – rispose, sorridendo – come va Ron? –
- B-bene signora Granger – balbettò.
- Ecco, vedi…- sospirò Hermione, socchiudendo gli occhi.
- E’ lui vero? Oh,come sono felice! – esclamò, stringendoli entrambi in un abbraccio da far concorrenza a quelli di Molly. – John, John, vieni! E’ arrivata Hermione con il suo ragazzo!–
Ron sbiancò.  

 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Emily Kingston