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Autore: Gray Winter    05/06/2011    5 recensioni
sono parole gettate al vento freddo di una vita lontana, che non sembra più tua; sillabe conficcate nella pelle, che pungono come mille spine intrise di veleno.
“Moony,
Penso che tu mi conosca abbastanza da capire che non verrò al nostro... mmm… incontro speciale, chiamiamolo così. Oh, e non prendertela! Sai che i tuoi discorsi sulla nostra attuale pseudo-relazione mi fanno rabbrividire. Ti voglio bene, ed è questo che conta. Dimentichiamoci della magia, della guerra, della morte; scordiamoci tutto, solamente per un istante. In fondo, abbiamo solo ventuno anni: per il resto, c’è ancora tutto il tempo del mondo.
No?”
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Wolfstar :)
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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 Useless


 Il sole sta scivolando con lentezza contro il cielo macchiato di rosso, disegnando minuziosamente l’erba su cui sei seduto.
Lanci un’occhiata distratta all’ombra nebulosa delle montagne, gli occhi stanchi.
E’ tardi, Remus.
E’ da molto che aspetti. Attendi qualcosa che non potrà mai accadere; attendi qualcuno il quale -ne sei certo, ormai- non arriverà più.
Le tue dita pallide, esili, soffocano un frammento di pergamena consumata. L’inchiostro nero con cui è vergato recita poche frasi: sono parole gettate al vento freddo di una vita lontana, che non sembra più tua; sillabe conficcate nella pelle, che pungono come mille spine intrise di veleno.
        
Moony,
 Penso che tu mi conosca abbastanza da capire che non verrò al nostro... mmm… incontro speciale, chiamiamolo così. Oh, e non prendertela! Sai che i tuoi discorsi sulla nostra attuale pseudo-relazione mi fanno rabbrividire. Ti voglio bene, ed è questo che conta. Dimentichiamoci della magia, della guerra, della morte; scordiamoci tutto, solamente per un istante. In fondo, abbiamo solo ventuno anni: per il resto, c’è ancora tutto il tempo del mondo.
 No?

 

Il profilo montuoso inghiottisce anche l’ultimo raggio di sole, lasciandoti al buio.
Una folata di vento freddo ti accarezza i capelli grigiastri, per poi rotolare lungo il viso smunto.
E lì, immobile nelle tenebre stemperate del crepuscolo, percepisci il dolore di cent’anni di vita abbattersi, crudeli, sulle tue membra ancora giovani.
Sorridi; sorridi sprezzate -come faceva lui-, contro quelle stelle che, indifferenti, continuano a bruciare nel vuoto, bucandone l’immensità sterile.
Ma i tuoi occhi hanno visto l’intero universo sparire dietro un velo, Remus. E allora tutto il tempo del mondo, adesso, a cosa potrebbe servirti?
 


 Norberto’s space.

Sì. Ennesima slash sulla morte di Sirius, lo so.
Argomento trito, ritrito, digerito, espulso e tritato ancora (?????), so anche questo.
Ma avevo un impellente bisogno di scriverla, scusate ^^”
Il biglietto letto da Remus è stato scritto da Sirius qualche giorno prima della morte di James.
Ho semplicemente immaginato che il cagnaccio -volendo evitare un imbarazzante confronto con Remus- non si fosse presentato al loro appuntamento, scusandosi così.
Dopo la morte del suddetto quadrupede, Remus rilegge il pezzo di pergamena consumata.
Non ho idea a cosa serva questa specie di parafrasi che ho appena scritto o.O O forse serve, per chiarire meglio il concetto e…
Va bè, smetto di sproloquiare. E’ meglio. ._.
Cate :)
   
 
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