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Autore: AmeliaWitch    07/06/2011    12 recensioni
Harry Potter e Severus Piton stringeranno un’alleanza improbabile , l’uno per riavere i proprio genitori e l’altro per riscattarsi dalle colpe del passato.
Dal capitolo VIII :
“Maledetto libro, vorrei sapere cosa contieni di tanto importante che potrebbe interessare a me e a quello stupido Potter?!” gridò Severus rivolto al libro che teneva in grembo. Quella domanda , piena di esasperazione , ebbe un effetto imprevedibile. Le pagine iniziarono a girare da sole, come se un soffio di vento le facesse muovere, e si fermarono solo dopo essere arrivate ad un brano intitolato “Anime sulla soglia”.
Severus afferrò di getto il libro , come temesse di vederlo richiudere e sparire davanti ai suoi occhi. Velocemente lesse le prime frasi del testo e subito il suo animo si riempì di una gioia e una paura immensa. I suoi desideri potevano ,veramente, diventare realtà?
Genere: Avventura, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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capitolo 27
Eccoci arrivati all'ultimo capitolo ... ebbene si , avevo pensato di concludere la storia al 30° capitolo ( epilogo compreso) ma poi mi sono accorta che avrei dovuto spezzattare scene che non mi andava di dividere. Perciò,  questo capitolo risponderà alla domanda che più volte mi avete posto! Lily or not Lily ? Buona lettura! ^^

I sibili erano assordanti.


Il gruppo si addentrò tra le macerie della villetta,in silenzio. La zona in cui svettava l’arco si distingueva a mala pena .
Dopo aver circondato la casa con ogni protezione possibile, in modo da rendere la loro operazione del tutto invisibile ai babbani, Remus illuminò l’intera zona con la propria bacchetta.
“Mi stupisco che i babbani non abbiano chiamato le loro forze di sicurezza. Un rumore così assordante li avrebbe dovuti insospettire.” Costatò Sirius.
“Forse l’arco , che è un oggetto magico molto antico, ha una specie di protezione autonoma che lo rende invisibile ai non-maghi.” Spiegò il licantropo.
Intanto Severus ripeteva ad Harry tutte le cautele dell’incanto e James fissava l’arco.
“Sarà pericoloso anche per te, Harry.”
Il moro si voltò alle parole del padre.
“Beh, lo sarà come lo è stato tutte le altre volte. Ma non ti devi preoccupare, ci siete voi accanto a me. Se avrò bisogno interverrete in un lampo!”sorrise, cercando di rassicurarlo.
Gli occhi nocciola del padre lo guardarono tristi e preoccupati.
Severus costatò , per la prima volta, che non c’era boria e superiorità nell’atteggiamento di quell’uomo che tanto odiava. C’era solo paura di perdere la cosa più preziosa che aveva al mondo. Suo figlio.
“Reggerà? L’arco resisterà al prossimo incanto?”

Si stava rivolgendo a lui? James Potter ,senza scherno e derisione, gli stava chiedendo un parere? Il mondo cominciava realmente ad andare al contrario …
Cosa avrebbe potuto rispondergli? Le conseguenze del prossimo incanto erano oscure anche a lui … inoltre, poteva apertamente ammettere ad un marito e padre  ,spaventato, che suo figlio rischiava grosso per far tornare sua moglie , senza nemmeno la certezza della piena riuscita del piano?

Severus deglutì forzatamente.

Si. Poteva ammetterlo e lo sapeva anche il divo Potter. Era proprio per quello che lo stava  chiedendo a lui. Perché lui avrebbe risposto senza farsi scrupoli di ferirlo o farlo star male. James Potter voleva la verità  nuda e cruda, e lui era l’unico da cui aveva la certezza di riceverla senza sconti.

“L’arco è instabile. L’incanto è pericoloso già in condizioni normali. Dubito che potrà reggere, ma non sono certo dei risultati … o di quanto tutta l’operazione sia rischiosa.”
“Pensi … che potrei farlo io al posto di Harry?”
“No. Per riavere Lily , come è stato per te e Black, serve lui.”
Gli occhi di James esitarono sul figlio.
“”Papà, devi stare tranquillo! Andrà tutto bene … anzi se vogliamo iniziare, io non perderei altro tempo!” scattò Harry, avviandosi verso la pedana.
James lo fermò, afferrandolo per un braccio.
“Aspetta Harry. Ti prego.”
“Papà cosa vorresti fare?!  Il professor Piton è stato chiaro. Per l’incanto servo io … quindi lasciami andare! Oppure cosa vuoi fare? Lasciare mamma a marcire lì dentro?” ringhiò il ragazzo, strattonando la presa del padre.
Severus notò ,quanto il giovane Grifondoro stesse soffrendo all’idea di non poter riavere la madre e quanto l’atteggiamento insicuro del padre lo confondesse.
“Harry … io voglio riabbracciare tua madre  quanto te …”
“Però?”
“Però non posso stare a guardare mio figlio , mentre rischia di farsi ammazzare … e sono certo che tua madre la penserebbe come me!” rispose James , deciso.
“Quindi cosa proponi di fare? Star qui a far niente, mentre l’arco si autodistrugge? Oppure tirare fuori un po’ di coraggio e affrontare quest’ultimo incanto fianco a fianco. Devo farlo io , nessun altro può sostituirmi … deve essere il mio destino” sorrise amaramente il ragazzo, poi aggiunse “Stammi accanto papà …”
 “Se non c’è altro modo … ti rimarrò vicino ...” sussurrò James, guardando serio il figlio.
Harry sorrise e andò ad abbracciarlo.
Severus con un gesto di stizza alzò gli occhi al cielo.
I Grifondoro e il loro cuore grande … che porcheria!
Non appena i due si divisero, salirono entrambe sulla pedana,ai fianchi della quale si erano già sistemati Remus e Sirius.
Severus , invece , si mise alle spalle del giovane Potter.
Ormai era abituato. Quel branco di tonti erano il braccio e lui la mente. Era presuntuoso da parte sua pensarlo … ma era anche vero!
“Potter junior , mettiti un po’ più indietro , l’incanto dovrebbe avere effetto anche da quella distanza, almeno sei un po’ più al riparo da eventuali crolli e il tuo paparino è più tranquillo.” aggiunse acido Severus.
Non avrebbe certo perso l’occasione per prendere in giro quello smidollato di James Potter.

Anche quella volta, come le precedenti, Harry stringendo forte la pietra, la girò tre volte e chiamò la madre.
Severus ,da dietro le spalle del ragazzo, vide la solita figura evanescente apparire vicino all’arco.
Quella volta ,però, Lily non sorrise. Era seria , quasi fredda.
Il professore di pozioni non riusciva a capire cosa non  andasse. C’era qualcosa che quell’immagine voleva trasmettere a chi l’aveva chiamata, ne era certo.
“Potter chiamala presto. Dille di uscire. C’è qualcosa che non va.”
Aveva tentato di controllarsi , ma si era reso conto da solo che la sua voce era suonata troppo stridula.
James, intanto , afferrò il braccio di Harry, pronto a tirarlo lontano da lì.
“Mamma raggiungici presto!” esclamò il moro.
Lily , a quella parole, si guardò intorno, per poi iniziare una folle corsa.
Tutti i presenti erano immobili. La tensione era palpabile.
Non appena la figura svanì, Severus trattenne il respiro.

Era il momento della verità.

Il terreno tremò , quando i sibili dell’arco cessarono,per essere sostituiti da dei terribili schianti.
“Potter allontanatevi!” gridò Severus  ai due, ancora sulla piattaforma.
“Mamma!”  
Il grido di Harry , trascinato via a forza da James , giunse alle orecchie di Severus poco prima che un’esplosione facesse frenare l’arco e una parte della casa.
Fu un momento terribile. Ciò che ancora restava del piano superiore della villetta dei Potter rovinò sopra l’arco esploso, una nuvola densa e nera si sollevò dal terreno , comprendo tutto alla vista del gruppo. I cinque furono sbalzati lontano dall’esplosione , nonostante stessero fuggendo.
La terra tremò fino a che gli schianti cessarono e della casa e della struttura dell’arco non rimase solo un enorme cumolo informe di macerie.
Rimasero tutti immobili, accecati della nera foschia che gli impediva ogni movimento.
Non appena questa cominciò a diradarsi, Severus si guardò intorno.
Black e Lupin sbalzati ai due lati della piattaforma, impolverati e un po’ feriti guardavano con gli occhi lucidi il cumulo di macerie.
James , invece, tremante e con del sangue che gli colava da un sopracciglio, abbracciava Harry, anche lui lievemente ferito e scosso dai singhiozzi.

Non ce l’avevano fatta … ora non c’era più niente da fare …

A quel pensiero, Severus sentì gli occhi bruciarli e velarsi di lacrime. Aveva fatto di tutto per rivederla  e invece era lì, probabilmente ferito, a fissare un cumulo di  macerie, le quali sembravano deriderlo nella loro totale immobilità. Sembrava che gli volessero dire che era stato solo uno sciocco a pensare di poter rimettere a posto la sua coscienza con quell’incanto. E che era stato ancora più stolto nel credere che lei sarebbe tornata e che avrebbe potuto concedergli non il suo amore ,ma almeno il suo perdono.

Lei non sarebbe tornata. Sarebbe rimasta dentro quella prigione , sotto quell’immobile …

Dall’ammasso di sassi più vicino a lui, delle piccole pietre rotolarono per un lieve tremore.
Intenzionato a bloccare un’altra esplosione,Severus impugnò la bacchetta e si avvicinò circospetto.

Le macerie si mossero ancora, in modo più debole.

Con una mano,che si accorse essere leggermente ferita, l’uomo spostò alcuni sassi.
Il suo cuore perse un battito.
Dal varco che aveva creato, spuntava un piccola mano candida, che stretta in un pugno, tremava.
Tremava in modo debole, ma si muoveva.
“Lily …” la voce uscì dalla sua bocca come un singhizzo, mentre cominciava febbrilmente a togliere altre pietre.
Dopo la mano , scoprì un braccio candido con qualche livido, poi una spalla e , infine, delle lunghe ciocche di capelli rossi , che coprivano un viso che lui conosceva bene.
“Potter!”chiamò a gran voce Severus.
A quel grido, così innaturale per il composto e freddo professor Piton, sia Harry e James, in lacrime, si precipitarono da lui.
Non appena videro il corpo ferito di Lily muoversi, sotto le macerie, si precipitarono ad aiutare Severus che ,in preda ad una cieca smania, scavava incurante del fatto che le ferite alle mani si stavano facendo più profonde.
Raggiunti anche da Sirius e Remus, i cinque cominciarono ad estrarre il corpo della donna dalle macerie. Tutti toglievano le pietre sopra la donna una per volta. Un incantesimo ,infatti, sarebbe stato troppo rischioso, perché avrebbe potuto provocare un crollo schiacciandone il corpo.
James ,appena la parte superiore del corpo di Lily fu completamente libera, la prese in grembo e iniziò a chiamarla.
“Lily … amore mio … respira … ti prego resisti ,ci siamo io ed Harry qui con te. Amore mio …”
Harry, il più vicino al padre, mentre scavava  lanciava occhiate preoccupate alla madre che ,incosciente, respirava a fatica.
All’idea di vederla smettere di respirare ,proprio quando era così vicino a riaverla con sé, sentì del sudore freddo imperlargli la fronte.
Con il lavoro dei quattro uomini, ben presto la donna fu libera.
Dopo di ciò James la sollevò da terra delicatamente. Lily sembrava così fragile in quel momento. Era piuttosto pallida e il respiro era debole. Tremante la strinse a sé come se fosse una bimba e le scoccò un bacio sulla fronte.
“Dobbiamo sbrigarci.” Gli disse Severus, che si vide rivolgere uno sguardo feroce e possessivo.
Possibile che in quella situazione quell’idiota di Potter riuscisse ad essere geloso?
“Portiamola ad Hogwarts” intervenne Harry, mentre, con gli occhi lucidi, sfiorava il piccolo polso della madre.

Un attimo dopo, il gruppo correva su una carrozza magicamente apparsa davanti al cancello della scuola.

Tutti avevano lo sguardo puntato su Lily, stretta ancora convulsamente  dalle braccia di James.
Harry , sconvolto, non si rese conto nemmeno di come fossero giunti davanti all’infermeria. Gli sembrò di essersi appena svegliato ,quando la voce di Madama Chips li investì preoccupata e confusa.
“Cosa sta succedendo? Severus … io … ma loro sono … o Merlino! Loro sono morti … e -e -e ...”
Severus notò che l’infermiera, conosciuta per la sua tenacia e per il suo sangue freddo, stava impallidendo. Sarebbe presto svenuta per lo shock se lui non l’avesse scossa vigorosamente.
“Poppy! Poppy ti prego rimani in te! Lily sta male , ci devi aiutare! Non stai impazzendo, loro sono qui veramente!”
“Madama Chips è tutto vero! La prego ci aiuti!” intervenne Harry.
La donna guardò ancora stralunata chi gli stava davanti, poi ordinò a James di portare dentro Lily, cacciandolo subito dopo dalla stanza.

I minuti passarono lenti.

James era seduto accanto ad Harry. I due si tenevano per mano cercando di farsi forza l’uno con altro. Ai loro piedi Sirius ,nella sua forma canina , se ne stava ,triste, appoggiato alle gambe del suo migliore amico, mentre Remus alternava lo stare a sedere al passeggiare in tondo per la sala d'aspetto.
Severus , invece, si era accasciato su un sedia dal lato opposto a quello dei Malandrini.
Si sentiva scosso ed incredulo. Lily era a pochi metri a combattere per sopravvivere ai danni del crollo e lui se ne stava lì imbambolato, incapace di ogni azione razionale.
Aveva offerto a Madama Chips il suo aiuto, ma l’infermiera , riacquistato il cipiglio battagliero, valutando lo stato pietoso in cui si trovava l’uomo, aveva categoricamente rifiutato ogni tipo di partecipazione.
Dopo di ciò, si era rinchiusa nella sua infermeria.
A Severus perciò, non era rimasto altro che sedere con i gomiti poggiati sulle ginocchia e le mani in mezzo ai capelli.
Lei ce l’avrebbe fatta. Doveva farcela. Non poteva essere altrimenti.

Dei passi leggeri ,provenienti dal corridoio, li fecero voltare.
Silente si stava dirigendo verso di loro con un sorriso pacifico sul volto.
Severus, davanti alla serenità imperturbabile dell’uomo, sentì l’impulso di aggredirlo ,ma privo di forze si limitò a fissarlo torvo.
Il vecchio preside si fermò un attimo ad osservare James.
“Ce l’avete fatta davvero …” mormorò l’anziano preside con gli occhi lucidi. “ Inoltre,avete creato un bel po’ di scompiglio a scuola … tutti giurano di aver visto il terribile Sirius Black correre nei corridoi in cerca di vittime !” ridacchiò l’uomo , guardando il grande cane nero che uggiolò dispiaciuto. Sirius , infatti, si era trasformato solo poco prima di apparire davanti all’infermiera della scuola, non pensando a tutti gli alunni che , sicuramente, avevano incrociato durante la loro folle corsa all’interno dell’istituto.
“Noi … ci dispiace … Lily …” tentò di rispondere Remus, con la voce strozzata.
“Non vi preoccupate … Sistemeremo tutto più tardi” li tranquillizzò il preside, scomparendo oltre la porta dell’infermeria.

Altri minuti scivolarono via.
Quando il preside uscì dall’infermeria aveva gli occhi umidi e un sorriso raggiante sul volto.
“Sta bene. È un po’ ammaccata ,ma ha ripreso conoscenza ed è ansiosa di vederti”
Harry all’inizio,stordito dalla gioia, non capì a chi si stesse riferendo il preside, perciò si limitò a rimanere seduto sulla sedia con un sorriso ebete stampato in faccia. Solo quando suo padre, ormai in piedi, lo scosse delicatamente, capì che sua madre voleva vedere lui.
Come in una bolla, il moro si alzò, facendo forza sulle gambe diventate molli.
Suo padre gli era mancato ogni giorno della sua esistenza, come modello , come persona da seguire per crescere , come protezione. Sua madre invece ,  rappresentava tutto l’affetto che non gli era mai stato dato, anche nei momenti più banali. Come quanto da piccolo , in quel freddo e umido sottoscala, tremava spaventato dai tuoni e sentiva suo cugino correre nella camera dei suoi zii, accolto dalle dolci parole della madre. Quando aveva paura, del buio, dello zio, dei dissennatori , di Voldemort.
Forse era troppo cresciuto per aver paura ancora di certe cose. Ma non era troppo grande per desiderare ancora l’affetto e gli abbracci di sua madre.
Tornato in sé, si accorse che anche Piton era in piedi.
Gli rivolse uno sguardo interrogativo.
Voleva entrare anche lui? Suo padre lo avrebbe senza dubbio ucciso.
Invece l’uomo, avvicinandosi a lui, gli tese la mano. Harry meccanicamente gliela strinse.
“Io qui ho finito. Ho rimediato ai miei errori … posso andarmene. Ben fatto Potter”
Il moro notò quanto sforzo ci fosse in quelle parole. Non solo perché si stava congratulando con lui, ma perché si stava volutamente allontanando da sua madre che , evidentemente bramava di rivedere.
“Professore, aspetti ancora un attimo …”
“No.” Rispose deciso l’uomo. “ Va bene così. Siete … è tornata e a me basta questo.”
Severus stirò le labbra in qualcosa che avrebbe dovuto ricordare un sorrise e se ne andò.
Harry fissò per un attimo il professore che si allontanava da loro con le spalle curve. Sentì un  senso di irrisolto dentro di lui, senza sapersi spiegare perché.
“Entra senza preoccuparti ,Harry .Vado io da lui. Penso di aver imparato a prenderlo dopo tutti questi anni … una frusta e una sedia dovrebbero bastare per difendermi!” scherzò Silente, posando una mano sulla spalla del moro.
Il giovane Grifondoro, rassicurato dal preside, raggiunse suo padre che aveva già la mano sulla maniglia della porta.
I due entrarono nella luce bianca e asettica dell’infermeria. Madama Chips era in piedi vicino ad una tenda bianca.
“Vi lascio soli.” Disse la donna , sorridendo ai due Potter e lasciando il suo regno immacolato.
Esitanti avanzarono verso quella stessa tenda, dietro la quale sopra un letto bianco era distesa Lily Evans. I capelli rossi e i grandi occhi verdi risaltavano rispetto al candore delle coperte e della pelle su cui , qua e là, spuntavano piccoli e grandi lividi, conseguenze del crollo.
Harry giurò di non aver mai visto niente di più bello,quando la donna, dopo aver incontrato gli occhi del marito carichi d’amore, concentrò la sua attenzione su di lui e un timido sorriso apparve sul suo volto.
“Harry …” dalla voce  traspariva una forte commozione e un'infinita tenerezza. I suoi begli occhi verdi era già pieni di lacrime.
Lo stomaco del giovane Grifondoro fece una capriola. Sarebbe voluto correre ad abbracciarla , ma era terribilmente imbarazzato ed anche il movimento più semplice sembrava impossibile. Ad un tratto però, sentì la mano del padre sulla schiena spingerlo gentilmente verso il letto. In due passi fu vicino a Lily che non si perdeva nemmeno un movimento.
D’istinto la donna, avendo il figlio così vicino, gli accarezzò un mano ed Harry, travolto dalle emozioni la avvolse in un abbraccio.
Lily sapeva di buono e d’amore. Sapeva di mamma.
“Un tempo ero io che ti abbracciavo così … ora sei un po’ cresciuto perché io ci riesca …” gli sussurrò Lily, con voce rotta dal pianto.
“Non importa … tutto ciò che conta è che sei qui con me …” la strinse più forte Harry.
Alle loro spalle sentirono la porta dell’infermeria chiudersi. James era uscito per lasciarli soli.

Avrebbero avuto tutto il tempo per stare tutti e tre insieme.

Sulla torre d’astronomia , una brezza leggera rinfrescava gli occhi di Severus , rossi di pianto. Non appena aveva lasciato la sala d’aspetto dell’infermeria , si era lasciato andare ad un pianto liberatorio. Il suo animo ,alla notizia che Lily era fuori pericolo , era tornato a respirare.
“Va meglio adesso , vero?” chiese una voce divertita, ma non sarcastica, alle sue spalle.
“Si, Albus.” Rispose l’uomo , senza voltarsi.
 “Tu sai che lei non verrà da te … è un lieto fine un po’ amaro, non trovi?”
“Si . Ma va bene così. Sono abituato ai risvolti amari della vita … probabilmente so affrontare solo quelli.”
“Vedrai che un giorno le cose cambieranno. E tu andrai avanti con qualcun altro.”
“Non lo so, Albus. Ma ora non è quello che mi interessa … oggi sono libero. Per la prima volta non sento addosso il peso che porto da vent’anni. Lily è tornata. Ho rimediato al più grande sbaglio della mia vita. Ora va tutto bene.”
Mentre la brezza cominciava a diventare più forte e l’alba rischiarava l’orizzonte, Severus sorrise.

Finalmente tutto andava bene.
Lily era tornata.

Note dell'autrice:
Allo
ra che ve ne pare??? Troppo sdolcinato e patetico? Contenti che Lily sia tornata? Ci avevate creduto che fossi stata così cattiva da non farla tornare, eh? Fatemi sapere cosa ne pensate! ^^  
Il prossimo capitolo come avrete capito sarà l'epilogo e sarà decisamente succoso, visto che ci sarà L'INCONTRO ... non importa che vi dica tra chi ! Inoltre, si sistemeranno le varie faccende rimaste in sospeso ( non sarà nulla stile " 19 anni dopo" perchè proprio non è roba per me V.V !).
 Grazie, come sempre, a tutti coloro che hanno messo la storia tra le seguite , le ricordate e le preferite... e un grazie immenso a chi recensisce! Baci! xD
   
 
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