Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: 1rebeccam    07/06/2011    0 recensioni
“E’ troppo tardi…sono giù ormai da troppo tempo!”
Trema, non tanto perché è bagnato fradicio, ma perchè uno strano gelo si sta impossessando di lui.
Passa un minuto…gelo nelle sue ossa.
Un altro minuto…gelo nei suoi organi vitali.
Ancora un altro minuto…gelo nella sua anima…
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Semir & Ben: Due mattacchioni amici per la pelle!'
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Rebecca è sempre bendata.
“Ester?! Stai bene, non ti hanno fatto del male prima…vero!?”
“Si, sto bene…mi hanno solo spostata di stanza, volevano tenerci separate, forse pensano che insieme possiamo pensare a qualcosa per scappare! Chissà dove siamo adesso, sembra una casa, è più calda. L’hai sentito quello prima? Ha detto che non ci cercherà nessuno perché credono che siamo finite nel fiume…. Potrebbero lasciarci qui a morire e nessuno lo saprebbe!”
“No, non ci credo…non può essere…sono sicura che Ben e i suoi colleghi mi stanno cercando…lui non si arrenderà facilmente!”
Lo dice con la voce rotta dalla lacrime, oltre ad essere impaurita comincia anche ad essere stanca, ed è quello che vuole la perfida Ester. Stancarla fino a farle credere qualunque cosa!
Per cercare di non lasciarsi prendere dallo sconforto si impone di pensare a Ben, al giorno in cui si sono visti per la prima volta e lui l’ha chiamata immediatamente Raggio di sole…e lei se ne è innamorata perdutamente.
Alla canzone che lui le ha dedicato quando le ha chiesto di sposarlo. Riesce a sentire la sua voce:
“Never gonna be alone…Non sarai mai sola. Quando avrai perso ogni speranza, io sarò lì a sollevarti. Non sarai mai più sola…” a questi dolci pensieri si rasserena un po’ e riesce ad assopirsi per qualche minuto…


Arrivati all’imbocco del tunnel, i due amici lasciano la macchina fuori e lo percorrono a piedi per ispezionare le pareti. A circa metà trovano l’entrata, una porta arrugginita con una catena legata con un lucchetto anch’esso arrugginito.
“Sembra che questo lucchetto non venga aperto da secoli!” Semir controlla la porta.
“Dammi le tenaglie socio”.
Taglia il lucchetto e spalanca la porta, che però si apre facilmente per avere le cerniere arrugginite, e si avventurano all’interno.
Sono gallerie che vanno verso il basso e che si diramano in lunghezza e si suddividono in diverse stanze piene di tubature vecchie, muffa alle pareti e topi. Ma dei rapinatori e degli ostaggi nessuna traccia.
“A terra è piano di acqua Ben, anche se fossero stati qui non troveremmo nessuna traccia. Magari non si sono fermati ma hanno usato le gallerie solo come passaggio per sbucare da qualche altra parte della città.”
“Si, ma dove arrivano queste gallerie? Senza una cartina potremmo passare qui dentro delle settimane!”
“Potrebbe anche essere che non siano mai entrati qui dentro, magari avevano un complice che li seguiva in auto e quando si sono fermati per cambiare mezzo. Magari era proprio il maggiolino rosso!”
“No, non può essere il tempo tra l’entrata e l’uscita dal tunnel degli altri autoveicoli è perfetto. No si sono fermati solo loro e possono essere entrati solo qui.
Accidenti! Ieri Rebecca era ancora viva. Sarei dovuto venire da solo, controllare senza aspettare prove e aiuti, ho perso del tempo prezioso. Ora non so, maledizione!”
“Ben, se conoscessimo il futuro faremmo sempre la cosa giusta! Dovrei sentirmi in colpa anch’io per non averti dato retta. Adesso cosa ti dice il tuo istinto!?”
“L’istinto non lo so, ma il cuore grida…grida che non riuscirà a farsene una ragione!”
“Ascolta, se hanno lasciato i soldi per depistarci, evidentemente hanno rubato qualcos’altro, altri soldi, o qualcos’altro di più prezioso.”
“Beh, se è così allora il direttore della banca deve sapere molto di più di quanto ha raccontato ai colleghi dell’anticrimine. Andiamo a chiederglielo.”
Vanno a parlare con il signor Lars…l’inchiesta non è di loro competenza, non avrebbero dovuto avvicinarsi a lui e alla banca per nessun motivo, ma questo non li avrebbe fermati…come sempre!

“Signor Lars, chiede Semir, lei è sicuro che i due milioni di euro sono l’unica cosa che hanno rubato, che non hanno preso nient’altro?”
“Certo, non capisco che vogliate dire!?”
“Vede signor Lars, il fatto che i soldi siano stati ritrovati sul furgone ci lascia un po’ perplessi.”
“Che significa? I soldi li hanno trovati sul furgone perché quelli sono tutti morti!”
Mentre parla si stritola letteralmente le dita e suda…oh si…suda parecchio…i due amici si guardano.
"Noi non crediamo che siano tutti morti, noi abbiamo un’altra ipotesi. Pensiamo che il capo sia ancora vivo e che sia scappato con gli ostaggi, per questo non capiamo perché ha lasciato i soldi…a meno che non ci sia dell’altro.”
Lars: “Senta erano in quattro, mi hanno quasi fatto una voragine nello stomaco, hanno preso i soldi e grazie al cielo ci hanno lasciati in vita. Sono vivo per miracolo!”
Ben comincia a perdere la pazienza...
“Io sono veramente molto contento che lei sia ancora vivo, però quei delinquenti hanno mia moglie nelle loro mani e se lei sa qualcosa in più farebbe meglio a parlare.”
“…Io…io non so davvero di cosa parlate…”
“D’accordo allora ne riparliamo al comando di polizia.”
Mentre Lars aspetta nella stanza degli interrogatori la Kruger...
“Ma santo cielo Gerkan, l’indagine non è nostra e voi portate qui un testimone per interrogarlo!?”
“Capo, mi creda quello sa qualcosa e se i colleghi dell’anticrimine non sono stati capaci di tirargliela fuori, o non hanno voluto, noi lo faremo. C’è in ballo la vita di Rebecca!”
“D’accordo, ma io avverto il governatore, così ci pariamo le spalle!”

“Allora signor Lars, ha davvero intenzione di passare il resto della vita in prigione, lasciando che i suoi complici se la spassino con il bottino? Pperché vede l’accusa a questo punto non è più solo di favoreggiamento, ma di omicidio.”
“Continuo a non capire di cosa parla.”
“Se noi abbiamo ragione e il furgone è andato giù non per un incidente ma di proposito, e lei ne sa qualcosa, beh, a casa mia questo si chiama omicidio.”
“Mmm…ma io davvero non so niente…volevano uccidermi…”
Mentre parla continua a sudare copiosamente e ben con molta calma, si china a 2 centimetri dalla sua faccia.
“Tutta questa storia puzza signor Lars… e quando sento puzza voglio assolutamente capire da dove arriva e in questo momento la puzza mi arriva da lei, visto come suda! Se sa qualcosa è meglio che ce la dica adesso, così oltre a risparmiare tempo si eviterà anche guai maggiori.”
Semir fa segno a Ben di uscire: “Lasciamolo bollire ancora un po’, vedrai che presto parlerà.”


La Kruger si avvicina... 
“Il governatore ci permette di indagare per conto nostro visto i dettagli che abbiamo trovato.
Ho il referto dell’autopsia, quello che guidava era privo di sensi quando è andato fuori strada. E’ omicidio!”
Lars con le mani sudate e appiccicaticce sta battendo sul vetro della sala interrogatori, chiede di essere ascoltato.
“Che schifo…sembra un maiale!”
“Beh, si è spaventato prima di quanto pensassi!”
Si siedono tutti e due di fronte a lui.
Semir si siede accanto a lui.
“Allora?!”
“D’accordo…avete ragione…io sono il basista alla banca…ma con gli omicidi non c’entro niente…non ne so niente…L’obiettivo non erano i due milioni ma una partita di diamanti grezzi che io ho fatto arrivare dall’Africa di contrabbando…non potevo farli comparire…sa… gli azionisti non ne sapevano niente!”
“Così avete inscenato la rapina, avete fatto credere a quei due poveracci che avrebbero avuto la loro parte e invece vi siete liberati di loro. I soldi li avete lasciati sul furgone, così non solo la banca è rientrata del debito, ma tutte le attenzioni si sono spostate soltanto sul ritrovamento degli altri cadaveri…Bravi!”
“Io degli omicidi non ne so niente!”
“L’idea non è tua giusto? Tu non saresti in grado di mettere insieme un piano del genere Chi è il capo?” gli chiede Ben.
“Non lo so, davvero, io non ho mai avuto niente a che fare con lui. Non lo so chi è, parlavamo al telefono, ma la voce era camuffata non saprei riconoscerla. Però una cosa l’ho capita, deve avere dei buoni contatti con qualcuno alla procura o alla polizia perché è sempre al corrente dell’andamento delle indagini.”
“Sta dicendo che uno dei nostri gli fornisce informazioni?” chiede Semir e Lars annuisce…
Mentre l’interrogatorio diventa interessante, arriva il commissario Belden che entra nell’ufficio della Kruger come una furia.
“Come si sono permessi quei due idioti dei suoi uomini a portare qui un testimone che per giunta è già stato interrogato?
Lei è davvero in un mare di guai commissario, appena il governatore verrà a saperlo…”
Una voce alle sue spalle lo interrompe:
“Il governatore sa già tutto dei due idioti, questo cosa le fa supporre che sia un idiota anch’io!?”
"Signor governatore io non potevo sapere che…”
Ma viene nuovamente interrotto.
“Lei non sa molte cose commissario Belden, forse perché lei e la sua squadra non vi siete occupati di questa indagine come avreste dovuto. Ho dato carta bianca all’autostradale, qui hanno lavorato cominciando dalla scientifica e finendo alla segretaria.
Vede gli IDIOTI hanno scoperto che forse la caduta del furgone nel Reno non è stato un incidente, che non sono tutti morti e che i rapinatori e gli ostaggi potrebbero ancora essere vivi. Come mai queste cose non le ha scoperte lei commissario Belden?”
Signor governatore io…io sono davvero mortificato…” ma le parole gli muoiono in gola perché lo sguardo di fuoco del governatore lo ha zittito.
“Commissario Kruger, è chiaro che l’inchiesta ormai è in mano vostra e spero dal più profondo del cuore che la moglie dell’ispettore Jeger sia ancora viva!”
“Grazie ancora signor governatore, appena abbiamo novità gliele comunicherò subito e personalmente.”
Ben e Semir hanno ascoltato la discussione e si dirigono nell’ufficio del capo darle le ultime novità.
Semir entra nella stanza, mentre Ben si trova faccia a faccia con Belden, che esce di corsa.
Lo segue con lo sguardo e si affaccia dalla finestra mentre si sofferma nel parcheggio.
Nota che parla al telefono, ma più che mortificato sembra arrabbiato, molto arrabbiato e nervoso…e suda tanto…anche lui!
“Semir, e se non fosse uno qualunque? Se l’informatore fosse proprio un poliziotto? Guarda Belden…avrebbe dovuto insultarci dopo che il governatore gli ha fatto quella lavata di capo. Invece non ci ha nemmeno calcolato…è preoccupato per altro!”
Prima che Semir possa ribattere si precipita fuori, raggiunge Belden e gli strappa il telefono dalle mani.
“Ok capo faccio sparire la refurtiva e anche le ragazze!”
Mentre Semir, la Kruger e gli altri colleghi escono anche loro, Ben prende Belden e lo sbatte contro il muro:
“Sei stato tu brutto bastardo…dov’è Rebecca?”
“Lei è pazzo. Commissario me lo tolga subito dai piedi!”
“Lars ha appena vuotato il sacco, sappiamo tutto dei diamanti e del poliziotto infame che sei! Dov’è Rebecca?”
“Quell’idiota di Lars, avrei dovuto ucciderlo! Va bene, bravi, avete capito tutto…ma se non richiamo subito il mio amico…tua moglie è morta!”
A queste parole Ben non capisce più niente.
Butta a terra Belden, gli salta addosso ed estrae la pistola:
“Ascoltami bene io non ho niente da perdere, l’unica cosa che voglio è lei torni a casa sana e salva, perciò o mi dici dov’è o io ti faccio un buco nella pancia…non sto scherzando!”
Il commissario Kruger comincia ad urlare:
“Lo faccia Jeger. Gli spari! Un poliziotto infame non si merita nient’altro. Nessuno di noi testimonierà che non è stata legittima difesa, diremo che ha cercato di ucciderla e lei è stato costretto a sparare. Lo uccida che aspetta?”
Semir la guarda con la bocca aperta incredulo alle parole che ha sentito, anche Ben per un attimo si distrae, ma poi torna subito su Belden: “Allora?” carica l’arma e la punta alla pancia.
“Ok…va bene…va bene…sono nella villetta di quei due che sono morti…una casa nella periferia della città.”
Prima di lasciarlo Ben gli sferra un pugno sul naso e lo fa sanguinare…
"Ora mi sento meglio!”
Tutte le squadre disponibili partono insieme a Semir e Ben per andare alla villetta.
Quando arrivano la controllano da cima a fondo, ma di Rebecca nessuna traccia, Otto li chiama dal retro.
“Ehi ragazzi, ci sono tracce di pneumatico fresche, sicuramente sono andati via da poco, dovrebbe essere una jeep.”
Mentre sta per salire in macchina Ben guarda di nuovo verso la casa, Semir gli dice di sbrigarsi, ma lui:
“No…lei è qui Semir…lei è qui ne sono sicuro!”  e corre verso l’entrata.
Semir: “Ben aspetta…oohhh…al diavolo quando si tratta di Rebecca il suo istinto non sbaglia mai!” e lo segue…
Vicino una pianta di rose, proprio in corrispondenza della finestra Ben nota una botola, la ripulisce dalla terra che la ricopre ed entra senza esitazione, Semir cerca di fermarlo senza successo…e lo segue…
Giù è buio pesto e freddo. Gli occhi cominciano ad abituarsi alla poca luce che entra dalla botola aperta.
Sentono un fruscio, si voltano dal lato del rumore con le pistole spianate e la vedono.
In un angolo c’è una donna legata, bendata…e soprattutto spaventata.
Ben mette via la pistola, deglutisce e respira a fatica.
Lei sente i passi e si rimpicciolisce ancora di più verso il muro: “Ti prego…per favore…non farmi del male…ti prego.”
Ben le mette le mani sul viso, dapprima lei si sposta per la paura, ma dopo un momento si blocca:
“Ben!?...Ossignore…Ben…sei tu!?...sei tu!?...Ben…” e scoppia in lacrime….
Lui le toglie la benda, non riesce a parlare. Le tocca il viso come per essere sicuro che lei sia reale, che non stia solo sognando, ma quando Rebecca per l’ennesima volta sussurra il suo nome, lui la stringe così forte da farle male.
Semir con gli occhi rigati dalle lacrime per la gioia e la commozione si avvicina, la slega e poi allarga le braccia e li stringe a sé tutti e due, solo allora Ben riesce a dire: “E’ viva…Semir è viva…sono vivo anch’io…ora sono di nuovo vivo!”
“Andiamo portiamola fuori di qui.”
Quando escono e la luce del sole la investe, Rebecca arriccia gli occhi e nasconde la faccia verso il petto di Ben che continua a tenerla stretta come se avesse paura di perderla di nuovo. La fa sedere sul muretto che circonda la casa e Semir va a prendere una coperta in macchina.
Ben continua a tenerle le mani sul viso, quelle mani che la sua Rebecca avrebbe riconosciuto tra mille, poi lei alza lo sguardo e sgrana gli occhi come se fosse stata investita da un lampo…ma di paura…
“Butta la pistola e alza le mani molto lentamente o vi uccido tutti e due.”
“Ester! Tu…tu eri d’accordo con loro!?”
“Già…e tu hai rovinato tutto. Se quell’idiota di Sven non ti avesse rapita nessuno ci avrebbe cercato e ora saremmo ricchi e felici. Vorrei tanto sapere cos’hai di tanto speciale perchè un intero comando di polizia passa avere smosso mari e monti per trovarti. Maledetta, mi toglierò io lo sfizio di ucciderti, così per divertimento, solo perché mi sei un tantino antipatica! E tu se ti aspetti che il tuo amichetto venga in aiuto, scordatelo. Sta facendo un pisolino!”
Ben si gira lentamente, alza le mani e si mette davanti a Rebecca:
“Allora dovrai uccidere prima me. Non riuscirei a sopportare quello che ho provato ieri quando ho creduto che fosse morta. Preferisco un proiettile nello stomaco.”
“Non combatti neanche?”
“Se fallissi lei potrebbe essere uccisa e io questo non lo permetterò almeno finchè avrò un alito di vita.”
“Allora ti accontento subito.”
Risponde Ester, carica la pistola, Ben chiude gli occhi. Si sente lo sparo…l’urlo di terrore di Rebecca…
“Avresti dovuto immaginare che ho la testa dura!”…Dice Semir mentre la tiene ancora sotto mira dopo che l’ha colpita ad una spalla. Si china su di lei, le mette le manette.
“Vuoi davvero sapere cos’ha di speciale quella ragazza? Beh, di sicuro non ha mai tentato di uccidermi!”
Solo allora Ben abbassa le mani e sospira girandosi verso la moglie e con una dolcezza infinita le dice:
“Andiamo, Raggio di sole…ti porto via da questo posto!”


Quando entrano al comando tutti esplodono in un grande applauso, Rebecca è commossa dall’affetto che i colleghi del marito le mostrano.
I suoi genitori la avvolgono con il loro caloroso abbraccio e Andrè guarda Ben: “Grazie di averla riportata a casa!”
Susanne le porta una tazza di te caldo che lei beve avidamente. Arriva anche Andrea con la piccola Aida e mentre l’abbraccia non riescono a trattenere le lacrime.
Aida non riesce a capire perché siano tutti emozionati, però una cosa l’ha capita…nessuno ha più la bua…nemmeno lo zio Ben!
Il commissario Kruger chiama Ben e Semir nel suo ufficio:
“Vi rubo soltanto un momento per mettervi al corrente. I colleghi hanno arrestato tutti e hanno trovato una refurtiva in diamanti per circa sei milioni di euro. Il nostro esimio amico commissario Belden si trova già dal governatore e sta cantando come un uccellino. Bel lavoro ragazzi…bravi!”
Ben e Semir rispondono in coro.
“Grazie a lei di averci dato la sua fiducia.”
Usciti dall’ufficio la Kruger si avvicina a Rebecca e l’abbraccia:
“Ben tornata!...Facciamo venire un medico così per essere sicuri che è tutto a posto?”
“No grazie commissario, sto bene…voglio solo andare a casa…davvero sto bene…voglio solo tornare a casa mia!”


Semir li lascia davanti alla porta di casa loro e mentre si avviano abbracciati, Andrea dice al marito:
“Mi amerai così anche tu per sempre?”
“Per sempre amore mio e non perderemo mai più nemmeno un attimo per amarci” la bacia, mentre Aida si mette le manine sugli occhi e ride sbattendo i piedi!
Rebecca entra in casa, si mette al centro del salone e sospira:
“Finalmente!!! Sono a casa mia…ora sono veramente libera!”…si volta e guarda Ben che è rimasto davanti alla porta:
“Che fai li, perché non entri?”
“L’ultima volta che sono entrato in questa stanza ho creduto che non ti avrei rivista mai più, che non  saresti mai più corsa incontro a me per salutarmi con il tuo sorriso.”
Mentre parla non riesce a trattenere le lacrime: “Ho creduto che non ti avrei mai più toccata…mai più baciata…”
Rebecca gli va vicino e gli sfiora le labbra con le dita, gli asciuga le lacrime con il dorso delle mani:
“Ora sono qui…sono qui perché tu mi hai riportata a casa…”
“Già…e io riesco solo a piangere come uno stupido!”
“Uno stupido dolcissimo!”
Lo bacia proprio dove scendono le lacrime.
“Sono qui, perché tu nell’anima mi hai sentita ancora legata a te. Io non ho dubitato un solo istante che mi avresti cercata!”
Lo bacia e si abbracciano per un periodo infinito.
Ben si mette le mani in tasca, ne esce una collanina e gliela mette al collo…
“La mia crocetta…credevo di averla perduta per sempre!”
“Questa piccola croce in un secondo mi ha tolto la speranza e in un altro secondo me l’ha ridata.
L’ho fatta aggiustare subito così continuerà ancora a proteggerti. Ora ti preparo qualcosa di caldo, sarai affamata e infreddolita.”
Lei lo trattiene per il braccio: “Voglio solo andare a letto, voglio che mi tieni stretta sul tuo petto e che non mi lasci. Voglio solo questo!”
Lui le sorride, la prende in braccio e la porta in camera. Si stende accanto a lei stringendosela al petto e dopo un attimo le dice:
“Devo confessarti una cosa. La notte scorsa ho dormito con un’altra donna, proprio così stretta su di me. Credevo che tu mi avessi lasciato per sempre, lei si è offerta di consolarmi e io l’ho lasciata fare.”
Rebecca solleva la testa e lo guarda con la fronte corrucciata, lui le sorride e continua:
“Aida è stata un angelo l’altra sera. Mi ha riempito di tanti bacini per farmi passare la bua.”
Rebecca sorride: “Sta attento Ben, comincio a perdere la pazienza. Prima quella Semir…ora questa Aida…potrei prendere anche la decisione di chiedere il divorzio!”
Si abbracciano ancora più stretti e finalmente ridono di cuore…
Per il resto…beh la notte è ancora lunga…per riuscire a lasciarsi alle spalle una giornata da dimenticare!

Fineee!!!
  


 
  
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