Conoscenze
Stavo sdraiata sul letto persa nei miei pensieri, quando sentii la porta aprirsi
lentamente.
Mi girai per guardare chi era...
Era il Dott Cullen o meglio lui diceva sempre, di chiamarlo Carlisle.
Era lui che mi seguiva costantemente ogni giorno, era l'unico che mi parlava
cercando di lasciarmi un sorriso su questo viso malato, ma senza buoni risultati.
Carlisle era il classico primario, dove tutte le infermiere gli andavano dietro.
Era un uomo con un certo fascino, ma per me era solo il mio dottore.
Aveva solo delle piccole cose che lo distingueva da tutte le altre persone che avevo
visto nella mia esistenza: una pelle bianca, liscia sembrava come se la sua pelle
fosse di marmo e poi i suoi occhi; quegli occhi non gli avevo mai visti, erano di un
colore assurdo, un miele sciolto nell'oro, occhi così dovevano essere
inestistenti, infatti più e più volte gli chiedevo se portava delle lenti a contatto, ma
lui mi rispondeva -no- con un piccolo sorriso.
Ma chi sono io per giudicare la natura?
Carlisle, non appena entrò, mi fissò per qualche minuto
-buongiorno!- dissi con la mia solita voce debole e sottile, tanto da preoccuparmi
ogni volta che lui non mi sentisse
-Buongiorno Bella!- mi rispose con entusiamo.
Sicuramente voleva continuare la frase -buongiorno Bella! come stai??-
Ma mi ero stancata di sentirmelo dire per mesi interi, così gli dissi di non
chiedermelo più, tanto la risposta era sempre quella.
-hai fatto colazione?- mi chiese quasi come se fosse mio padre, ma in realtà ero
solo una paziente, una paziente terminale.
Accenai un piccolo si, poi come del resto ogni giorno mi controllò, facendomi la
solita visita.
Aveva una strana espressione sul suo viso genitile, come preoccupata o addirittura
triste.
Forse aveva qualche problema, di sicuro non potevo c'entrare io.
L'unica espressione che tutte le persone mi rivolgevano era solo di pena e a me
quella non serviva.
-Bella, oggi non ti vedo tanto bene, dimmi la verità?- mi chiese non appena mi
squadrò per un minuto buono.
Purtroppo, il dolore e la stanchezza che provavo, ormai erano parte di me e non mi
accorgevo se aumentavano o diminuivano.
-non lo so, mi sento come sempre, stanca e debole!- dissi stufa e seccata
Il dottore non aggiunse altro e uscì dalla stanza, lanciandomi un ultima occhiata
preoccupata e poi chiudendosi la porta alle spalle.
Forse ero quasi arrivata alla morte???
Forse mancava davvero poco???
Lo speravo, speravo che finalmente questa tortura scomparisse, lasciandomi in
pace.
Verso pomeriggio, il dottor Cullen rientrò nella mia stanza, ma questa volta non
era solo, con lui c'era un ragazzo.
Notai subito lo stesso colore degli occhi di Carlisle e la sua stessa carnagione,
bianca come un cadavere.
Ma notai, anche, che oltre a questi particolari, non si assomigliavano gran chè.
Era una bel ragazzo, occhi grandi, capelli scompigliati in una strana pettinatura di
un castano rossiccio, alto e fisico leggermente muscoloso.
-Bella, ti presento mio figlio....Edward!- disse spingendo il figlio verso di me
Sembrava teso o addirittura agitato
-Piacere!- disse allungando la mano per stringerla alla mia.
La sua voce era come neve ghiacciata, forse non gli stavo tanto simpatica.
-Piacere!- mugugnai, dandogli la mano
-starà qui a farti compagnia, mentre io faccio il giro dei pazienti, tanto Edward ha
tanto tempo libero!- disse Carlisle scherzando con il figlio
Edward gli fece un mezzo sorriso divertito ma poi ritornò subito serio.
Il dottore uscì dalla stanza lasciandoci soli.
Ero imbarazzata, ero sola, con un estraneo che credevo mi odiasse.
-nevica!- disse ad un certo punto con lo sguardo perso fuori dalla finestra.
Mi girai anch'io, per guardare quanto era bella, quanto mi faceva sentire tranquilla,
ma allo stesso tempo mi rattristiva ancora di più.
Forse era l'unica cosa bella che mi sarebbe dispiaciuto lasciare
-Ti piace?- mi chiese notando il mio sguardo fisso e tranquillo guardando quei
piccoli fiocchetti bianchi.
-si- dissi semplicemente
Ci fu un attimo di silenzio, era una situazione imbarazzante e molto bizzarra
-da quanto tempo sei qui?- mi chiese tranquillo e più rilassato di prima
-quasi un anno- risposi dispiaciuta, si perchè era passato un anno e io ero ancora
qui, malata, ma viva.
-mio padre mi ha detto che non vuoi fare la chemio?- ora sembrava anche
preoccupato come suo padre.
Tutto ciò era assurdo, perchè si preoccupavano per me, in fondo io ero
inestistente? la mia "vita" non importava a nessuno, sopratutto a due estranei,
possibile che provavano solo pena per me?
Era ingiusto!
-sono affari miei!- gli risposi seccata, con il mio solito filo di voce.
-scusa...non...volevo!- si giustificò dispiaciuto
-voglio rimanere da sola!- ero arrabbiata e poi la sua compagnia peggiorava solo il
mio stato d'animo.
Lo vidi uscire con la testa bassa, sembrava veramente dispiaciuto ma non me ne
preoccupai, infondo cosa mi importava di un ragazzo che neache conoscevo
se era dispiaciuto o meno? nulla!
Passarono solo qualche secondo, che Edward entrò di nuovo nella stanza
-scusami, ma sono curioso di sapere perchè non vuoi fare la chemio?-
mi chiese triste
-questa domanda è troppo personale per risponderti dato che ci conosciamo da
ciunque minuti- ero irritata
-lo so, ma lo voglio sapere!- sembrava veramente determinato
-perchè ti dovrebbe interessare, tu non mi conosci, non sai niente di me, perchè ti
dovrei confidare i miei segreti?chi sei tu?- la mia voce si spezzava ad ogni parola
ma non me ne preoccupai.
Edward non mi rispose, mi guardò per qualche secondo per poi uscire dalla stanza.
Non capivo il comportamento di quel ragazzo, perchè crearsi dei problemi
quando ne poteva fare a meno?
Io morirò è questo ciò che voglio è questo ciò che desidero
Ciao a tutti, ecco a voi il primo capitolo, spero che vada bene, cmq avviso che il pross sarà pov Edward.
Spero che vi sia piaciuto, fatemi sapere!un bacio a tutti e grazie mille!!!ciaoooo