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Autore: Jules_Black    16/06/2011    5 recensioni
"Ci incontreremo dove il mondo è silenzioso".
Ogni mattina parte, dalla stazione di un paese quasi sconosciuto, il treno delle 7 e 32, quello "che non ritarda mai". Nella penultima carrozza, i posti della terza fila sono sempre occupati. Eppure non sarà così, non per sempre.
Dal capitolo I:
"Aveva maledetto quella vecchia automobile, ormai ridotta ad un ammasso informe di lamiera, vetri infranti e vite spezzate. Aveva provato a non pensare che tra soli due giorni avrebbe dovuto affrontare da sola il treno vuoto di periferia, quello delle 7 e 32 che non ritardava mai di un minuto.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3. Ti ricorderai di me?

 

“Il tempo passa, le stagioni cambiano. Lo dimenticherai.”

Aveva sentito quella frase rimbombarle dentro per giorni e giorni dopo il funerale. Nessuno sembrava poter dire altro che non fosse uno stupido “passerà”. E lei, con tutta la rabbia che aveva dentro, avrebbe solamente voluto urlare all’indirizzo degli sconosciuti che non lo avrebbe voluto dimenticare, che non avrebbe potuto. Le era rimasto impresso dentro ed il suo sorriso scolorito riluceva ancora nei margini lucidi di quelle tante fotografie che aveva e che continuava a sfogliare dentro vecchi album.

La gente, per le strade del suo paese, la additava ed il suo nome veniva mormorato ovunque. Lei era “la sua migliore amica”, famosa non per scelta, ma per tragedia. E non poteva fare altro che chiudere gli occhi ed abbassare la testa ogni volta che il suo nome veniva legato nelle conversazioni a quello del “suo migliore amico”.

La gente, semplicemente, non capiva. Non capiva e non sapeva. Lei non era solo “la migliore amica”. Lei era la persona che lui aveva baciato il pomeriggio prima di morire. Era la persona con cui lui aveva fatto l’amore in una stupidissima camera d’albergo con le tende arancioni e la moquette verde. Era la persona che, forse, ormai al di là del tempo e dello spazio, lui amava. E lei, proprio lei, se ne sarebbe ricordata?

Il bagliore del sole veniva filtrato da quelle orribili e pacchiane tende arancioni.  La ragazza non si prese nemmeno la briga di sapere che ora fosse. Potevano essere le sette così come le nove. E,se davvero fossero state le nove, lei era, terribilmente ed irrimediabilmente, in ritardo. Si stiracchiò, rendendosi solo allora conto di non essere sola nel letto. A stringerla con un braccio intorno alle sue spalle nude, c’era, ancora addormentato, Davide.

Solo allora, con la forza di un fulmine, le tornarono in mente tutti i dettagli di quella notte. Avevano stentato a salutarsi, qualche corridoio più giù. I loro occhi si erano incontrati e si erano scoperti desiderosi l’uno dell’altra. E poi la distanza tra le loro labbra si era annullata in un soffio. Si erano ritrovati incastrati nei loro stessi sentimenti e, chiudendosi la porta della camera all’esterno, avevano lasciato tutti i problemi e le preoccupazioni fuori.

Il resto erano dettagli indistinti che stava cercando disperatamente di mettere a fuoco. Le mani di Davide che la spogliavano, lasciando cadere i suoi indumenti su quella moquette verde acido. Le sue mani che stringevano quel piumone giallo, i muscoli contratti, nel disperato bisogno di aggrapparsi a qualcosa. I suoi baci roventi, che le scendevano lungo il collo e la facevano rabbrividire.

I ricordi stavano lentamente prendendo forma dentro di lei, materializzandosi. Presto gli avrebbe etichettati come “i ricordi migliori della sua vita”. Perché, di quella notte, non gli serviva ricordare altro. Le sarebbero bastati, per sempre.

- Da’?

Si era meravigliata nel sentire la sua voce così roca, inusuale rispetto alla solita così sorprendentemente acuta. Lui aveva mugugnato qualcosa nel sonno e poi aveva aperto gli occhi. Occhi azzurri.

- Ehi!

La sua voce l’aveva colpita come una carezza e non aveva potuto fare altro che accoccolarsi ancora contro il suo petto. Dieci minuti dopo, la sveglia era suonata.

- Devo tornare in camera!

E si erano salutati sulla soglia della camera, gli sguardi carichi di promesse e di aspettative. Lui le aveva accarezzato i capelli, lei aveva sorriso, senza parlare. Come faceva sempre, quando le parole erano troppe e le morivano in gola.

- Ti ricorderai di questa notte, vero? Ti ricorderai di me?

Lei aveva annuito e si era tenuta stretta i ricordi.

E le stagioni cambiarono davvero, ed il tempo inequivocabilmente passò, ma lui, tra i suoi ricordi, non sbiadiva.

   
 
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