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Autore: evilangel    16/06/2011    2 recensioni
Ed ecco la long-fic sulla coppia Fubuki*Gouenji che mi ha chiesto di scrivere Digiprescelta97 (ma mi ha fatto piacere comunque scriverla!), piena d'inciucci (come li chiamo io) e incomprensioni. In fondo in fondo sarà anche una Fubuki*Kazemaru. Lo so... non sono granchè con le introduzioni, me spero vi piaccia =3
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sono tornata! Vi sono mancata ;D? Ma che razza di domande faccio? =w=”…

Ora, serietà! Io ti evoco dalle più profonde profondità dell’universo… giungi a me!
*Dato che non le risponde nessuno, chiama al telefono la serietà*
Cosa? La segreteria? Ok, attendo…
*Dopo mezz’ora d’attesa*
Vabbuò, farò senza xD!
*Riattacca il telefono in faccia alla serietà*
E ora che mi si è aggiustato miracolosamente l’ipod, sono pronta per continuare ^^!
Anche perché è l’unica fic di Inazuma che sto tirando avanti, avendo finito “Ice and wind”…
Ma sto divagando! E, dato che la serietà se ne è andata a fare shopping, inizio (per vostra sfortuna)…
 
Capitolo 6)
 
Rilesse, o meglio, fissò il messaggio per qualche secondo, poi si decise a rispondere, cavandosela con qualche frase del tipo “Scusa, ma sono molto occupato”, “Magari sarà per un'altra volta, ok?” e un bellissimo “Shirou” alla fine. Un po’ corto e poco affettuoso come messaggio di risposta al ragazzo che aveva detto di amare il giorno prima, ma cosa importava in quel momento? No, non era questo che aveva pensato. Ora correggo…
Ci avrebbe pensato domani a sistemare tutto quel pasticcio, no? O forse l’altro avrebbe semplicemente pensato che il grigio avesse il credito del cellulare così agli sgoccioli da non poter aggiungere altro (Cosa che tra l’altro non era per niente vera…)
Mise via il cellulare dopo aver ricevuto la conferma dell’invio del messaggio.
Gouenji, stranamente, non chiese nulla. Era un bel lato di lui: non s’impicciava quando non doveva, e questo non poteva che fargli comodo, soprattutto quando è alle prese con uno con cui non dovrebbe nemmeno stare insieme per un pomeriggio di studio. Metto tra virgolette “di studio”, perché, comunque, non sarebbe così.
Si girò per guardare cosa stava facendo, ma scoprì il perché di quel silenzio. Gouenji non c’era.
Era veloce, si, ma non così tanto da sparire il tempo di rispondere ad un messaggio.
Era anche vero che Fubuki fosse incredibilmente lento a scrivere al cellulare e che avesse letto il messaggio minimo tre o quattro volte, ma non era possibile lo stesso.
Si guardò attorno, e tirò un silenzioso sospiro di sollievo alla vista di un porcospino biondo che restituiva la palla a dei bambini che giocavano poco lontano. La palla, dopo qualche palleggio sulle ginocchia del porcospino dai capelli dorati, atterrò precisa precisa tra le mani del bambino che, dopo un raggiante sorriso alla Mark, se ne tornò a giocare con i suoi amici. Gouenji li guardò tutti tentare di replicare quell’esercizio che a loro, Gouenji e Fubuki, sembrava così familiare e semplice. Sembravano, anzi, erano così buffi… Gli ricordavano tanto lui da piccolo. Non era sempre stato questo grande fenomeno del calcio, sapete.
Con le mani in tasca, se ne tornò lentamente verso la panchina su cui era seduto Fubuki, che lo guardava tornare.
 
<< Chi era? >> chiese Gouenji.
<< Cosa? >> chiese il grigio un po’ spaesato.
<< Il messaggio >> rispose semplicemente l’altro.
 
E lui che aveva sperato che quella domanda non arrivasse mai… (Cancello tutto quello che ho scritto qualche riga più in su =.=” N.d.Me)
 
<< Ah… il messaggio >>. S’inventò una scusa in due secondi. << Era… era Endou! >>. Non sapeva mentire…
<< Davvero? >> chiese Gouenji scettico.
<< Davvero >>
<< E cosa voleva? >> chiese sedendosi sulla panchina.
<< Ehm… mi ha chiesto cosa facevo oggi, perché lui era al campetto e cercava qualcuno con cui allenarsi >>.
 
Questa era pur sempre una scusa, ma era abbastanza credibile. Il cervello di Endou funzionava a calcio, cibo e amici.
 
<< Endou è in punizione per il voto in matematica, ricordi? >>
 
Come aveva fatto a dimenticarsene! Per Endou non era stata poi una strage, ma per sua madre… povera donna…
 
<< Ah… eh già… >>. Ma, con un gesto abile e fulmineo, Gouenji gli sfilò il cellulare dalla tasca.
<< Ma cosa fai?! >> esclamò cercando di riprendersi il cellulare, ma l’altro non glielo avrebbe restituito nemmeno a pagarlo, questo lo sapeva benissimo.
Dopo una veloce scorsa ai messaggi ricevuti, sotto lo sguardo depresso di Fubuki, Gouenji gli ributtò il cellulare sulle gambe.
 
<< Guarda che non mi arrabbio, eh >>
 
Fubuki lo guardò leggermente incerto.
 
<< Certo, mi aveva promesso che non si sarebbe intromesso >> Ah, ecco… << Ma non è colpa sua. Sono io che… >>
<< Che cosa? >>
<< Non ne ho idea >> disse sorridendogli. Fubuki si rattristò a quel sorriso, a cui, d’altronde, rispose.
 
Dopo alcuni istanti, Gouenji si alzò. << Andiamo? >>
<< Ah… si >>. Fubuki si rimise il cellulare in tasca. Si alzò anche lui da quella panchina.
Il biondo iniziò a camminare, seguito da Fubuki, che poco dopo lo raggiunse.
 
<< Mi dispiace >>
<< E di che? >>
<< Per… non avertelo detto >>
<< Tranquillo. Nemmeno io l’avrei fatto se fossi stato in te >>
<< Ma… >>
<< Senti, perché non lasciamo stare? >>
<< Lasciare stare? >>
<< Si, lasciare stare >> ripetè Gouenji, mentre il suo sguardo si spostava nuovamente davanti a sé.
 
Continuarono a camminare, camminare e camminare. Un sacco di passi con cui non avrebbero risolto niente. Li avrebbero solo portati a casa di Fubuki, che, per carità, non era “niente”, ma non sarebbe servito ad aggiustare le cose (anche se in fin dei conti non erano poi così tante le cose da aggiustare)… Forse.
Il grigio guardò un attimo Gouenji. Continuava a guardare davanti a sé. Chissà a cosa stava pensando…
Fubuki tese una mano tremante. Sapeva di star impazzendo, ma non importava. Sfiorò le dita dell’altro, che gli strinse la mano (Beato yaoi *w*! N.d.Me), continuando a guardare in avanti. Un lieve sorriso si delineò sulle sue labbra e ben presto anche il grigio lo imitò. Ricambiò la stretta. Stavano impazzendo…
 
Perché, mi chiedete? Perché? Non lo avete capito? State pensando che sono pazza io? Non avete tutti i torti u.u…
Bhe, ora ci penso io a spiegarlo!
 
Kazemaru stava passeggiando lì intorno con un gelato in mano, e loro non dovevano fare quello che hanno e stavano facendo. Lo sapevano bene, ma si erano detti che c’erano pochissime possibilità di incontrarlo. Ma, Inazuma-cho non è un paese poi così grande…
Lo sapevano benissimo, ma avevano voluto rischiare, per così dire.
Chi se ne fregava se Kazemaru li avesse visti, aveva promesso che non si sarebbe immischiato.
Bhe, questo valeva per Gouenji, ma Fubuki pensava a ben altro…
Pensava che sarebbe stato un disastro se li avesse scoperti, anche perché il giorno prima gli aveva detto di amarlo.
Pensava che avrebbe fatto di tutto per ritrovarsi a casa in quel preciso istante, dove era iniziato tutto…
Pensava che Gouenji non era niente male e… basta. Frenò i pensieri. Ma non stava pensando a Kazemaru?
Posò un attimo il suo sguardo su Gouenji e quel pensiero si ripresentò nitido e puntuale. Non era niente male.
Scosse un attimo la testa e si sarebbe schiantato su un bellissimo palo della luce, se Gouenji non l’avesse tirato verso di sé per farglielo… ehm… schivare.
 
<< Ehi, ma dove hai la testa? >>
<< Da nessuna parte, fidati >>
<< Ci stai ancora pensando? Ti dico che devi lasciar stare >>
Il grigio sospirò.
<< Come vuoi >>. Non voleva e non serviva aggiungere altro.
 
Continuarono a camminare ancora un po’. Ormai la giornata stava finendo, ma il crepuscolo non era ancora giunto. Il cielo era ancora abbastanza chiaro, solcato da poche soffici nuvole, sempre che le nuvole possano essere soffici. Ora che ci penso nessuno ha mai toccato le nuvole, ma è l’impressione che danno! Soffici e delicate…
E c’era anche un vento leggero che spirava tutto contento di smuovere le prime foglie che prematuramente cadute dagli alberi se ne stavano ad oziare sui marciapiedi.
E i loro passi si posavano sulle foglie, sul marciapiede, sulla strada, sul vialetto della casa di Fubuki, che ormai a Kazemaru non pensava più.
Si fermò e lasciò la mano di Gouenji, che non aveva cessato di tenere per tutto il tempo (Macchè dolci! N.d.Fidio)(Ma tu dove eri finito?! O.o N.d.Me)(Guarda che io ero sempre qui, eh! N.d.Fidio)(Oh… allora sono io che non ti avevo notato ^^” N.d.Me)(Ma come si fa a non notare uno come me ù.ù?! N.d.Fidio)(Eggià… mi chiedo come mai =w=”… N.d.Me).
 
<< Allora ci vediamo domani a scuola >>. Ma che bel saluto, Gouenji. Soprattutto originale
<< Si. Ci vediamo domani >>. Sorrise. Un sorriso da far invidia a… fatemi pensare… al più sublime degli angeli! Perché lui era l’angelo (Chiedo perdono a Aphrodi… N.d.Me) più sublime per eccellenza (Chiedo doppiamente perdono ad Aphrodi *china la testa* N.d.Me)… almeno, per quel porcospino biondo che ora lo guardava.
Ma ora non doveva pensarci. Il suo… cioè, Fubuki stava con Kazemaru, no? No? Questo non lo aveva capito benissimo, ma doveva essere così.
Fubuki, però, fece una cosa che non si aspettava. Forse l’ultima cosa che si sarebbe aspettato…
 
Non sto a dilungarmi, tanto per non farvi stare sulle spine come mio solito e, tranquille, non interrompo qui il capitolo perché sono stanca di farvi scervellare ogni volta che finisco un capitolo su cosa succederà! Quindi ora continuo ;3…
 
Lo baciò. Un bacio leggero, sublime… come l’angelo (Chiedo ancora una volta scusa ad Aphrodi N.d.Me) che glielo aveva dato.
Leggero e delicato come la neve.
Sublime come… Lui.
Rispose al bacio. Era contentissimo di averlo finalmente per sé. Forse lo stava solo illudendo, forse lo stava solo usando, forse lo stava facendo solo per farlo sentire meglio, ma non importava, come tante altre cose quel pomeriggio. Era solo felice di averlo per sé.
Non fece in tempo a pensare ad altro, che il grigio si separò, gli fissò un attimo le labbra, e se ne andò a casa con un fugace gesto di saluto.
Nemmeno una parola. Solo un gesto… e un sorriso, timido.
 
Lo lasciò a fissare la porta che si era appena chiusa, nascondendo il grigio.
Sorrise anche lui, come a rispondere al sorriso di Fubuki, che ormai era già sparito dalla sua vista.
Si mise le mani in tasca e sorrise… nuovamente.
 
Pensate che il capitolo sia già finito? Oggi voglio rendervi felici, quindi, con l’ispirazione che mi pervade, continuo ancora un po’ ^^…
 
Fubuki si sedette sul letto, ma non stava pensando a niente. Si sfiorò le labbra. Solo quel bacio, solo a quello stava pensando, ma non capiva bene perché.
Inizialmente doveva essere una cosa per sistemare tutto, ma ora era diverso. Ora sentiva qualcosa di diverso. E quel qualcosa era quella cosa che non gli aveva permesso di parlare dopo quel bacio, andandosene con un cenno e un sorriso, che nemmeno aveva comandato alle sue labbra di compiere, ma non poteva farne a meno.
Forse era perché era troppo buono, forse perché con Gouenji si sentiva bene, forse perché ora capiva cosa provava… più o meno.
Forse amicizia, o qualcosa più della semplice amicizia. Si, quello era ovvio: erano certamente più che amici. Ma forse era solo una cosa passeggera.
Ma era l’ora di passare da tutti quei “forse” alla teoria. Nessuna teoria sull’amore, no. Solo geometria. Il giorno dopo ci sarebbe stata la verifica e lui non sapeva nulla, troppo occupato com’era con tutti i suoi problemi. Ma, di certo, non avrebbe voluto fare la fine di Endou…
 
Allungò una mano verso il comodino, dove se ne stava placido il libro di geometria. Sembrava che si prendesse gioco di lui, lì, già aperto alla pagina da cui avrebbe dovuto iniziare a studiare. Era come se ridesse di lui perché non aveva ancora letto nulla di quello che avrebbe dovuto sapere. I concetti erano tanti, e il tempo poco.
Maledisse il libro, iniziando a contare le pagine che avrebbe dovuto studiare, molto probabilmente fino a notte tarda. Dopo un attimo di depressione post-studio, si disse che non aveva altra scelta. Si buttò letteralmente a leggere la prima pagina e da lì nessuno avrebbe potuto disturbarlo.
I suoi occhi guizzavano da una parola all’altra, riga dopo riga, pagina dopo pagina, con una matita poggiata sull’orecchio e un foglio su cui sbarrava con gioia le pagine già studiate. Non gli mancava molto, ma la sua capacità di distrazione era più che alta in quel periodo.
Si mise a leggere la nuova pagina con i soliti contenuti ancora ignoti. Ma subito la sua mente si distrasse…
Kazemaru… o Gouenji? Non sapeva come la sua mente fosse arrivata a quella domanda, ma ogni parola che leggeva veniva subito seguita da quella domanda, che rimbombava nella sua testa. Chiuse il dannato libro e lo buttò praticamente giù dal letto.
Scese dal letto e se ne andò in cucina a prendere un bicchiere s’acqua, che forse avrebbe avuto il potere di farlo concentrare su quello che doveva. Si sedette su una delle sedie che circondavano il tavolo e iniziò a bere, ma quell’insulsa domanda non se ne voleva andare.
 

Kazemaru o Gouenji? Kazemaru o Gouenji? Kazemaru o Gouenji?…

 
Senza accorgersene, anche le sue labbra stavano iniziando a formulare quella domanda. Stava letteralmente impazzendo, e le sue labbra formularono anche questa affermazione.
Se ne tornò in camera sua e si sdraiò sul letto. Geometria avrebbe aspettato.
Era nei guai fin sopra quel ciuffo grigio e non sapeva come cavarsela. Domani li avrebbe visti, tutti e due. Bhe, Gouenji sapeva come stavano le cose, anche se non aveva capito se avesse scelto lui o “chioma turchese”.
Kazemaru, invece, non era al corrente di nulla. Pensava che quel pomeriggio Fubuki fosse stato a “studiare” o robe del genere.
Non sapeva ancora cosa avrebbe detto ai due il giorno dopo, ma qualcosina gli sarebbe venuta in mente, magari sottoforma di sogno.
Senza accorgersene, le palpebre gli si abbassarono sugli occhi e il respiro divenne più profondo e controllato. Si era addormentato.
Il libro di geometria non ancora raccolto giaceva sul pavimento, placido e sgualcito come lo era sempre stato; la matita accuratamente temperata per sbarrare il numero delle pagine sul foglietto, fra i capelli grigi; pensieri che gli ruzzolavano per la testa sottoforma di strani sogni; un sorriso non voluto sulle labbra… angelico.
 

Continuerò a tirare avanti questo dilemma all’infinito xD!
Ma non immaginerete mai cosa succederà nel prossimo capitolo!
Sto parlando di Kazemaru, ovviamente è__è…
Quanto mi piace farvi rimanere sulle spine! x3
Ma oggi sono stata buona, no? No? Massì u.u…
Ci vediamo al prossimo capitolo, quando riuscirò a usare un computer che almeno si accenda =.=
*Me maledice il suo computer morto e fatto in tanti piccoli pezzettini dalla sua fidata falce*
Ora vi saluto ;3…
 
Kiss <3,
Evilangel98 (e Fidio! N.d.Fidio)
 
Ah… Eh già =w=”!
 
Evilangel98… e Fidio!     

   
 
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