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Autore: Kumiko_Walker    18/06/2011    1 recensioni
Era una giornata come tante: il sole splendeva, gli alberi venivano mossi leggermente dal vento, gli uccellini cinguettavano sui rami. Tutto perfetto, tranne per una persona.
Una ragazza che sfrecciava tra la gente alla velocità della luce: Yume Shiro. Una persona strana: lunghi capelli rossi scuro ed occhi verdi chiaro, con un fisico snello ed alto, con grandi forme. Doveva assolutamente andare vedere se era ammessa alla Ojo Hight School.
[ShinxOC]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Seijuro Shin
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Yume Shiro
Capitolo 2: In Giro con Shin



Yume si svegliò quella mattina, stropicciandosi gli occhi e sbadigliando. Si guardò intorno, i suoi fratelli erano già andati al lavoro, era sola, in quella piccola casa. Poteva sentire un forte odore di agrumi provenire dal bagno, le dava leggermente fastidio.
Si lavò i denti e la faccia, poi preparò il suo Obento, riso e pesce, un pasto misero, che sarebbe andato bene per quella giornata.
Cominciò a correre, ovviamente velocemente, molto velocemente, come il giorno prima, alla velocità della luce.
Arrivò a scuola mezz’ora prima, con il solito fiatone e il cuore a mille, con le guance arrossate. Avrebbe rincontrato quei simpatici ragazzi di football americano, che aveva incontrato il giorno prima.
-Che ci fai qui così presto?- chiese una voce alle sue spalle.
Yume si girò di scatto, trattenendo il respiro, credeva che era il preside o il vice-preside.
Tirò un sospiro di sollievo, era Shin.
-Corro troppo veloce, vengo qui sempre un po’ prima- rispose, sistemandosi i capelli, come specchio usò gli occhi del ragazzo -tu?-.
-Mi alleno- rispose lui, guardandola negli occhi, alla ragazza, quello sguardo glaciale, le metteva un po’ di paura. Yume lo guardò, aveva i muscoli tirati e sudava, camminava da molto.
-Meglio che ti cambi, tra poco si inizia, per la precisione tra venti minuti- disse la Shiro, incrociando le braccia al petto.
-Hai ragione- Shin cominciò a svestirsi davanti a lei, Yume si girò di scatto -cosa hai?- chiese lui, non vedendo il rossore della ragazza, che aveva nascosto il viso.
-SONO UNA RAGAZZA! NON PUOI SVESTIRTI COSI‘!- urlò la rossa, stringendo il pugno.
-Ok- il ragazzo, però, continuò a sfilarsi la maglia e i pantaloni, ricevendo degli urli isterici da parte dell’altra.
Yume non sapeva il perché, eppure aveva visto i suoi fratelli svestirsi davanti a lei, eppure quando, in quel preciso momento, Shin si è cominciato a svestirsi, aveva provato un improvviso imbarazzo.
-Fatto- Yume si girò, e restò a bocca aperta.
Il ragazzo aveva una giacca bianca, con qualche riga blu, una cravatta azzurra, dei pantaloni bianchi, con scarpe nere. Fantastico era l’unica cosa che riusciva a pensare la Shiro. Arrossì leggermente.
-Odio questa divisa, mi sta stretta- commentò Shin, prendo il colletto e facendo finta di strozzarsi.
-E ci credo! Con i muscoli che ti ritrovi!- si lasciò scappare la ragazza, con un tono leggermente acido, per poi accorgersi della frase appena detta, mise le sue mani sopra alla bocca.
-Scusa?- Shin che, fortunatamente, non la stava ascoltando, si girò verso di lei, con aria interrogativa.
-Nulla, non farci caso- Yume si mise una mano dietro la testa, con aria ingenua e piena di imbarazzo, che figura che aveva fatto.
Shin la guardò, si sistemò i guanti, che si ostinava a mettere sempre, in qualunque situazione.
Yume stava per rivolgergli la parola, ma una folla li divise, avevano parlato così a lungo che non si erano accorti che era già il momento di entrare in quella grande e prestigiosa scuola.
La ragazza, appena entrata in classe, si mise a sedere sulla sedia del banco che aveva scelto il giorno precedente.
La prima e seconda ora aveva Biologia, ma non stette attenta, il suo pensiero era altrove. Pensava a Shin, al suo colore degli occhi, ai suoi capelli, ai suoi muscoli scolpiti.
Scosse la testa, i suoi pensieri la stavano spingendo troppo oltre.
-Shiro! Mi dica cosa ha capito!- la prof aveva sbattuto pesantemente la mano sopra al banco della ragazza.
Yume cominciò a sudare freddo, non aveva ascoltato un tubo! Cominciò ad agitarsi, e pregò di svenire in quel preciso istante. Ma le sue preghiere non furono esaudite, e fece scena muta.
-Molto bene, pulirai la classe per un mese!- Yume si sentì morire dentro. Pulire la classe = non poteva andare a vedere gli allenamenti di football.
Strinse il pugno molto fortemente, per evitare di assalire la prof in quel momento. Abbassò la testa.
Le ore passarono molto lentamente, e la ragazza aveva gli occhi lucidi.
Arrivò la pausa pranzo, con grande sfortuna di Yume, la classe era un porcile.
Mangiò velocemente il suo pranzo e prese una scopa.
Cominciò a pulire, con tutte le sue forze cercò di fare il possibile, ma alla fine della pausa pranzo, non aveva neanche pulito metà classe. Si rassegnò, si sarebbe scusata con Shin e gli altri il giorno dopo.
Quando perse le speranze, sentì la porta della classe aprirsi di botto, un rumore secco ed improvviso.
Yume si girò di scatto, temeva l’arrivo di qualche teppista, e usò come arma il manico della scopa che, fino a quel momento, aveva usato per pulire, quel porcile, che chiamavano classe.
Si stupì e le macò il respiro. Era la squadra di football americano.
-Cosa ci fate qui?- chiese, recuperando il respiro, anche se era molto veloce, il suo petto si muoveva come gli spari di una mitragliatrice, ad una velocità straordinaria.
-Abbiamo saputo che ti tocca pulire la classe per un mese, e siamo venuti a dare una mano!- disse Shin, calmo.
Yume lo guardò, con una faccia stranita. Nessun oggetto era resistito al tocco del giocatore per più di una settimana -Ma l’allenatore vi ha dato il permesso?- chiese dubbiosa.
-In realtà abbiamo marinato gli allenamenti, ma non credo che si arrabbierà così tanto, ahahah!- Otawara rise, anche se tutti gli altri compagni di squadra sapevano che il loro allenatore gliela avrebbe fatta pagare cara.
-Sbrighiamoci!- urlò Takami, prendendo uno straccio.
-Ma avete mai pulito?- chiese Yume, che era sicura che i ragazzi, al posto di mettere a posto, avrebbero fatto solo un gran casino.
Tutti la guardarono con gli occhi sbarrati e la bocca aperta. Un chiaro No.
-Lo sospettavo- sospirò lei, mettendosi a scopare il pavimento.
-Ma che sarà mai?!- Sakuraba era l’unico che sorrideva, pensando positivo.
-Inizierà il mio inferno- sospirò, un’altra volta, Yume, rassegnata -e va bene, vi permetterò di aiutarmi, ma uno sgarro e vi mando subito fuori di qui!- fu chiara e precisa, la squadra annuì.
Tutti diedero il massimo, e in circa mezz’ora, avevano finito di pulire.
-Fantastico!- esultò la ragazza, battendo le mani sorridendo.
-E’ meglio andare agli allenamenti, altrimenti il coach…- Takami deglutì, e con il dito, fece il simbolo del taglio alla gola, tutti deglutirono.
Shin e Yume si guardarono. Poi, entrambi, sorrisero. Lanciarono il panno e la scopa in un angolo e si precipitarono fuori dalla classe. Cominciarono a correre. La ragazza stette al passo di Shin. Yume sentiva sulla pelle il vento, il suo respiro che diventava irregolare e il cuore che pompava sempre più sangue, era una sensazione piacevole, soprattutto se al fianco c’era un ragazzo che provava le stesse sensazioni.
Decise di aumentare la velocità, facendosi sempre più veloce, superando Shin, che la guardava incredulo, quanto avrebbe voluto andare a quella velocità, la velocità della luce.
Arrivò per prima al campo e quasi non ebbe un infarto, vide l’allenatore, Gunpei Shoji, infuriato. La manager, Koharu Wakana, cercava, in tutti i modi, di calmarlo, senza successo.
Appena tutta la squadra arrivò al campo, videro, con la paura stampata negli occhi, l’allenatore che scoppiò di rabbia.
-MA DOVE DIAVOLO SIETE FINITI?! NON SI MARINA IL CLUB! DOBBIAMO VINCERE IL CAMPIONATO!- urlò, in preda alla collera, lanciò un pallone da football contro Makoto, che la prese, anche se con fatica.
-Mi scusi, erano venuti ad aiutarmi…- cercò di spiegare Yume, ma, vedendo che la situazione peggiorava, si corresse e sparò la più grande balla mai inventata, per coprire i suoi amici che erano venuti ad aiutarla -glielo avevo chiesto io- manteneva un profilo basso.
-MA LA COLPA E’ LORO CHE TI HANNO ASCOLTATO! GLI ALLENAMENTI PROSEGUIRANNO, PER UN MESE, OLTRE L’ORARIO SCOLASTICO PER UN’ORA, E TU, YUME SHIRO, NON POTRAI PIU’ METTERE PIEDE QUI!- il coach era infuriato. Yume si sentì morire dentro, aveva gli occhi lucidi, ma, per orgoglio, non fece cadere le lacrime.
-Ma coach, non è colpa sua!- protestò Otawara, cercando di far ragionare Gunpei, che, però, non voleva sentire ragioni.
-Niente storie! Ora cominciate SUBITO ad ALLENARVI!- le ultime parole le urlò, era molto arrabbiata, lo si leggeva da lontano un miglio, tutti i giocatori deglutirono, ed, uno ad uno, cominciarono a correre sul campo. Yume alzò la testa, ma prima di andarsene guardò Shin, che ricambiò.
-Mi dispiace- sussurrò. Il ragazzo sbarrò gli occhi, quelle parole le aveva sentite solo lui -ora vado, arrivederci- si inchinò, prese lo slanciò e cominciò a correre.
Appena fu certa che nessuno la potesse vedere, cominciò a piangere. Tutto era successo per causa sua. Sentiva lo stomaco attorcigliarsi e nella gola un nodo, voleva morire.
Non seppe quanto tempo fu stata lì a piangere, ma sentì, in lontananza, dei passi. Si asciugò le lacrime con la manica della divisa e si girò. Era Shin.
-Già finito?- chiese, facendo finta di niente. Ma aveva ancora gli occhi lucidi e rossi.
Il ragazzo annuì -è già passata un’ora, tu sei ancora qui?- chiese lui.
-Sì, volevo aspettarti- era una mezza bugia, da una parte voleva incontrarlo ma dall’altra voleva che sparisse.
Shin restò a guardarla, poi si avvicinò. Vedeva nei suoi occhi quanto era dispiaciuta e quanto aveva pianto.
-Che ne dici di uscire?- Yume fece un mezzo sorriso.
Il linebacker si stupì e sgranò gli occhi, non si aspettava una domanda del genere.
-Va bene, lasciami cambiare- una risposta che rese felice la Shiro, che si trattenne dall’abbracciarlo.
In dieci minuti, Shin si era cambiato. Aveva una tuta azzurra.
-Dove andiamo?- chiese.
-A fare una passeggiata- rispose la Shiro -che ne dici?-. Il ragazzo annuì e i due cominciarono a correre.
Dopo qualche minuti erano arrivati ad una sponda di un fiume, era tramonto.
-Che bello!- commentò, sorridendo, Yume, battendo le mani.
Shin annuì, veniva spesso a correre in quel posto.
-Shin-san! Che ci fa qui?- sia il ragazzo che la Shiro si girarono verso quella voce. Yume osservò il ragazzo appena arrivato: era basso e magro, i capelli in alto e castani, occhi nocciola.
-Sono venuto a fare una passeggiata con lei- rispose indicando la ragazza al fianco, che era incuriosita da quella specie di bambino.
-Non mi sono presentato, sono Sena Kobayakawa, piacere di conoscerti!- fece un inchino e sorrise.
-Io sono Yume Shiro, piacere mio- rispose la Shiro, facendo un sorriso e inchinandosi per un nano secondo.
-Shin, lo conosci?- chiese Yume, rivolta al linebacker. -Sì, è un ragazzo che va alla velocità della luce- rispose lui, calmo e tranquillo.
Sena rise un pochettino.
-Allora non sono l’unica, per fortuna!- si lasciò sfuggire la Shiro -credevo di essere l’unica ad andare ad una velocità molto alta, superiore a Shin!-.
Sena sgranò gli occhi -qual è la tua velocità sui 40 yard?- chiese.
-4.2 secondi- fu il linebacker a rispondere.
-Mi piacerebbe sfidarti a football qualche volta- ammise, sorridendo, Kobayakawa.
-Peccato che io non so giocare- Yume rise, con un po’ di rossore sulle guance.
-Shin-san, perché non glielo insegni?- Sena era deciso a sfidarla.
-Quando avrò tempo- fu la risposta del ragazzo.
-Mi piacerebbe!- la Shiro quasi esultò.
-Oh! E’ già così tardi? Hiruma mi ucciderà!- Sena guardò l’orologio e salutò con la mano Shin e Yume, poi, con gran velocità, andò verso la parte opposta alla loro.
-Vado anch’io, Shin, devo preparare la cena ai miei due fratelli- disse Yume.
-Hai due fratelli?- Shin si mostrò curioso.
-Sì, due maggiori gemelli! Un giorno te li farò conoscere!- la ragazza si diede lo slanciò e cominciò a correre.
Shin la fissò finchè non svoltò l’angolo.
Si girò dalla parte opposta e cominciò a correre, allenandosi.
   
 
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