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Autore: Kumiko_Walker    18/06/2011    2 recensioni
Era una giornata come tante: il sole splendeva, gli alberi venivano mossi leggermente dal vento, gli uccellini cinguettavano sui rami. Tutto perfetto, tranne per una persona.
Una ragazza che sfrecciava tra la gente alla velocità della luce: Yume Shiro. Una persona strana: lunghi capelli rossi scuro ed occhi verdi chiaro, con un fisico snello ed alto, con grandi forme. Doveva assolutamente andare vedere se era ammessa alla Ojo Hight School.
[ShinxOC]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Seijuro Shin
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Yume Shiro
Capitolo 1: La ragazza dalla Velocità della Luce



Era una giornata come tante: il sole splendeva, gli alberi venivano mossi leggermente dal vento, gli uccellini cinguettavano sui rami. Tutto perfetto, tranne per una persona.
Una ragazza che sfrecciava tra la gente alla velocità della luce: Yume Shiro. Una persona strana: lunghi capelli rossi scuro ed occhi verdi chiaro, con un fisico snello ed alto, con grandi forme. Doveva assolutamente andare vedere se era ammessa alla Ojo Hight School.
Si era ritrovata davanti alla magistrale scuola: bianca con il tetto blu.
Subito davanti alla scuola c’era un cartellone con scritto sopra gli ammessi. Yume guardò il suo biglietto: 999.
La ragazza, senza genitori e con due fratelli maggiori gemelli che non avevano finito la scuola, voleva assolutamente entrare in quella scuola privata. Si era messa sotto a studiare, per svariate notti (perché di giorno lavorava come cameriera ad un Maid Caffè) e aveva dormito solo 3 ore al giorno. Però, lei, era sempre andata bene a scuola, 10° o 11° negli esami di metà e fine trimestre.
Osservò velocemente tutto il tabellone e pregò di essere ammessa. Poi lo vide: esattamente al centro, il numero 999.
Quasi non urlò di gioia, si trattenne e si limitò a sorridere e alzare leggermente il pugno chiuso, in segno di vittoria. Tra una settimana sarebbe iniziata la sua nuova vita scolastica.
-Ichi, Aki, sono stata ammessa!- disse ai suoi due fratelli. Ichigo Shiro e Akira Shiro. Il primo aveva i capelli lunghi fino alle spalle castani chiari e gli occhi azzurro scuro, quasi blu. Il secondo aveva i capelli corti castano scuro che tendevano al nero e gli occhi verde chiaro. Entrambi alti e abbastanza muscolosi. Facevano gli operai.
-Complimenti Yume-chan!- Ichigo abbracciò la sorella. Akira alzò il pollice sorridendole. Se si vedevano insieme, nessuno si sarebbe mai sognato che i tre fossero fratelli.
-Tra una settimana inizi, eh?- chiese Ichigo, mangiando la carne che aveva preparato per cena.
La ragazza annuì, bevendo l’acqua che aveva nel bicchiere. I tre fratelli vivevano in un appartamento piccolo: una camera da letto, dove dormivano, stretti, i ragazzi; un bagno; un salotto piccolissimo, che aveva insieme la cucina. Un buco, insomma.
-Noi non abbiamo mai finito le superiore, quindi buona fortuna!- disse Akira, finendo la sua cena.
-Grazie, Aki-nii-san!- ringraziò Yume, sorridendogli.
-Sono già le 23? E’ meglio andare a dormire, non vorrai essere sciupata!- Ichigo prese la mano della ragazza e la trascinò in camera, dove vi erano un armadio e due cassetti di legno, tre materassi. Il ragazzo buttò Yume sul letto, sussurrando un “buonanotte”. La sua vita sarebbe cambiata, lei lo sapeva, ma non avrebbe mai creduto così tanto, a causa della sua iscrizione a quella scuola superiore.

[…]

Era già passata una settimana.
Yume si era alzata alle 6, aveva fatto colazione, si era lavata e messa a posto i capelli, lasciandogli liberi di ricadere sulle spalla della ragazza. Indossò la divisa, era veramente bella: bianca con qualche riga e il fiocco al collo blu, a maniche lunghe e una minigonna. Aveva messo, poi, delle lunghe calze bianche che le andavano sopra al ginocchio, e delle scarpe marroni, senza tacco, ai piedi.
Erano le 7.
Non avendo dei fratelli con la patente (poi neanche c’erano, visto che andavano al lavoro molto presto), non avendo la bicicletta e non avendo soldi da spendere per l’autobus, Yume era costretta a farsi la strada a piedi.
Uscì di casa, con la cartella in mano, e, dopo essersi accertata che non vi erano macchine che sfrecciavano ad una velocità altissima, la ragazza si lanciò in una corsa. Alzò una grande polvere e un grande vento.
Arrivò alla scuola in 40 minuti, con il fiatone e il cuore che andava a mille. Bè, essere arrivata in anticipo era un vantaggio, così si sarebbe riposata.
Passarono 10 minuti, e la ragazza si ritrovò di fianco 5 ragazzi, un uomo e una ragazza. I ragazzi erano alti e muscolosi, ovviamente appartenevano a qualche club.
Manco passati due minuti che arrivarono quasi tutti i ragazzi della scuola, e Yume si ritrovò quasi schiacciata.
-Benvenute, nuove matricole! La Ojo Hight School è una scuola fatta solo di persone con un grado di intelligenza superiore a quello normale! Gli sgarri alle regole non vengono ammessi, e pretendiamo educazione!- il preside aveva già messo le cose in chiaro, ma Yume non si preoccupò, lei era abbastanza educata.
Osservò il suo programma delle lezioni:
1- Giapponese
2- Inglese
3- Inglese
4- Matematica
5-Matematica
6-Matematica
Orari pomeridiani:
7- Ora libera (pranzo e spazio per i club)
8- Orario club o lezioni supplementari
La ragazza sospirò: non era molto brava in giapponese, si dimenticava spesso gli Hiragana e i Kanji, per il resto le andava bene, non era iscritta né ad un club né alle lezioni supplementari, poteva starsene comodamente seduta durante la pausa pranzo e girare un po’.
Entrò in classe: i muri erano bianchi, il pavimento era fatto di piastrelle blu, i banchi e le sedie erano bianchi, ci tenevano molto al colore della scuola. Era nella 1°C.
Passò per miracolo la prima ora, visto che interrogarono la ragazza al fianco di lei. Arrivarono le due ore di inglese, le passò, anche se aveva qualche difficoltà nel tradurre alcune parole. Poi le pesanti lezioni di matematica le superò: venne interrogata, ma sapeva tutto e tirò un sospiro di sollievo.
Finalmente ci fu la pausa pranzo, nel suo Obento aveva messo il riso e le alghe. Non poteva spendere molti soldi.
Andò fuori, si mise a mangiare sotto un ciliegio. Tre ragazze con la gonna lunga si avvicinarono, brutto segno: teppiste. Yume sperò con tutto il cuore che la avrebbero lasciata in pace.
-Ehi! Ragazzina nuova!- disse una. Yume si guardò intorno, sperando che ce l’avessero con qualcun’altra. Ma non vide nessun’altra persona oltre a lei.
-Compraci delle sigarette!- disse un’altra.
-Ma non ho soldi- sussurrò con un filo di voce la ragazza, chiudendo il suo Obento e alzandosi. Era molto più alta delle tre, 1.70 metri per la precisione.
-Tsk! Allora, prendi, e sbrigati! Ti diamo 5 minuti!- urlò l’ultima, che fino a poco prima se ne stava zitta. Tirò fuori dalle tasche delle gonna un portafoglio e le diede una banconota.
Yume, appena sparita dietro al ciliegio, cominciò a correre. Ma il negozio era distante, vicino al campo degli allenamenti di football. Doveva per forza passare da lì.
Aumentò la velocità, e sfrecciò davanti ai giocatori, che la guardarono a bocca aperta. Soprattutto uno: aveva i capelli corti e blu, come gli occhi, le sopracciglia folte, ed era muscoloso, alto un po’ più di Yume. Seijuro Shin.
-Q-Q-Questa è… la velocità della luce!- sussurrò con incredulità.
-Ma come è possibile? Non l’avevo mai notata prima!- commentò Ichiro Tamaki, un occhialuto con i capelli e gli occhi neri corvini.
Prima che qualcuno potesse rispondere a quella domanda, Yume ritornò alla stessa velocità, senza fermarsi a guardarli.
-Shin, valla a prendere!- un ordine dato dall’allenatore Gunpei Shoji, alto, dai capelli bianchi, ma che aveva delle grandi braccia con enormi muscoli.
Il linebacker cominciò a correre alla velocità del suono, ma non riuscì a raggiungerla.
Yume, intanto, era ritornata al ciliegio, dove ritrovò le tre.
-Mi dispiace, ma non me le hanno vendute- disse, con un cenno di scusa.
-BUGIARDA!- urlò una -non si può andare e tornare così velocemente a prendere delle sigarette, tu non ne avevi voglia!- la accusò.
-Prendetela- ordinò la terza. La ragazza più alta prese Yume per le braccia e gliele bloccò.
Poi, la prima, strinse il pugno e glielo tirò. La Shiro chiuse gli occhi, per evitare di sentire arrivare il dolore, di sentire il pugno contro la sua delicata pelle, il dolore allucinante. Aspettò, uno, due, tre secondi. Ma quel pugno pieno di rabbia ed odio non arrivò, si decise ad aprire gli occhi, anche se a fatica, aprendoli solo un poco. Davanti c’era un ragazzo, che blocca un pugno con una mano.
La ragazza che teneva Yume, la lasciò, tremando -Seijuro Shin…-.
Le tre teppiste scapparono.
Yume restò imbambolata, ad osservarlo. Era un bel ragazzo.
-Sono Shin Seijuro, del club di football, 2° anno- Shin le porse la mano, la ragazza sorrise e la strinse.
-Io sono Yume Shiro, 1° anno-.
Il ragazzo la squadrò un attimo, poi la trascinò verso il club di football.
-Dove andiamo?- chiese la Shiro, non avendo capito.
-Al campo di football- rispose lui.
-Ma perché?- Yume non voleva iscriversi a nessun club, tanto meno a quello di football americano!
-Per vedere a che velocità arrivi- una semplice risposta.
Yume non disse più nulla e si ritrovò davanti ai giocatori. Erano tutti più alti di lei.
-Mi chiamo Yume Shiro, 1° anno, piacere!- si presentò, visto che erano tutti imbambolati a guardarla.
-Sono Ichiro Takami, 3°anno- l’occhialuto si presentò stringendole la mano.
-Io sono Haruto Sakuraba, 2° anno- era un ragazzo quasi pelato con i capelli biondi e la barba. Il suo nome le ricordava qualcosa, ma non le veniva in mente chi.
-Sono Makoto Otawara!- era un ragazzo altissimo e molto robusto, con i capelli castani scuri e gli occhi nocciola, le diede delle pacche sulla spalla, ma quasi Yume se la ruppe.
-Sono Daigo Ikari, 1° anno come te!- era leggermente più alto di Yume, con gli occhi neri, con un contorno dello stesso colore, e i capelli grigi, che mangiava una catena. Era robusto.
-Io sono Koharu Wakana, la manager della squadra, piacere!- era una ragazza esile, con i capelli e gli occhi castani, indossava una maglietta bianca e azzurra con un capelli degli stessi colori. La abbracciò, Yume ricambiò.
-Gunpei Shoji, l’allenatore- aveva una voce forte, ed era molto robusto.
-Ti abbiamo vista correre, prima- Ichiro si sistemò gli occhiali -vorremo provare una cosa- Yume cominciò a sudare freddo, quel ragazzo le metteva paura.
-Che tipo di prova?- chiese, in un sussurro.
-Devi correre per 40 yard, che equivalgono a circa 36 metri- le spiegò Shin, tranquillo, che la osservava con uno sguardo glaciale.
-Credo di poterlo fare- rispose sorridendo Yume, cercando di auto-convincersi.
-Hai una tuta?- chiese Shin, ma non glie ne fregava molto, voleva vederla correre.
Yume scosse la testa.
-Vabbè, userai la tua divisa- disse l’allenatore.
-Ma se le si alza la gonna?- chiese Wakana all’allenatore.
-Non sarà un problema- la Shiro, sotto lo stupore della manager, rispose in quel modo.
-Ma come non è un problema? Con questi pervertiti?- Wakana ricevette uno sguardo assassino da parte di tutta la squadra.
Si ritrovarono sul campo, con Yume in posizione di partenza.
Wakana, borbottando, sparò un colpo di pistola.
La Shiro cominciò a correre, e arrivò ai 40 yard in un attimo.
-Allora?- chiese, ma non ricevette risposta.
Ichiro era a bocca aperta -4.2 sec- sussurrò.
Shin osservò incredulo quella ragazza.
-Accidenti!- disse, tutta la squadra si girò verso di lei -ho il lavoro, scusate, devo andare!- prese la borsa e cominciò a correre.
-Quella ragazza è speciale- sussurrò Shin, incredulo, con la bocca aperta, come il resto dei suoi compagni, tranne l’allenatore che manteneva uno sguardo severo.


Note dell'autrice pazza: ok, questo inizio spero che vi abbia incuriosito. Secondo i miei calcoli, la Fic dovrebbe durare 14 capitoli, e per ora ne ho scritti 7. Sarò felice se recensite!
   
 
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