Capitolo
Settimo:
Faccia a Faccia
Hermione
si accasciò sulla sedia. Si toccò la faccia.
-Merda-
disse, quando si accorse di stare piangendo.
Harry
stava mangiando la cena quando Hermione irruppe in cucina. Aveva il
fiato corto
e gli occhi arrossati, come se avesse appena smesso di piangere. Il
primo
pensiero di Harry fu rivolto a Ron e lo maledisse perché
l’aveva fatta piangere
ancora.
-So
come entrare a Malfoy Manor- disse invece Hermione
-Cosa?-
bofonchiò Harry
-So
come entrare a Malfoy Manor. C’è un passaggio,
Harry, un passaggio che Voldemort
non conosce-
-E
tu come lo sai?- chiese Harry, scettico.
Hermione
lo guardò dritto negli occhi
-Devi
fidarti di me-.
Malfoy
Manor
Si
divisero in due gruppi, uno capeggiato da Harry e uno da Kingsley.
Harry
avrebbe dovuto attendere, con la maggior parte delle forze, fuori dal
maniero,
in attesa che Kingsley ed Hermione gli dessero il via libera per
attaccare.
Hermione
aveva insistito moltissimo per essere tra coloro che avrebbero formato
il
gruppo da mandare in avanscoperta e, alla fine, era stata accontentata.
Inoltre
era stata lei a trovare la botola nella cantina di casa Zabini,
ricoperta di
ragnatele e polvere.
Fino
a quel momento Hermione era stata sicura di cosa fare e di come
comportarsi ma
ora che stavano risalendo lentamente il passaggio segreto, cominciava a
sentire
la paura.
Stava
per andare in battaglia. Forse stava per morire.
E
non aveva nemmeno detto addio a Ron.
Che
sarebbe accaduto se fosse morto e non l’avrebbe rivisto mai
più? Che sarebbe
accaduto se, in realtà, quella di Draco non fosse stata
altro che una trappola?
Ma
tutto combaciava alla perfezione e quei ricordi erano così
veri, così intensi,
che era impossibile non crederli reali.
Giunsero
davanti ad una porta chiusa che Kingsley sfondò con un
incantesimo.
Mentre
le assi di legno tremavano ed esplodevano, Hermione si chiese che cosa
sarebbe
accaduto se la prima persona che avessero incontrato fosse stata Malfoy.
L’avrebbero
ucciso?
Avrebbe
dovuto fermare i suoi compagni? Come?
E
Malfoy? Sapeva di essere dalla loro parte? Aveva idea di quello che
aveva fatto
per loro, di quello che aveva fatto per aiutarli a vincere? Ricordava
abbastanza? Oppure aveva davvero scordato tutto quanto e avrebbe
combattuto al
fianco di Voldemort?
Strinse
le dita attorno alla bacchetta. Il cuore le pulsava nelle orecchie con
una tale
intensità che percepì l’urlo di
Kingsley come un sussurro.
La
stanza di Malfoy era vuota.
Quando
irruppero nel maniero Draco era nello studio di suo padre.
Sentì
le urla e l’allarme e capì immediatamente che cosa
stava accadendo.
Non
si mosse.
Oltre
alla porta sentiva persone correre, strillare incantesimi, cadere a
terra.
Ma
non si mosse.
Strinse
tra le mani la bacchetta. Che cosa sarebbe successo? E, soprattutto, da
che
parte doveva stare?
Ma
non ebbe il tempo di pensarci.
La
porta della stanza si spalancò all’improvviso e,
davanti a lui, comparve Ron
Weasley.
Trasse
un respiro di sollievo.
-Malfoy-
ringhiò.
Weasley
aveva i capelli sporchi di sangue, era sudato e coperto di polvere. Il
sollievo
abbandonò Draco non appena si accorse della sua espressione.
Alle
sue spalle comparve anche la Granger.
-Ron,
abbassa la bacchetta- mormorò, ma lui non le diede ascolto
–Ron, abbassala-.
Weasley
guardò Draco, guardò Hermione e poi i suoi occhi
spaventosi tornarono a posarsi
su Draco. Quando parlò la sua voce aveva una nota isterica.
-Dobbiamo
ucciderlo, Hermione! Dobbiamo ucciderli tutti. Non devono
più fare del male a
nessuno!-
-Ron!-
strillò Hermione.
Un
boato si levò dal pian terreno e il pavimento
tremò.
Harry
si ritrovò davanti a Voldemort. E capì che
sarebbe morto.
Non
aveva alcuna possibilità contro quel mostro e, qualsiasi
cosa avesse fatto, per
lui sarebbe stata la fine comunque.
Non
aveva molto da perdere, ma aveva paura comunque. Ripensò a
Ron, Hermione,
Remus, Robert, Ginny.. combatteva per loro eppure si sentiva vuoto lo
stesso.
Impugnò
con più fermezza la bacchetta. Avrebbe lottato fino alla
morte. Tanto, vivo o
morto, non avrebbe fatto alcuna differenza.
-Ron!-
gridò ancora Hermione –Abbassa la bacchetta!
Abbassala! Lui è dalla nostra
parte!-
-E’
un mangiamorte!-.
Draco
era paralizzato. Si era scordato perfino il suo nome. In un altro
momento l’avere
paura di Weasley gli sarebbe parso del tutto ridicolo ma adesso lo
trovava
perfettamente razionale.
-Ci
ha aiutati!-.
Hermione
cercò di strappare la bacchetta dalle mani di Ron ma questi
la respinse,
facendola cadere a terra
-Tu
sei pazza- disse poi e, nuovamente, la punta della sua bacchetta si
diresse
verso Draco –Lui morirà e, insieme a lui, tutti
quelli che ci hanno rovinato la
vita. Voglio che soffrano, che soffrano come ho sofferto io! Crucio!- .
Draco
si accasciò a terra
-No!-
l’urlo di Hermione fu così forte da raggiungere
Draco nonostante il dolore
lancinante. Anche se non ricordava perché, sapeva di stare
per morire per una
giusta causa.
-Harry!-
gridò Hermione e, allora, il dolore cessò.
Urla
di gioia si levarono in tutto il Maniero quando Harry Potter uccise
Lord
Voldemort.
I
mangiamorte si dispersero quando il loro Lord esalò
l’ultimo respiro e quelli
che non riuscirono a fuggire vennero catturati.
Harry
corse a cercare Ron ed Hermione terrorizzato all’idea di
trovarli morti.
Sentì
le urla di Hermione provenire dal secondo piano e capì che
lì la battaglia
doveva essere ancora in corso.
Salì
a balzi le scale, facendo capolino nella stanza a testa alta, con il
fiato
corto e la bacchetta in pugno
-Harry!-
Prima
ancora di guardarsi attorno Harry iniziò ad urlare
-Riponete
le armi! Voldemort è morto!- solo allora si rese conto che
nessuno stava
combattendo
-Harry! Harry ferma
Ron!- gridò Hermione.
Ron
era in piedi in mezzo alla stanza. Aveva gli occhi arrossati e tremava
convulsamente.
Ai suoi piedi era disteso Malfoy.
-Ron!-
Harry gli strappò la bacchetta di mano senza che il suo
migliore amico
opponesse alcuna resistenza.
-E’
morto?- chiese, invece.
Piangeva.
Hermione
corse dal corpo esanime di Draco e s’inginocchiò
al suo fianco, poggiando una
guancia sul suo petto –No, oddio, no, è vivo-
gemette e, anche lei, iniziò a
piangere.
Il
suo, però, era un pianto così differente da
quello di Ron, che Harry non poté
fare a meno di chiedersi che cosa ci fosse, tra Hermione e Malfoy.
Perché
quello di Hermione era un pianto di liberazione e i suoi occhi quelli
di una
belva quando li punto contrò Ron
-Sei
un mostro, Ron! Ti detesto!- gridò –Non sai
niente! Non sapevi niente! Come hai
potuto? Ron! Come hai potuto!-.
Harry
le si avvicinò lentamente, per non spaventarla, e le
posò le mani sulle spalle
-Dobbiamo
consegnare Malfoy agli auror- mormorò, cercando di farla
alzare in piedi –Lascialo
stare-
-No!-
Hermione era sconvolta e, tra le lacrime, cercava a tentoni la propria
bacchetta. Harry la fissava, incapace di capire. Ron continuava a
piangere in
silenzio.
-Hermione…-.
Tentò
ancora una volta di farla alzare ma lei lo cacciò con uno
schiaffo
-Dammi
la tua bacchetta, Harry! Dammi la bacchetta!- gliela rubò
dalle mani e si
asciugò gli occhi.
Guardò
il corpo di Draco, lì, disteso a terra. Nonostante sentisse
l’impulso di
uccidere Ron, puntò la bacchetta verso Draco
-Evanesco- sussurrò e le vesti
di Malfoy
scomparvero. Ron sgranò gli occhi senza capire.
Probabilmente pensò che quella
fosse la conferma definitiva della pazzia di Hermione.
Harry,
invece, rimase immobile a fissare il fianco sinistro di Draco.
Poi
vomitò l’anima.
eHm…
Siamo
quasi giunti alla fine. Questo era il penultimo capitolo che spero vi
sia
piaciuto come i precedenti. Devo ammettere che l’ho scritto
abbastanza
fluentemente, anche se conteneva alcuni dei passaggi più
impegnativi della storia.
Non mi convince pienamente ma non mi andava di cambiarlo.
Perché? Perché sono
irrazionale e istintiva e mi sono emozionata moltissimo mentre lo
scrivevo. Ho sentito
le grida di Hermione, il dolore di Draco e la paura di Harry
nitidamente. Spero
di avervi trasmesso almeno un po’ di queste emozioni.
Naturalmente
ringrazio di cuore tutti coloro che mi sostengono con i loro commenti
^__^
A
presto,
Nischino