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Autore: neme_    19/06/2011    6 recensioni
Una raccolta di one shot su Bleach che tratta dei pairing più disparati, dei generi più disparati, brevi e non. O almeno, ci provo. Unici fattori comuni: una vecchia radio e delle canzoni che accompagnano le storie che andrete a leggere. Buona lettura!
01. Complication - Tomorrow [GrimmIchi]
02. In un giorno di pioggia - Maybe, one day... [RenRuki]
03. Innocent sorrow - Please, explain [IchiRuki]
04. Hitori no yoru - I just wanna help you! [GrimmIchi]
05. Thank you for the venom - Hi, babe [GrimmNel]
06. Ho perso le parole - I can't do it [GrimmHime]
07. Head over feet - Happy birthday [IchiHime]
08. Nei giardini che nessuno sa - Sweet like this pink [ByaHisa]
09. She's a rebel - Your name is catchy [GrimmTatsu]
[raccolta][presenza di pairing etero e yaoi][song-fic]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Author's note: salve, carissimi. Benvenuti alla terza one shot di questa raccolta a “sfondo musicale”. Stavolta la vecchia radio c'è, oh, se c'è! In un ambito... :rullo di tamburi: IchiRuki! :al che tutti si alzarono gridando “olèèè!”: Ve l'avevo detto io che quando ci stanno i pairing più disparati, no? E niente, ho scritto la mia prima IchiRuki, spero che vi piaccia. Inizialmente doveva essere comica dall'inizio alla fine, ma con la canzone che ho scelto per loro non poteva ingranare un risvolto comico. La canzone scelta è Innocent sorrow, la prima opening di D.Gray-man. I giapponesi sono davvero forti in ambito musicale! :occhi a cuoricino: Leggendo il testo, soprattutto quello che ho citato, mi sono venuti in mente 'sti due. Perciò inserirla è stato “inevitabile”. Spero che l'ascolterete mentre leggete, e che vi immerga meglio nella shot.
Approfitto di questo minuscolo spazio per ringraziare tutti coloro che stanno dedicando il proprio tempo a leggere le mie storie, a chi mi ha seguito finora e ai nuovi arrivati. Ringrazio profondamente tutti quelli che hanno recensito, rispondo personalmente alle recensioni stavolta ma non posso smettere di ringraziarvi ripetutamente.
Ringrazio
LadyCharlotte, Rose1487, shooting s t a r, Sky_Writer e mimi098 per aver inserito la raccolta tra le storie preferite.
Ringrazio
Akkichan, CHOCMyself_, Kumiko_ Walker, LindaJSixx, Ookami san, Sky_Writer e Ucha per aver inserito la raccolta tra le storie seguite.
Ho anche notato che la lista dei lettori che mi hanno aggiunto tra i loro preferiti è aumentata, ma perdonatemi non ricordo più chi mi ha aggiunto di recente. Pertanto rinnovo i ringraziamenti per tutti.

Akkichan, asia94, Blastvampire, dragon ball z, Dragon Girl31, Edhelwen, Elessary, FediHime, Hime89, Kia chan 93, Kuchiki Chan, Kumiko_Walker, LadyCharlotte, NEMU, NunuMemeLulu, Rose1487, shooting s t a r, Sky_Writer, Ucha, Valentyn e mimi098. Grazie di cuore per avermi aggiunto tra i vostri autori preferiti!
Ora la smetto coi miei monologhi e vi lascio alla one shot. Buona lettura!

[IchiRuki] [Missing moments] [One shot]


Innocent sorrow


Quante volte mi hai salvato dal dolore e dalla tristezza senza fine?
Toccami di più coi palmi delle mani, mostramele e non smettere mai, fino alla fine.

Ho cercato un miracolo chiamato “te”.
Toccami di più coi palmi delle mani, mostramele e non smettere mai, fino alla fine.
[ Innocent sorrow – Abingdon boys school ]



Si trova in casa sua da troppo tempo, pensa Ichigo.
È piccola di statura, sembra una bambina. E a volte si comporta proprio come una bambina, nonostante il tono adulto che si impone. Vederla alle prese con il mondo terreno, così diverso dal suo, ha un che di esilarante. A volte Ichigo si sente un maestro che insegna alla studentessa di turno come conoscere il mondo, come non mettersi nei guai con le piccole cose. Insegnarle a bere il succo di frutta, ad accendere un fornello, a farle capire che, anche parlando ai presentatori in tv, questi non possono rispondere.

Rukia è mostruosamente più grande di lui, nonostante le apparenze. Gli shinigami si portano straordinariamente bene gli anni. Trovarsela come compagna di classe ogni giorno, percorrere sempre la strada di casa con lei, e combattere spalla contro spalla ad ogni duello con gli hollow gli ha fatto dimenticare completamente che la ragazza ha superato i cinquant'anni.

Eppure Rukia spesso sembra una bambina che del mondo, del suo mondo, non sa niente. Non comprende le tecnologie, sono troppo diverse da quelle sfornate dal dipartimento ricerca e sviluppo. Non sa che le scuole umane sono completamente diverse dall'accademia per gli shinigami. Non sa neanche a cosa serva la benzina, anzi, non sa nemmeno cosa sia.

Ma Rukia è curiosa per natura, quel mondo strano in cui si è infiltrata per ordini della Soul Society l'affascina. È divertente stare nel mondo terreno, e dormire nell'armadio di Ichigo. Rovistare nella sua stanza, trovare gli oggetti più disparati e chiedergli con ingenuità di cosa si tratti.

Anche oggi ha trovato un oggetto molto curioso. Lo tiene tranquillamente in mano, è di colore nero e ha degli strani pulsanti. Premendone a caso uno, è riuscita ad aprire una specie di cassetto che non contiene niente. Da sola non riesce a scoprire di cosa si tratti, quindi esce dall'armadio e disturba con noncuranza la lettura di Ichigo, seduto sul letto, che sbuffa sin da subito.

« Ichigo! » lo chiama a gran voce, mostrando eccitata l'oggetto misterioso. « Cos'è questo? »

Il ragazzo spalanca di poco gli occhi. Aveva sempre pensato che il vecchio lo avesse buttato, e invece è sempre stato nel suo armadio. Quando era bambino perdeva tempo sempre e solo con quello. Poi il tempo passa, è così per tutti.

Ichigo però fa l'indifferente, come sempre, e sbuffando risponde. « È una radio. »

« Una radio questa? » insiste Rukia agitando l'oggetto.

« Conosci radio di altre forme, per caso? »

« Certo! Sono molto più grandi, non hanno questi sportelli e gli altoparlanti sono grandi quanto una parete! L'ho visto nel laboratorio del capitano Kurotsuchi! E l'associazione femminile degli shinigami ha prodotto anche delle varianti colorate, ce n'è una coi coniglietti stampati sopra. Non sono fatte così! » si dà un tono, da donna nobile qual è. Già, Ichigo spesso e volentieri dimentica anche quel particolare. Rukia è arrivata alla Soul Society come una popolana, per poi diventare una delle nobili più importanti. E lui, misero mortale, la ospita a casa. Sono molto diversi in tutto, addirittura conducono una fase d'esistenza diversa, ma per il ragazzo non ha importanza. Rukia ai suoi occhi è solo la ragazza che gli ha salvato la vita rischiando la propria, che gli ha dato la possibilità di proteggere chi ama, e che quasi ogni giorno gli fa perdere la pazienza con scenate come quelle.

« Da noi sono fatte così. » dice secco, volendo chiudere la conversazione e dedicarsi al libro. Ma niente, Rukia non ci sta, continua a far domande.

« E come funziona? »

« In che senso “come”? La accendi, no? »

Per lui è una cosa molto ovvia, già. Ma per Rukia no. Si sente offesa perché Ichigo non le presta la dovuta attenzione e la tratta con quel solito tono sufficiente. Va bene, ci penserà da sola. Lo capirà da sola quale bottone premere. A vederlo sembra facile, e lei può farcela, se l'è sempre cavata, ce la farà sicuramente, alla faccia di quello stolto di Ichigo.

Posa sul pavimento la vecchia radio, scrutandola con attenzione. Si inginocchia davanti a lei e posa una mano sul mento, come un detective che sta per cogliere in flagranza di reato il colpevole. Un bottone l'ha già premuto e non era quello di accensione. Va bene, si va per esclusione, che ci vuole?

Ichigo osserva tutto quatto quatto, fingendo di leggere. In realtà ha perso il segno e ormai è totalmente preso dalle mani piccole e affusolate della ragazza che toccano con delicatezza la radio. Ha un'espressione fin troppo seria per una circostanza del genere, i suoi occhi di un blu così profondo sono concentrati. È come circondata da un'aria di nobiltà degna di una Kuchiki, il cognome che le è stato concesso. Quando la vede così seria, Ichigo si ricorda di chi è, e ha paura. Paura che le sue continue lotte finiscano da un momento all'altro e che per loro giunga il momento dell'addio.

Rukia soggiorna da diverso tempo a casa sua. Talmente tanto tempo che il ragazzo si è abituato alla sua presenza e per lui è automatico bussare all'armadio ogni mattina per portarle la colazione. Si è abituato a quella sensazione di avere le spalle coperte durante i combattimenti, anche se Rukia è talmente piccola da sembrare una bambina indifesa. Si è... sì, va bene, affezionato. Vincere la guerra, di qualsiasi tipo si tratti, significherebbe il loro addio. Finché lui non morirà, arriverà alla Soul Society e magari diventerà un vero shinigami. Pensare di dover aspettare tutto quel tempo lo innervosisce.

Certo, dover combattere così strenuamente non gli piace molto. Lui vuole solo assicurarsi che le persone a cui vuole bene stiano in salute e lontane dai pericoli. Ma anche Rukia rientra in quella cerchia di persone, e per assicurarsi che stia bene non può far altro che continuare a combattere. Le strane leggi della vita lo portano a immergersi in un turbinio di ragionamenti senza soluzione per sentirsi sicuro, di nuovo con le spalle coperte.

Perché Rukia deve appartenere a quel mondo? Perché ha potuto incontrarla solo grazie alla sua capacità di vedere ciò che le persone normali non vedono? Perché deve sporcarsi le mani di sangue per continuare a ospitarla a casa ogni giorno?

È tutto strano, la sua intera esistenza è strana, e nessuno può rispondergli. Tantomeno la ragazza ancora intenta a capire come funziona quella strana radio.

Ichigo si alza dal letto, si inginocchia accanto a lei e afferra l'oggetto, premendo un pulsante con noncuranza. Non succede comunque niente.

« Mi sa che sono scariche le batterie. » dice con la sua solita espressione corrucciata.

Rukia ha un'espressione sempre più curiosa, quasi buffa. « Batterie? Cosa sono? »

Il ragazzo fa un sono sbuffo snervato. « Non usate neanche le batterie?! Ma come vivete, alla Soul Society?! »

« Guarda che viviamo benissimo! Nell'ottanta per cento dei casi si vive meglio alla Soul Society che nel mondo terreno! »

« E il restante venti per cento? »

Rukia gli rivolge uno sguardo scontroso. Gli mette il broncio. Non le piacciono quei discorsi, perché le ricordano la sua vita a Rukongai. Ma non ne fa una colpa a Ichigo, lui non può saperlo. È ancora... vivo. Non può toccare con mano la realtà in cui è vissuta lei, e non le piace parlarne. Le dà fastidio. Ecco perché si chiude a riccio e risponde. « … non ha importanza. »

Ichigo sospira, grattandosi la testa. È così testarda... come lui. Decide di cambiare discorso. « Comunque, senza batterie questo affare non funziona. »

« Perché continui a tenerlo allora? »

« ... è un regalo. » risponde mesto Ichigo, sperando che Rukia non chieda altro. Ma ecco che lo guarda con quel suo modo unico, indagatore, profondo. Ha degli occhi grandi, brillanti, di un blu strano. Non aveva mai visto degli occhi del genere, e odia che lo guardino in quel modo, perché sono forti, fieri. Sono gli occhi di Rukia, a cui lui non può sottrarsi.

« È un regalo di mia madre, va bene? » svia lo sguardo, per evitare che quelle iridi blu lo scrutino ancora. « Me l'aveva regalata quando avevo sette anni. »

Rukia china di poco il capo, con un sorriso amaro. « Capisco... »

« E non fare quella faccia. Ormai sono sei anni che è morta. »

Ichigo odia che si parli di sua madre. Lui non vuole ricordare quel giorno. Non vuole rivedere il viso di sua madre ormai priva di vita, sporca di sangue, gettatasi davanti a lui, ancora bambino, per salvarlo da un hollow. Era morta per proteggere lui, per salvargli la vita. Era colpa sua. Non vuole ricordare. L'ultima volta che Rukia ha cercato di sfiorare l'argomento per capire le cause della morte, l'ha attaccata, le ha gridato contro che non deve intromettersi. Però, che lo voglia o no, sua madre se ne era andata a causa di un essere che rientra nella giurisdizione della Soul Society. Non è arrabbiato con gli shinigami, Ichigo, sa che non è colpa loro se quell'hollow se ne girava tranquillo per la città. Ma gli fa male che se ne parli.

Gli fa male pensare a come ha trattato Rukia quella volta. Sì, aveva esagerato. Ora che guarda Rukia capisce che le dispiace. Comprende fin troppo bene il suo dolore.

« Sei anni... » sibila Rukia abbassando lo sguardo. « Davvero molto tempo... »

« Già... » il ragazzo sfiora la radio con noncuranza, sentendo un calore piacevole, come se sua madre fosse ancora presente. « Quel giorno pioveva a dirotto. »

« Pioveva, eh? Anche quando... » si blocca di colpo, la ragazza. Si ferma a chiedersi perché il discorso abbia preso quella piega. Lei voleva solo sapere come funzionava una radio...

« Cosa? » le chiede l'altro, di rimando.

Lei scuote il capo, sorridendo amaramente. « No, niente. »

Riesce a sorridere nonostante tutto. Ichigo la invidia molto. È forte, nobile, coraggiosa. Anche se ha il corpo di una bambina.
Sono persone diverse, loro due, che percorrono addirittura una fase d'esistenza diversa. Lei è una nobile, una shinigami, lui un essere umano, un sostituto shinigami. Ma hanno entrambi sofferto, e hanno percorso insieme una strada così irta di difficoltà, superandole tutte. Lei gli ha salvato la vita quando neanche lo conosceva. Come può dimenticarlo? Dimenticare quella figura così piccola che si getta tra le fauci di un mostro per salvarlo, come la donna che lo ha messo al mondo?

Era così debole, all'epoca. Ed è debole tutt'ora, Ichigo. Si rende conto di quanto sia ancora debole, incapace di proteggere chi ama. Non è affatto diventato più forte, altrimenti si metterebbe l'animo in pace e capirebbe che la sua vita da shinigami non può durare in eterno. Prima o poi dovrà dire addio a Rukia.

Ma si è talmente abituato alla sua presenza che ormai ne è dipendente. Non riuscirebbe a fare a meno dei suoi ripetuti “stolto”, o di quando lo incita a dare il meglio di sé nei suoi doveri. E anche quando chiede cosa sia un microonde.

Gli piacciono quei momenti di tranquillità che ha con lei. È divertente passare del tempo con Rukia. Si è affezionato a lei, non è più il semplice rapporto “shinigami-umano che l'assiste”, niente di tutto ciò. Non lo è mai stato, dall'inizio, anche dopo essersi sdebitato con lei, sente di dover fare qualcosa. Pensa che quello che fa per lei non sia mai abbastanza, non le ha ancora insegnato tutto sul mondo terreno, e lei non gli ha spiegato tutto sulla Soul Society. Ichigo vorrebbe che restasse e imparare ogni giorno, insegnandole qualcosa in cambio.

Ma il cellulare di Rukia squilla. Non lo usa mai per chiamare, né per mandare messaggi. Le arrivano gli ordini dall'alto con quell'affare. È l'unico oggetto tecnologico, molto simile a un comune cellulare del mondo terreno, che le è stato dato dai superiori. Con quello l'avvertono quando un hollow sta arrivando.

E Rukia, ligia al dovere, si alza di scatto, pronta a partire. « Un ordine! » dice, seria in viso, come se fino ad ora non avesse fatto nessun discorso importante. « Andiamo! »

Anche Ichigo si alza, deciso. In verità, nel profondo, sta maledicendo il cellulare.
Perché la batteria di quell'aggeggio non si scarica mai? Perché interrompere tutto così?

Tuttavia non può lamentarsi più di tanto. È questa vita che lo tiene legato a lei. Non vuole proprio abbandonarla.
Gli piace molto la vita da sostituto shinigami, è felice che il suo destino sia cambiato.

È felice che Rukia sia piombata nel suo mondo e lo abbia stravolto in quel modo, insegnandogli che lui può dare molto al mondo. Che può proteggere e insegnare qualcosa a qualcuno, senza mai smettere di imparare.

Rukia è la persona che gli ha cambiato il destino. Ha sostituito le batterie del suo cuore e l'ha ricaricato a nuova vita.
E Ichigo continua a impazzire, è una vecchia radio dalla batteria ricaricabile, che si trova costantemente vicino alla sua fonte di ricarica.

   
 
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