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Autore: LauraJoe    06/03/2006    4 recensioni
She's a rebel,she'a saint she's the salt of the earth and she's dangerous Billie sorrise.Guardò a lungo gli occhi azzurri che aveva davanti: erano così dolci, così sinceri, che Billie sperò vivamente di poterli vedere ancora, dopo quel giorno. Aveva bisogno di lei, lo sentiva, aveva bisogno dei suoi consigli, della sua sincerità, della sua…amicizia. Quello di cui aveva bisogno Billie in quel momento era solo amicizia. Di un’amica che lo sapesse aiutare in qualsiasi situazione. Di un’amica che vedesse le cose in modo più oggettivo. Di un’amica che capisse lui…e che capisse Adrienne.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Billie J. Armstrong, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PART SEVEN- WAKE ME UP WHEN MY TROUBLE ENDS

 

Non era neanche l’una del pomeriggio quando Billie Joe Armstrong parcheggiò al solito posto davanti a casa sua. Scese dall’auto con il caldo sole d’aprile sulla testa e aprì lo sportello a una ragazzina di diciassette anni che si guardava intorno incuriosita. Il ragazzo la aiutò a scendere dall’auto.

Prese le chiavi dalla giacca e aprì la porta.

 

“Benvenuta a casa Armstrong!” esclamò contento.

 

Emma non sapeva cosa fare. Stava lì immobile, persa nel suo mondo. Il suo spirito si era ormai separato dal suo corpo. Billie intanto si era tolto la giacca.

 

“Puoi aspettare qui un momento?” le disse indicandole il divano.

 

Per un microsecondo lo spirito di Emma si ricongiunse con il suo corpo. Annuì.

 

“Perfetto! Ci metto un minuto, promesso!”

 

Mentre il ragazzo saliva le scale, lo spirito di Emma volò via di nuovo.

 

 

Quando Billie tornò dalla sua camera, qualche minuto più tardi, in maglietta e pantaloncini, vide una Emma diversa. Era uscita da quella specie di trance che l’aveva accompagnata per tutto il tragitto dagli studi a casa. Era seria, ora. E molto più rilassata.

 

“Tutto a posto?” le chiese Billie sedendosi sul divano di fronte a lei.

 

“Certo” gli rispose guardando fisso in un punto imprecisato davanti a lei. “In meno di cinque ore sono saltati tutti i miei programmi per la giornata, ho odiato i miei cantanti preferiti, non li ho odiati più, li ho visti, ho perso il mio posto nel film, ho litigato con il regista, ora sono in casa del mio cantante preferito e mi comporto come se fosse la cosa più normale del mondo. Perché qualcosa non dovrebbe andare bene?”

 

Billie rise. La fissò per un momento.

 

“Sul serio siamo i tuoi cantanti preferiti?”

 

Emma annuì.

 

“Ma fino a che punto lo siamo?”

 

“Al punto di non essermi mai persa un concerto, che sia stato vicino casa o che sia stato all’estero”

 

Billie Joe la guardò meravigliato. “Stai dicendo che non hai MAI perso un nostro concerto?”

 

“Affermativo. Mentre tu cantavi sul palco, io sono sempre stata lì, tra migliaia di persone strillanti”

 

Stettero zitti per qualche minuto.

 

“Quella è tua moglie, vero?” Emma stava guardando una fotografia sulla mensola del caminetto alla sua sinistra. Billie annuì. La foto, scattata in giardino, ritraeva Billie e Adrienne seduti, abbracciati e sorridenti su un’altalena. Lei la prese tra le mani.

 

“è carina” annunciò.

 

“Lo so” rispose il ragazzo con voce malinconica.

 

Ma che conversazione divertente! Pensò Emma rimettendo la foto al suo posto. Guardò il ragazzo: chiunque in quel momento avrebbe notato che aveva gli occhi lucidi. Stava per piangere. Voleva piangere, e questo Emma l’aveva capito fin troppo bene. Si alzò dal divano, andandosi a sedere vicino al ragazzo.

 

“Billie…”

 

Lui rimase fermo com’era. L’unica cosa che riuscì a dire fu un “Mi manca” con voce assente.

 

“Si…l’avevo capito”

 

“Ed è colpa mia. Perché sono un cretino. Un deficiente, idiota, stronzo, cazzone, stupido senza cervello…”

 

“Andrai avanti ancora per molto?”

 

Finalmente si voltò a guardarla.

 

“Scusa. È che…”

 

“Oh, no,no. Non intendevo quello. Puoi sfogarti quanto vuoi. Mi riferivo a quell’elenco di…aggettivi”

 

Sorrise “Ho detto la verità”

 

“Ascolta, io penso che faresti meglio a sfogarti. Non tenerti tutto dentro. Potresti sentirti meglio, dopo.”

 

Billie annuì. “Si, ma non preoccuparti. Sto meglio, ora”

 

“Ma dico sul serio che…”

 

“No, sul serio” la guardò “ Non sto scherzando. Sto meglio. Sono riuscito ad…accettarlo. Almeno un po’. Davvero, non preoccuparti”

 

Emma avrebbe voluto ribattere, dirgli che non era affatto così, che si vedeva da un chilometro di distanza che stava malissimo, ma decise comunque di stare zitta, per assecondarlo.

 

“D’accordo” disse molto poco convinta.

 

Billie la fissò. “Vieni. Voglio farti vedere una cosa” esclamò alzandosi e prendendola per un braccio, tirandola su per le scale.

 

 

Il ragazzo si fermò un attimo davanti a una porta e la guardò.

 

“Sappi che non consento quasi a nessuno di entrare qua dentro. Son pochi quelli che riescono a superare l’esame di fiducia.”

 

“Wow! Stai dicendo che ho superato l’esame?”

 

“A pieni voti!”

 

“Dovrei sentirmi lusingata?”

 

Lui sorrise. Poi aprì la porta.

 

Emma non sapeva come reagire. “Oh mio Dio, ma questo è il sogno di tutti i fans!”

 

Billie rise. “Ricordati che è un privilegio di pochi, quello di entrare nello studio di Billie Joe Armstrong”

 

La ragazza si sedette su una sedia. “Dai, adesso canta qualcosa”

 

“Devo cantare?”

 

Emma annuì. Billie prese Blue, la sua chitarra preferita da sempre, e si sedette di fronte alla ragazza.

 

“Bene. Cosa ti canto?”

 

Emma si strinse nelle spalle. “Quello che ti pare”

 

“Uhm, d’accordo. Vediamo”

 

Billie suonò vari pezzi. Poi decise. Avrebbe cantato una canzone che amava particolarmente, e che rispecchiava alla perfezione il suo stato d’animo. Suonò il primo pezzo, poi si fermò per vedere la reazione della ragazza.

 

Emma era tutta contenta. Lo si vedeva da come le brillavano gli occhi. Billie cominciò a cantare.

 

Summer has come and passed

The innocent can never last

Wake me up when September ends

 

Like my father’s come to pass

Seven years has gone so fast

Wake me up when September ends

 

Here comes the rain again

Falling from the stars

Drenched in my pain again

Becoming who we are

As my memory rests

But never forgets what I lost

Wake me up when September ends

 

All’improvviso non ce la fece più. Smise di suonare e chiuse gli occhi.

 

“Scusa” disse a Emma “è che…”

 

La ragazza capì. Gli prese la chitarra dalle mani e la poggiò per terra. Poi lo costrinse a guardarla negli occhi.

 

“Adesso basta, Billie. Non posso vederti in questo stato. Tu hai bisogno di sfogarti. Fallo, per l’amor di Dio. Non tenerti tutto dentro. Piangi, urla, distruggi qualcosa. Fino a quando non ti senti meglio!”

 

Il ragazzo parve non ascoltarla. Poi, all’improvviso cominciò a piangere, nascondendo il viso tra le mani. Si avvicinò a Emma e l’abbracciò, stringendola forte, e cominciò a piangere più forte, affondando il naso nei suoi capelli.

 

Ecco qua il settimo capitolo! Vi è piaciuto? Vi ha fatto schifo? Aspetto con ansi le recensioni. Ma passiamo a ringraziare:

 

chioccetta: grazie, e comunque stai tranquilla per Billie…nessuna cattiva intenzione. Baci

 

madden_girl: un nuovo arrivo! Bè, non è tanto presto per il capitolo, ma spero che ti sia piaciuto lo stesso. Baci

 

@lucry@: continua a soffrire, perché anche questo capitolo finisce sul più bello. Baci baci

 

Lady Numb: meno male che è interessante. Capirai, non ti preoccupare, prima o poi, tutti nodi verranno al pettine (nn so se centra molto questa frase…) più che altro è Emma che deve risollevare il morale a Billie…ci si vede, bacioni

 

mikybiky: non ti preoccupare, capisco benissimo. sono contenta che ti piace come va avanti la storia…per Emma è davvero una bella delusione, ma quello che sta peggio è Billie. fammi sapere su questo cap. baci

 

al prossimo capitolo, gente!!!!

 

LauraJoe

 

 

 

 

 

 

  
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