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Autore: Jules_Black    23/06/2011    3 recensioni
"Ci incontreremo dove il mondo è silenzioso".
Ogni mattina parte, dalla stazione di un paese quasi sconosciuto, il treno delle 7 e 32, quello "che non ritarda mai". Nella penultima carrozza, i posti della terza fila sono sempre occupati. Eppure non sarà così, non per sempre.
Dal capitolo I:
"Aveva maledetto quella vecchia automobile, ormai ridotta ad un ammasso informe di lamiera, vetri infranti e vite spezzate. Aveva provato a non pensare che tra soli due giorni avrebbe dovuto affrontare da sola il treno vuoto di periferia, quello delle 7 e 32 che non ritardava mai di un minuto.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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4. Rumore

 

Le parole di quella puttana, gridate al vento della piazza, erano entrate nei muri delle case della gente e si erano fermate sulle loro bocche, ormai dimentiche di lei. Fede, stronza, continuava a ripetere a chiunque fosse tanto coraggioso da prestarle attenzione che Davide amava lei e che, soprattutto, era morto per lei. “Stronzate”, avrebbe voluto gridare lei, che aveva imparato a convivere con il dolore, chiudendolo in uno dei compartimenti stagni di quel cuore spavaldo che aveva. Stronzate, sì, perché Davide era sempre stato- e nessuno aveva mai osato affermare il contrario- suo.

Fede strillava il suo dolore in maniera teatrale, cercando attenzione e fama tra le poche anime caritatevoli della città. Fede ripeteva un mucchio di bugie, inventava aneddoti mai vissuti e gettava fango su di lei, sulla migliore amica. E la gente parlava, ancora, cercando spiegazioni e trovando la stronza ad inventare castelli esili ma alti di menzogne ben ricamate. Fili neri continuavano ad essere ammassati insieme e raccontavano storie di qualcuno che non c’era più.

La tomba di Davide- così bianca nel rossore del tramonto di maggio- veniva sporcata e ripulita con valanghe di parole e le rose su di essa erano ormai appassite da tempo. E lei, tra test di ammissione per l’università e notti folli in strade desolate, appassiva con loro. Lalla non era stata capace di fermare la distruzione che la ragazza si stava auto-imponendo. Sarebbe finita anche lei a piangere su una tomba bianca ogni notte così come faceva la sua migliore amica- o quel che restava di lei?

E Mads- perché “Maddalena” le era sembrato sempre un nome troppo antiquato- continuava a vivere a spezzoni, mordendo qua e là un pizzico di felicità. E nessuno più sapeva perché ogni mattina si rifugiasse a vedere il treno delle 7 e 32 che partiva senza di loro. E nemmeno Mads lo spiegava più a se stessa. Le carrozze sfilavano come un corteo funebre, sporche di scritte e di vita, così come piacevano a lei. E le vedeva sfilare, i volti dei pendolari carichi ciascuno del proprio dolore. Nessuno sembrava più poter sorridere nel mondo di Mads. Nessuno sembrava più poter dimenticare.

E l’autunno arrivò, quando il volume della sua vita sembrava al massimo. Urlava la voce della musica diabolica delle discoteche, urlava sua madre stanca di vedere in giro per casa quelle maledette pasticche, urlava Lalla che la vedeva consumarsi tra alcool e quelle 20 sigarette che mandava giù ogni giorno, urlava la gente per strada accusando lei di essere la puttana e non Fede. Urlavano tutti, cercando di sovrastare il canto del dolore. Urlavano tutti, senza sapere cosa Davide avrebbe davvero voluto.

E mentre la sua vita andava a rotoli così come non aveva mai fatto, nel centro del baratro, trovò nel suo vecchio diario quello che Davide le aveva scritto tanto tempo prima.

“Ci incontreremo dove il mondo è silenzioso”.

   
 
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