“Già” mormorò Gilbert facendo il
solletico al piccolo Peter che ridacchiava felice, contento per le coccole che
il giovane gli faceva.
“Meglio rientrare” suggerì la
signora Allan dopo qualche minuto di assoluto silenzio. Riprendendo in braccio
il bambino, si avviò verso casa seguita dal ragazzo.
Rientrarono e presero posto sulla
veranda che era ancora illuminata dai raggi del sole.
“Come ti è sembrata Avonlea dopo
cinque anni di lontananza?” s’informò la signora Allan dopo che Abby, la loro
domestica, aveva portato il the e preso Peter dalle braccia materne.
“Non è cambiata molto, e questo
mi rilassa” ammise lui osservando la sala mentre vari ricordi affollavano la
sua mente.
I mobili in noce chiaro erano gli
stessi che ricordava e non sembravano aver risentito del tempo trascorso. I
quadri, raffiguranti alcune scene sacre, erano al loro posto dacché il
reverendo aveva occupato la casa parrocchiale,
una decina d’anni prima.
Si ricordava di quando, insieme
con i suoi compagni del Queen’s, era stato invitato a prendere il the dal
reverendo. E di quella volta, in cui aveva accompagnato Anna e la signora Allan
a Bright River a consegnare i vestiti smessi per i poveri.
In quella stanza nulla era
cambiato, ma al di fuori… beh, al di fuori parecchie cose erano cambiate.
Un paio d’anni prima , dopo una
furiosa litigata con il padre, Charlie Sloane era partito per Carmody. Molti
avevano previsto il ritorno a casa del
giovane Sloane nel giro di un mese, ma ormai erano trascorsi alcuni anni e di
lui si era saputo ben poco.
Vari ragazzi avevano lasciato il
villaggio, attirati dalle maggiori prospettive di lavoro e dalle luci della
città.
Altri, come Matthew Cuthbert e
Thomas Lynde, avevano lasciato per sempre il loro amato villaggio per tornare
nella casa del Signore.
“E’ questo il bello dei villaggi:
nulla cambia completamente” gli fece notare lei, sorseggiando il the.
“Magari le persone?” azzardò lui
senza alzare lo sguardo dalla tazzina.
“Neppure le persone” precisò lei
osservandolo “Molte volte tendiamo a nascondere il cuore dietro una corazza,
nel timore che qualcuno lo ferisca nuovamente” gli spiegò paziente.
“Una corazza?” chiese lui ora
attento.
“Già. Non è facile essere felici”
gi fece notare con gentilezza.
“Signora Allan, io non la
capisco.” mormorò lui confuso da quello strano discorso.
L’arrivo del reverendo Allan,
impedì alla donna di essere più chiara.
“Gilbert, sei tornato!” esordì il
reverendo entrando nella stanza.
“Sono tornato ieri, e mi scuso
per non essere passato subito” disse felice dell’accoglienza calorosa che
l’uomo gli aveva riservato.
“Sarai stato stanco, non ti
preoccupare” lo tranquillizzò il reverendo prendendo posto accanto alla moglie.
“Gilbert è il nuovo medico di
Avonlea” gli rivelò con orgoglio la moglie.
“Sono molto contento! E’ bello
avere come medico una persona che conosci e che soprattutto ti conosce”
puntualizzò lui.
“Ho sentito che Marilla Cuthbert
si è fatta male” s’informò la signora Allan.
“Nulla di serio: solo una storta”
spiegò brevemente.
“Allora hai rivisto Anna?” gli
domandò l’uomo sorseggiando il the.
“Sì. So che insegna alla scuola
di Avonlea” asserì calmo, cercando di portare l’argomento su un terreno più
neutro.
“E’ vero, sono ormai quasi sei
anni” mormorò lui voltandosi meditabondo verso la moglie.
“Esatto” confermò lei.
“Voci dicono che andrai al ballo
con la figlia di Lucius Mayer” domandò la signora Allan dopo qualche secondo di
silenzio.
“Ho incontrato Jenny questa
mattina e mi ha invitato ad andare con lei” ammise lui, con voce distaccata.
“Anna invece andrà con James,
almeno così dicono” mormorò lui non troppo convinto. La signora Allan lo fissò
corrucciata per l’uscita poco felice che aveva appena fatto.
“Lo so, me l’ha confermato lei
stessa questo pomeriggio” borbottò lui, finendo il suo the che si era quasi
completamente raffreddato.
“Non credo proprio, dottore”
sibilò Anna Shirley facendo il suo ingresso proprio in quel momento.
“Reverendo Allan, signora Allan”
mormorò chinando la testa in segno di saluto.
“Oh cara, mi ero dimenticata che
saresti passata a ritirare il merletto per gli abiti” si ricordò
improvvisamente la donna alzandosi in piedi “accomodati pure mentre io vado in
salotto a prenderlo” mormorò lei.
“Accomodati Anna” la invitò il
reverendo.
“Grazie” mormorò compita la
giovane prendendo posto, mentre il reverendo le osservò “veramente ero convinto
che saresti andata al ballo con James. Lo dice tutto il villaggio.”
“E’ vero ma” iniziò lei
imbarazzata “ma io non ho mai detto niente del genere” precisò lei, lanciando
un’occhiata torva al ragazzo che sedeva accanto a lei.
Abby appoggiò sul tavolo in
tavola una tazzina e la teiera, pronta a servire la nuova ospite.
Era una donna di circa
quarant’anni, con capelli castani legati in una severa crocchia. Occhi azzurri
fissavano tutto e tutti senza particolare interesse. Era molto alta ed aveva un
fisico snello nonostante l’età.
“Veramente non mi posso fermare”
cercò di rifiutare Anna, ma Abby fu irremovibile.
“Un po’ di the non ha mai fatto
male a nessuno” borbottò la donna, mentre la giovane accettava di buon grado la
tazzina con il liquido ambrato.
Anche Gilbert si trovava nella
medesima situazione, ma preferì non ribattere, visto come aveva zittito la
ragazza.
“E’ piuttosto difficile dire di
no ad Abby, ma è una così cara persona” la giustificò il reverendo, appena la
donna si fu allontanata.
“Forse ha ragione Abby: una tazza
di the non ha mai fatto male a nessuno” ripetè Anna sorseggiando il the.
“Allora Anna, come vedi la classe
di quest’anno?” s’informò il reverendo.
“Molto bene, specie adesso che
tutti i Pye hanno terminato gli studi. Anche se il prossimo anno i gemelli di
Norman Pye e Tillie Wilson faranno la prima” mormorò corrucciata.
“Magari hanno preso dalla parte
dei Wilson?” suggerì Gilbert tentando d’inserirsi nella conversazione.
“Non credo” borbottò Anna senza
guardarlo.
“Peccato che l’anno scolastico
sia già terminato. Magari i gemelli andranno a studiare a Bright River?”
ipotizzò l’uomo, ma non riuscì ad sembrare convincente.
“Scusatemi per il ritardo” si
scusò la signora Allan entrando nella veranda.
“Grazie mille signora Allan, è
bellissimo!” disse emozionata la ragazza mentre i suoi occhi grigi brillavano
dalla gioia e le guance assumevano quella tinta rosea d’eccitazione.
Gilbert la osservò: sembrava che
il tempo fosse tornato indietro di cinque anni.
Molte persone nascondono il proprio cuore dietro una corazza per non
soffrire le parole della signora Allan gli tornarono in mente
vedendo l’espressione gioiosa di Anna.
Anna aveva sofferto molto nella sua vita… ed era decisa a non ripetere
le esperienze passate, trincerando il suo cuore dietro una corazza che le
garantiva sicurezza e serenità rifletté il giovane, capendo
solo in quel momento il senso della loro strana conversazione.
“Ti accompagno a casa Anna?” si
offrì Gilbert gentile, mentre lei tornava ad essere seria.
“E’ ancora giorno. Davvero
Gilbert non è necessario” cercò di rifiutare lei.
“Ma Anna, c’è un bel po’ di
strada da qui al Tetto Verde” le fece notare la signora Allan “E poi Marilla si
preoccupa. Sai com’è fatta, nelle sue condizioni poi” cercò di convincerla la
donna.
“D’accordo” mormorò non del tutto
convinta.
“Portale i miei saluti e dille
che giovedì pomeriggio farò un salto a trovarla” l’avvisò affabile.
“Non mancherò. Attenderà con
ansia la sua visita” si congedò Anna dirigendosi verso il calesse.
I coniugi li accompagnarono fino
alla staccionata e li salutarono fino a che scomparvero dalla loro vista.
“Con il mio arrivo ho forse
interrotto qualcosa?” chiese il reverendo.
“No, il nostro discorso era già
terminato. Il loro, invece, è ancora aperto” mormorò appoggiando la testa sulla
spalla del marito, mentre rientravano in casa.
“Davvero Gilbert, casa tua è
dall’altra parte e non è il caso che allunghi di così tanto la strada. Lasciami
pure qui” cercò di convincerlo lei.
“Anna, non mi pesa portarti fino
al Tetto Verde e poi ho una medicina per i dolori reumatici della signora
Lynde” le spiegò lui, mettendo a tacere le proteste della ragazza.
“D’accordo allora” mormorò lei
fissando la strada davanti a loro.
“Avete già finito di preparare i
vestiti?” chiese lui.
“Non ancora. Adesso abbiamo
disegnato i modelli e li abbiamo fissati alla stoffa, Diana la sta tagliando e domani inizierà il vero lavoro di
cucito” mormorò con voce sognante, immaginando il meraviglioso abito che si
sarebbe confezionata.
Anna amava ballare e amava farlo
soprattutto all’hotel di White Sands. Le ricordava un castello, almeno così le
aveva detto alcuni anni prima quando lui l’aveva accompagnata al ballo.
Era dispiaciuto di non poter
essere il suo cavaliere, ma temeva che lei non avrebbe mai accettato la sua
proposta.
Ma era davvero solo questo che
l’aveva spinto ad accettare l’invito di Jenny? Non era invece il timore che lei
accettasse, a spaventarlo?
“Gilbert? Gilbert? Gil!” lo
chiamò lei scrutandolo preoccupata.
“Scusami Anna?” domandò lui
osservandola stupito.
“Il Tetto Verde è a sinistra” gli
fece notare lei “stiamo andando a destra.”
“Scusami. Stavo pensando ad
altro” mormorò lui arrossendo lievemente.
“Non fa niente” concesse lei,
tornando a guardare il paesaggio.
Gilbert la osservò rapito dai
ricordi: chissà se un giorno il sorriso sarebbe tornato ad illuminare il suo
viso solo per lui.
Purtroppo per il ragazzo, la
distrazione gli impedì di vedere una buca un po’ troppo profonda.
Successe in un attimo: il rumore
secco della ruota che si rompeva ed il calessino che traballava incerto prima
di inclinarsi pericolosamente a destra.
“Gil!?” gridò Anna, cercando di
afferrare il braccio del giovane, che tentava di calmare i cavalli.
Ecco qua la fine del quinto capitolo. Come al solito
ringrazio Nisi Corvonero per il beta reading (spero di non aver combinato guai
^_^).
Ed ora i
ringraziamenti:
Nisi Corvonero:
ciao Mitica! Non posso dimenticarlo, ma lo apprezzo comunque un sacco. Non so
come ringraziarti, mi raccomando fammi sapere, attendo il tuo parere. Un
bacione!!
Lu: ciao cara! Sono
diventata color pomodoro: grazie per i tuoi complimenti! Sono felice d’esser
riuscita a rendere i personaggi aderenti alle caratteristiche che la Montgomery
aveva delineato nei suoi libri. La signora Lynde è fatta a suo modo, ma non è
cattiva. Non svelo nulla su Diana, ma non perdere le speranze… Non aggiungo di
più. Grazie per le recensioni costanti. Un bacione!!
Cate: ciao cara! Ti
ringrazio per i complimenti e sono felice che la storia ti piaccia. Questo è il
seguito: fammi sapere. Un bacione!!
Ringrazio i lettori
anonimi, se volete, alla fine della pagina c’è il pulsantino “Recensione” se lo
cliccate mica m’arrabbio?
Al prossimo
capitolo, ciao!
Kirby alias
Luana80