Fanfic su artisti musicali > Michael Jackson
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Autore: Wendy_magic_forever    25/06/2011    6 recensioni
Vi siete mai chiesti se in realtà Michael Jackson fosse vivo?
E se lo fosse, perché si finge morto?
Dal capitolo 18:
Lui aveva le lacrime agli occhi: «Mi dispiace... mi sento così in colpa...»
«In colpa per che cosa?» chiese Diana, abbracciandolo da dietro le spalle
«Dai, a noi puoi dire tutto.» continuò Ellen
Michael si riprese e sospirò: «Per il fatto che vi ho celato il vero motivo per cui mi nascondo dal mondo.» aggiunse, avvicinandosi di nuovo alla finestra, senza aprire la tenda, stavolta.
«E quale sarebbe, fre'?» chiese Daniel (meglio noto come DJ).
Michael sospirò di nuovo: «Che mi sto nascondendo da qualcuno.»
Era quasi snervante: quanto ci girava intorno?!?
«Chi?!» chiese Stella con una punta d'impazienza.
Michael sospirò di nuovo e dopo un'altra lunghissima pausa stressante, disse, gravemente: «Da chi ha tentato di uccidermi.»
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jackson Family, Janet Jackson, Michael Jackson, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Pov Michael:

La limousine andava fin troppo veloce, per me.
Mentre Miki, Mike e tutti i miei ragazzi raccontavano a Janet come ci eravamo incontrati, una strana sensazione di angoscia mi cresceva dentro.
Più mi avvicinavo a casa, più sentivo la paura di cosa avrebbero fatto tutti i miei fratelli quando mi avrebbero visto.

Temevo che non mi avrebbero più voluto vedere, o peggio, che non mi avrebbero capito e basta.

La limousine rallentò e fece una curva stretta, superarono i cancelli della villa, e finalmente ero a casa.

Pov Janet:

Vidi nel volto di Michael una certa preoccupazione, e posai una mano sulla sua: «Tranquillo. Dopo cosa è successo con Evan, sono certa che avranno compreso il tuo gesto.»
«E anche se così non fosse...» aggiunse Miki «...hai pur sempre noi!» la ragazza si appoggiò a lui, riuscendo a strappargli un sorriso. Credo che lei lo consideri come un padre adottivo.

Pov Paris:

Avevo il terrore che l'uomo visto in televisione non fosse effettivamente mio padre, e che mi fossi soltanto illusa che fosse lui.

Nel salotto di casa, attendevo il suo arrivo con impazienza per poter smettere di avere quella paura. Se fosse stata una messinscena... non avrei più risposto delle mie reazioni, probabilmente.

A peggiorare la situazione c'erano i discorsi degli zii: «Secondo voi è davvero lui?»
«Bho, non saprei dire. La storia sembrava vera e quell'uomo era troppo simile a nostro fratello per essere un sosia»
«Non ci vuole troppo ad assomigliare a Michael.»
«Vero, ma ballava come lui e cantava con la sua voce. Aveva la sua voce! Insomma, i sosia non sono mai perfetti!»
«Sapete, se penso di aver pianto sul corpo di uno sconosciuto, mi viene rabbia. Forse potrei comunque tirargli un pugno...»
«Buono, Randy; aveva le sue ragioni.»
«Ragioni un corno! Ha fatto soffrire noi, ha fatto soffrire i nostri genitori, i suoi figli e il mondo intero! Ti devo ricordare perché mamma e papà hanno divorziato?»
«Perché nostro padre era un violento?»
«........Oltre a quello. La cosiddetta “morte” di Michael li ha fatti litigare! E invece era uno stupido sosia perfetto dal nome “Roger Anderson”! E poi l'hai sentito? Aveva una moglie e una figlia! Per colpa di Michael, una famiglia è rimasta senza padre, anzi, due! DUE FAMIGLIE HANNO SOFFERTO PER CAUSA SUA!»
«No!» intervenne finalmente la nonna «Due famiglie hanno sofferto per causa di quell'Evan! Non per Michael. L'avete sentito? Lui voleva soltanto ritirarsi. Poi è venuto Evan e ha ucciso Roger, ed è così che è iniziata la reazione a catena! Non è a Michael che bisogna dare la colpa di tutto ciò che è successo, ma ad Evan. Spero solo che in prigione capisca i suoi errori e si redima. Nel frattempo dovrò pregare per lui.»
«COSA? Mamma, sei impazzita?!»
«Pregherò per lui e anche voi dovreste farlo! È un uomo ignobile, lo so, ma io non auguro l'inferno a nessuno.»

D'improvviso si sentì la ghiaia del viale scricchiolare; la limousine di zia Janet era arrivata.

Io e Blanket ci precipitammo alle finestre, per guardare fuori. I motori si spensero e le porte si aprirono. Uscì la zia, uscì la ragazza bionda che aveva ballato con il loro padre durante la finale, il ragazzo nero (il suo fidanzato secondo i giornali di gossip), le gemelle, la rossa, la ragazza il cui telefonino aveva contribuito a sbattere in prigione Evan, il DJ, il barista col cane, e gli ultimi tre ragazzi. Ma di papà, nemmeno l'ombra.

Pov Michael:

«Dai, Michael, non ti morde nessuno!» Miki era rientrata nella limousine per convincermi a uscire.
Scossi la testa: «Ho la vaga sensazione che mi uccideranno!»
«Oh, andiamo! Ci siamo noi qui con te.»

Un ultimo sospiro, e uscii finalmente dalla limousine, togliendomi il cappello dalla testa.

Pov Paris:

Quando papà uscì, si avvicinò anche Prince.
Lo avevamo riconosciuto tutti e tre, ma Prince non ne era ancora convinto: «Dite che è lui?»
Blanket gli rivolse uno sguardo stupito: «Certo che è lui, scemo!» gli gridò contro e corse a perdifiato verso la portare
«Aspetta, Blakie, non ne siamo sicuri!»
Ma non la pensavo così: «Che importa? Andiamo!»

Pov Michael:

Guardai la casa sua e deglutii: «Chissà cosa diranno...»
«Che vuoi che dicano?» chiese Stella
«Un idiota minacciava la tua vita, capiranno!» continuò Sarah.

«PAPÀ!!!!» sentii chiamare. Sbarrai gli occhi, era la voce di...

Blanket spalancò la porta, gli altri due lo raggiunsero.
Rimasero bloccati sul posto, quasi increduli, il volto del minore era rosso e bagnato dalle lacrime.

Erano tutti lì... i miei figli... i miei bambini...

Non riuscivo a spiccicare parola, né a muovermi, ma in cambio il mio volto dagli occhi in giù era bagnato dalle lacrime che uscivano, copiose, dalle palpebre.
Riuscivo solo a pensare i loro nomi, in maniera scomposta, ancora immobile.
Poi Blanket tirò su col naso e cominciò a correre, chiamandomi gridando così forte da rendere la sua voce quasi acuta.

I miei ragazzi dovettero darmi una scrollata e incitarmi ad andargli incontro, prima che anch'io mi mettessi a correre verso di lui.
Arrivai prima io, poiché avevo le gambe, ovviamente, più lunghe, scivolai sulle ginocchia per gli ultimi centimetri che ci dividevano e finalmente riuscimmo ad abbracciarci. Singhiozzava contro la mia spalla, mi stringeva così forte da quasi farmi male e io...bhe...non che facessi diversamente. Anch'io piangevo e lo stringevo quasi per paura che si allontanasse troppo presto. Tra un singhiozzo trattenuto e l'altro, lo chiamavo “piccolo mio” e gli accarezzavo i capelli.
Lui mi strinse ancora più forte: «Non andartene mai più!» gridò, quasi a sgridarmi.
«No, piccolo, no...»

Di lì a poco ci raggiunsero anche Prince e Paris.
Li guardai, mentre una gioia incredibile mi riempiva il cuore. Paris non si risparmiava con le lacrime, Prince cercava di non andare a vedere che stava per piangere anche lui. Paris si inginocchiò quasi subito, mi cinse il collo e io il suo.

Prince cercò di mantenere il controllo. Si schiarì la voce: «Ciao, papà. Prima che io...crolli completamente...vorrei dirti che... all'inizio, mi sono sentito un po' amareggiato per il tuo comportamento. Tanto. Ero arrabbiato, confuso, mi sentivo abbandonato. Poi ho scoperto la storia di Evan e tutto quel gran caos che è capitato...» si inginocchiò anche lui «...e quindi... direi che... sono...felice che tu sia qui. Fino a poco fa avevo intenzione di farti vedere tutto quello che ho passato senza di te, tra la vitiligine che ha colpito anche me, e le aspettative di tutti, e gli occhi del mondo puntati su di me e su di Paris e Blanket...ora voglio solo dirti... che mi sei mancato.»

Detto questo, anche lui si unì all'abbraccio.

Pov Miki:

«Aw...che bello, amore!» dissi a Mike, sottovoce per non rovinare il momento «Tutti e quattro finalmente riuniti!»
«Sì, è vero, è un immagine molto dolce.» rispose, abbracciandomi.

Pov Michael:

Avrei potuto stare tra le braccia dei miei figli in eterno. Sentirli di nuovo così vicino a me mi rendeva non felice, di più! Per troppo tempo ero stato lontano, per troppo tempo mi ero nascosto sotto un altro nome e un altro aspetto, per troppo tempo avevo sofferto solitudine e lontananza, ma ora tutto il dolore che avevo patito scivolava via dal mio cuore e si posava a terra, sparendo per sempre. Dopo attimi che mi sembravano infiniti, cominciarono ad allontanarsi.
Ebbi un attimo di paura, ma mi rimasero vicini. Prince mi aiutò ad alzarmi.

Quando feci per presentare loro i miei ragazzi, scoprii che già conoscevano tutti i loro nomi e che erano grati con loro per avermi riportato a casa.

Ash ne uscì con una battuta, al ringraziamento: «Oh, non è niente! Dopotutto è facilissimo convincere qualcuno ad non avere paura di un pazzo furioso che ti vuole morto! E sopratutto è facile convincerlo che tutti gli vorranno bene comunque e di non pensare che ricominceranno a sparlare di lui! È testardo come un mulo!»
Tutti risero.

All'improvviso Blanket cominciò a tirarmi per un braccio verso casa: «Andiamo, papà, dentro ti aspettano tutti!»

Entrai in casa mezzo trascinato da mio figlio, ma trovai l'ingresso vuoto.

«Ehilà?» provai a chiamare, ma ancora silenzio.
Poi, d'improvviso, una voce familiare: «Oh, Michael! Chi non muore si rivede, eh?»
«Jermaine!» gridai, appena lo vidi appoggiato ad un angolo del muro più vicino con un gomito e un sorriso che andava un orecchio all'altro.
Ci abbracciammo, ridendo, mentre lui mi dava il ben tornato.

Ad un certo punto, però sentii mio fratello chiedere a Janet di dargli una mano
provai a chiedere: «Una mano per che cos-AH!» Janet mi sollevò di peso e mi caricò sulla spalla di Jermaine.
«Oof! Sei ingrassato!» commentò mio fratello
«Jermaine, mettimi giù immediatamente!» ma mio fratello non ne volle sapere e mi portò via facendomi anche saltellare, ebbi l'impressione di cadere. Aprì una porta: «Signori, vi ho portato il Re del Pop!» solo quando finalmente mi rimise a terra, riuscii a vedere che in quella stanza erano presenti tutti i miei fratelli, ma me ne resi veramente conto quando Jackie e Tito mi abbracciarono. Uno a uno, salutai tutti i miei fratelli, Rebbie e La Toya, tra abbracci, risate e pacche sulla spalla (alcune che mi tolsero il fiato). Mi erano mancati tutti quanti.

Una voce conosciuta e amata si fece largo tra le altre: «Michael, tesoro! Sono così felice di vederti!»
«Mamma!» mia madre mi abbracciò forte e io ricambiai.

Alla fine dei saluti, finalmente presentai loro i miei ragazzi, ma scoprii che anche loro li conoscevano già tutti.

La Toya mi prese per mano: «Michael, c'è ancora una cosa che devi vedere!»
Mi portò davanti a un tavolo largo sul quale si trovava un grosso pacco ancora chiuso. Prince e Paris l'aprirono e una torta enorme si esibì davanti a miei occhi tra gli applausi dei presenti. Era abbastanza grande per contenere due frasi scritte a caratteri cubitali in alto e in basso, ovvero: “BENTORNATO” e “BUON COMPLEANNO”. Al centro, più grande di tutti, era scritto il mio nome.

«Sai, tesoro» mi disse mia madre «È bellissimo riaverti in famiglia proprio il giorno del tuo compleanno. È un po' come se fossi rinato»
Rimasi colpito dalla verità di quelle parole.

«Ci vuole una canzone!» esordì Blanket e tutti cominciarono col “tanti auguri”.

A fine canzone, Miki mi abbracciò: «Auguroni, Michael!»
Ridacchiai e la strinsi a mia volta. Jermaine, nel frattempo, stava già chiedendo ad Albert la vera storia di “Joseph Smith”.

(ore 22:12)

Mi ritrovai solo, quella sera. Si erano tutti addormentati dopo la sua festa di ben tornato.
Miki, i miei ragazzi, i miei figli, i miei fratelli e mia madre erano nelle braccia di Morfeo.

Avrei tanto voluto che in mezzo a loro ci fosse anche Liz... la scoperta della sua morte era l'unico momento nero di quella giornata.

Sentii il bisogno di andare a sciacquarmi la faccia; senza svegliarla, spostai il volto di Paris dal mio petto al cuscino più vicino e mi diressi al bagno.

Dopo essermi sciacquato per bene, eliminando tutta la crema e il trucco, mi guardai allo specchio e mi accorsi di essere decisamente cambiato, non solo da quando avevo incontrato Miki e tutti i miei ragazzi, ma da sempre.
La mia vita era stata rovinata da Evan e da tutta la sventura che mi aveva lanciato addosso, ora invece stavo bene con me stesso e con il mondo. La mia speranza era rinata con la loro presenza. Grazie a loro, ogni traccia di depressione e stanchezza era completamente scomparsa dal mio volto e i miei occhi risplendevano di una luce nuova.

Tutta via non furono i miei occhi che mi colpirono, ma un altro paio che avrei riconosciuto tra mille. Vicino a me risplendevano due grandi e dolci occhi viola, occhi che conoscevo da sempre.
Nello specchio, al mio fianco, si materializzò la figura della mia cara, carissima Elisabeth; era più giovane di come la ricordavo, il suo volto non era solcato da rughe, portava un elegante abito del colore dei suoi occhi, il suo collo era cinto da una collana d'argento semi aderente e portava una bellissima pettinatura anni ottanta.

«Liz...» sussurrai, incredulo, sfiorando con le dita la superficie dello specchio
«Ciao, Michael.» mi disse lei, con un sorriso dolcissimo
«Perché non sei qui?» chiesi, con le lacrime che stavano per uscirmi dagli occhi.
«Credevo che tu non ci fossi più...» rispose, un po' triste «...speravo di trovarti qui...pensavo che mi stessi aspettando. Invece sono io ad aspettare te.»
Le lacrime uscirono, traditrici
«Non piangere, Michael.» disse lei «Qui sto molto meglio rispetto a come stavo sulla terra. Il mio tempo era finito, ma tu hai un'altra missione da compiere. Hai i tuoi ragazzi da "gestire".»
«Quando potrò riunirmi a te?» non tenevo alla morte, ma non volevo nemmeno rimanere diviso da lei per troppo tempo
Lei sorrise: «Tra non poco, né troppo tempo. Tutto ciò che devi fare è aiutare, aiutare e aiutare, come hai sempre fatto, prima di quell'attimo di debolezza.»

Liz allungò una mano verso di me, attraversò lo specchio e mi accarezzò il volto: sentii il tocco della sua mano, come se fosse viva, lì presente con me, e questo mi rese incredibilmente felice.
Ben presto sentii le sue braccia cingermi in un abbraccio caldo e amichevole, carico di amore, come quelli che mi dava quando era ancora viva.

«Sono fiera di te, amico mio!» mi disse.

Mi svegliai quasi di soprassalto, ero ancora sdraiato sul divano, con Paris appoggiata a me. Con i miei movimenti bruschi, l'avevo svegliata.
«Papà, che cos'hai?» chiese lei, con la voce impastata dal sonno.

Rimasi in silenzio per qualche secondo, ripensando al sogno di prima. Liz mi era venuta a trovare...
Sorrisi: «Ho incontrato una vecchia amica.»
Anche Paris sorrise: «Io la vedevo tutte le notti. Non mi voleva mai dire perché non mi venivi a trovare. Ora capisco il perché. Cosa ti ha detto?»
«Che devo aiutare, aiutare e aiutare. Anche se già lo sapevo, in un certo senso. Miki e tutti gli Street's Jacksons hanno scelto una strada difficile, devo dare loro una mano.»

«E per quanto riguarda il fatto che tutti sanno che sei vivo?», stavolta era Miki che aveva parlato

Pov Miki:

Rimase pensieroso per un po': «Non so... potrei ricominciare da This Is It.»
«Ne sei sicuro?»

«Perché no?» rispose «Col ricavato potremo... migliorare il mondo come mi hai detto un anno fa.»

Sbattei gli occhi: «Promesso?» gli porsi il mignolo.

Lo prese col suo: «Promesso.»

Pov Autrice:

Michael fu quasi costretto a fare comunque il This Is It. Dopo che la notizia della sua finta morte fece il giro del mondo, quasi tutto lo volevano vedere almeno una volta.

E il ricavato? 50% in beneficenza. Tipico di Michael, ovviamente.

Dopo la cattura di Evan, tutti seppero il perché di tutti quei problemi che Michael aveva dovuto sopportare, e rimase nella sua prigione per ben vent'anni. Tuttavia, il suo odio cresce di giorno in giorno, ma finché rimarrà là dentro, nessuno dovrà preoccuparsi di niente. E poi, chi lo sa?, magari si pentirà e ricomincerà una vita... o forse no.

     The End


 

Nota dell'autrice

Ringraziamenti


 

Ringrazio lettori e recensori di questa storia, anche chi è venuto a fare una visita e basta.
 

Ma, sopratutto, RINGRAZIO chi ha seguito questa storia (in ordine sparso):

 

Antalya

cucciola sonohra

Feel Good Inc

francina_84

Lallaland

revolution95

 

Chi l'ha messa tra i preferiti fin da subito:

 

Trilly_94

BillieJean

Lady Kaulitz

 

E i recensori:

 

Trilly_94

revolution95

JENX

elviraj

Sfingesenzasegreto

Melodie

EllySuperStar

Feel Good Inc

HeadApple

le rose de versaille

Your Guardian Angel

Elisir

ThePirateSDaughter -per avermi fatto notare il problema con l'HTML-

 

Spero che ci sarà qualcun altro in futuro ad aggiungersi alla lista.
Nel frattempo, spero che coloro che mi hanno seguita mettano la mia storia tra le preferite o ricordate <3

Vi voglio bene, a tutti quanti<3

Ora che la storia è finita, voglio sapere da voi qualsiasi difetto, qualsiasi. Voglio migliorarla, farla crescere, per trasformarla da una ff a un vero e proprio libro, ma per fare questo ho bisogno del vostro aiuto. Quindi, se avete qualcosa che non vi ha convinto, qualsiasi cosa, ditemelo, per favore.

Perché vi sto chiedendo questo? Perché pare che piaccia a pochi, a quanto ho capito, per questo ho bisogno di farla diventare una storia che piace a molti.

Oltre al fatto che forse avrei bisogno di pubblicità... ma non fate caso a quest'ultima frase.

Love,
SpeechlessGirl<3


 

   
 
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