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Autore: Doll_    28/06/2011    20 recensioni
June è un'adolescente riservata e timida che al secondo anno di liceo viene inevitabilmente attratta nella tana del lupo cattivo. Jack è più grande e affascinante, ma anche col suo carattere intrattabile e scontroso, riesce a far innamorare di sé la ragazza e a portarla a letto, per poi lasciarla come suo solito. Peccato che l'anno dopo i due verranno messi a stretto contatto a causa dell'imprevedibile destino che, seppur detestandosi, li unirà sempre più...
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'June e Jack'
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Dodgem Cars and Cotton Candy

 

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Ad una tipa tranquilla e taciturna come me, di solito cose come le giostre non dovrebbero neanche interessare, e invece ne sono una patita!
Amo la velocità, l'altezza e tutto ciò che comporta salire su una giostra del Luna Park.
Stasera vi voglio tutti fuori l'entrata alle nove, chiaro?” Sorrise, in un giorno d'ottobre, una raggiante Francine, proponendoci appunto di “inaugurare” il Luna Park appena aperto.
Uuuh, non vedo l'ora!” Squittì Alicia, agganciandosi al braccio di Jack.
Tu verrai, vero June?” Chiese John, improvvisamente accanto a me.
Di colpo avevo quattro paia di occhi puntati addosso in attesa di una risposta.
Mmm... Certo!” Feci, leggermente indecisa; non che non volessi andare al Luna Park ma, più che altro, non volevo andarci con Jack.
Ci sarà anche Carol e una sua amica.” Annunciò Francine, sotterrando tutti i miei buoni propositi.
Vedrai, ci divertiremo tantissimo.” Mi sussurrò John, facendo scivolare una mano sulla mia schiena fino a poggiarla sulla mia vita, essendosi sicuramente accorto della mia faccia sconsolata.
Quel tocco, comunque, non mi fece sentire tanto meglio.
Jack si schiarì la voce subito dopo e mi lanciò uno sguardo semi-divertito, come a farmi ricordare la chiacchierata di quella mattina, che mi fece infuriare maggiormente.
Se mi prometti che passerai tutto il tempo con me.” Sussurrai di rimando a John, sorridendogli e ammiccando come se davvero volessi provarci con lui, facendolo deglutire nervosamente e arrestare il fiato.
Girandomi cautamente verso Jack, potei vedere la stessa reazione, se non con un bel po' di rabbia al posto dello stupore di John.
Francine e Alicia stavano parlando fra loro, organizzandosi su quale giostra fare prima, quindi non badarono affatto al nostro scambio di battute e sguardi.
Quindi è deciso? A stasera?” Fece Alicia, elettrizzata.
Tutti annuimmo e alla fine si decise che anche quella sera avrei dovuto sopportare le avance di Carol al mio Jack.

Io ho paura dei pennuti. Si chiama ornitofobia. Te hai paura di qualcosa?” Gli chiesi e allora lui distolse lo sguardo da davanti a sé e mi perforò con i suoi occhi di ghiaccio.
Io non ho paura di nulla.”
Restai per qualche secondo interdetta, ma poi con sorriso mi ripresi.
Non puoi non aver paura di nulla. Qualcosa ci sarà, no?”
Forse.”
Forse?”
Forse qualcosa c'è..”
Rimasi zitta in attesa che continuasse, senza volerlo forzare, ma i secondi passavano e lui non si decideva a parlare così, proprio quando stavo iniziando a pensare a qualche altro discorso, aprì bocca e la sua risposta mi paralizzò.
Ho paura di essere amato.”

Stavo ricordando una delle tante conversazione in cui Jack era riuscito a stupirmi, quando una voce annunciò che gli autobus non sarebbero passati per sciopero.
Di male in peggio, pensai sconsolata.
Non è possibile, però!” Inveì, Abby affianco a me.
Dovremmo chiedere una passaggio a qualcuno.” Borbottai, afflitta.
Da me c'entra solo una persona.” Fece Holly, che si stava già dirigendo verso la macchina.
Io ed Abby ci guardammo e dato che spesso mi era venuta in contro ed erano state più le volte in cui era stata lei ad aiutare me in ogni situazione possibile, con un sorriso le feci cenno che non c'era alcun problema per me e che se me la fossi fatta a piedi non mi avrebbe sicuramente fatto male dato che avevo bisogno di rassodarmi un po'.
Entrambe se ne andarono con un saluto un po' dispiaciuto mentre io, sospirando, iniziai a munirmi di buona pazienza e a sistemarmi bene lo zaino sulle spalle per affrontare la lunga camminata quando però, avendo fatto appena il primo passo, una mano mi bloccò proprio per lo zaino, rischiando quasi di soffocarmi.
Mi voltai con un espressione truce che si modificò nell'istante in cui riconobbi Jack, alto e possente, alle mie spalle, con un ghigno sornione da sovrano dell'universo.
Dove credi di andare?” Chiese, somigliando ad un leone che aveva fra le mani la sua preda e che voleva giocarci prima di mangiarsela.
A-a casa.” Balbettai stupidamente.
E come?” Inarcò un sopracciglio, con la medesima espressione famelica.
A piedi.”
Mi stava facendo innervosire, tanto valeva che mi dicesse subito cosa voleva.
Sei proprio sciocca.” Stavolta il ghigno era più derisorio del soltio.
Volevi dirmi solo questo?” Deglutii, rimandando giù tutta la rabbia e il rancore.
In un secondo ritornò serio, afferrò il mio polso con forza e mi trascinò dietro di sé fino alla sua meravigliosa Mustang nella quale mi ci mise quasi come se fossi un pacco postale decisamente non fragile.
Ehi!” Protestai di rimando, anche se lui mi ignorò beatamente.
Smettila di lamentarti.” Esclamò prima di mettere in moto, col solito tono da ordine che detestavo. “E allacciati la cintura, non vorrei finire nei guai a causa di una mocciosa.”
Sei... sei...” Stavo andando in iperventilazione per la rabbia, quando lui si voltò e sorridendomi mi bloccò il cuore in gola.
Gentile? Bellissimo? Sì, lo so, grazie.”
No, sei odioso.”
Uuuh, che fantasia.” Mi derise, ancora.
Credimi, è meglio se non continuo.” Lo ammonii, cercando di regolarizzare i battiti del cuore, troppo euforici per la sua vicinanza.
No, dai, sono curioso.” Continuò a stuzzicarmi, mettendo in moto e accendendo la radio.
Lasciami in pace, Jack.” Lascia in pace il mio povero cuore.
Cos'è? Adesso si sono invertiti i ruoli?”
Se vuoi che sia io a lasciarti in pace, basta dirlo e me ne torno a casa da sola.”
Ero voltata dalla parte del finestrino perché ero sicura che se l'avessi guardato in faccia, le parole sarebbero state ben altre.
Ma senti che ingrata!” Sterzò paurosamente e si fermò in un'area di sosta al litime della strada già deserta. “Non mi hai neanche ringraziato!”
Ora era arrabbiato. Paurosamente arrabbiato.
Ti avrei ringraziato se fosse stato un piacere per te avermi dato un passaggio, ma invece sembra solo un gran peso!” Mi voltai rossa dalla rabbia, guardandolo dritto negli occhi senza alcun timore, troppo accecata dalla furia.
Rimase per un po' a guardarmi e non mi sfuggì il breve sguardo che lanciò alle mie labbra, ma di colpo, come se fosse stato scosso da un defebrillatore, i suoi occhi si rifecero duri e freddi e aprì quel forno che era la sua bocca, sempre pronta a ferirmi e a deludermi, contrariamente ai suoi gesti.
E infatti lo è!” Come volevasi dimostrare.
E per la prima volta, l'ira batté la pigrizia.
Non ne vado molto fiera ma ero veramente una ragazza pigra e avrei accettato tutto pur di farmi portare a casa in macchina.. almeno un tempo.
Ma in quel momento l'irritazione raggiunse il limite massimo, o anche più, ed uscii dall'auto senza ripensamenti ed iniziai a camminare verso casa con lo zaino...
Oddio.
Lo zaino!
Non potevo certo voltarmi e ritornare sui miei passi... Avrei fatto la figura dell'incoerente bambina stupida.
Ed io non lo ero di certo.
Semmai lo era lui, il bambino stupido. L'infantile che pur di ammettere che almeno un minimo teneva a me, continuava ad inveirmi contro come se gli avessi ucciso qualcuno. Come se avessi realmente la colpa di qualcosa.
Nell'istante in cui tutti quei pensieri stavano camminando allegramente nella mia testolina, Jack mi afferrò per i fianchi e mi ritrovai in meno di un secondo seduta sopra il cofano della macchina, non più meravigliosa ma improvvisamente scomoda.
Ehi!” Inutile dire che la mia protesta venne soffocata dalle mani di Jack che strinsero forti le mie e la sua presenza fra le mie gambe.
Perché non la smetti mai di parlare? Con tutte le tue paranoie rovini sempre tutto.”
Era una constatazione dura che sapeva fin troppo di rimprovero.
Ero sempre stata contraria a questo suo comportamento dittatoriale ma appena finì di parlare, io rimasi in silenzio.
Volevo ripagarlo con la sua stessa moneta.
..E adesso non parli per niente.” Borbottò con un sorrisetto amaro, poi si allontanò e mentre si avvicinava allo sportello disse: “Sei sempre la solita mocciosa testarda.”
Deglutii e cercai di reprimere il groppo in gola che sembrava volermi strozzare.
Pochi secondi dopo, presi lo zaino, me lo misi sulle spalle e mi avviai verso casa.
Jack non mi raggiunse più.

Ommioddiommioddio!” Holly non smetteva di guardarsi intorno come se si trovasse su marte mentre Abby continuava a fissarmi come se fossi la cosa più interessante del mondo.
E ovviamente mi metteva in soggezione.
Avete visto quella giostra? E quella? Oddio, guarda quella!” E Holly non si dava pervinta e blaterava senza sosta avvicinandosi ad ogni giostra.
Ma quando arrivano?” Alicia sembrava agitata e non vedeva l'ora che Jack e John ci raggiungessero davanti all'entrata.
Al contrario di me, le mie amiche e Francine, Alicia era vestita come se dovesse andare in discoteca e non al Luna Park per essere sballottata di là e di qua da un braccio meccanico, ed il trucco iniziava già a colarle dagli occhi e i capelli arricciarsi inevitabilmente.
Ma nonostante ciò, rimaneva pur sempre una bellissima ragazza.
Come se li avesse chiamati con la forza del pensiero, intravedemmo ben cinque figure tra le quali Jack, con due ragazze avvinghiate stile cozze allo scoglio ed una attaccata a John, anche lei come un mollusco.
Inutile dire che Jack fosse maledettamente irresistibile, con la camicia a quadri con diverse tonalità di azzurro a risaltargli gli occhi, i jeans chiari, le converse bianche e una sigaretta in bocca.
Quanto avrei voluto essere quella sigaretta.
Buonasera, ragazze.” Ci sorrise un allegro John, mentre si avvicinava a me e mi dava un lieve bacio sulla guancia, un po' troppo vicino alle mie labbra...
Finalmente! Ora possiamo andare?” Anche Francine non vedeva l'ora di divertirsi e fremeva dalla voglia di provare la nuova giostra che avevano messo ultimamente.
Dobbiamo aspettare ancora Maggie e Chase..” Ma Abby non finì neanche la frase che una macchina gialla fece immediatamente la sua entrata, rischiando anche di investirci tutti.
Salve ragazzi, scusate il ritardo!” Squittì un'euforica Maggie, entrando mano nella mano col suo accompagnatore Chase.
Accanto a me sentii subito Holly irrigidirsi e vidi il suo sorriso mutarsi e diventare una maschera di puro astio.
Tutto bene?” Le sussurrai, non volendo entrare troppo nei dettagli.
Sia io che Abby ultimamente ci eravamo messe ad osservare la nostra amica e i suoi perenni cambi d'umore, arrivando alla conclusione che evidentemente Holly aveva una cotta per Chase e odiava a morte Maggie per ciò che le stava facendo.
Alla grande.” Borbottò, tentando di sorridere.
Allora? Da quale vogliamo iniziare?” Esclamò Stacy, ancora avvinghiata a Jack, insieme alla sua amichetta Carol che si era anche portata a sua volta un'altra amica francese.
Non avevo mai odiato gli spagnoli -o quello che era- e i francesi come quella sera.
Piacere, io sono Charlotte.” Si presentò quella, una volta entrati tutti e aver dato un'occhiata a tutto il Luna Park.
Eravamo davanti alla giostra chiamata Marco Polo -non chiedetemi il perché-, quando Charlotte strillò euforica: “Uuuuh, sì! Facciamo la Marco Polò!” Con la sua pessima pronuncia e il suo battere freneticamente le mani come una scimmia da circo.
E' Polo.” La corressi, non riuscendo a trattenermi.
Tutti si voltarono verso di me come se avessi appena pregato il diavolo, mentre John e Jack cercavano di trattenersi dal ridere.
La francesina lasciò stare il povero braccio di John e mi venne vicino ripetendo, con la sua faccia da falso angelo confuso, il nome del povero esploratore: “Polò.
Con quell'accidenti di accento sulla O finale.
Polo.” Non demordevo.
Polò.”
Polo.”
Polò.”
Probabilmente Marco Polo in quel momento si stava rigirando nella bara.
Senti, Charlotte, ti piacerebbe se io d'ora in avanti ti chiamassi Ciarlotte invece che Charlotte? Non ti darebbe fastidio?” Provai a farglielo capire con un metodo più elementare ma al mollusco francese sembrò una presa in giro e allora si alterò così tanto da diventare rossa come un peperone.
Ora Jack e John non riuscirono a trattenersi dallo scoppiare a ridere.
Basta, June, siamo venute qui per divertirci non per litigare.” Mi ammonì Abby all'orecchio, trascinandomi via da lì prima che potessi aggiungere altro.

La serata trascorse fra giostre, risate e urli fino a mezzanotte, quando poi ci rincontrammo tutti alle macchinette a scontro, intenti a prendercene una prima che ce la rubasse qualcun'altro.
Dal canto mio, lo facevo solo perché mi avevano costretta, dato che Holly aveva seriamente rischiato di rimettere tutta la cena appena scesa da una giostra consigliatale da me.
Era l'unico gioco che detestavo con tutta me stessa. Non ci trovavo alcun senso nel dover andare a sbattere contro altre macchinine; faceva male e non era istruttivo per chi doveva prendere la patente. Non capivo come potesse divertire tanti ragazzi, compresi John e Jack che, essendosi messi volontariamente in due macchinette diverse, andavano addosso a chiunque avessero davanti, ridendo come chissà cosa avessero fatto in realtà.
Proprio mentre mi stavo felicemente facendo una ragione del fatto che non sarei mai riuscita a prendermi una macchinetta e giocherellavo con i due gettoni che avevo in mano, Maggie dietro di me, mi spinse appena finito un giro, in una giostra a caso, contro la mia più grande volontà.
Guardai avanti a me e notai il volante che sembrava volermi divorare ma la cosa che mi paralizzò maggiormente fu quel che trovai alla mia destra.. O meglio, chi trovai.
Hai intenzione di metterlo 'sto gettone o no?” Jack inarcò il suo elegantissimo sopracciglio e mi scrutò da cima a fondo.
Senza fiatare e con la rabbia a mille ancor prima di cominciare, decisi che forse sarebbe stato meglio sfogarla contro le altre macchinette; Jack senza che glielo chiedessi, spinse il piede sull'acceleratore e stupendolo, riuscii a farlo veramente sballottare di là e di qua mentre, ridendo, andavo incontro a chiunque.
Dopo un po' di smarrimento, Jack si riprese alla grande e anche lui iniziò a ridere, suggerendomi poi contro chi dovevo andare a sbattere.
Ogni volta che un'altra macchina ci andava incontro, come se per lui fosse automatico, si stringeva addosso a me come a volermi proteggere dalla botta. E ad ogni contatto, il mio cuore sussultava di felicità.
Le macchinette a scontro erano diventate il mio gioco preferito.
Al secondo e ultimo giro, avevamo adocchiato una macchinina verde che sembrava impossibile raggiungere quando, facendo una manovra da paura, riuscii a scontrarmici con tutta la potenza che conoscessi, facendo così urlare Jack dalla gioia.
Poi, probabilmente senza rendersene conto, mi posò una mano dietro la schiena ed esclamò: “Brava, amore!”
Il mio cuore si fermò per qualche secondo facendo subito dopo una tripla capriola mentre lui sorrideva ancora troppo preso dal gioco per accorgersi di ciò che mi aveva appena detto.
Dato che spingeva lui l'acceleratore la macchina non si fermava ma le mie mani si erano momentaneamente bloccate quindi finimmo addosso al recinto di ferro, poi la macchinina si fermò ed il giro terminò.

Siete stati grandi! Avete preso quasi tutti!” Ci batté le mani, Francine, mentre ci dirigevamo verso l'uscita.
Sia io che Jack rimanemmo in silenzio, entrambi a guardare l'asfalto come se fosse la cosa più interessante del mondo.
Evidentemente si era reso conto di ciò che aveva detto.
Mi aveva chiamata “amore”... Come mai mi aveva chiamata.
Le opzioni erano due: o era stato troppo preso dal gioco e data l'euforia del momento si era fatto scappare quella parola che avrebbe potuto dire anche ad un'altra ragazza che fosse stata al posto mio, oppure l'inconscio aveva avuto la meglio e Jack teneva ancora a me, in quel senso.
Non volevo di certo illudermi ulteriormente, quindi senza troppi indugi considerai ovvia solo la prima spiegazione.
Jack era imprevedibile e questo era ormai un dato di fatto, ma non gli avrei più permesso di farmi del male perché fino a quando mi chiamava stupida, potevo starci, ma quando si trattava di prendere in giro i miei sentimenti e di chiamarmi amore solo per illudermi o deridermi, la questione si faceva decisamente più seria.
Quindi, sorridendo alla conclusione che dovevo levarmi Jack e tutte le sue parole senza ormai alcun senso, dalla mente, i miei occhi notarono proprio accanto all'uscita una bancarella di zucchero filato.
Aspettate!” Esclamai, facendoli fermare tutti ed impaurire come se da lì a qualche passo potesse scoppiare una bomba. L'atmosfera si calmò solo quando, diventando rossa dalla vergogna, continuai: “Voglio lo zucchero filato.”
Con mia enorme sorpresa, anche Jack sorrise e mi sorpassò per prendersene uno gigante e pagarlo, per poi offrirmelo.
Sei stata brava alla macchinetta. Te lo meriti.” Fece, donandomi uno dei suoi più bei sorrisi.
Gli altri rimasero per un gran quarto d'ora a bocca aperta per lo stupore mentre io continuavo a guardarlo negli occhi come se fosse la mia unica ragione di vita.
Che avevo detto prima? Levarmi Jack e tutte le sue parole senza ormai alcun senso dalla testa? E dove mi era uscita questa?
Il mio cuore e di conseguenza anche le mie labbra non poterono non sorridere anche loro ed essergli grati per avergli donato ancora un minimo di speranza.
Dato che ci eravamo organizzati per dormire da Alicia, eccetto Stacy e le sue due amichette, dovevamo andare tutti in due macchine; quindi decidemmo di farci un ultimo giro per farmi finire lo zucchero filato, che non sarebbe entrato in auto dato che sicuramente mi sarei dovuta mettere in braccio a qualcuno per fare spazio a Francine o Alicia nella Mustang di Jack, e dare un'occhiata ai fuochi d'artificio che stavano colorando meravigliosamente il cielo.
Mentre tutti stavano guardando lo spettacolo io cercai con ogni forza di continuare a mangiare nonostante mi stesse venendo da vomitare per la nausea causata dal troppo zucchero.
Da' qua.” Jack mi era venuto accanto, avendo notato la mia espressione affaticata e si sporse per dare un morso al mio zucchero filato.
Hai fatto il voto del silenzio, ora?” Mi chiese poi, sorridendomi sornione.
Hai dato un morso gigantesco. Con un altro del genere avresti potuto finirlo subito.” Non badai alla sua domanda ma (in)consapevolmente gli risposi.
Mancavano davvero pochi morsi per finirlo ma proprio mentre io stavo dando il mio, lui si avvicinò e diede il suo, facendo così toccare inevitabilmente le nostre labbra in quello che poteva sembrare un vero e proprio bacio zuccherato.
A quel contatto nessuno dei due si sottrasse ed io ricordai quanto fosse buono il sapore della sua bocca che baciava la mia.
Quanto mi mancavano quelle labbra... Avrei dato qualsiasi cosa per un suo ultimo bacio.
Gli altri stavano davanti a noi di spalle, troppo presi dai fuochi d'artificio per notare me e Jack che eravamo rimasti attaccati a quello zucchero filato che aveva contribuito a darmi ultreriori speranze.



Angolo Autrice:
PERDONATEMI! Lo so.. Il ritardo è indecente ma ho delle ottime motivazioni... O meglio LA motivazione...
Senza troppi giri di parole, mi hanno tolto il computer per un po' di tempo e quindi non ho potuto né scrivere e quindi nemmeno aggiornare. Mi dispiace tantissimo ma vi prometto che farò di tutto per rimettermi in carregiata ;)
Intanto ringrazio tutte coloro che hanno recensito e che semplicemente leggono questa storia. Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento e spero che andando avanti le recensioni aumentino.
Un bacio enorme dalla vostra Doll_!

   
 
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