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Autore: HarryJo    30/06/2011    18 recensioni
Dove mi trovo?
No, è una domanda stupida, io questi posti li so a memoria.
Forse li conosco meglio anche della mia stessa casa. Decisamente senza il forse: la mia mente ha viaggiato ed abitato in questi luoghi più di quanto abbia vissuto nel mondo reale.
La domanda giusta è:
come ci sono finita qui?
Ad AriannaBlack, perché oggi sono due anni che ci sonosciamo. ♥
Prima classificata a pari merito a "Un prompt al giorno..." di Beth.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Fred Weasley, Ginny Weasley, Il trio protagonista, Luna Lovegood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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A Sephora, perché ha detto che ha bisogno delle mie storie per commuoversi

A Izzy.

Perché oggi sono due anni che ti conosco, e sei sempre la migliore.

Perché ancora non ti sei stufata dei miei saluti affrettati su messenger alla sera.

Perché facciamo ancora a gara per chi vuole più bene all’altra.

Perché tu mi hai fatto conoscere il mondo delle fanfiction.

Perché hai sostenuto tutte le mie strane idee, dal “Vodkafone è tutto intorno a te; ubriachiamaci” al leopardo a pois.

Perché tu sei la mia Izzy, e tra sedici giorni potrò finalmente dire a tutti che sei la mia carpo-trota fattona preferita.

Ti voglio bene, maniacaH della porta accanto.

 

 

 

 

 

Se non riuscissi a risvegliarmi, posso restare qui con te?

 

 

 

 

 

Dove mi trovo?

No, è una domanda stupida, io questi posti li so a memoria.

Forse li conosco meglio anche della mia stessa casa. Decisamente senza il forse: la mia mente ha viaggiato ed abitato in questi luoghi più di quanto abbia vissuto nel mondo reale.

La domanda giusta è: come ci sono finita qui?

Provo a pensare all’ultima cosa che mi è successa. Mi sembra di essermi appena svegliata da un lungo sonno, e il ricordo più recente che ho è la cena con mio padre. Non mi sentivo molto bene.

Probabilmente sto sognando. Anzi, è di sicuro così.

Già che ci sono, però, mi conviene approfittare di questo sogno.

Così apro un portone enorme di fronte a me, e mi ritrovo a passeggiare nella Sala Grande.

Ricordo ancora le parole che la Rowling ha usato per descriverla la prima volta: l’aveva ritratto come un “posto tanto splendido e sorprendente”. Lo è davvero, illuminato da una miriade di candele, con quattro tavoli lunghissimi e il soffitto che splende di luce propria.

Sorrido, non posso fare altro. Sorrido perché sono entrata nel suo mondo, che ora è anche il mio.

E poi – non riesco ancora a crederci – lo vedo.

È lì, seduto al suo tavolo – quello dei Grifondoro – che mi guarda.

Quasi quasi vado lì a dirgli: “Sei identico a tuo padre, tranne che per gli occhi. Hai gli occhi di tua madre” solo per il gusto di prenderlo in giro. Insomma, per sette libri hanno saputo dirgli solo quello, povero ragazzo.

Mi avvicino, trovo il coraggio di sedermi vicino a lui, e lo squadro da cima a fondo.

Sì, è proprio lui. Harry Potter.

« Tu sei… » comincio, e lui mi interrompe subito.

« Sì, Erica » sorride.

« Come sai il mio nome? » lo guardo scettico. Appena arrivata e già mi applicano il Legilimens? Forse è meglio che me ne torno da dove sono venuta.

« Noi ti conosciamo da sempre » mi risponde divertito.

Ah, già. Sono un po’ ossessionata effettivamente, me lo ripetono tutti. Probabilmente anche lui si è stancato di sentirsi nominare dodicimila volte al giorno da parte mia. Pazienza.

« Cosa ci faccio qui? » gli chiedo allora, magari a questo sa darmi risposta.

« Sei in coma, Erica » mi dice una voce conosciuta.

Mi giro di scatto, e davanti a me ho Hermione Granger. Di fianco, c’è Ron. E poi Ginny.

Mi guardo in giro in cerca di una persona, ma prima che possa sbracciarmi e chiedere dov’è, Ron mi anticipa.

« Fred non è ancora arrivato ».

Ok, non è ancora arrivato. Ma arriverà. Ne sono certa. Dopotutto, se io sono in coma, questo è tutto un mio sogno, quindi lui… Oh, no, aspetta.

« Coma?! » domando preoccupata.

« Da tre giorni » mi risponde Hermione.

Ed ora ricordo. La meningite. Una corsa all’ospedale, il corridoio bianco, il camice dei medici, e poi… Buio. Devo proprio essere andata in coma.

Bizzarro. Non mi sento per niente male dentro a questo sogno.

Anzi, mi sembra di non essere mai stata così in forma.

« Buffo » dico senza pensare, e subito una voce sognante dietro di me dice: « Che cosa è buffo? »

Voglio anch’io una collana di tappi di Burrobirra così, penso mentre mi giro a vedere Luna Lovegood. Ho davanti a me la ragazza della saga che mi ha sempre incuriosito di più. Ci scrutiamo a lungo, come se volessimo imprimere nella mente il ricordo di quest’incontro.

« Essere qui è buffo » rispondo.

Lei mi sorride, e ci capiamo.

« No, non è buffo, sei solo venuta a ringraziarci » mi risponde.

E, sentendo queste parole, di colpo mi rendo conto che ha ragione. Come sempre, d’altronde.

Li guardo tutti, uno per uno. Voglio ricordarmeli bene, quando sarà ora di svegliarmi.

« Erica ».

Oh no, adesso svengo. Si può svenire mentre si è in coma? Probabilmente no, ma io svengo lo stesso.

Quella. Voce.

Non mi giro nemmeno, potrei veramente prendere un infarto.

« Sei tu? » domando, con la voce che trema.

« Ogni tanto mi confondono con George, ma come vedrai, io sono indiscutibilmente molto più bello e affascinante di lui ».

Non posso resistere oltre, devo girarmi, devo vederlo.

Dopo anni che mi presento dicendo: « Salve! Io sono la moglie di Fred Weasley! », riesco finalmente a conoscere mio marito.

Dire che è una situazione strana è dire poco.

È come ritrovarti di fianco quel cantante o quell’attore che ami tanto e poterci parlare insieme per davvero, non in un sogno. Puoi dirgli tutto ciò che hai programmato della vostra vita insieme. Quanti saranno i vostri figli, i nomi che gli darete, le vacanze che andrete a fare, la vostra luna di miele… Ogni cosa che prima era solo frutto di un sogno.

Invece rimani zitto, immobile, senza proferire parola. Rimani a guardarlo, perché non puoi fare altro.

E, per la cronaca, lui è bellissimo. Come sempre.

« Ho l’onore di conoscere mia moglie, allora? » mi dice con un sorriso a trentadue denti. Cavolo, è ancora meglio di quanto avevo immaginato.

Le alternative sono due: o muoio qui sul colpo, nell’attimo di felicità più assoluta, oppure gli salto addosso. La seconda, a dir la verità, mi alletta di più, non so il perché.

Mi avvicino, come se volessi assicurarmi che sia veramente lui quello di fronte a me. Sì, ormai non ci sono più dubbi.

« Se non riuscissi a risvegliarmi, posso restare qui con te? » gli chiedo speranzosa. È il sogno di una vita rimanere accanto a lui, a loro, per un tempo infinito, per sempre.

« Certamente, sei mia moglie! Ma purtroppo qualcosa mi dice che ti sveglierai ». Il suo sorriso è come una droga, non sto scherzando. Di tutto quello che ha detto ho sentito solo le prime quattro parole, e sono cremisi.

« Grazie » gli dico abbracciandolo. Lui ricambia la stretta, accarezzandomi leggermente la schiena per qualche secondo, e a me vengono i brividi.

« Credo che tu debba dire grazie a tutti, e non solo a me » risponde.

Cavolo, è anche intelligente. Cosa si può chiedere di più dalla vita?

Sciolgo l’abbraccio e torno a guardarli uno per uno. Fred ha ragione. Qui davanti ho tutti loro perché ognuno di loro è da ringraziare, per un motivo o per l’altro.

Ed ora, tutto questo sta per finire. Tra pochi giorni uscirà l’ultimo film. E dopo? Finirà anche la loro leggenda?

« Mi avete salvato tante di quelle volte » comincio a dire, guardando il soffitto. Ho questo brutto vizio; quando faccio i discorsi seri non riesco a guardare in faccia nessuno.

« Quando è iniziata la separazione dei miei c’eravate voi. Quando ho cambiato scuola c’eravate voi. Quando volevo smettere di scrivere mi avete convinta a tornare dalla mia penna blu. Quando è accaduto l’incendio a casa mia siete venuti a sorreggermi. Per non parlare di mia madre… »

« Non parlarne se non vuoi, noi sappiamo di cosa parli » mi dice Luna. « La mancanza di una vera figura materna ti fa sentire perso, tante volte ».

La mia Luna. Le sorrido, con le lacrime agli occhi. Lei sa di che cosa parlo.

« Continuerete a salvarmi? » chiedo con un nodo alla gola. « Io non voglio che finisca tutto qui. Questa è la mia casa, io qui ci abito più di quanto faccia nel mondo reale… »

« Noi ci saremo sempre » mi conforta Ginny.

Hermione accanto a lei annuisce cercando di darmi coraggio.

Il coraggio che serve per risvegliarsi.

« Sei pronta? » mi chiede Harry.

Non sono sicura di voler annuire, ma lo faccio lo stesso. Loro ci saranno. Me l’hanno promesso.

« Quando tornerai fuori dalla Sala Grande ti risveglierai, tutto qui » dice Hermione.

Ron non sembra così convinto, e si incanta a guardare gli orecchini di Luna.

« Lo sapete vero che nella mia testa voi due non state insieme? » chiedo indicando Hermione e Ron.

Loro scoppiano a ridere.

« Certamente – dice Hermione – Ron secondo te è l’uomo perfetto per Luna ».

« Sono contenta che l’abbiamo messo in chiaro » dico sorridendo.

« Era meravigliosa la storia del leopardo a pois » mi sostiene Ron. « Però potevi anche evitare di far morir Hermione ».

« Era necessario ai fini della fanfiction » ribatto, « e poi non lamentarti, io ti affiancherò sempre a Luna ».

« E non dovrei lamentarmi?! » si sdegna lui, indicando i capelli biondo sporco della ragazza.

« No, decisamente » rispondo con un sorriso.

« A proposito – la voce di Luna è ancora più sognante di quel che pensavo – quella su “Accio mamma” era a dir poco azzeccata. Complimenti ».

Arrossisco. Non posso farne a meno; adoro scrivere di lei, e sentirmi fare i complimenti da lei stessa è tanto bizzarro quanto meraviglioso.

« Forse è meglio che tu vada ora » mi dice Hermione. « Sono tutti preoccupati i tuoi amici ».

Ripenso a ciò che mi sono lasciata alle spalle. Non mi sembra di così vitale importanza, ma non dico nulla. Sapevo anche io che non avrei mai potuto restare lì per sempre.

« Prima di andare… » comincio, ma mi fermo imbarazzata.

Fred mi guarda con un sorriso, mi prende per mano e mi accompagna al portone.

« Sarai mia moglie per sempre » mi sussurra dandomi un piccolo bacio.

Ora posso morire felice. O risvegliarmi, se preferite.

Apro la porta. Mi giro a guardarli un’ultima volta, saluto, ed esco.

 

 

 

Risvegliarsi da un coma è strano.

Primo, perché non ti rendi conto di esserci mai entrato.

Secondo, perché tutti ti sono attorno a chiederti come stai e ti viene solo gran voglia di riaddormentarti, oltre che un gran mal di testa.

Ma non ascolto nemmeno quelle duemila voci che si sovrastano e mi parlano.

No, ora ripenso a loro. Che continueranno ad esserci per sempre, e che mi aspetteranno.

Che continueranno a salvarmi, almeno altre duemila volte.

Ne sono sicura.

E quando ritornerò da loro non solo avrò Fred tutto per me, ma riuscirò anche a far innamorare Ron di Luna, ne sono certa.

 

 

 

 

{ Spazio HarryJo.

Ecco qui questa… Cosa…

A me è piaciuto scriverla. Perché c’ero io, perché c’era Fred, perché era per la mia Izzy.

Fatemi sapere che cosa ne pensate se volete.

A presto, un bacio,

Erica

   
 
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