Anime & Manga > Alice Academy/Gakuen Alice
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Autore: BellDarkoNovak    03/07/2011    2 recensioni
Questa e' la mia prima ff, siate clementi. Racconta di una ragazza, stranamente somigliante a me, che va nell'Alice Academy prima di Mikan, qualche mese di anticipo, e che vive una sua avventura piena di emozioni e ricordi. Non dico altro, altrimenti rovino tutto.
Genere: Malinconico, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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raga, scusate il mio ritardo ma credo di avere il blocco dello scrittore... aiutatemi. Nei commenti scrivete alcune idee, magari le usero'
 

scusate se e' un po corto ... me ne vergogno! i.i
 

Il Casino
 

 Arrivati in classe Narumi m’indicò l’unico banco vuoto, proprio quello che Natsume usava per portare i suoi libri, i suoi astucci, il suo zaino e i suoi quaderni. Mi appostai accanto al banco in attesa della cosa più ovvia << per favore, Natsume, potresti togliere dal banco le tue cose?>> lui mi guardò << perché? >> << perche mi dovrei sedere, io >>. Lui, indifferente, tornò al suo fumetto e io dovetti sopprimere di nuovo la rabbia. Quella scuola non andava affatto bene per i miei nervi o forse ero io troppo agitata. << lo ripeto per l’ultima volta, Natsume, puoi togliere le tue cose dal mio banco? >> << Ehi tu! Non puoi rivolgerti così a Natsume! >>. Mi girai e vidi una ragazza piu bassa di me guardarmi sorto e poi sollevarmi in aria con il suo Alice. << Mettimi giù subito! >> gridai a lei ma non volle ascoltarmi << mai, prima devi chiedere scusa a Natsume per come gli hai parlato! >>. << Mettimi giù, mi sento male! >> Si giraronotutti verso di me mentre soffocavo, non respiravo! << Non mentire! Io so riconoscere chi finge >> << Ti prego! Non … respiro … >> Perdevo le forze, avevo voglia di chiudere gli occhi. Diedi un ultimo sguardo agli altri che mi guardavano preoccupati. << D’accordo, ti faccio scendere >> Avevo gli occhi socchiusi ma riuscivo ancora a vedere i miei compagni accerchiarmi. Narumi corse verso di me e mi controllò il battito: debole. Mi portò svelto in infermeria e lì chiusi gli occhi, vedevo solo buio.
Mi alzai dal letto dell’ospedale di scatto, come chi fa un incubo. Avevo un aflebo che mi usciva dal dorso della mano sinistra e la testa che mi girava. I muri non miglioravano la situazione: su quello davanti a me c’erano delle spirali colorate, alla mia sinistra una finestra, e alla destra la porta d’entrata e la parete erano colorate di un rosso sgargiante. Sentii bussare << Avanti >> la mia voce era rauca, entrarono alcuni studenti tra cui quella ragazza che mi aveva sollevato in aria. Si avvicinò a me e disse quasi implorante << Scusa, scusa. Non volevo farti del male >> << Non è stata colpa tua >> dissi << Questo è un effetto ritardato al mio uso dell’Alice. Ci sono abituata >> mi tese la mano e mi chiese se potevamo essere amiche ed io, naturalmente, risposi di sì. Lei mi abbracciò << ahi! >> << perdono >> appoggiai la testa al cuscino con il fianco ancora dolorante, mi sentivo un livido enorme. Narumi fece un passo avanti << come stai oggi >> Oggi? Quanto tempo avevo dormito! << hai dormito per due giorni >> rispose Natsume come se sapesse cosa ho pensato e dopo indicò un bambino che disse di avere l’Alice della lettura del pensiero. << grazie dell’informazione >> dissi. Notai che accanto a Natsume c’era un bambino delle elementari che mi ricordava tanto qualcuno << Come ti chiami, piccolo? >> quel bambino mi rivolse lo sguardo e disse << Mi chiamo Youchi, tu? >> Youchi, quel nome mi era familiare << io sono Sara >> Il bambino delle elementari strinse la mano all’amico ancora più forte << avevo una sorella che si chiamava Sara, prima di venire qua >> Ora mi ricordo, lui assomigliava tanto al mio fratellastro che era dovuto andare in una scuola a Cosenza! Era lui e c’era un modo per dimostrarlo << Youchi, mi fai vedere la mano? >>. Mi porse la mano destra e notai che c’era una cicatrice, la stessa che Muffin aveva fatto al mio fratellastro. Mi rivolse uno sguardo incuriosito << Sei tu la mia sorellona, vero? >> ed io risposi col sorriso sulle labbra << Sì, credo di essere io >> lui saltò sul letto e mi abbracciò << ahi >>, << scusa, non volevo! >>. Uscirono dalla stanza e sentii Natsume che, una volta andato fuori dalla porta, parlava con Persona. Che ci faceva lì. E da ciò che ho potuto sentire, non era là per Natsume, ma per … me?! Chi lo conosce quello e cosa vuole da me, non l’ho mai visto e lui s’interressa a me. Da quello che ho sentito dalla mia nuova amica non è molto loquace. Entrò, io ero girata dalla finestra a guardare il cielo, pensando. Si sedette sulla sedia accanto al letto e iniziò a parlarmi: sul mio Alice, su di me, sugl’insegnamenti che avrò e sui miei genitori. Aspetta un attimo … ha menzionato mia madre e mio padre! A quel punto mi girai ma non del tutto, mi fermai a guardare il soffitto. Non volevo guardarlo mentre parlava di mio padre: ha detto che forse l’avrei conosciuto lì e poi, nominò mia madre col sorriso sulle labbra. Non proprio sorriso a 32 denti ma un sorrisetto a malapena visibile che io, senza neanche guardarlo, notai subito.
Stava per finire la frase ma qualcosa lo bloccò, un pensiero forse. << Lascia stare >> tornò serio, si alzò e se ne andò senza darmi l’occasione di chiedere cosa voleva dire quel “lascia stare”.

 

   
 
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