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Autore: Meissa    03/07/2011    2 recensioni
"Non ci sarà nessuna occultazione, stasera. L'ultima occultazione è stata nel 1737, il 28 maggio, e la prossima sarà il 3 dicembre 2133, cioè tra più di centocinquant'anni. Inoltre," proseguì trascinandoselo dietro fino alla Torre di Ravenclaw, sotto il suo sguardo allibito a causa delle informazioni completamente diverse."Mercurio dalla terra non lo si può osservare di notte, ma solamente subito dopo il tramonto o subito prima dell'alba. Mi domando come sia possibile che tu sia arrivato incolume al quinto anno," concluse alzando gli occhi al soffitto.
Affetta da Shipping compulsivo, partecipo all'iniziativa del forum « Collection of Starlight », said Mr Fanfiction Contest.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Bartemius Crouch junior
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Titolo: White porcelain
Fandom: Harry Potter
Pairing: Aurora Sinistra/Barty Crouch Junior
Parole: 1894, secondo il contatore word.
Note: Risposta alla sfida lanciata da Zuzallove, una Aurora Sinistra/Barty Crouch Junior di almeno 500 parole, fluff e con l’obbligo di usare i prompt “Mercurio” e “Porcellana”.
Ringrazio infinitamente Rò, che si è offerta di betarmela, è stata velocissima e precisissima, e si è dovuta sorbire una storia piena di erroracci assolutamente evitabili. Promemoria: non scrivere all’una di notte, e rileggi. Se hai riletto, rileggi di nuovo. E dopo rileggi ancora.
Che dire, Zuza, spero vada bene. Come al solito, rispondo alla sfida sul filo di lana, ma rispondo.
Per gli altri, perdonate una storia così insensata. Ho cercato informazioni sul pianeta di Mercurio, credo e spero non siano totali stronzate. Non dovrebbero esserlo, ma se sì, massacratemi.

Crack, fanon o canon? Slash, Het, Threesome? GOD SAVE THE SHIP! I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »




White Porcelain





Aurora Sinistra si era sempre ritenuta una persona responsabile e ligia al dovere, particolarmente attenta al suo ruolo e al rispetto delle regole. In effetti, nemmeno lei si spiegava perché, di preciso, fosse sgattaiolata fuori dalla torre di Ravenclaw per raggiungere la torre di Astronomia, per fare mappe celesti che nessuno le aveva -né avrebbe- mai richiesto.
La scusa del dovere, ad essere onesti, non convinceva nemmeno lei. Ma quello era il primo cielo limpido e chiaro da settimane, e perdere una simile occasione sarebbe stato oltremodo stupido. Assolutamente idiota, si disse mentre superava velocemente un corridoio. Era piuttosto sicura di non riscontrare problemi, era un Prefetto, e poteva facilmente usare questo come scusa, ma si sentiva agitata come se l'avessero colta con le mani nel barattolo della marmellata. È perché sai che è sbagliato, disse una vocina saccente dentro di lei.
"Oh, stai zitta," sbottò seccamente, e agitò la mano come a voler scacciare un insetto molesto. Non aveva usato un tono di voce alto, ma era notte, i corridoi deserti e la sua esclamazione improvvisa, così rimbombò come una serie di calderoni che cadevano in successione, provocando un rumore infernale.
Le giunse all’orecchio uno squittio spaventato, e vide un'ombra saltar fuori e poi sparire. Aurora sentì il cuore in gola, un brivido le attraversò la schiena e tirò fuori la bacchetta di riflesso, tesa come una corda di violino. Pronunciò l'incantesimo in un sussurro, e la luce dalla sua bacchetta le permise di vedere meglio nel corridoio e comprendere che la misteriosa ombra che si nascondeva dietro una statua nient’altro era che uno studente. Evidentemente si era nascosto lì dietro sentendo dei passi, e al suono della sua voce si era spaventato e aveva fatto un salto, per poi nascondersi nuovamente..
Sbuffò, lo raggiunse e lo tirò fuori dal riparo della statua per un orecchio. "Che ci fai tu qui?" sibilò in faccia al ragazzino, la bacchetta puntata contro di lui.
Quello tremò, poi trovò il coraggio di rispondere. "Ero... a fare una passeggiata?" tentò, nemmeno lui troppo convinto.
"Barty..." lo ammonì lei, roteando gli occhi. Una passeggiata!
"E va bene, volevo andare alla Torre di Astronomia!" rivelò grattandosi il naso imbarazzato.
Lei non si fece intenerire. "Perché? Sai che è vietato essere fuori dopo il coprifuoco?"
"Anche tu sei fuori dal dormitorio dopo l'orario!" protestò Barty oltraggiato, scoccandole un'occhiataccia.
"Io sono un prefetto," sillabò lei, indicando la sua spilla.
"Non mi freghi, lo so che il tuo turno è finito un'ora e mezzo fa!"
"... questo... perché diavolo devi andare alla torre?" farfugliò Aurora, presa in contropiede.
"Perché volevo vedere l'occultazione di Mercurio da parte di Venere, e secondo i miei calcoli sarà stanotte!"
Il prefetto lo scrutò per qualche secondo senza proferire parola, con un'espressione indecifrabile.
"Sei un idiota," stabilì poi, con un tono che non lasciava spazio a repliche. "Dovrei toglierti anche dei punti, per essere uscito."
"Siamo compagni di Casa," le fece presente Barty, guadagnandosi un'occhiata alla "e quindi cosa vorresti dire?", che lo lasciò piuttosto basito. "Toglieresti punti alla tua stessa Casa?"
"Sì, perché sei un idiota," ribatté lei ferma. "Muoviti, ti riaccompagno alla Torre."
"Ma io volevo vedere l'occultazione!" protestò con fervore il ragazzo.
"Non ci sarà nessuna occultazione, stasera. L'ultima occultazione è stata nel 1737, il 28 maggio, e la prossima sarà il 3 dicembre 2133, cioè tra più di centocinquant'anni. Inoltre," proseguì trascinandoselo dietro fino alla Torre di Ravenclaw, sotto il suo sguardo allibito a causa delle informazioni completamente diverse."Mercurio dalla terra non lo si può osservare di notte, ma solamente subito dopo il tramonto o subito prima dell'alba. Mi domando come sia possibile che tu sia arrivato incolume al quinto anno," concluse alzando gli occhi al soffitto.

***



Barty le si avvicinò timoroso, strascicava i piedi ad ogni passo e sembrava essere sempre sul punto di scappare.
Quando le giunse davanti prese un respiro profondo prima di parlare e si toccò nervosamente dietro l'orecchio sinistro. "Ehr, ciao," esordì con un tono abbastanza farfugliante, l'espressione adorabilmente impacciata.
Aurora alzò lo sguardo dal suo tema di Pozioni per Lumacorno, senza trattenere un sorrisino alla visione del ragazzo in quelle condizioni. Non credeva di aver provato una tale tenerezza nemmeno per il suo Teddy Bear. E be' lei voleva un sacco di bene al suo pupazzo, l'aveva portato ovunque con sé fino ad otto anni compiuti.
"Sì?"
"Volevo chiederti... per sabato, hai deciso dove andare?"
Aurora sentì l'impulso di stritolarlo in un abbraccio, ma si trattenne. Barty aveva tenuto lo sguardo basso mentre pronunciava la domanda, continuava a toccarsi l'orecchio sinistro e la voce tremava leggermente: chi non si sarebbe sciolto a una simile visione?
Christine trattenne a stento una risata, quei due erano una comica, veramente. L'unica ragione per la quale tentava di concentrarsi ripetutamente sulla sua traduzione per Antiche Rune era il suo affetto per Aurora, la sua migliore amica da quando avevano messo piede ad Hogwarts. E anche perché Aurora stessa l'aveva minacciata di morte, vero.
"Sì, da Madama Piediburro," rispose sicura la ragazza, prima di tornare a concentrarsi sul tema.
Christine si concentrò sulla scena: Barty sembrava praticamente paralizzato, si guardava intorno con occhi grandi e persi, in cerca di aiuto. Quando gli fu chiaro che nessuno sarebbe venuto in suo soccorso si schiarì la gola, in cerca di coraggio.
"Madama Piediburro? Ehm, sei seria?"
"Sì!" ribatté secca guardandolo storto. "Qualche problema?" chiese vagamente minacciosa.
"Nessuno! Cioè, in realtà sì. Tu non mi sembri una ragazza, ehm, particolarmente romantica e melensa, quindi ecco, mi domandavo... perché Madama Piediburro?"
Aurora si rabbuiò e distolse lo sguardo, irritata. "Perché mi va. Se hai cambiato idea e non vuoi uscire..."
"No, no," si affrettò a rispondere Barty, guardandosi intorno spaesato. "Madama Piè di Burro va benissimo, è perfetto."
"Bene."
"Bene."
"... no, dai, seriamente, mi puoi dire cosa ci trovi in Madama Piediburro? Perché davvero, non riesco a capirlo," ritentò Barty, senza arrendersi.
Lei corrugò la fronte e gettò la penna sul tavolo, con espressione omicida.
Christine, che osservava quei due da lontano, si domandò se sarebbero riusciti ad arrivare vivi al primo appuntamento, perché se avessero continuato a questo modo uno dei due sarebbe morto prima.
“Bene,” sibilò Aurora. “Mipiaccionoleporcellanebianche,” buttò fuori così rapidamente che Barty non riesce a capire.
Il ragazzo strabuzzò gli occhi, aprì la bocca a vuoto un paio di volte prima di riuscire a tirar fuori la frase: “Scusa, non credo proprio di aver capito cosa hai detto, potresti ripeterlo più lentamente, per favore?”
Aurora si morse il labbro inferiore, rossa e visibilmente imbarazzata. “Mi piacciono le porcellane bianche. E Madama Piediburro è l’unico posto dove le abbiano.”
Barty la guardò un po’ stranito, poi scoppiò a ridere di gusto.
“Mi trovi così divertente? Pensi che sia ridicola?”
Il compagno di Casa smise di ridere e la fissò, riacquistando un minimo di serietà. “No, non penso tu sia ridicola. Solo che adesso mi spiego perché tu voglia andare in quel posto così mielosamente… mieloso. Non è molto da te, sai?”
Aurora scoppiò a ridere, di rimando. “Hai ragione,è terribile. Ma io il tè devo berlo in tazze di porcellana bianca.”
“Sabato alle undici?” domandò più tranquillo.
“A sabato,” confermò lei con un sorriso rilassato.
Christine aspettò che Barty si fosse allontanato, poi giunse alle spalle della sua migliore amica e sussurrò, divertita: “Bel colpo, temevo l’avresti fatto fuori prima ancora di uscirci!”

***



Aurora aveva tormentato Christine per praticamente una settimana; inutile dire che questa non vedeva l'ora fosse sabato e questo maledetto primo appuntamento finisse, così non avrebbe dovuto più pensarci.
Aurora si era cambiata vestito sei volte, acconciato i capelli in tre modi diversi e provato una quantità tale di bracciali e collane da far credere di dover partecipare a un debutto in società al cospetto della regina.
"Senti. Veste nera, capelli sciolti, collana con il ciondolo che hai sempre, fine," stabilì Christine dopo una tortura durata tutta la mattina.
"Ma sei sicura? I capelli non mi stanno meglio in una treccia? Non è migliore il vestito azzurro?" chiese ansiosa tormentandosi una ciocca di capelli.
"No!" urlò l'amica, stremata. Non riusciva a credere che la sua amica sia davvero così paranoica. Quel ragazzo era praticamente un santo, e non l'aveva mandata al diavolo nemmeno dopo il trattamento ricevuto l'altro giorno, quando era rimasto spiazzato all'idea di dover andare in quel locale terribile pieno di pizzi e merletti. Se non l'ha fatto allora, non lo farà mai più, questo è certo, pensò Christine cercando di tenere fuori dalla sua testa le proteste et proposte di abbigliamento di Aurora.
"Per le sottane di Morgana, metti quello che ti ho detto!" esplose dopo una decina di minuti.
Aurora tentò un'altra protesta, ma si zittì sotto lo sguardo di fuoco dell'amica. A sapere di aver questo effetto, l'avrebbe fatto prima.
Christine lasciò il dormitorio per dirigersi in Sala Grande e far colazione, mentre l'altra si vestì silenziosamente.
Aurora raggiunse il suo tavolo senza dire una parola, e quasi non riusciva a mangiare.
Barty, seduto qualche posto più in là, si allontanò dai suoi amici scusandosi. "Stai bene?" le domandò con premura.
Lei gli rispose con uno sguardo oltremodo confuso. Va bene essere dolci e premurosi, ma così...
"Ho visto che non hai mangiato nulla," precisò il ragazzo toccandosi il lobo sinistro. "Se non ti senti bene e preferisci rimandare..."
"NO!" strillò lei con così tanta forza che molti al tavolo si girarono in sua direzione.
"Okay, allora... ci vediamo dopo," la salutò lui, leggermente stranito.


" È... carino," tentò Barty senza troppa convinzione, guardandosi attorno.
Aurora, seduta dall'altra parte del tavolo, gli scoccò un'occhiataccia, poi lasciò vagare lo sguardo per il locale.
Era pieno di pizzi e merletti, talmente tanti, ovunque, da sembrare si trattasse di una merceria più che di una tavola calda. C'erano centrini con fiocchetti, mazzetti di fiori colorati e dei foglietti recanti le frasi più dolci, mielose e smielate che si fossero mai viste. In linea di massima, questa era proprio l'idea che dava il locale, e la definizione di "carino" era assolutamente inappropriata.
"Non è vero, è terribile," obiettò quindi, piuttosto sicura delle sue parole dopo l'ultima 'ricognizione'.
Barty inarcò un sopracciglio. "Va bene, è terribile. Spero che il tè e la cioccolata siano buoni. Non mi hai portato in un posto in cui sono terribili solo perché le tazze sono in porcellana bianca, vero?" aggiunse fintamente allarmato.
Aurora scoppiò a ridere, divertita. "Prova ad assaggiare, e poi mi dirai," rispose indicando la cameriera che stava arrivando con le loro ordinazioni.
Barty bevve un sorso di cioccolata calda, poi sorrise, e Aurora sorrise di rimando nel vedere i suoi baffi di cioccolata. "Avevi ragione, queste tazzine son proprio bianche."
"Non prendermi in giro," lo ammonì, fingendo serietà ma scoppiando a ridere qualche secondo dopo.
"Non ti prenderei mai in giro," sentenziò lui dopo qualche chiacchiera divertita.
"Eh?" "Non ti prenderei mai in giro," ripeté serio. "Per quel che mi riguarda non vedo l'ora di godermi l'occultazione di Mercurio da parte di Venere con una tazza di porcellana bianca in mano."
"... la prossima occultazione è tra più di centocinquant'anni," osservò Aurora, credendo di smontarlo.
"Lo so benissimo," affermò lui con un sorriso rassicurante prendendole la mano.
Aurora sentì le parole morire in gola, gli occhi farsi grandi e vacui, e l'unica cosa che le uscì dalle labbra fu una sorta di sospiro estatico mentre arrossiva, tenendogli la mano.
   
 
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