Capitolo
3. Affrontare le
proprie paure
“Non
posso crederci… E’ impossibile che dopo
vent’anni non sia cambiata di una
virgola. Trova sempre il modo per farti soffrire” era stretta
a Dan, nel loro
letto. Come da promessa, lui
alle tre
era di nuovo a casa e la aveva trovata chiusa in sé stessa
ma poi si era lasciata
andare al suo amato vampiro. “Me lo dovevo
immaginare… Io però non sono forte
come te, Dan. Tu hai cinquecento e passa anni, io sono ancora una
novellina. E
pensavo davvero che quando mi avesse visto mi avrebbe
abbracciato” “Ma non
tutte le persone sono buone…” poi un lampo gli
passò negli occhi azzurri.
“Merda mi sono scordato di farti vedere le
sorprese!” “Quali sorprese?”
“Aspettami qui, torno tra un secondo”
scomparì dietro l’angolo del corridoio
per poi tornare dopo un tempo breve.
Le
porse una sacca e lei capì subito cos’era.
“Grazie al cielo” “Banca del sangue
di Roma. Ne ho altre nel frigo” lei la sorseggiò
con ingordigia e sentì il
liquido denso e dolce scenderle nella gola, placare la sua sete.
“Pronta per la
seconda sorpresa?” “Certo… sono
curiosa!” lui si sedette sul bordo del letto e
le porse una scatolina di velluto rosso. La aprì. Dentro
c’era un anellino
argentato, con incastonate tante minuscole pietre rosse.
“E’ bellissimo” “Ho
pensato che fosse adatto per renderlo ufficiale. E poi lo puoi mettere
sullo
stesso dito di quello di zaffiri per il sole… Non
è tanto grande” lei lo
abbracciò e lo baciò. “E’
bellissimo…” un attimo dopo, a rovinare la magia
di
quel momento, il telefono di Dan squillò insistente.
“Pronto?”
domandò secco lui. Una voce dall’altro capo della
linea. “Hai anche il coraggio
di chiederlo? Dopo quello che quella bastarda di tua moglie le ha
fatto?”
Bianca capì subito con chi stava parlando: Raffaele. Gli
occhi di Dan si erano
fatti neri. Lei gli posò una mano sulla spalla per
tranquillizzarlo. “Ascolta,
non la voglio far soffrire di nuovo. Se tua moglie non ha accettato le
sue
scelte non è certo colpa di Bianca” ci fu una
pausa mentre il vampiro ascoltava
ciò che stava dicendo Raffaele. “Non mi importa
che si è pentita. Una
rimpatriata? Ci deve essere anche lei? E come spieghi a tutti il fatto
che ha
ancora diciott’anni?” un’altra pausa.
“Senti manda a fanculo quella stronza di
tua moglie” detto ciò spostò il
telefono dal suo orecchio e attaccò.
“Non
può comportarsi in questo modo! Ci aveva invitato a cena
stasera” Bianca stette
zitta. Non sapeva cosa avrebbe fatto: se ci fosse andata oppure no.
Sapeva solo
che non avrebbe potuto reggere lo sguardo infuocato di Ambra, quindi la
risposta era no. “Ha detto che Ambra si è pentita,
che non voleva farti
soffrire… Tutte balle! Quella è una vipera
Bianca… Non merita la tua amicizia”
“Ma io le voglio bene” Dan si alzò e
aprì il grande armadio di fronte al loro
letto. “Forza, è meglio prepararsi
perché andremo a quella cena” Bianca
strabuzzò gli occhi. “Non gli avevi detto di
no” lui scosse il capo. “Gli avevo
semplicemente detto di mandare a fanculo Ambra. Non che non saremmo
venuti”
gettò sul letto un paio di jeans invecchiati e una maglia
con scollo a V della
Abercrombie & Fitch. Bianca si alzò e prese dal suo
armadio un vestito nero
con le balze e delle scarpe tacco dodici nere con un fiocco azzurro,
abbinato a
una collana con tante pietre dello stesso colore. “Puoi
chiamare Jack per
avvertirlo? Raffaele ha invitato anche lui…” la
ragazza prese il Black Berry e
digitò il numero del suo migliore amico. “Ehi
Bianca!” aveva visto il suo
numero sul display. “Ciao Jack”
“Com’è andata la visita?”
“Male… decisamente
male. In poche parole mi ha invitato a entrare sua figlia di quattro
anni” “Mi
dispiace…” “Senti, Raffaele ci ha
invitato a una cena con un po’ di compagni
del liceo e ci sarà anche Ambra. Dan si è messo
in testa di andarci e ha detto
che anche tu devi venire… Ora dove sei?”
“Allora. Primo: mio fratello è pazzo.
Secondo: tu sei ancora più folle a dargli ragione. Terzo:
sono appena uscito
dal lavoro e adesso vengo a prepararmi” “Allora
anche tu vieni” “Diciamo che
non voglio che vi ubriacate tutti e due… Non posso
permettervi di guidare
sbronzi” Bianca rise e attaccò.
“Tanto
per la cronaca… A cosa ci serve andarci?”
“Devi affrontare le tue paure,
Bianca” disse sorridente Dan. Ma a quel punto non aveva paura
perché lui le
sarebbe stato accanto.