Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Mrs_Depp    04/07/2011    2 recensioni
Alice è pazza, vede le cose prima che accadano e non sa spiegarsene il motivo.
Sarà dietro alle sbarre di un manicomio che incontrerà chi sarà in grado di capirla e le farà conoscere l'amore.
Prima di Edward e Bella, prima della saga di Twilight la vampira più misteriosa di casa Cullen riscopre il suo oscuro passato
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il medico del turno di notte

 
Nella mia testa c’era uno strano suono, non sapevo definirlo ma sembrava qualcosa che si muoveva veloce vicino alla mia faccia; decisi di rimuovere quel rumore molesto dalla mia mente e di concentrarmi su cose meno incomprensibili. Molte immagini mi affollarono il cervello: il viso sorridente di un ragazzo, un lampadario, due uomini in bianco e un orribile edificio; cominciai ad ordinare i pensieri e riuscii a ricordare, speravo che quella storia non fosse la mia e che mi sarei risvegliata nel mio letto.
Aprii gli occhi e notai che poco distante dal mio viso c’era qualcosa di grosso, scuro e peloso che subito si mosse con lo stesso rumore che mi aveva infastidito, riuscii a distinguere una coda e dei vispi occhi neri. Balzai in piedi urlando e mi precipitai sopra una tavola di legno addossata alla parete, il grosso topo si fiondò in un buco nel muro.
Calmai il tremore che mi invadeva e mi costrinsi a fare un’analisi dettagliata del posto in cui mi trovavo: non c’era molto da dire, l’unico arredamento era la tavola in cui mi ero rannicchiata, la quale probabilmente era il mio letto, vista la sudicia coperta buttata nell’angolo, c’era una piccolissima finestra con le sbarre dalla quale entrava un pallido raggio di sole che illuminava i muri scrostati e pieni di muffa.
Posai lo sguardo sulla porta di legno: era chiusa dall’esterno ed era il segno tangibile della mia prigionia.
Stavo per mettermi a piangere dalla disperazione quando entrò un infermiere con un vassoio contenente un tozzo di pane raffermo e un bicchiere d’acqua, la mia colazione. Finito il mio magro pasto fui condotta in una stanza dove un dottore mi sottopose ad una visita medica e a varie misurazioni, quando mi parlava lo faceva sillabando le parole e allungando le vocali, come se pensasse che non lo capissi, ma dopotutto dovevo aspettarmelo visto che ormai ero considerata pazza.
Alla fine di quello strano esame mi riportarono nella mia cella dove trascorsi da sola il resto della giornata, disturbata solo alle ore dei pasti. Non c’era niente da fare quindi lavorai di immaginazione, pensando a qualcosa che mi distraesse, pensai così tanto che alla sera mi addormentai come un sasso.
Il mio sonno fu nuovamente interrotto da un rumore, mi svegliai di soprassalto temendo l’arrivo di altri topi, ma ero sola sul mio giaciglio e il rumore proveniva dalla porta: qualcuno stava entrando. La cosa mi sorprese, poiché era ancora notte, ma, quando guardai in faccia l’intruso, ogni pensiero abbandonò la mia mente e rimasi a bocca aperta, quasi in trance.
Lo sconosciuto era sicuramente un dottore, poiché portava il camice, ma fu il suo viso a sconvolgermi: era alto e snello, poteva avere 25 anni, aveva i capelli biondi e ondulati, che ricadevano disordinati sulla fronte alta e spaziosa, la sua pelle era bianca come la neve sotto la luce lunare che lo illuminava, aveva il naso dritto e la mascella quadrata. Il viso era molto magro e aveva le guance leggermente incavate, gli occhi neri come una notte senza stelle, circondati da occhiaie profonde e scure. Era l’uomo più bello che avessi mai visto.
Tra le mani aveva una cartella e la rigirava tra le dita come se fosse agitato, mi guardava con circospezione e rimaneva con la schiena attaccata alla porta, il più lontano possibile da me, sembrava che mi temesse, o, teoria molto più plausibile, lo disgustavo. Poi parlò, sembrava che faticasse a far uscire le parole, il suo tono non aveva alcuna inflessione, sembrava quella che al giorno d’oggi è una voce automatica, emessa da una macchina, non tradiva alcuna emozione: ‘Sono il dottor Lewis Cooper, faccio il turno di notte, devo accertarmi che tutti i pazienti dormano, è tempo anche per voi di coricarvi, buona notte’. Detto questo, con il minor dispendio di ossigeno possibile, uscì in fretta lasciandomi sola.
Lo sognai quella notte e pensai a lui tutto il giorno, la notte seguente arrivò senza che me ne accorgessi ma non riuscivo a dormire…lo aspettavo.
Quando sentii la chiave girare nella toppa il mio cuore prese a battere, mi aspettavo già il suo sguardo circospetto, la sua pelle diafana, ma mi sorprese di nuovo.
Appena mi guardò mi si gelò il sangue e mi si mozzò il respiro, poteva essere cambiato durante il corso di una sola giornata? L’uomo sulla soglia assomigliava al dottor Cooper, ma qualcosa nel suo viso era diverso: i suoi occhi non erano più neri come la pece, per descriverli mi venivano in mente solo i girasoli, le pupille scure erano circondate da iridi a pagliuzze dorate che sembravano avere vita propria, come petali mossi dal vento; inoltre le occhiaie erano sparite e, se la notte prima poteva essere malato, in quel momento sembrava nel pieno delle forze.
Mi rivolse un sorriso timido e dopo aver guardato la sua cartella disse: ‘Qui dice che il vostro nome è Mary Alice Brandon’.
‘441!!’ lo corressi senza rendermene conto, ma alla sua aria interrogativa avvampai e spiegai: ‘Il dottor Edwards mi ha detto che in questo posto non mi chiamo più Mary Alice, ma 441’. L’espressione del dottore divenne incredula: ‘Siete qui da soli due giorni e il vostro essere voi stessa si è già annullato? Buon Dio, signorina, non vi chiamerò con un numero, e poi Edwards non è qui dico bene? Quasi dimenticavo, ieri sera sono stato a dir poco scortese con voi, mi scuso infinitamente’.
Se al suo ingresso ero basita ora ero scioccata, mi aveva trattata come un essere umano, come una persona sana! Balbettai confusamente: ‘Voi…siete…la prima persona che mi tratta come un normale essere umano da quando sono qui!’, detto questo scoppiai in lacrime. Il dottore sembrava combattuto per qualcosa, come se stesse prendendo una difficile decisione, poi si inginocchiò di fronte a me e mi asciugò le lacrime, il suo sguardo era pieno di compassione: ‘Voi, signorina, siete la persona meno pazza qui dentro, e non mi riferisco solo agli altro pazienti. Per quanto riguarda il concetto di persona, penso che nessun uomo, per quanto folle, possa ridursi ad una bestia, nessun essere umano merita questo destino, la pazzia è una malattia come tutte le altre e va curata con speciali farmaci: la pazienza e la dedizione totale’.
‘Allora perché lavorate qui?’ gli chiesi singhiozzando.
Rispose che era medico da poco e che doveva fare esperienza nei peggiori posti che esistevano.
Notai che i nostri volti si erano avvicinati moltissimo solo quando si allontanò da me e cambiò discorso: ‘Ma ditemi, dove avete preso quei bellissimi occhi? Hanno una sfumatura violetta, sono incantevoli’. Arrossii a quella domanda e biascicai che mia nonna paterna li aveva di quel colore.
Il dottore mi sorrise e io non potei fare altro che fissarlo, ma poi un lamento risuonò tra le mura e lui si riscosse: ‘Mi piacerebbe molto restare  a chiacchierare con voi Alice, ma devo dedicare la mia attenzione ad altri pazienti, in ogni caso ci vedremo domani notte, sono felice di avervi conosciuto, buona notte’. E con un sorriso fugace se ne andò.
 
 
Eccomi ancora qui con il quarto capitolo! Spero vi sia piaciuto e vi prego di lasciare una recensione se avete qualcosa da dire (mi va bene anche un ‘fa schifo’, è pur sempre un’opinione e a me ne servono per capire come sta andando la storia).
Inoltre ringrazio ALESYA per la sua recensione!
Direi che non c’è altro se non commentate commentate commentate!!!
Kisses…Alice 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Mrs_Depp