Le cose che non dici
Il primo pugno non sapeva com’era partito.
Il lieve ricordo delle sue labbra sulle proprie e la piena consapevolezza che gli era mancato da morire durante tutti quei mesi lo aveva devastato, facendolo reagire impulsivamente.
L’altro rispose quasi subito, senza perdere tempo, colpendolo forte allo zigomo, pentendosene quasi subito.Il ricordo di lui che gli si inchinava davanti con un’espressione imbarazzata.
“Piacere di conoscerla senpai” aveva detto, facendolo ridere.
“Io non sono un tuo senpai, sono qui per fare i provini anche io” aveva detto e il ragazzino era indietreggiato appena, scusandosi.
Non credeva possibile fosse davvero tutto così: non poteva credere che lo avesse lasciato lì, senza dargli una spiegazione. Il ricordo della sua pelle bollente sopra di sé lo bruciava e lo faceva tremare.
Mi manchi, ma non lo avrebbe mai ammesso.
“...ti amo” un sussurro buttato lì, come se non volesse essere sentito.
Le labbra carnose si erano curvate in un sorriso, prima di posarsi su quelle dell’altro.
“...non vergognarti di dirmi che mi ami Kazuya” aveva mormorato, mentre le mani vagavano sulla pelle nuda dell’altro. “Perché ti amo anche io”
Tutto questo per colpa del suo ascendente su Kazuya.
“A-ah-ka...nishi...” aveva gemuto, stringendo forte le spalle dell’altro che lo aveva guardato sorridendo appena, leccandosi le labbra secche.
“Kazu... chiamami... Jin...” aveva mormorato, prima di baciarlo, spingendosi con appena un po’ più di intensità in lui.
Il più piccolo aveva gemuto ancora, contrastando le spinte dell’altro. Voglio che sia una battaglia, si era detto prima di sciogliersi sotto i tocchi del più grande.
“Jin...” un ansito, forse un grido strozzato. “ lì...” aveva pregato, spingendo la testa all’indietro contro il cuscino.
Ho voglia di crederti, aveva pensato dopo che lo aveva sentito dire “Ti amo” come se fosse una cosa necessariamente vera. Senza ombra di dubbio vera.
Voleva crederci ardentemente, senza doversene pentire.
“Fe…fermo” sussurrò Kamenashi, mentre l’altro gli accarezzava un fianco, leccandogli il collo. Voglio avere il controllo di tutto questo, pensò il più piccolo mentre Jin lo aiutava a girarsi con delicatezza.
“Amo da morire il tuo sedere…” gli mormorò all’orecchio, per poi riempirgli la schiena di baci. “È così tondo e sodo…” posò un bacio sul sedere, mordicchiandolo appena.
“Cazzo… Jin!” affondò la faccia nel cuscino quando Akanishi lo penetrò con la lingua.
“Mi piace…” aveva detto, inspirando poi un po’ di fumo dalla sigaretta.
“So perfettamente che ti piace il mio sedere, non devi ripeterlo all’infinito” aveva risposto, rubandogli la sigaretta dalle dita e fumando un po’. Tossì poi e guardò male Jin, quando questi scoppiò a ridere.
“Questa è una sigaretta vera, non di quelle schifose che fumi tu sai?” aveva riso, riappropriandosi della sigaretta. “Comunque… non parlavo del tuo sedere”
“Uh?” Kazuya lo aveva fissato con le labbra un po’ imbronciate.
“Mi piace…” Jin gli aveva posato un bacio sulle labbra mentre lo diceva “quando dici il mio nome. È assolutamente eccitante il modo in cui lo gemi”
“Kazuya…” un gemito soltanto, mentre l’altro ansimava strozzando delle grida. “…voglio guardarti” mormorò contro la sua nuca, mordendo poi la spalla.
“A-ah… Sì” gemette il più piccolo, mordendosi un labbro quando Akanishi uscì da lui.
“Aspetta... facciamo con calma...” aveva ridacchiato Kazuya, intrappolato tra il tavolo e Jin.
L’altro mugugnò qualcosa prima di continuare a posare leggeri baci sul viso dell’altro.
“…dai… se continuiamo così prima o poi ci scopriranno…” aveva riso ancora, tentando di allontanarlo un po’ da sé. Akanishi sorrise e gli diede un bacio a stampo.
“E allora? Uhm… avranno capito qualcosa non credi? Sei sempre così stanco dopo aver fatto l’amore tutta la notte…”
Sentì qualcosa di freddo sul viso e si voltò a guardare Jin, disteso su un fianco accanto a lui che gli teneva un asciugamano con del ghiaccio dentro sullo zigomo ferito.
“Ti ho colpito davvero forte, uh?” Kazuya annuì, leccandosi le labbra.
“Anche io, no?” gli sfiorò lo spacco sul labbro, ma Jin si ritrasse.
“Scusa, brucia ancora un po’” affermò, sorridendo poco dopo.
“È finita…”
“Kazuya?”“Uhm?”
“Mi prepareresti la colazione?”
“Ma se sono le quattro di mattina!” sospirò.
“È che… voglio vederti con quel grembiule rosa che ho comprato apposta per te~”
“Rosa? Jin! Non mi piace il rosa!”
“… ma a me piaci con addosso il grembiulino rosa~”
“… non voglio più vederti”
“Ora che ci penso... perché non andiamo a farci una doccia, eh?”“Questa è una bell’idea!” Kazuya annuì, sorridendo.
“In fondo è da così tanto che non lo facciamo sotto la doccia!”
“Ehh?! Chi ti ha detto che faremo l’amore di nuovo?”
“Tu.”
“Mi fai schifo”
Jin sospirò sotto la doccia, insaponandosi in un angolino, lontanissimo da Kame.Kazuya lo guardò e prese due respiri profondi.
Sai che non resisto dannato bambinone!
“Va bene… facciamolo”.