Capitolo terzo
23 maggio 2011*, “The Date” – Part
one
Christopher evitò un ringhio frustrato, mentre Kevin
cercava le parole adatte per uscire da quella situazione.
Era riuscito a spiegare com’erano andate più o
meno le cose e a Chris tutto sembrò più chiaro.
Non era vero che Dylan l’aveva notato alla festa
di compleanno l’anno prima, anche perché il fonico non aveva mai messo
piede a quella festa.
“Volevo solo aiutare due amici, tutto
qui!” si giustificò ancora.
“L’avremmo comunque scoperto.”
Ribattè Chris.
“Beh confidavo nel potere del colpo di
fulmine!”
Dylan fece una risata e scosse la testa.
Se inizialmente non gli era
andato molto a genio la situazione, ora lo divertiva.
Soprattutto guardare la faccia pulita di quel
ragazzino, così rossa d’imbarazzo.
“ L’unica cosa che ha colpito quel tipo è
la mia preziosissima Diet Coke direttamente in faccia!”
Kevin aggrottò le sopracciglia, ma non si azzardò a
chiedere spiegazioni.
“Volevo solo dare una mano! Dylan è appena
uscito da una relazione e tu dopo Jonathan non hai avuto nessun altro!”
Colfer continuò a guardarlo torvamente. “provate
a uscire.” Azzardò ad insistere. “potrebbe anche andare bene e il
primo incontro trasformarsi in una lunga relazione d’amore folle e
spensierato!”
Dylan scosse le spalle, sicuro che anche con
un’uscita non avrebbe perso molto. Come poteva pensare Kevin che gli
potesse piacere un ragazzo come quel Christopher?
Tutto arruffato e con quei occhialetti all’Harry
Potter.
Decisamente non il suo tipo.
“Per me si può fare.” Gli andò in aiuto e
Kevin gli sorrise, grato.
“Uff.” sbuffò Chris, lanciando
un’occhiata al ragazzo che, durante tutta la conversazione, era rimasto
dietro il suo amico, con sguardo indifferente.
Non era male come ragazzo, aveva dei corti capelli
neri sparati un po’ in tutte le direzioni e gli occhi verdi, nonostante
quella mattina li avesse considerati spenti, avevano delle belle tonalità di
marrone che ne risaltavano il colore brillante. La mascella, lievemente squadrata
era ricoperta da qualche accenno di barba.
Era veramente un bel tipo.
E poi era alto, molto più di lui e aveva delle belle
spalle muscolose.
Quando si accorse di essere stato colto in fragrante
da Dylan distolse lo sguardo dalla sua figura velocemente, arrossendo.
Mugugno un: “Okay” e Kevin quasi gli saltò
addosso dalla felicità.
“Perfetto, vi lascio soli!” detto questo,
sparì, senza smettere di saltellare.
Dylan si prese la briga di avvicinarsi, le mani dentro
le tasche posteriori del jeans lago che indossava.
“Seriamente ragazzino, non mi dispiacerebbe
conoscere meglio la star!” scherzò, beccandosi l’ennesima
occhiataccia.
“Sia chiaro, lo faccio solo per evitare altre
imboscate di Kevin!” precisò, mettendo mano al suo BlackBerry.
Si scambiarono il numero e poi ognuno tornò sui propri
passi.
Darren fermò Kevin giusto in tempo, prima che, insieme
a Heather e Harry, sparisse per rintanarsi in qualche locale.
“Ehi Criss!” esclamò, stringendogli la
spalla in un gesto fraterno.
“Sì, ciao…” borbottò velocemente
Darren, guardandosi intorno furtivamente. “senti sapresti dirmi chi è
quel tizio che parlava con Chris poco fa?” chiese, indicando il punto in
cui il soprano era sparito.
“Parli di Dylan?” rispose Kevin, ancora
eccitato per aver mandato a buon fine la sua causa. “è un mio amico e fa
il fonico.”
“Come si sono conosciuti?”
“Beh, grazie a me, ovviamente!” dichiarò,
fiero. “hanno iniziato a frequentarsi!”
Darren spalancò gli occhi e afferrò con una mano la
spalla di Kevin, stringendo con forza la stoffa del maglione.
“Da quanto?”
“Da…” con un gesto teatrale, Kevin
controllò l’orologio sul polso. “cinque minuti e mezzo!”
Darren non gli diede una risposta e senza nemmeno
salutarlo si diresse verso i camerini, in cerca di Chris.
Trovò solo la sua assistente, intenta a riordinare le
ultime cose.
“Ehi ciao Sophie, hai visto Christopher?”
chiese, affacciandosi dalla porta socchiusa. La ragazza si voltò a guardarlo e gli sorrise.
“Mi dispiace, ma Ashley l’ha trascinato
via giusto due minuti fa!”
Darren si mordicchiò il labbro, innervosito.
Salutò Sophie e con un moto di stizza tornò in albergo.
Non aveva assolutamente voglia di stare in giro a far
baldoria.
Accese il pc e si contattò via webcam con Mia e
Charlene e chiacchierò con loro per un po’, cercando di reprimere quella
strana sensazione che gli stringeva il cuore in una morsa e gli chiudeva lo
stomaco.
Quando rimasero solo Charlene e Darren, Mia si era
assentata per andare al bagno, la ragazza, lo tempestò immediatamente di
domande.
Con Charlene aveva un bellissimo rapporto
d’amicizia che durava da anni e una collaborazione musicale alle spalle
piuttosto divertente.
Era stata lei a far conoscere Mia e Darren.
“Si può sapere che hai?” domandò a bassa
voce, accucciandosi verso la webcam, in modo che il viso dai tratti orientali
risultò in primo piano. “è successo qualcosa?”
Darren sospirò e tentò un sorriso. “E’
tutto a posto, perché dovrebbe essere successo qualcosa?”
“Tu non me la racconti giusta
Darren Everett!”
Ma prima che la sua amica potesse aggiungere altro,
Mia tornò dal bagno.
Charlene gli lanciò un’occhiata
d’avvertimento, giusto per fargli intendere che la conversazione era solo
rimandata.
“Che si dice?!”
chiese Mia, legandosi i capelli in una coda alta.
Darren sorrise intenerito, ma cercò velocemente una
scusa. “ stavamo parlando del concerto all’Irving Plaza a giugno e
che vi farò avere dei pass per il backstage, se volete venire.”
“Vuoi scherzare? Ovvio che veniamo! Non mi perderei
un concerto del mio amore nemmeno per tutto l’oro del mondo!”
esclamò Mia, fastidiosamente zuccherosa.
Charlene fece una smorfia e per poco Darren non
scoppiò a ridere.
Se c’era una cosa certa era che nessuno
sospettava che Darren avesse un coinvolgimento sentimentale con un’altra
persona.
Insomma era Darren! Un completo di umiltà, follia e
fedeltà.
E invece si sentiva uno schifo, per aver tradito Mia.
Non solo fisicamente, baciando Chris, ma anche
spiritualmente provando per lui sentimenti che originariamente erano rivolti
solo alla sua ragazza.
Perché scegliere non è così semplice?
-Ti va di uscire domani sera, per cena?- recitava il messaggio che Dylan gli aveva mandato
una decina di minuti prima.
Chris non gli aveva ancora risposto e fissava lo
schermo del suo BlackBerry con perplessità.
Non credeva di ricevere quel messaggio così presto, o
almeno, era certo che nemmeno si sarebbero più sentiti.
Lasciò il cellulare sul letto, mentre correva a fare
una doccia, prima di dormire.
Nemmeno la mattina dopo, Chris rispose al messaggio.
Erano appena arrivati a San Jose e Chris stava
spaparanzato nella sua cuccetta sul Tour Bus, con il pc sulla pancia e le
cuffiette nelle orecchie.
Si stava mettendo in contatto con la sua Manager, ancora
a Los Angeles, per importanti novità lavorative.
Gli altri, visto che erano ancora le sette del
mattino, stavano bellamente poltrendo. Chi sui divanetti, chi in cuccetta.
Naya invece stava fumando di nascosto nel bagno.
Darren, la sera prima aveva insistito per andare in
Tuor Bus con loro, invece che con i Warblers.
Doveva parlare con Chris, ma gli mancava la forza e
soprattutto un momento di tranquillità per farlo.
E quella mattina si trovava nel piccolo
salottino già da ore, con in mano una tazza di caffè
ormai troppo freddo.
Ne preparò dell’altro e lo versò in due tazze,
prima di dirigersi, con coraggio, verso la cuccetta di Chris, che era
esattamente sopra la sua.
Le tende dalla trama scozzese erano tirate, ma Darren
sentiva il rumore di tasti pigiati con frenesia e il brusio della musica
sparata a tutto volume nelle orecchie.
Sorrise un po’ e scosse un po’ la tenda,
per farsi notare e non far urlare Chris dallo spavento.
Giusto pochi secondi e la testa di Chris era apparsa
in mezzo alle cortine e Darren gli porse la tazza, che il soprano accettò con
un sorriso.
Spense L’I-phod e sposto il pc ai suoi piedi,
mettendosi parzialmente seduto.
“Non sei andato a letto?” domandò Darren,
mentre guardava teneramente Chris, soffiare nella sua tazza.
“No” negò. “con i problemi che ho
nel dormire vi sareste spaventati.” Rispose ridacchiando.
Effettivamente Chris, in una delle loro numerose
chiacchierate in pausa sul set, gli aveva spiegato il suo difficile rapporto
con il sonno.
Gli aveva raccontato di come sua madre, anni prima,
l’aveva trovato nel bel mezzo della notte sul divano a mangiare patatine,
mentre era ancora addormentato o del suo problema con lo shopping notturno su
internet, che lo avevano portato a dichiararsi sonnambulo. Non accadeva spesso,
c’erano delle volte in cui si alzava a sedere sul letto e urlava, prima
di ritornare a dormire.*
Era molto autoironico Christopher, ed era una qualità
che Darren adorava.
“Io l’avrei trovato divertente!” ribattè
il moro, beccandosi un pizzicotto sul braccio.
A volte sembrava proprio che niente fosse cambiato, ma
bastava un attimo per ricordarsi che niente era più uguale.
Entrambi ridacchiarono per un po’, poi si fecero
seri e Darren abbassò la testa, indeciso se parlargli o meno.
“Cosa c’è che non va, Honey?” chiese
Chris, abbassando il tono di voce.
“Dimmi tu, Chris. Non so cosa
ti succede!”
“Cosa vuoi dire?” Chris inarcò un
sopraciglio.
“Ho parlato con Kevin e mi ha detto
tutto.” Spiegò.
Il suo tono di voce sembrava accusatorio e Chris non
poteva sopportarlo.
“Adesso non posso provare a frequentare una
persona senza che tu mi venga ad accusare?”
“Sembra che tu ti sia già dimenticato di
noi!” ribattè Darren, guardandosi in giro prima di parlare.
“Cos avrei dovuto fare? Aspettarti in eterno e sperare che
ti ritornasse un minimo d’intelligenza?” fu la risposta di Chris,
che aveva alzato il livello della voce, irritato.
Darren non rispose e chinò il capo, giocherellando con
la sua tazza. “sai, pensavo che avresti capito.”
“Non voglio che lui ti stia attorno!”
esclamò il moro.
“Che giustificazione è?”
“Non voglio che ti baci, che ti tocchi, non
voglio pensare a questo, non voglio che accada.”
“Chi cazzo ti credi di essere, eh?”
sbottò, con una luce furente negli occhi chiari.
“Pensavo di essere l’uomo che ami.”
Darren incrociò le braccia al petto e gli lanciò uno sguardo di sfida.
“ma a quanto pare…”
“Dio non posso crederci….” Parlottò
fra sé Chris. “tu stai con quella Darren e per
quanto possa amarti non meriti che io ti stia ad aspettare, non meriti il fatto
che mi accontenti di qualche bacio quando ti va! E io non
merito il tuo egoismo!” Chris gli sta ringhiando a pochi centimetri dalla
faccia, gli occhi pieni di lacrime che, per orgoglio, trattenne fino
all’ultimo.
“Questa situazione sta rovinando tutto.”
Fu l’unica risposta di Darren.
“Non chiedermi di stare con te, mentre ancora
Mia ti crede suo.” Mormorò Christopher, il cuore, ancora una volta,
spezzato. “non farmi questo…”
Darren non aggiunse altro, perché qualcuno tossì nel
sonno e Naya uscì dal bagno con il deodorante per ambienti alla mano.
Il moro, con un ultimo sguardo, tornò nel cucinotto,
lasciando Chris a sospirare infelice.
Naya lo raggiunse e gli fece un dolce sorriso,
posandogli una mano sul ginocchio. Non fece domande e si limitò a tornare nella
sua cuccetta.
Non riuscì più a lavorare o a pensare ad altro se non
alla litigata avuta con Darren che, invece di togliergli un peso dal petto, gli
aveva aumentato la rabbia che aveva in corpo.
Afferrò il cellulare e con un moto di stizza rispose a
Dylan.
- E’ ancora valido l’invito?-
La risposta non tardò ad arrivare – Non
speravo più in una tua risposta, ragazzino.-
Chris, sorrise quella volta.
- Questa sera alle otto. ci troviamo nella Hall dell’albergo. -
Fine parte prima
***
Lo so sono un infame a dividere il capitolo ma veniva
davvero, ma davvero lungo!!
Prima di tutto, ringrazio tantissimo tutti quei angeli
che hanno recensito <3 e quelli che hanno letto! Spero che questo capitolo
sia di vostro gradimento!
Prometto che, nel giro di almeno due o tre giorni
posterò l’ultima parte del capitolo!
Un po’ di chiarimenti:
* il 23 maggio il Glee Cast non ha avuto nessun concerto.
* Chris, in varie interviste la
rivelato di avere un problema molto difficile con il sonno. Raccontando anche
di alcuni episodi.. come quello di sua madre che lo
aveva trovato sul divano a mangiare patatine o quello dello shopping on-line!
Detto questo… vi adoro!!
Al prossimo capitolo!!
Grè