18. Tutti
amano il proprio
carnefice.
Baciami ancora, e non lasciarmi
vedere i
tuoi occhi.
Io ti perdono per quello che hai
fatto a
me.
Io amo il mio carnefice.
*Cime
Tempestose di Emily
Bronte*
Quella
sera, ognuno nell’appartamento amava il proprio carnefice.
Bianca,
che stava sdraiata sul letto della sua camera e non le importava se Dan
l’avrebbe
prosciugata o meno. L’importante era stare con lui in quel
momento.
Jack,
che era ancora seduto sulla sedia a guardare la porta in attesa che lei
tornasse in compagnia del suo carissimo papà pronto a
uccidere lui e qualsiasi
persona nel giro di un miglio. Pensava al momento in cui si era
richiusa la
porta alle spalle, pronta a scappare.
Ma
chi soffriva di più: il carnefice o la vittima?
Dan
era consapevole del fatto che stesse facendo uno sbaglio madornale, ma
non
riusciva a smettere. Sentiva il sapore del sangue sulle labbra, si
sentiva vivo
come non lo era stato da due settimane o anche più. Voleva
scappare, andarsene
e salvare la vita alla sua Bianca che non aveva neanche la minima idea
del male
che lui avrebbe potuto farle.
Lena
era seduta nell’auto di suo padre, pensando sempre alla
stessa cosa o meglio
alla stessa persona: Jack. Sarebbe morto? Certo. Lei continuava a
odiare i
vampiri? Ovviamente. E allora perché sentiva una stretta
allo stomaco così
forte da toglierle il respiro? Perché era sicura che quello
che stava per fare
insieme a suo padre fosse estremamente sbagliato?
Allora
pensateci, lettori.
Chi
è il vero carnefice e chi la vera vittima?
Forse
la verità è che in amore siamo tutti assassini e
assassinati gli uni degli
altri: dipende dalla prospettiva.
L’amore,
quello vero, è capace di uccidere.
E’
capace di deturpare la vita quasi a renderla irriconoscibile.
Ma
è il vero amore, solo quello, a poter risanare le ferite che
ha inferto ad
ognuno dei nostri fragili cuori in balia della corrente, spesso sotto
il
crudele giogo della mente.
E
cosa succede agli amanti e ai loro carnefici una volta che hanno
realizzato
cosa stanno facendo? Questo.
“Basta!”
sussultò Dan con la bocca ancora intrisa di sangue. Ma si
accorse che Bianca
non lo stava ascoltando. Perché era priva di sensi.
“Oddio, Bianca! Svegliati,
ti prego” esclamò strattonandola. La paura gli
attanagliò lo stomaco con una
stretta che, in altre condizioni lo avrebbe fatto morire. Ma in quel
momento
era pieno di Potere: poteva riparare il suo sbaglio. Con un gesto
fulmineo,
incise il suo polso con un’unghia e, mentre il sangue
scorreva denso e scuro
sulle lenzuola, avvicinò la ferita a Bianca e le fece bere
il suo prezioso
sangue. Il sangue di un vampiro diverso. Il sangue che
l’avrebbe salvata dalla
morte certa che la attendeva. La sua pelle ricominciò a
prendere colore e il
vampiro tirò un sospiro di sollievo. Aveva quasi rischiato
di perderla.
E
il carnefice era diventato un salvatore.
Dall’altra
parte della città, sotto una pioggia battente, Lena Hawkins
capì di dover
intervenire. Di dover credere in Jack e non in suo padre.
“Papà, cos’avevi
fatto al vampiro che mi hai mostrato settimane fa?”
“Niente. Loro sono mostri” “Ho
bisogno di sapere la verità. Su tutto”
“Oh la scoprirai tesoro. La scoprirai
molto presto” silenzio. Suo padre aveva torto: di questo ne
era certa. Non
poteva mettere in pericolo Jack o avrebbe messo in pericolo
automaticamente
anche sé stessa. “NO!” urlò
frapponendosi tra suo padre e il volante, cercando
di evitare una tragedia con un’altra tragedia.
L’auto
sbandò, andando a sbattere contro il muro di un vicolo. Dopo
l’urto, tutto
rimase immobile, silenzioso e insopportabile.
E
la carnefice di qualcuno era diventata la carnefice di sé
stessa.
Ma
l’amore non è destinato a finire così.
No di certo.