Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Christine_    08/07/2011    2 recensioni
Io, Gisele Lewis, prendo te, Austin Samuels, come mio acerrimo nemico e prometto di esserti sempre tra i piedi, nel lieve fastidio e nella atroce sofferenza, in indigestione o in peste bubbonica, nel male e nel malissimo, e di odiarti e disonorarti ogni giorno della mia vita finché la TUA morte non ci separi.
Dalla storia:
- NO, NO, NO. Austin, ma che diamine stai facendo? - Urlo dal megafono, spaventando tutti i presenti.
Austin mi guarda sconvolto, alzando le braccia. - Che ho fatto? -
- Gis. Sta provando a malapena da mezz'ora. Sta andando bene! - Gary cerca di farmi ragionare, ma io lo ignoro.
- No che non sta andando bene. - Mormoro, prima di riaccendere il megafono.
- Austin. Un po' di sentimento. Lo so che ti è molto difficile, visto che probabilmente non ne hai, ma sei un attore, o almento dovresti esserlo. Quindi, concentrati e NON FARMI ESASPERARE. -
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
chap
I want to break free.

- Vuoi parlare? -
E continua a insistere.
- Avrò il diritto di sapere, che dici? -
Continua.. ti prego, vai via.

Le prime due settimane sono andate avanti avanti tra un dispetto e l'altro, tra un'uscita con Ed e una nuova ragazza di Austin dopo la "lupacchiotta", la "cricetina" e un'altra di cui fortunatamente ho dimenticato il nomignolo.
Certo, io li chiamo dispetti.. ma sono state delle vere e proprie bastardate, anche da parte sua. E per giunta in presenza di Mike.
- Gisele, cavolo! Mi spieghi perchè mi tratti così? -
Prima però è il caso che vi racconti cosa sta succedendo ora.
E iniziamo con le bastardate che ci siamo fatti l'un l'altro.
E' stato bravo ad aspettare che arrivasse Mike, in modo che non potessi fargliela pagare così palesemente.
Ma forse ho esagerato. A voi l'ardua sentenza.

Bastardata N° 2.            Austin 1 - 1 Gisele
- Gisele, hai fatto un ottimo lavoto in questi giorni, a quanto mi hanno detto -
Eccole, le parole che hanno il potere di farmi camminare ad un metro da terra.
- Grazie, Mike -dico, con riverenza. Per poco non gli faccio un inchino, gli bacio i piedi e mi metto a piangere.
- Ho visto che anche il rapporto con il cast è molto buono, nonostante i due giorni -
Sorrido come una scema e vedo Austin che arriva sorridente con un caffè in mano. Cosa. diavolo. vuole. fare.
- Mike, è un piacere vederti finlamente sul set - dice e stringe la sua mano.
- Gisele vi ha mica trattato male - dice Mike sorridendo, aspettandosi una risposta positiva che Austin DEVE dare. O lo ammazzo. Più di quanto non desideri già farlo.
- Ma certo, Gisele è fantastica, professionale.. - e mette un pò troppa enfasi nell'ultima parola.
Continuo a tenere il mio sorriso il più naturalmente possibile.
- A proposito, ti ho portato un pò di caffè, Gisele - e allunga la mano stendendomi il bibitone, con un sorriso che mi puzza fin troppo.
Che faccio? Diamine, Gisele, prendi questo benedetto caffè. Sta facendo il gentile, dai.
- Grazie mille, Austin - rispondo afferrandolo e portandolo alle labbra.
- Eh, attento Samuels che Gisele non è facile da conquistare, anche se è una donna meravigliosa -
Divento violacea e inizio a bere davvero per non f- ma che cos'è questo schifo?
E'.. qui dentro c'è del sale! Maledetto bastardo!
- Meravigliosa, lo so - mi dice con un sorriso da schiaffi stampato su quella faccia tosta.
Gisele devi ingoiare questo schifo.. ommiodio, non posso. Devo. Devo far vedere che non lo odio. "rapporto con il cast molto buono" ha detto Mike.
Ingoio a fatica e quasi mi salgono le lacrime per quanto è stomachevole.
- Dai, Gisele, finisci svelta il caffè che fra due minuti iniziamo con le riprese - mi fa Mike prima d'andare via e Austin subito aggiunge uno "svelta" mentre lo segue. Mi auguro che sia stato eloquante lo sguardo assassino che gli ho rivolto.
Non è finita qui, Samuels. E' appena iniziata.

Bastardata N°3          Austin 1 - 2 Gisele
- Audrey, sei sicura che funzioni? -
- Senti, è perfetto. Gliela vuoi far pagare, no? -
Se gliela voglio far pagare?! Deve pentirsi di tutto.
- Vado -
Chiudo la telefonata con Audrey, il mio genio del male, e mi incammino con disinvoltura verso Kristen, la sarta. La pagherà, oooh, certo che la pagherà.

- Siete tutti pronti? Motore, aaaaazione - Mike spegne il megafono e l'appoggia a terra, accanto a lui. Io mi alzo dalla mia sedia e mi metto in un posto dove possono vedere tutti meglio lo spettacolo. Quando ci sarà.
Nel frattempo guardo Austin mentre si muove con disinvoltura, come solo lui sa fare, trasformandosi in un altro mentre recita.
- Stooooooop - dice Mike, riaccendendo il megafono e fa cenno a Gary di avvicinarsi, parlandogli all'orecchio.
Ecco il momento, perfetto.
- Austiiin, puoi venire un secondo? -
Lo vedo venire subito da me, mentre cerco tra i miei fogli qualcosa da dirgli. Cavolo, potevo pensarci prima.
- Allora, non so se ti è già stato detto, a ogni modo domani solo tu cambi location che dobbiamo girare un paio di monologhi per il finale e.. -
- Lo sapevo, Gisele. Me l'hai già detto ieri -
- Ah, giusto. Vabè, era per ribadire il concetto .. -
Con maestria faccio scivolare la matita dalle dita e la sento che cade a terra.
- Me la raccoglieresti? -chiedo con un sorrisone. Sì, sono una regista, non un attrice.
Senza fare una piega però Austin si abbassa e tre, due, uno .. STRAAAAP. Il suono della vittoria.
Le cuciture allentate sono state una pensata geniale, santa Audrey.
Tutto il cast inizia a ridere a ruota libera e Mike e Gary si girano verso di noi.
- Austin, potresti anche far controllare i pantaloni, prima di iniziare a girare le scene, su - fa Mike mentre Gary mi guarda scuotendo sconsolato la testa.
- Eh, Austin. Potresti controllare prima - ripeto, da eco.
- Eravamo pari, questa me la paghi - mi sibila all'orecchio mentre si alza.
- Vedremo - gli sibilo di risposta mentre sorrido trionfante. Non usciremo mai da questo circolo vizioso, lo so.

Bastardata N°4            Austin 2 - 2 Gisele
- E il problema è proprio questo. Sai cosa significa un ritardo del genere? -
- Non possiamo pensare al ritardo, purtroppo. La location deve essere quella, e deve essere preparata al meglio - guardo lo scenografo per un attimo e so che vuole uccidermi.
- Giseeeeele - ecco, la voce della salvezza. Non so di chi sia ma posso scappare da qui.
- Sìì? - dico voltandomi.
- C'è un problema con il completo di Anderson della prossima scena. Mike mi ha detto di cambiarlo ma è praticamente impossibile che mi riesca ad arrivare il materiale in tempo -
Bene. Come risollevare una giornata.
- Kristen, devi provare di tutto -
- Ho provato di tutto, davvero -
Sbuffo e mi massaggio le tempie. Pensa, Gisele, pensa.
- Nessuno può passare a prendere queste stoffe? Sono così lontane? - chiedo. Deve esserci una soluzione. So come diventa Mike se qualcosa non è come vuole lui. E dato che tutti lo sanno, chiedono tutti aiuto alla sottoscritta. Morirò prima della premiere, me lo sento.
- Non è molto lontano da qui, ma ho altro lavoro. Troppo lavoro da fare ancora -
E mi guarda. Con quello sguardo che significa "Ti prego, Gisele, Salvami!". E io cosa faccio? Non posso cedere, non posso.
- Vado io, tanto il lavoro posso farlo anche per telefono, io -
Ecco, appunto. Prendo la borsa, tiro fuori le chiavi e mi guardo le scarpe, Jimmy Choo. No, non posso guidare con queste. Mi cade l'occhio sulle converse che Audrey mi ha fatto portare ieri.
"Prima o poi implorerai di toglierti dai piedi quelle meraviglie di scarpe, fidati"
E menomale che mi sono fidata! Come farei senza di lei, non so.
Velocemente cambio scarpe e lascio le Choo dietro la sedia.. chi vuoi che le prenda?! Okay, ho mezz'ora. Ce la posso fare.

Torno trionfante con la stoffa in esattamente 27 minuti. WonderGisele dovrebbero chiamarmi, al diavolo la modestia.
- Tesoro, e queste converse?! - una voce quasi mi spacca i timpani. Gary.
Mi volto e lo vedo con una mano sul petto.
- Tesoro, le converse fanno a botte con questa camicetta e questo pantalone, lo sai, vero? - mi dice abbassandosi gli occhiali.
Eeeeh, eccolo il mio stylist.
- E' stato per guidare. Non ti far venire l'asma.. Riprendo subito le mie adorate scarpe - gli dico sorridendo e mi cambio ancora.
- Gisele, dove sei stata fino ad ora? - la voce di Mike mi fa sobbalzare.
- Piccolo problemino, risolto con facilità, però -
- Eeeh, con collaboratori come voi è tutto più facile -
Mike sì che sa trovare le parole per annullare la stanchezza.
- Giseeeeeeeeeele -
Annulare la stanchezza, non i nervi che può farmi venire l'essere chiamata di continuo. Voglio cambiare nome, diamine.
- Sìì?! - mi giro e trovo Austin che mi guarda sconvolto dall'altro lato del set.
- Cosa c'è? - urlo.
- Ho bisogno di te - il cuore batte più forte. Gisele, per favore. Datti un contegno.
Gary mi pizzica il braccio e faccio finta di non sentirlo, vado verso Austin. Chissà cosa v- AHIA!
Non volete sapere cosa è successo. Sono con il culo per terra. E in mano.. in mano ho il tacco della mia scarpa. Della mia adoratissima Jimmy Choo. Sinistra, per la precisione.
- Gisele, cosa ti prende? Non hai controllato le scarpe? - ghigna, prima di tornare in camerino.
Maledettissimo. Maledettissimo ancora una volta.
Ci sono poche cose che non permetto che si tocchino. Audrey al primo posto, poi il mio lavoro, e poi ci sono loro. Attento Samuels.. il prossimo sarà un colpo basso. Molto basso.

Bastardata N° 5             Austin 2 - 3 Gisele
Questa location è molto meglio di quello che mi aspettassi. Lo scenografo è davvero un genio.
Accanto a me c'è Audrey, quasi a bocca aperta.
- Gis, ma è meraviglioso, qui -
Assolutamente d'accordo con lei. Questo giardino è davvero qualcosa di speciale.
- Buongiorno, Gisele -
Stavolta non mi volto neanche. La sua voce la riconoscerei su milioni.
- Samuels - gli sussurro e poi trascino Audrey un pò più lontano.
- Marò, è troppo figo, davvero. Ma come si fa.. quel culetto è .. - un mio sguardo la ferma.
- Stronzo, un grandissimo stronzo. E bastardo - si corregge.
- Ecco -
Non ho bisogno di sentirmi dire quant'è figo, purtroppo lo ammetto. E anche troppo spesso, a dire il vero.
- Ma non c'è nessun'altro? - mi chiede Audrey ad un tratto, per distrarmi.
- Altri due. Dobbiamo girare il finale. Che lui non ancora sa - mi lascio scappare con un sorriso.
Audrey ride e mi dà uno schiaffo sul braccio.
- Sei tremenda, lo sai?! -
- Mi ispiro a te, carissima - le dico ridendo e adesso chi la smette più se lei mi imita?
- Un suono celestiale, oserei dire -
La voce soffiata di Ed zittisce immediatamente Audrey che mi pizzica il braccio.
- E tu, cosa ci fai qui? - gli chiedo dolcemente mentre mi lascia un bacio sulla guancia.
- Per questo - dice e mi mostra due buste del McDonald's.
- Dopo la mattinata passata a girare quelle scene avrai bisogno di una bella carica per arrivare a stasera -
Posso morire, lo so.
- Mi spiace aver preso solo due Big Mac, non sapevo della tua amica che si chiama.. - dice rivolgendosi a Audrey, che sta perdendo diversi battiti, lo sento.
- Audrey - dice decisa e lui le stringe la mano.
- Piacere, Ed -
- Ehm.. io vado al buffet con Gary, che a proposito, prima mi stava anche chiamando -
In men che non si dica, Audrey è sgusciata via e mi ha lasciata sola con tanto ben di Dio. No, non mi riferivo ai Big Mac.

- Giseeeele -
ToH, mi è sembrato di sentire il mio nome. Non me l'aspettavo proprio.
 - Scusa tesoro, mi vogliono - Sorrido grata a Ed, mentre dentro già sto ridendo come una pazza per quello che sta per accadere.
Audrey si siede accanto a Gary, proprio dietro le telecamere, e io li raggiungo e prendo il megafono.
Mike mi dà il via e urlo - Azione! -
- Non avevo idea che ci volesse così tanto - Fa Paul, spazientito a dovere. Noto che Austin mi lancia uno sguardo strano.
- Avevo detto a Jack di avvisarti, dov'è? - Chiede Mary, guardandosi attorno. A questo punto dovrebbe entrare Austin.
- Eccolo lì, Jack! Dov'eri finito? - Gli chiedono, e Austin fa una faccia ebete.
- Ehm.. io.. - Sento Audrey che trattiene una risata ma uno sbuffo la tradisce.
- STOOP! - Urla Mike, e io mi siedo accanto a lei, implorandola di smettere di sghignazzare o qualcuno se ne accorgerà.
- Sei perfida! Povera anima, hai visto che faccia ha fatto? - Mi dice, mordendosi un labbro per non ridere.
- Lo so, e questo è solo l'inizio -
- Ehi, dove l'hai lasciato Ed? A proposito, gli dai un'extra per le consegne a domicilio o fa tutto di sua spontanea volontà? -
Le do una leggera spinta sulla spalla come a dire - ma fammi il piacere! - e torno da Mike, prima che licenzi Austin.
- Mike, Austin dev'essere stanco. Sono due settimane che giriamo senza pause - dico abbassandomi a parlare al suo orecchio.
- Gisele, non voglio finire in ritardo, lo sai - Senza neanche guardarmi, Mike raccoglie il megafono e urla di nuovo AAAAZIONE.
Afferro il copione e mi vado a mettere dietro Austin, sperando riesca a sentirmi.
La scena si ripete come prima.
- Troppo lungo da spiegare - sussurro non appena tocca a lui. Dai, cretino.
- Troppo lungo da raccontare, ora -
Si prende anche le licenze poetiche! Finchè non cambia il senso però va bene.
- No, Jack. Adesso devi spiegarci tutto. Siamo i tuoi genitori -
- Non posso spiegarvi tutto, non capireste.. devo andare. Vi prego, lo sto facendo per voi - sussurro ancora.
- Non posso spiegarvi tutto.. Adesso.. - e si ferma.
Dai, hai la memoria di un bradipo rosa, diamine! Senza offesa per Sid, per carità.
- STOOOOOOOP - tuona ancora Mike io sgattaiolo di nuovo accanto a Audrey.
- Mike, scusa.. io .. -
- Per oggi abbiamo finito. Ma domani vi voglio al meglio - risponde a megafono spento.
Vedo Austin voltarsi e mettersi le mani fra i capelli.
Che cretina che sono, cosa ho combinato?
- Gisele - una mano mi sfiora il braccio e mi riporta alla realtà.
- Andiamo? non chiudono gli operatori? -
- Io.. sì, chiudono loro. Aspettami fuori, un attimo però, che devo.. aspetta - le dico e mi volto, per raggiungere Austin.
- Piccola - mi chiama Ed e mi volto.
- Tesoro, puoi aspettarmi un attimo fuori? Devo.. -
- GISELE - l'urlo di Austin mi fa perdere diversi battiti.
- Voi andate fuori.. arrivo subito -
Sapevo si sarebbe accorto che c'ero io di mezzo. Cavolo, però io non l'avevo pensata così grossa.. ma non posso neanche pentirmi adesso. Niente lacrime sul latte versato, Gisele. Lo sai.
- Mi spieghi questo cosa significa? - mi dice venendomi incontro con il copione. Quello vero, il nuovo.
- Cosa? - chiedo, facendo finta di nulla.
- Perchè non so nulla di questo copione? -
Bella domanda.
- Come fai a non sapere nulla? Martin ha voluto dei cambiamenti e Eric l'ha riscritto - dico, in tono fin troppo professionale.
- E perchè non ne sapevo nulla? E' un'altra delle tue, lo so.. Mi spieghi perchè? -
Adesso mi sta a due centimetri dal naso. Ma posso resistere.
- Le mie Jimmy Choo ti dicono qualcosa? - domando, acida.
Lui rimane in silenzio, guardandomi negli occhi. Cercando di leggermi dentro. Non si ricorderà mai, come può. Sono una delle troppe che sono passate tra le sue lenzuola.
Inizia a scuotere lentamente la testa ma io non gli tolgo gli occhi di dosso, reggo il suo sguardo.
- Non mi prendere in giro. Lo sappiamo tutti e due che non è per quell-
- E per cosa, altrimenti? - lo interrompo.
- Gisele, prima del tacco tu mi hai allentato le cuciture dei pantaloni, prima ancora ti avevo salato il caffè perchè mi avevi torturato sotto il sole, anche se la scena era perfetta. Ma prima.. prima io non ti avevo fatto nulla. Hai sempre avuto quest'atteggiamento con me e voglio sapere il perchè.. Perchè, Gisele.. perchè? -
Non rispondo. Sento le lacrime che salgono insieme alle mille parole che vorrei dirti, insieme a tutto quello che vorrei raccontarti. Ma le ho perse quelle parole.. perse chissà dove mentre mi ritrovo ancora ad annegare nei tuoi occhi. Che cercano una risposta nei miei.. risposta che non avranno. Nè ora, nè mai.
- Vuoi parlare? -
E continua a insistere.
- Avrò il diritto di sapere, che dici? -
Continua.. ti prego, vai via.

- Gisele, cavolo! Mi spieghi perchè mi tratti così? -
Restiamo ancora a fissarci. Senza parlare. Per secondi che mi sembrano tante eternità.
- Gisele! Dove ti sei cacciata? -
La voce di Ed ci fa voltare entrambi.
- Devo andare - sussurro in un lampo, giusto in tempo per evitare alla mano di Austin di bloccare il mio braccio.
Corro via, fino ad arrivare alla macchina e trovare lì Ed e Audrey, a parlare.
- Tesoro, cosa c'è? - mi chiede subito Audrey.
- Niente, andiamo - rispondo secca e apro la macchina.
- Ed, ci.. sentiamo domani. Scusa ma sono stanca - dico, voltandomi verso di lui che mi aveva afferrata per il braccio.
Mi chiudo in macchina al posto accanto al guidatore e Audrey in men che non si dica sta partendo.
- Ti va di parlarne? - mi chiede dopo un pò, quasi a bassa voce.
- Dopo - bisbiglio e lei mi accarezza il ginocchio.
- Ti voglio bene - le dico e le dò un bacio sulla guancia.
- Anche io, tesoro mio. Tanto - mi risponde, guardandomi.
Come farei senza di lei? Me lo domando ogni giorno, sempre. E la risposta è la stessa, non lo so. Non farei, credo. Non sarei qui dove sono, di questo sono sicura. Siamo cresciute insieme.. e lo facciamo ancora adesso. E lo faremo per molto ancora.

Per tutto il viaggio di ritorno è regnato il silenzio in macchina, solo la musica dalla radio cercava di spezzarlo invano. Era un silenzio troppo fitto, denso da poter andare via così facilmente. Ci è voluta infatti una vaschetta di gelato e un film strappalacrime accanto a Audrey per far sì che parlassi.

- Non sono riuscita a parlare - sono le mie prime parole, mentre ancora guardo Shane West in tv.
- Lui ha capito qualcosa? - mi risponde lei, senza togliere gli occhi dallo schermo anche lei.
- Ha capito che sono una cretina. Ma non sa perchè -
Dal televisore partono le note di Only Hope e mi giro a guardare Audrey.
- Ho esagerato, ho davvero rischiato di fargli perdere il lavoro per una schiocchezza - ammetto, quasi con un filo di voce.
- Tesoro, non è una schiocchezza. Ti ha usata, senza pensarci su due volte, senza pensare al male che poteva farti - mi risponde Audrey, dolce, sedendosi a terra accanto a me.
Io abbasso lo sguardo e appoggio la vaschettona di gelato accanto a me.
- Ma è passato del tempo, ora stiamo lavorando insieme. Devo essere superiore, dimenticare -
- Su questo sono più che d'accordo. Lui è un uomo piccolo, ma piccolo così - e con pollice e indice me lo mostra - e quello che si meritava adesso gliel'abbiamo dato. Ora si arrovellerà cercando di capire perchè l'hai fatto, ma non lo saprà mai, il che è un'altra punizione, ma che durerà in eterno. Tanto se non l'ha capito fino ad ora, non lo capirà mai. Sai com'è, il cromosoma y offusca certe facoltà -
Rido. Rido di cuore. Ecco cosa mi serve per andare avanti e tornare me. Le parole di un'amica sono molto più efficaci di una seduta da uno psicologo, non costano nulla e ti riempiono dentro. Non si dimenticano così facilmente.
La abbraccio e le sussurro - Grazie - all'orecchio.
- Ma di cosa, tesoro. Le amiche sono fatte per questo -
Ha ragione lei. E io ho trovato la migliore che potessi mai desiderare.

Lo so, mi odio anche io. E' passato tanto tempo, e sono imperdonabile ma vi prego non linciatemi!
Questo capitoletto mi piace un sacco, stranamente.. perchè è un bel mix. E sta uscendo davvero la vera Gisele.. vedremo come andrà a finire.
Io in questo momento non dico di sentirmi come lei.. ma ci andiamo vicino. Potrei anche avere un Ed.. ma Austin, è dannatamente Austin.
Bon, a nessuno intereassano i miei immensi casini sentimentali, quindi vi lascio stare. Ditemi cosa ne pensate.. qualsiasi cosa.. io sono qui.
Qui sommersa dai libri e dall'ansia.
No, non solo per l'esame di Letteratura.
Anche per il 13. Finirà la saga che mi ha fatto compagnia per anni.. La saga che non dimenticherò mai.. e che in realtà non finirà mai! <3
I Stuck With Harry Until The Very End.
Okay, finito il momentino delirio dell'autrice slerata.
A voi l'ardua sentenza.
Un abbraccio stritolante, Chris.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Christine_