...:FIAMME BLU:...
Ohhhhhhhhhhh finalmente c’è l’avevo fatta mi sembrava infinita l’impresa, ma alla fine c’è l’ho fatta, non sono poi così tanto una frana dai, aspetta un attimo c’è qualcosa che non va in questa stanza anzi qualcuno che non va, natsume era in piedi sullo stipite della porta che mi guardava con sguardo vacuo e stanco, sospirai, volevo stare da sola per una volta,certo che faccia con comodo la stanza è naturalmente di tutti ,accidenti a me che lascio sempre queste accidenti di porte aperte, chiusi la lettera,sospirai infastidita, e poi puntai i miei occhi su di lui “da quanto sei qui?”chiesi seccata,un moto di rabbia mi aveva invasa, si mise le mani in tasca alzò le spalle, era anche fin troppo prevedibile a volte “pff, non tanto credo”, oh si ma certo ,intanto si era chiuso la porta alle spalle dicendo “non vorrei che qualcuno entrasse” intanto lui era già entrato ,secondo come si permetteva io non sono sua e nemmeno la camera lo è,non risposi ignorai quell’affermazione“ e perché sei qui?” chiesi alzando un sopracciglio, lui in tutta risposta si avvicinò a me con passo felpato, con sempre le mani in tasca, lo guardai con sguardo interrogativo,lui sorrise maligno, era più un ghigno direi, certo si prendeva gioco anche di me,con quel ghigno in faccia e quella risata beffarda, gliel’vrei atta pagare di sicuro e non ci volle tanto,lo feci non so cosa mi prese mi drizzai di scatto in piedi sul letto e distesi una mano verso di lui,lui mi guardò poi cadde a terra non un solo lamento,niente di niente, cadde a terra in ginocchio con le mani strette sulle tempie, gli stavo manipolando la mente, lo stavo facendo impazzire,lo stavo uccidendo,mi resi conto di quello che stavo facendo e ritrassi la mano,lui cadde disteso a terra ,con la faccia sudata e le tempie rosse sfinito dal dolore, mi guardai la mano incredula scottava leggermente. Ommioddio cosa gli avevo fatto ,l’avevo quasi ucciso per una simile sciocchezza, la rabbia si era impossessata di me ,non ero io quella che aveva alzato il braccio era il mio alice che mi aveva spinta a farlo,era come se una forza si fosse impossessata di me ,lo sapevo sarebbe successo prima o poi , ero sempre riuscita a controllarlo ma adesso non ne ero più sicura ,quell’alice basato sull’odio e la rabbia che vive in me mi era sfuggito di mano, avevo quasi ucciso natsume. Ero ormai in ginocchio sul letto , guardavo la porta che natsume aveva chiuso poco prima, con occhi spalancati in preda al panico incapace di muovermi,con alcune lacrime che scendevano dalle guance fu per questo che non lo vidi arrivare, natsume, salii sul letto veloce e si mise sopra di me bloccandomi, buttandomi coricata sul materasso, incrociai per un attimo il suo sguardo i suoi occhi erano cambiati erano belli e terribili allo stesso tempo,distolsi lo sguardo e girai la faccia di lato, fiamme bluastre di un colore non naturale riempirono la camera,non pensai più a niente, avrei potuto ucciderlo e difendermi benissimo ma non lo feci, il dolore che mi attanagliava allo stomaco per quello che aveva fatto mi impediva qualsiasi, cosa tranne di smettere di piangere e tremare sotto di lui,se sarei morta sarebbe forse stata la mia giusta punizione non mi importava,volevo solo che il dolore cessasse,mi girai di scatto con gli occhi gonfi e pieni di lacrime,il corpo che sussultava in preda ai tremiti ,volevo guardare in faccia il mio carnefice,volevo che i suo occhi fossero l’ultima cosa da vedere in questa vita. Lo fissai ,fu un’attimo i suo occhi ritornarono normali,e le fiamme si spensero,anche la stretta sui miei polsi divenne meno ferrea,lui scese da me e mi si coricò vicino sembrava sfinito,io mi misi a sedere lo guardai e poi riscoppiai a piangere, con le ginocchia strette al petto e la testa nascosta tra di loro, iniziai a dire parole sconnesse rotte dai singhiozzi, l’unica cosa che volevo adesso era togliermi questo dolore e scusarmi con lui “mi dispiace..” “io,non,volevo” “non so cosa mi sia preso,davvero” alla sua risposta sobbalzai “lo so, l’ho capito” cosa lui l’aveva capito,lui mi aveva capito ancor prima che parlassi,per questo si era fermato,per questo non mi aveva finito. Sollevai la testa e lo guardai,lui si alzò mettendosi seduto e mi guardò, fu un’attimo, lui mi prese il viso tra le mani con uno scatto che sembrò quasi d’ira mi baciò,il mio pianto finì sentii solo le sue labbra calde e una sensazione immensa di benessere che mi avvolgeva, riusciva ad allontanarmi dalla realtà,il mio dolore svanii di colpo tutto il resto quello che era successo prima appariva sfocato e andava a svanire come vapore.