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Autore: ChiaraLuna21    09/07/2011    0 recensioni
[The listener]
Riusciva malapena a reggersi in piedi. Si poggiò al muro, cercando di prendere più aria possibile nei polmoni.
«Oz, vuoi… vuoi che ce ne andiamo? Possiamo andare a sederci da qualche parte, se vuoi!» non lo avrebbe abbandonato in quel momento…
Scosse la testa. «No… no, no! Io.. io resto! Devo… devo tirarla fuori di li! Io resto!»
Era sicuro, convinto. Non se ne sarebbe andato come l’ultimo dei vigliacchi.
E Toby non l’avrebbe lasciato lì da solo…

Sarebbe stato un giorno normale, se solo non fosse successo che...
Beh,... vi anticipo solo che il personaggio principale è Oz... il resto scopritelo voi...
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Azioni “giustificate”

«Perché fuori c’è la polizia?» disse diventando quasi furioso.
Strinse più forte il suo braccio attorno al collo di Sandy e premette la pistola contro il collo della ragazza. «Dimmelo! Come hai fatto?» urlò.
Sandy non sapeva niente della polizia. Non era stata lei. Ma cosa poteva dire per convincerlo? Forse in un altro momento l’avrebbe saputo, ma ora non ne aveva la più pallida idea …
«Io… io non lo so… ti giuro che non lo so! Non so chi sia stato, ma di certo non io!»
L’uomo cominciò ad ansimare, forse per calmare i bollori. «Va bene… va bene… sai una cosa? È il tuo giorno fortunato! Ho deciso di crederti!» e dicendo questo la lasciò, la spinse a terra scoppiò a ridere.
Quella risata… quella grossa, grassa risata sarebbe rimbombata nelle tempie di Sandy per anni…
 
Oz era seduto sul retro dell’ambulanza.
Aveva deciso di restare. Che non l’avrebbe lasciata.
Voleva davvero aiutarla, ma ora non poteva fare niente.
Toby gli aveva detto di aspettare, mentre lui cercava di scoprire qualcosa parlando con Michelle.
Aspettare… non riusciva ad aspettare! Non riusciva a stare con le mani in mano mentre Sandy rischiava di morire ogni minuto che passava.
Questo pensiero non faceva che aumentare la sua tensione, che riusciva a scaricare solo con un tic isterico alla gamba.
Quel tic, però, dimostrava che era in ansia… e questo lo preoccupava ancora di più.
Vide Toby voltarsi verso di lui con quella faccia, per la serie “Se continui a pensare così forte, io non capisco niente!”. L’aveva visto tante volte sulla faccia della gente, anche se solitamente voleva dire “Se continui a dire queste cretinate, io non capisco niente!”. Ma mai sul volto di Toby. Mai. Almeno non rivolto a lui.
L’amico annuì al sergente McCluskey, le disse qualcosa e si avvicinò a lui.
Bene! Avrà sicuramente delle belle notizie! Vorrà fare sicuramente qualcosa di eroico! Molto eroico!
«Ehi, come va?» la sua voce era stanca, evidentemente provata dal “lavoro extra” di quella sera.
Oz non rispose. La risposta era ovviamente sottintesa.
Toby sospirò. «Lo sai che se continui a pensare di uccidere quell’uomo mi dovrò concentrare per forza su come impedirtelo, vero?»
«Cosa? No… io non… non sto pensando a questo…»
«Ah, no… allora chi… ah… scusa… sono io che lo penso…» Sorrise.
Anche Oz accennò un sorriso, segno che il tentativo dell’amico di tranquillizzarlo aveva in parte funzionato.
Toby si sedette accanto all’amico. «Senti… Michelle ha detto che vogliono provare a contattarlo… il punto è che devono stare molto attenti: non sanno come reagirà! Oz… io… io non voglio chiederti di essere indifferente… so bene che è impossibile, e non lo posso assolutamente esigere… ma posso pregarti di essere forte… io… io non ti lascerò…» Non sapeva più che dirgli!
Aveva passato gli ultimi trenta minuti a capire cosa dirgli, e ora non lo sapeva più.
«Potrebbe morire?» chiese con voce colma di dolore.
L’amico respirò forte. Non poteva mentirgli. «Potrebbe… purtroppo potrebbe…»
 Oz ebbe l’unica reazione che Toby aveva scartato: si rassegnò!
Almeno, in un primo momento sembrò rassegnarsi!
Il paramedico fece un lungo sospiro e annuì. Poi parlò. «Cosa stanno facendo, ora, mentre noi parliamo.»
Scosse la testa. «Niente. Michelle ha detto che vuole vedere prima i punti ciechi dell’ospedale, per essere sicura che non fugga.»
Oz annuì di nuovo.
I pensieri dell’amico investirono Toby, che ne rimase davvero sconvolto, ma soprattutto preoccupato.
«Oz, non puoi farlo! Rischieresti solo la pelle, senza risolvere niente! Non ti permetterò di fare una tale pazzia!»
«La vuoi  smettere di leggermi nel pensiero!»
«Non è certo colpa mia se pensi forte! E, inoltre, lo sto facendo per il tuo bene!»
«Il mio bene?! E non pensi a quello di Sandy? È lei che deve essere salvata, non io!» senza accorgersene iniziarono a gridare.
«Stiamo pensando tutti al bene di Sandy, ma entrare là dentro, completamente disarmato e senza alcuna protezione, francamente mi sembra solo un buon modo per farsi ammazzare! Ma pensi a quello che dici?»
«Certo, ecco perché non l’ho detto, ma solo pensato! E se non fosse stato per te, starebbe ancora solo nella mia testa!»
«Già, nella tua testa, sul tuo corpo che ora si troverebbe in quella stanza, steso a terra, senza vita e con una pallottola nel cranio! Hai ragione: avrei dovuto far finta di niente!»
I due si zittirono e iniziarono ad ansimare.
Dopo un po’ Oz abbassò la testa. «Come… come sai che l’avrei fatto?» ora sussurrava quasi.
«Quando un pensiero viene preso veramente in considerazione è più forte… ma, sostanzialmente, è perché… perché ti conosco bene, e so che per Sandy faresti anche la peggiore delle pazzie!»
I due fecero una leggera risata.
«Andrà tutto bene!» disse Toby, senza sapere bene se per tranquillizzare l’amico, o per convincere se stesso.
Oz annuì di nuovo
 
Quell'Andy continuava a camminare in tondo nella stanza, come un animale in gabbia.
Era proprio questo che sembrava a Sandy: un animale!
E lo temeva, proprio come avrebbe temuto un animale.
Forse per questo non si era alzata, ma era rimasta lì, a terra, aspettando… aspettando chissà cosa!
Improvvisamente l’uomo si fermò e scoppiò a ridere.
«Sai cosa stavo pensando? Tu… tu non sai cosa voglio, vero?» disse a Sandy.
La ragazza scosse la testa.
L’uomo la afferrò per un polso e la portò a sé.
«Allora sai che ti dico? Penso che ti racconterò una storia. Ti va?»
Andy le stava sussurrando quelle parole in un orecchio mentre era alle sue spalle e le teneva un braccio attorno al collo.
Sandy annuì, sempre più spaventata.
«C’erano una volta due ragazzi. Lui si chiamava Andy e lei… il suo nome lo diremo dopo, okay?» parlava con una voce che molti avrebbero trovato seducente, ma che in quel momento Sandy trovò solo terrificante, e annuì ancora, per non innervosirlo.
«Loro due erano felici, si amavano, avevano una bella casa e lui le comprava sempre gioielli e regali.» Sospirò. «La Loro era una bella vita. E sarebbe continuata, se un giorno lei non avesse deciso di farla finita. Un giorno, semplicemente, disse ad Andy che si era stancata, che lei voleva una persona con un po’ di spina dorsale, che ormai aveva perso il desiderio…»
Era nervoso. Molto nervoso. Tanto che, senza accorgersene iniziò a stringere il braccio attorno al collo di Sandy.
«Il ragazzo si arrabbiò, e per farle capire che aveva spina dorsale la picchiò tanto da riempire il loro appartamento, il loro bellissimo e  tranquillissimo appartamento, di sangue. Lei si spaventò, e tornò a casa, tra le braccia del padre, che chiese un’ordinanza restrittiva.
«Ma al vecchio non bastava l’ordinanza, pensava che la ragazza non fosse al sicuro. Così la fece scappare, lontano, dove…? A quanto pare nessuno lo sa!» Sospirò. «Nessuno oltre il padre!»
Ci fu un attimo di silenzio. L’infermiera sentì l’uomo dietro di lei respirare, inumidirsi le labbra con la lingua e continuare soffiando: «Tesoro… tu sai chi è il tipo qui davanti a noi?»
Ancora silenzio.
«Lui è il padre della mia storia. E sai chi è la ragazza?»
Ci fu ancora silenzio. Sandy sentì il freddo della pistola a contatto con la sua schiena.
« È sua figlia, Sandy!»

 
 
Okay! Ecco il nuovo capitolo.
Spero vi sia piaciuto e di essere stata abbastanza chiara.
Se prima di andare potete lasciare un  commentino, non dispiace.
Baci =] 

 

   
 
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