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Autore: SnowDra1609    14/07/2011    1 recensioni
- La Magia Oscura è qualcosa che in pochi comprendono perfettamente. Loro non lo fanno. Si battono per la purezza o meno del loro sangue e danno a noi dei pochi di buono, dei crudeli. Ci dicono che siamo animali ma la lotta tra purosangue e mezzosangue sta trucidando villaggi e famiglie. Bel bigottismo. In ogni caso io non mi cruccio. So che i miei genitori stanno preparando l’incanto finale da far partire da Winter Fall. Alla lunga vinceremo noi tale battaglia, costi quel che costi –
Un mago oscuro capitato dove non voleva capitare, una vendetta che batte forte nel cuore ed un nuovo mondo che non vuole accettare. Le avventure dell'ultimo degli Arconti, del mago oscuro che tanto nero poi non è ...
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Allora, molti di voi non sanno chi sono. E non credo che gli interessi, anche se son l'autore. Dopo aver già fatto una capatina qui ne faccio una seconda con una storia che un po' mi tormenta. Volevo metterla prima ma non mi soddisfaceva mai, per cui, dopo aver visto l'ultimo film mi son deciso. Ed eccomi qui. Non vi dirò altro, vi auguro solo buona lettura.

Di uno oscuro che ritorna

 
L’uomo che non prova mai paura è perduto.
Loius-Ferdinand Celiné
 
Luci rosse e verdi zampillavano dalle mani dei combattenti dei due schieramenti mentre la battaglia infuriava senza sosta. Armati delle loro spade e delle loro bacchette i maghi continuava a combattersi spietatamente. Da un lato un esercito di cavalieri con armature splendide e luccicanti i cuoi fiotti di luce parevano invasi da una sacra luce dorata continuava ad avanzare sovrastando sempre di più per numero il secondo schieramento formato da uomini distinti di nero dai lunghi mantelli. Solo alcuni avevano il capo scoperto e combattevano senza sosta, tentando inutile di arginare l’avanzata nemica.  I maghi vestiti di nero erano in minor numero ed anche meno armati, ma la loro abilità era superiore certamente a quella dei cavalieri. Uno in particolare andava distinguendosi dal resto del gruppo. Con rara maestra riusciva a volare da un lato all’altro del campo di battaglia trasformandosi in una sottospecie di nube oscura, piovendo alle spalle dei gruppi di avversari ed ingaggiandoli con spada e bacchetta. I suoi incantesimi scuotevano la terra e gli animi delle persone. Intrisi di una magia oscura e potente riuscivano a piegare anche le migliori difese dei paladini del bene, ma a loro modo il numero nemico controbilanciava e favoreggiava lo scontro verso il campione di nero vestito. Dopo aver abilmente schiantato due avversari il giovane, il cui cappuccio scese mostrando i quasi bianchi capelli e gli occhi di due colori innaturali, uno giallo e il secondo bianco-azzurro, volò al di la delle sue linee arrivando da quello che poteva essere assimilato al comandante. Quest’ultimo, che pareva aver superato da tempo la mezza età, si inchinò leggermente al giovane
- Giovane Arconte, abbiamo difficoltà nel tenere l’esercito nemico a bada. I loro campioni stanno arrivando e il morale dei nostri è bassissimo. Sono abili e troppi –
- E’ la posizione difensiva migliore. Non ce ne sono altre che potremmo sfruttare nel caso di una ritirata … dobbiamo sperare che i miei genitori facciano presto il loro incanto protettivo –
- Speriamo si, signore – il comandante fece cenno ad altri due uomini di oscuro vestiti
- Di Gryffindor non c’è segno ancora? –
- No mio signore. Non si è visto, forse sta preparando le forze per combattere con i suoi genitori –
- Non posso permetterlo. Ho già perso due fratelli a sua causa, non farò morire anche i miei genitori. Tenente il fronte, barone. Dobbiamo resistere a questi maghi – il giovane si volatilizzò nuovamente, dirigendosi di nuovo in prima linea. Linea che fosse caso andava assottigliandosi sempre di più e che andava riempiendo i verdi boschi scozzesi primaverili di cadaveri di ambo le parti. Un gruppo di paladini con le armature dorate cominciò una rapida avanzata, sventolando un vessillo su cui era disegnato un grifone e lanciando potenti incanti contri il gruppo di nemici. Il mago oscuro si diresse direttamente verso di loro, comparendo innanzi e cominciando a dargli battaglia. Dopo aver schifato i primi colpi a distanza si avvicinò facendo roteare leggermente la bacchetta
- Memento Mori – un getto di luce verde scaturì dalla bacchetta, prendendo la forma di uno spettro prima di lanciarsi contro i paladini. Spostandosi rapidamente lanciò due schiantesimi contro l’avanguardia nemica che impegnata a difendersi dallo spettro non riuscì a controbattere il mago oscuro venendo gettata nel fango. Poco dopo il ragazzo che rispondeva al titolo di Arconte si avvicinò impugnando la spada e menando un fendente contro un altro paladino, spaccandogli l’elmo di metallo e perforandogli poco dopo il cranio. Parato una picchettata nemica si voltò lanciando prima un incantesimo di disarmo e poi finendo l’avversario con un Maledizione Senza Perdono. Arretrando leggermente il giovane gettò una cortina di fumo tra i paladini cominciando a muoversi tra essa. Arrivato alle spalle di una coppia di essi li finì con un sol solco di lama, lasciando a terra i cadaveri. I tre avversari rimanenti cercarono di far aria ma lo spettro del Memento Mori ritornò alla carica falciando due dei paladini e scomparendo mentre l’Arconte ingaggiò l’ultimo rimasto.
- Stupeficium – lo schizzo rosso si infranse contro la barriera magica del biondo che con un gesto secco fece muovere la terra sotto l’avversario prima di replicare con un getto di fuoco che circondò il paladino. Prima che questi potesse replicare strinse il getto fino a carbonizzare l’avversario. Il mago oscuro recuperò lo stendardo con il grifone, bruciandolo e lasciandolo vicino ai cadaveri mentre lo spettro si dissolveva lentamente e il giovane ripartisse verso la battaglia. La notte calò quasi presto, portando la pace nella battaglia e fermando i combattimenti. Il giovane Arconte tornò al suo campo base sistemandosi nella sua tenda. Aveva fame e sete ed oramai la stanchezza lo aveva colto. Dormì così per qualche ora prima di svegliarsi nel cuore della notte. I gemiti dei soldati feriti, l’odore di sangue e di morte e la luce scura di una  luna non piena furono le prime cose viste, sentite ed odorate dal mago. Vestito con abiti eleganti neri ed un mantello pronto a battersi nuovamente uscì dalla sua tenda, avvicinandosi a quella del comandante che ancora sveglio osservava la mappa di tutta la regione onde cercare una migliore posizione.
- Comandante, l’ora e tarda e lei non è ancora riposato. Non crede sia ora di farlo? –
- No mio signore. Anche se il mio corpo vorrebbe il riposo, il mio cuore e la mia mente non lo concedono. Non possiamo perdere. Non di nuovo. Loro ci chiamano maghi oscuri ma son loro che son saliti fin qui per combatterci e trucidarci tutti –
- La Magia Oscura è qualcosa che in pochi comprendono perfettamente. Loro non lo fanno. Si battono per la purezza o meno del loro sangue e danno a noi dei pochi di buono, dei crudeli. Ci dicono che siamo animali ma la lotta tra purosangue e mezzosangue sta trucidando villaggi e famiglie. Bel bigottismo. In ogni caso io non mi cruccio. So che i miei genitori stanno preparando l’incanto finale da far partire da Winter Fall. Alla lunga vinceremo noi tale battaglia, costi quel che costi –
- Ah mio signore, vorrei condivider con lei le sue speranze, ma non ce la faccio. Ho visto troppi uomini morire in questi giorni ed in questo bosco … no so quanto reggeremo –
- Barone, noi ce la faremo.  Preoccupiamoci solo di trovare dove combattere e come farlo. Ho alzato barriere protettive e sensori magici nel caso che qualcuno nel campo nemico si muova ma per ora tutto tace. Saltare verso di loro è fuori discussione, ma potremmo tentare di sistemare delle trappole tra gli alberi, dove sappiamo che tenteranno di accerchiarci –
- Si, possiamo. Ma lei sa che non basterà –
- Non sarà né l’ottimismo né il pessimismo a farci vincere o perdere tale battaglia, barone. Sta a noi farlo. Lei organizzi le ronde e prepari gli uomini, io vado nel bosco – l’Arconte si volatilizzò nuovamente senza dar tempo al sottoposto di reagire.
Arrivato dove voleva il giovane cominciò a mormorare le parole per creare gli incanti giusti puntando di volta in volta i vari luoghi dove sistemare le trappole. Alcune voci lo spinsero però a fermarsi ed a sistemarsi al riparo dietro una grande quercia. Un gruppo di soldati, circa una decina guidati da una figura femminile. Esattamente come anche faceva il mago oscuro i soldati dello schieramento opposto cominciarono a lanciare fatture di protezione.
- Ravenclaw – il giovane strinse la bacchetta e con un gran respiro uscì allo scoperto gridando
- Aurora Patronis – un forte getto di luce verde e blu si gettò sui maghi. I più veloci alzarono una barriera che attutì il colpo ma almeno sei di loro caddero schiantati chi a terra e chi contro gli alberi. La leader del gruppo si avvicinò con passo elegante al mago oscuro  
- E così tu devi essere l’Arconte. Godric mi ha parlato di te come un potente ed intelligente mago oscuro –
- A quanto pare almeno su qualcosa Gryffindor si intende, Rowena Ravenclaw. Anche lei ha un’ottima fama, motivo per cui non mi aspettato altro che lei qui, a cercare di usare il cervello in mezzo a quel branco di ipocriti incapaci –
- Non sono di certo incapaci se stanno sconfiggendo l’esercito dei tuoi genitori, Arconte. Senza contare che quella che chiami ipocrisia è semplice volontà di non soccombere alla vostra magia oscura – il biondo strinse la bacchetta alzandola leggermente e lanciando un forte getto di fuoco contro Ravenclaw che lo deviò tutto. Il giovane attendendo proprio ciò diresse il fuoco contro due soldati che erano alle spalle di lei costringendoli ad arretrare. Con la mano libera generò una piccola sfera di luce con cui costruì una barriera intorno a lui ed alla leader avversaria.
- Voglio evitare che il nostro duello sia disturbato dai tuoi gorilla, Rowena – il giovane fece ancora qualche passo
- La risolviamo quindi alla vecchia maniera Arconte? All’ultimo respiro? –
- Certo. Non ci sarà pace tra di noi fino a che seguirai quegli squilibrati di Gryffindor e Slytherin –
- Allora così sia … stupeficium –
- Protego … Avada Kedavra – il duello cominciò con i primi due schizzi di luce che partirono da ambo le bacchette e che andarono inevitabilmente schiantandosi contro le barriere protettive dei due avversari. Il mago oscuro impugnò la sua lama lanciando una serie di piccoli incantesimi di distrazione mentre a passi lunghi si avvicinava alla donna. Ella però non si fece cogliere impreparata e fece sollevare alcune zolle di terra che dopo le parole di lei presero come vita, divenendo simili a piccoli soldati viventi che caricarono il mago oscuro. L’Arconte con un sol gesto di mano infuocò le figure e dalla terra trasse dell’acqua che tentò di lanciare contro l’avversaria. Nel contempo si volatilizzò nella solita nebbia nera e arrivò alle spalle di lei alzando il braccio per menarle un fendente con la spada ma la maga si voltò e fece schioccare la bacchetta lanciando l’Arconte contro la sua stessa barriera. Rialzatosi da terra il giovane tentò con una nuova Maledizione ma anche in questo caso Rowena si limitò a scansarsi ed a replicare con una serie di schiantesimi, parati dal nemico.
- Direi che combattiamo ad armi pare, caro giovanotto. Ma direi che ho dalla mia sapienza ed intelletto nonché esperienza –
- Per le prime non ho nulla da ridire, mia signora Ravenclaw. Riguardo la terza … ci son esperienze ed esperienze – il giovane volteggiò su se stesso facendo esplodere come una forte ventata fredda che costrinse la maga bianca a proteggersi con una magia basilare. Approfittando di quel momento il giovane avversario avanzò e lanciò un potente schiantesimo contro la nemica, lanciandola a sua volta contro la barriera. Con un incantesimo di disarmo allontanò rapido la bacchetta di Rowena
- Mi hai sottovalutato, Ravenclaw. Non ripeterai più l’errore –
- O forse sei tu che sottovaluti me, Arconte – la dama alzò entrambe le mani e lanciò il mago oscuro contro la barriera che per il forte impatto si infranse. Lei riprese la bacchetta ed a passi calmi e decisi si avvicinò al nemico che si stava rimettendo a stento in piedi.
- Non mi avrai così facilmente strega – i suoi occhi brillarono di una luce innaturale prima che il mago oscuro si volatilizzasse e riuscisse a sfuggire alla cattura. Era anche oramai arrivata l’alba quando riuscì ad arrivare al suo campo base. Gli uomini che suo padre gli aveva dato per difendere il passaggio verso Winter Fall non erano sufficienti, e lui questo lo sapeva da molto tempo. Ora che però erano anche ridotti di numero, morale e soprattutto fisico le speranze almeno di frenare per un altro giorno il nemico erano ancora più basse.
- Dove siete stato, mio signore? Non ho più ricevuto vostre notizie – il Barone si avvicino al superiore con fare preoccupato, in special modo notando le numerose ferite.
- Ho incrociato le bacchette con Rowena Ravenclaw. Hanno avuto la medesima mia idea, ma non ero abbastanza preparato per fronteggiarla. E’ la loro comandante per ora, sempre che non ci sia anche qualcun altro –
- Quante speranze abbiamo di sopravvivere ad oggi, mio signore? – il Barone fece dileguare i suoi uomini dalla tenda, restando da solo con l’Arconte.
- Basse, molto basse mio nobile sottoposto. Siamo nell’impossibilità di frenarli, anche se mettessimo anima e corpo nel nostro dovere oggi, non credo che resisteremo fino al mezzo dì –
- In questo caso cosa facciamo? Ci ritiriamo? –
- No, combattiamo. La nostra ritirata significherebbe la nostra sconfitta … ed io non lo permetterò. Ho un ultimo incanto da provare ad utilizzare. Mai fatto prima se non da solo. Spero solo che riesca, perché se funzionerà direi che potremmo dire addio all’avanzata nemica – il Barone accennò ad un sorriso colmo di speranza
- Ed allora noi tenteremo di proteggerla mio signore –
La battaglia ricominciò abbastanza presto con i maghi chiari che erano arrivati a ridosso del campo principale dell’Arconte. Il suddetto stava seduto a gambe incrociate dentro la sua tenda mormorando parole dense di potere e sconosciute. Parole oscure e pericolose che creavano una sorta di piccolo vento freddo che si diramava in ogni direzione
- Protego … cancellanis … hilirion elk hakator in misiolo – il mago ripeté la frase più volte e sempre a voce più alta. La magia cominciò a far confluire nubi grigie sopra il campo di battaglia e i maghi in guerra dovettero più volte alzare le proprie bacchette per difendersi da i fulmini che avevano cominciato a tempestare lo schieramento avversario. I soldati del Barone retrocedettero dando libero spazio alla magia dell’Arconte, ma nel preciso momento due figure bianche volteggiarono fino alla tenda, superando ogni difesa nemica. Ravenclaw e Slytherin entrarono nella tenda ed alzando la bacchetta gridarono
- Finite Incantatem – ma ciò che fecero oltre che a provocare una violenta scossa di terremoto fece anche regredire l’incanto nemico che con un unico finale scoppio bianco fece sparire dal campo di battaglia l’Arconte.
 
Molti, molti anni dopo …
 
Hermione Granger camminava a passo svelto verso l’aula dove avrebbe dovuto sentire una noiosa lezione di Storia della Magia stringendo a sé il grosso tomo della materia. Affiancata dai suoi fidi amici superò senza degnarlo di un minimo sguardo il  suo peggior nemico, Draco Malfoy spalleggiato dalle sue onnipresenti bodyguard e sistemandosi come sempre nella quarta fila. Il professore Rüf entrò aleggiando dentro l’aula e sistematosi al centro osservo rapidamente i suoi alunni.
- Cari e care alunni ed alunne, oggi, su richiesta del nostro preside, parleremo di qualcosa che sul tomo che voi dovreste avere sul banco non c’è. In onore del Torneo Tremaghi non ancora cominciato parleremo di una delle più antiche favole legate a questo castello. Si dice che mille anni o poco meno, quando la scuola venne fondata, l’Inghilterra venne scossa da una brutale guerra civile tra maghi. Da un lato trovammo l’esercito del Re,cappeggiato da Godric Gryffindor e Salazar Slytherin e dall’altra la misteriosa famiglia dei “Duchi e degli Arconti”. Tale potente famiglia aveva fama di possedere una rocca inespugnabile, Winter Fall, ove in effetti si diceva altre sì che essi svolgevano incantesimi oscuri e pratiche di magia nera che al confronto molti maghi oscuri moderni non sono che teppisti locali. L’esercito reale era superiore sia per numero sia per quantità di armi a disposizione ma d’altra parte i maghi oscuri avevano tra le loro fila alcuni elementi di spicco, tra cui si cita la figura dell’Arconte. Non si sa il suo nome, né tantomeno la sua età. Si sa che era dalla pelle leggermente abbronzata, un occhio bianco-azzurro ed uno giallo e i capelli biondi, come viene descritto da Rowena Ravenclaw. Di grande intelletto ed abilità uccise il fiore delle forze reali e perse a sua volta familiari ed amici. Nella battaglia che precedette l’assedio di Winter Fall, dopo tre mesi di guerra, successa che prima egli duellò con la stessa Ravenclaw, tenendole testa e poi fuggendo ed infine scatenò una forza spaventosa sulle forze reali. Non si seppe quanti ne morirono di uomini in questa battaglia ma perso l’Arconte la famiglia si ritrovò senza più difese. Winter Fall fu conquistata e rinominata Hogwarts e i quattro fondatori decisero di evitare che i maghi potessero essere irretiti dalle oscurità creando la scuola che oggi voi frequentate. Personalmente credo che questa sia solo una patetica leggenda per trovare un motivo della fondazione di questa scuola, ma il preside Dumbledore mi aveva chiesto ciò ed io ho obbedito. Personalmente non mi aspetto che nessuno di voi capisca veramente l’importanza di queste leggende ma, considerato il vostro interesse e il vostro sonno, credo che un tema di almeno quattro pergamene sulle leggende della fondazione di Hogwarts vi faranno più che bene – dopo i classici sbuffi che ogni alunno fa quando il professore decide di assegnare ingrati compiti la lezione continuò tra il sonno generale ed i volteggiamenti del fantasma. Appena finita la lezione la classe si disperse tra i corridoio di pietra del castello. Il sole volgeva già al tramonto e proprio per questo sia la Granger che i suoi due amici Gryffindor optarono per puntare diritti nella propria sala grande così come molti altri.
- Ah maledetto Ruf. Ma persino lui dovrebbe capire quanto sono noiose le sue lezioni – il ragazzo dai capelli rossi sbuffò sonoramente superando il quadro della signora grassa
- Oggi non lo era più di tanto – ribatté la ragazza – è interessante capire cosa ci sia dietro la storia che noi studiamo –
- Che tu studi Mione … non credo lo faccia nessun altro in questa scuola – il rosso si gettò su una delle poltroncine dinanzi il camino della Sala rosso ed oro, mentre il fuocherello cominciò ad accendersi come da solo.
- Chi ha acceso il fuoco? Fa ancora caldo – il Ragazzo-Che-E’-Sopravvissuto si avvicinò a camino, osservandolo curioso
- Io non sono stato –
- E neanche io – i tre si guardarono mentre anche qualcun altro degli studenti notò alcune differenze. Soffi di vento scossero gli arazzi con il grifone sulle pareti mentre alcuni massi si spostarono da soli.  Prima di poter cacciare le proprie bacchette una luce blu fioca inondò il centro della stanza ed una altrettanto fioca figura cominciò ad uscirne, fino a comparire, solida e reale, dinanzi i presenti.
- Figure nella mia stanza. Rispondete tutti cosa fate nella mia camera da letto? – il nero vestito fece un rapido gesto di bacchetta creando una veloce onda di fuoco e cancellando il grifone dalle pareti. Quando alcuni degli studenti provarono a replicare si videro persa la bacchetta e nessuno oso più fare altro.
- Allora, vi hanno mozzato la lingua oltre che la bravura con le armi? Rispondetemi. Chi siete e cosa fate qui –
- Siamo studenti di Hogwarts signore e lei è nella nostra sala comune – Granger prese la parola con fare quasi calmo, seppur preoccupata così come tutti i presenti
- Studenti di Hogwarts? Questo è il mio palazzo, signorina – il mago la fissò diritta negli occhi e lei stessa si sentì come svuotata, penetrata nel cervello
- Non conosce l’occlumanzia signorina. Ma non mi sta mentendo. Voi siete qui in veste di studenti … nella mia casa, disonorata da quegli infami di fondatori – Hermione si lasciò andare sul divano e Ron provò di nuovo ad estrarre la bacchetta ma con un gesto di mano il giovane venne alzato fino a quasi il soffitto
- Non voglio ancora spargere il vostro sangue, rosso. Devo parlare con il vostro preside, fortunatamente grazie alla signorina ho la strada. Vi conviene non intralciarmi o non sarò clemente – il giovane gettò a terra Weasley mentre uscì di fretta dalla stanza,  trasformandosi in fumo prima di dirigersi al ben conosciuto ufficio.
Superato il gargoyle si ritrovò dinanzi a Dumbledore che accomodato sul suo trono di legno osservava leggermente dall’alto il mago oscuro.
- Così è lei Albus Dumbledore. Fedele alla mente di quella ragazzina … -
- Sentivo un qualche eco di magia oscura, ma non credevo di ritrovarmi dinanzi un eco così lontano. E’ molto distante dal suo tempo, Arconte –
- Siamo tutti lontani da dove dovremmo essere, preside. Presumo lei abbia già capito perché sono qui se la sua intelligenza è pari alla sua magia –
- Lei vuole spiegazioni e risposte Arconte. Ma non so se posso darvele, è pur sempre un potente mago oscuro del passato –
- Proprio per questo motivo lei dovrebbe darmele. Sono pur sempre un potente mago oscuro del passato, sue testuali parole. E’ sicuro che un duello con me si concluda con la sua vittoria? –
- Arconte, lei ha perso il duello con Rowena Ravenclaw poco prima di scomparire. Né tanto meno ha mai battuto Salazar Slytherin e credo io di essere un mago sia di grande esperienza che di bravura. E’ lei sicuro che un duello con me finirà con la sua di vittoria? Leggo bene nei suoi occhi, anche se la sua mente è ben protetta … lei sa come finirebbe tutto ciò. Danni a molti innocenti e soprattutto a Hogwarts –
- Winter Fall … - il mago oscuro lo corresse guardandolo truce e venendo ricambiato con un sorriso bonario
- Certo, si Winter Fall. Credo che l’ultimo ad usare tale nome sia stato proprio lei o forse suo padre. Nessuno o quasi lo conosce e non credo che a nessuno faccia piacere sapere alcune verità di tale palazzo –
- Verità? L’unica verità che vorrei venisse a galla sarebbe la legittimazione del possesso di questo castello a me e solo a me ed anche il riconoscimento dei miei diritti su ciò che lo circonda –
- Non siamo più nel Medioevo Arconte. Molte cose sono cambiate. Lei non può semplicemente richiedere un feudo, perché di feudi non né esistono più. Né tanto meno può conquistare questo castello, essendo ora una scuola ben protetta anche. Credo che non risolveremo molto oggi –
- Oggi non risolveremo molto? Forse lei non ha ben capito la mia situazione preside Dumbledore. Son un mago oscuro di mille anni or sono, mi ritrovo in un tempo non mio con gente che non conosco, nel mio palazzo profanato e probabilmente anche come ultimo della mia dinastia. E lei spera che io non risolva niente oggi? Oggi voglio risolvere ogni cosa, costi quel che costi –
- Non ci speri Arconte. La scuola è pur sempre proprietà del Regno di Inghilterra, soggetta alle sue leggi ed alla giurisdizione mia e del Ministero della Magia, motivo per cui qualunque decisione andrebbe presa in presenza del ministro stesso, che ora, sfortunatamente, non è qui – il preside osservò da dietro i classici occhiali a mezzaluna la reazione del mago oscuro che cominciò a fissar truce il vecchio
- Non mi interessa di giurisdizioni, di reali e di primi ministri caro preside. Io rivoglio indietro almeno il mio castello, a meno che ovviamente non abbiamo un modo per rimandarmi indietro –
- E’ impossibile. La sua magia è stata pura casualità. Se le fosse andato male sarebbe probabilmente polverizzato ora. Ed invece si è salvato. Qui siamo in pace, si godi questa pace. Probabilmente alla Gringott c’è ancora un conto a nome della sua famiglia –
- Non mi interessa del conto né della pace. Io rivoglio indietro la mia di famiglia, ma se ciò non è possibile voglio almeno conservarne i resti e quel poco di eredità spirituale che ne rimane. Ciò vuol dire che tutti gli studenti ed i professori ed i custodi e gli animali e tutto ciò che le dirò deve sparire immediatamente o almeno nelle prossime dodici ore –
- Lei sa che non potrebbe mai costringerci a farlo? – il mago del passato sorrise e con calma si accomodò su una delle sedie dinanzi la scrivania pregiata del preside
- Oh ma non sarò io a farlo. Credo che mentre noi parlavamo il castello ha ben sentito il richiamo del vero padrone. Richiamo che io gli ho terminato di dare lanciandogli un osso. Una piccola magia mentre noi stavamo discutendo. Winter Fall sa perfettamente chi è il suo vero padrone. Quindi le consiglio di far le valigie egregio signore prima che veramente qualcuno muori – Dumbledore si alzò, facendo scivolare fino alla mano la bacchetta nodosa e lanciando un incantesimo verso la sua fenice che scomparve di li a poco.
- Signor Arconte, io non le ho detto che potevo uscire –
- Io non ho mai detto che ho bisogno di ordini per farlo – alzò la mano stringendo il pomello quando ad un cenno di mano di Dumbledore lo stesso divenne scottante.
- Lei mi vuol chiudere qui? – il giovane biondo alzò ambo le mani spingendo contro la porta ma se il legno rimase dov’era il mago si vide scaraventato dal’altra parte
- Vuole combattere Dumbledore? Ed allora mano alla bacchetta e si prepari a morire – l’Arconte alzò l’arma e lanciò uno schiantesimo diritto verso il petto del vecchio che senza muovere respinse il proiettile magico. Ad un altro paio di gesti dalla bacchetta del mago oscuro uscì una frusta di fuoco e fulmini che il duellante più giovane cominciò a far ruotare attorno a se ed a lanciare contro Dumbledore stesso. Il vecchio mago non si fece affatto cogliere impreparato e dopo aver spostato grosse quantità di acqua intorno a sé cominciò a ruotare come in una bolla preparandosi ad attaccare il nemico. L’Arconte ruotò leggermente il polso rendendo velocemente la frusta come uno scudo parando la successiva ondata di Dumbledore. Spostandosi di lato per avere una visuale migliore il biondo lanciò una serie di incantesimi di schianto e di disarmo contro il barbuto che deviandoli colpì gran parte del mobili. Utilizzando le fiamme che si erano accese un po’ dappertutto il secondo duellante cercò di creare un piccolo muro di fuoco mentre evocava lo spettro del Memento Mori.
- Scommetto che non hai mai visto questo incanto, Preside – l’Arconte mosse la mano spingendo contro il vecchio la sua arma migliore. Il direttore della scuola però sorrise mesto
- Ameleus Lucem – lo spettro si dissolse lentamente prima che la falce del Memento Mori potesse colpirlo rendendolo solo una montagna di polvere nera che svolazzò lentamente per tutto lo studio
- Ma come … come hai parato questo incantesimo? L’ho inventato  io, nessuno lo conosceva –
- Passano gli anni, si trovano i diari e gli scritti del passato giovane Arconte. Conosciamo la tua magia e possiamo contrastarla. I tuoi trucchi non funzioneranno con tutti. Sicuro di voler continuare? –
- No, non credo. Voglio invece portare questa storia alla Corte di Giustizia, dove potrà esser valutata. Lo ha detto lei signor preside, non esistono feudi e se non esistono allora la conquista di Gryffindor nel tempo ha perso di valore –
- Ed allora perché il combattimento? – Albus cominciò a riparare gran parte degli oggetti mentre l’altro faceva sparire la bacchetta
- Perché non capisci veramente la grandezza dei tuoi futuri nemici o amici se non li combatti in un duello leale, preside. Spero che anche le sane tradizioni di un tempo le siano state tramandate da scritti e diari – sorrise prima di voltarsi orgoglioso – vediamo cosa dirà la legge su questa storia –
 
Due giorni dopo …
 
- Dopo attenta valutazione si è deciso che togliere al castello la funzione di Scuola di Magia e Stregoneria sarebbe a dir poco difficoltoso, pressoché impossibile visto l’evento che si andrà a svolgere in essa. Ma questa Corte – continuò una donna minuta dal cipiglio severe – non può non ascoltare anche le rimostranze dell’Arconte, che seppur proveniente dal passato, essendo impossibilitato a ritornare al suo tempo, sarà integrato nell’attuale società magica. Le accuse di negromanzia, magia oscura, omicidio, furto, danni a proprietà private e reali, magia in presenza di babbani, magia in età minore, duelli non autorizzati ed utilizzo di fatture non consentite sono cadute per mancanza sia di prove che di testimonianze nonché a causa del tempo trascorso. A sua volta il suddetto Arconte Neris Icarus Emmanuel non può riavere il castello di sua proprietà a suo tempo noto come Winter Fall né oggi la proprietà di Alexandria Street in località Wilthshire, la prima per le cause sopracitate la seconda poiché in mano alla lontana parentela dello stesso. Per ordine di questa Corte viene pertanto ordinato all’Arconte di soggiornare nel castello di Hogwarts come studente di una casa, essendo lui minore ed in custodia ad Albus Percival Wulfric Brian Dumbledore. La Corte si aggiorna. Questo giudizio è inappellabile –
- No aspetti cortesia vostra – Neris Icarus Emmanuel fece qualche passo verso il giudice – lei mi vuol dire che io devo essere adottato dal preside Dumbledore e devo anche andare a studiare? Ma lei sta per caso giocando con la mia vita giudice? Lei sa vero che io sono un nobile, per di più anche un potente mago? In che modo vuol mettermi a paragone con questi bambini incompetenti –
- Forse il signor Arconte ha bisogno proprio della scuola se non comprende le parole “il giudizio è inappellabile” –
- Ma-ma-ma signor giudice … cosa avrò indietro? –
- I suoi alloggi, il suo conto alla Banca dei Folletti Gringott  ed anche i suoi oggetti. C’è una parte dell’ala ovest che fungeva da vostro appartamento se non erro. La ripari, la ristrutturi e ci viva. Sono molte stanze per una singola persona – l’Arconte osservò brevemente il giudice uscire scortato da alcuni auror. Emmanuel si girò nervoso avvicinandosi al “patrigno”
- Stupendo preside, ora saremo una famiglia – il platinato sorrise malvagio – non si aspetti di certo un allievo modello e preghi per gli studenti che mi saranno compagni di casa – con un gesto secco si dissolse nella figura nera a lui tanto vicina e cominciò la sua folle corsa verso il castello.
 
La notizia che l’Arconte sarebbe diventato uno studente di Hogwarts venne accolta in modo a dir poco strano. Compreso tra il Torneo Tremaghi e i guai che affliggevano il castello ogni anno venne visto come un pessimo presagio per l’avvio scolastico da molti studenti. Il giorno dopo la sentenza della Corte il giovane percorreva a passo rapido la navata centrale della sala grande indossando quello che poteva essere giudicato in quel tempo a lui sconosciuto un completo elegante. Seduto sulla sedia del Cappello se lo vide infilato in testa sbuffando
- Stupido cappello muovi a decidere che non ho tempo da perdere –
- Però, quanta fretta Neris. Sento in te molte qualità ed immoralità. Sei vizioso, sei malvagio quando vuoi, sei coraggioso, sei intelligente, sei superbo e sei anche ambizioso. Non so in che casa metterti esattamente … hai preferenze? –
- Lontano da Ravenclaw e da Gryffindor in primis. Ho troppi conti in sospeso con loro –
- Beh, lavoro di squadra tu non sai neanche cosa sia … motivo per cui vedo in te un’unica via … Gryffindor –
- Ma che cazzo … ti ho detto tutto tranne Gryffindor pezzo di cuoio scadente –
- Il tuo padre adottivo ha detto che ti avrebbe fatto bene andare in una casa diversa dal tuo passato –
- Fanculo – il giovane mago buttò a terra in malo modo il cappello sistemandosi lungo la tavolata dei ragazzi rosso ed oro e per sua sfortuna anche al centro. Unico senza divisa pareva anche il più annoiato nonché quello visto peggio dalla gente
- Dici che ci ucciderà tutti nel sonno Harry? –
- No Ron, non credo che lo farà. Ma tu pensi veramente che sia tanto potente? Ho sentito che lui e Dumbledore han duellato –
- Miseriaccia, ne ho sentito parlare anche io. Alcuni ravenclaw dicono che si sentivano come tuoni, lampi e fruste … chissà che è successo –
- In ogni caso, sembra che ora stia con noi. Forse faremmo bene a farlo sentire a suo agio tra di noi –
- Non credo che voglia sentirsi a suo agio – aggiunse Hermione osservando il biondo scura in viso
- No infatti. Ho sentito dire un sacco di cose su di lui – Neville si avvicinò al trio con fare lento – pare che quando era ai suoi vecchi tempi fosse un temuto mago oscuro. Ha combattuto sia con Rowena Ravenclaw che con Godric Gryffindor e pensate che questo castello era suo. Forse Ruf questa volta non diceva baggianate –
- Ruf ha parlato di questo? – Harry e Ron fissarono il moro con fare sospettoso venendo interrotti con aria seccata da Hermione
- Se ogni tanto lo seguiste forse ora non vi trovereste nella condizione di non sapere niente di lui. Son stata in biblioteca e ho letto che la sua famiglia era una famiglia di maghi oscuri veramente potenti. Erano accusati di tutto, da alcune stragi fino alla negromanzia –
- Ma la negromanzia non è l’arte di far resuscitare i morti? – il rosso sgranò gli occhi osservando la ragazza.
- Si, proprio quella. Per cui ragazzi io non so se ci convenga avvicinarsi a lui. Aveva una pessima fama ai suoi tempi e non credo che per lui sia passato tanto tempo – gli altri convennero e silenziosi cominciarono a cenare.
Fortunatamente per tutti Neris Icarus Emmanuel Arconte non dormiva affatto con tutti gli altri studenti. Preferì invece dirigersi rapido verso la sua personale ala del castello che aprì mormorando alcune parole quasi senza senso e permettendo la comparsa di una strana porta dorata. Appena dentro non si poteva non notare lo stato di abbandono che aveva colto quelle sale. Polvere e distruzione erano diffuse un po’ dappertutto e il mago non poté non pensare che probabilmente i suoi rivali aveva fatto puro saccheggio della zona con loro somma gioia
- Fortuna che tenevo le cose importanti alla Gringott – commentò mentalmente mentre muoveva i suoi passi tra le varie stanze. Con gesti rapidi della bacchetta risistemava quello che poteva, risollevava mobili ed agitò le scope di un vecchio ripostiglio per pulire la sporcizia accumulata. Appena dentro la sua stanza da letto si gettò sul letto trasformando vari oggetti in altri di suoi gradimento e sistemando la maggior parte della stanza.
- E così era questa la sala maledetta di Winter Fall? – il fluttuante fantasma della figlia di Rowena Ravenclaw entrò dondolando il capo dentro la stanza da letto del mago oscuro
- Pensavo che tutto sommato i miei incanti tenessero lontani i fantasmi da qui –
- Li hai spezzati entrando. Vedo dal tuo sguardo che mi riconosci –
- Sei uguale a quella strega di tua madre. Sei la figlia di Rowena vero? – il giovane si alzò avvicinandosi ad essa
- Si in effetti. Anche se io e mia madre abbiamo avuto dei trascorsi non proprio piacevoli. Sapevi che il Barone poi si è pentito e schierato con noi? –
- Me lo aspettavo. Era innamorato pazzo di te vero? Strano l’amore. Unisce anche due nemici –
- Non è questo il momento di parlare, giovane Arconte. Volevo giusto vedere il viso del più grande nemico di mia madre –
- Oh beh, sembra che ora starò nel reame che si sono creati lei e quegli altri tre imbecilli –
- Imbecilli o meno, ora sei un servo di questo regno – la dama accennò ad un inchino prima di volteggiare fuori
- Chissà per quanto … chissà per quanto mia Dama –
 
Il tempo di arrivo delle delegazioni straniere non era ancora giunto motivo per cui seppur in fibrillazione il miglior argomento di conversazione in quei momenti era il mago appena giunto. Camminando senza divisa, indossando pantaloni eleganti neri ed una camicia bianca a maniche rialzate il suddetto mago attraversava ali di studenti per recarsi alla sua prima lezione, precisamente di pozioni. Sapeva che sussisteva una certa rivalità tra le case di Gryffindor e Slytherin, motivo per lui di gioia, e che il professore stesso di pozioni, tale Snape, era appunto il capo casa dei secondi. Sorridendo leggermente e fiero del suo puntuale ritardo il mago entrò con calma nella sala
- Spero che il signor Neris abbia una valida scusa per il quale è giunto in ritardo a questa lezione – il professore di nero vestito, osservandolo da dietro il naso aquilino fece cenno al mago di accomodarsi in prima fila
- Il professor Snape forse ha una valida motivazione per la quale io dovrei mettermi in prima fila nonché seguire questa lezione di Pozioni –
- Credo che il fatto che io sia un suo superiore, signor Neris, sia più che valida. Ed anche il fatto che forse nella sua lunga assenza non ha aggiornato il suo calderone, Arconte –
- Oh non ne ho bisogno. C’era abbastanza materiale in giro per capire da solo cosa fare e quando farla –
- Le sue risposte non sono adeguate al ruolo che occupa, Arconte Neris. Venti punti in meno a Gryffindor e se dice una sola parola la metto in punizione -
- Fanculo Snape –
- Altri venti punti in meno a Gryffindor. Stasera alle sei la voglio qui … ed ora andiamo oltre – oltre verso cui il mago non si spinse. Restando ben accomodato e disteso poggiando i piedi lungo il tavolo non seguì affatto la lezione preferendo pensare a ben altro. Quando però uscì cominciò di certo ad agire. Come erano soliti fare gli studenti delle due case avevano cominciato a battibeccare e l’onnipresente Draco Malfoy aveva ben adocchiato quella che amava chiamare “la mezzosangue zannuta”
- Allora mudblood, ti piace il nuovo compagno di casa? Dicono che amasse stuprare le sue vittime –
- Beh, allora si vede che hai preso da lui visto che è un tuo avo –
- Solo per questo dovresti inginocchiarti mudblood … perché non lo fai già da ora? –
- Forse perché, biondo falso platinato, io non l’ho chiesto. E non ho bisogno di araldi né di difensori – disse con calma guardandoli - ah e se fossi in te starei attento ad usare quella parola. Te lo dico per esperienza. Nascondono sorprese che non puoi pensare –
- Come il fango nella bocca, avo? – rise il platinato che si vide poco dopo schiantato contro un muro
- No, sorprese che uno stupido slytherin erede di quel altrettanto imbecille di Salazar non può affatto comprendere. Così come neanche una delle persone che son qui lo può fare –
- Ma come osi stupido relitto? Non sai chi è mio padre? Ti farò passare seri guai per ciò che hai fatto –
- Oh ora minacci? Ed allora – alzò la bacchetta con molta calma – Avada ked … -
- Uccidere studenti impunemente non è affatto qualcosa che si fa abitualmente in questa scuola, signor Neris –
- Uh preside Dumbledore. Come va la vita? – l’Arconte fece ruotare la bacchetta posandola nuovamente mentre un pallido Malfoy si allontanava
- Molto bene. Vorrei che lei mi seguisse, abbiamo da parlare io e lei –
- Certo paparino. Ma le lezioni? –
- Non ti vedo molto a studiare divinazione, Emmanuel –
- No infatti. Le devo un favore preside … e quel tizio le deve la vita – con calma il nero vestito seguì il barbuto mentre canticchiava una lenta litania


Sinceramente ora come ora non so che dirvi. Al massimo che i capitoli sono in produzione, che son lunghi un po' come questo e che è ambientanto al quarto anno, ma questo si capiva. Narrerò in seguito la storia dell'Arconte ma si saprà tutta un po' leggendo la storia (anche se a voi sembrerà di no, ma non vi preoccupate, la prima impressione è sempre sbagliata).
So che le note sono strane però non essendo sicuro se i personaggi saranno o meno OOC ho preferito mettercelo. Ah, e visto che tanto i fondatori compaiono in situazioni strane non l'ho messo come epoca, se poi credete vada messa ditelo eh. Così come se notate note che avrei dovuto mettere e non ho messo ^_^
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento e spero che abbiate la voglia di lasciare un commentino, positivo o meno. I consigli son sempre bene accetti e son aperto al dialogo. Quindi vi lascio qui, buona continuazione del sito ^_^

 

  
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